12.
“Buongiorno”
Elijah avanzò in cucina e fissò lo sguardo prima su Freya e poi su Hayley. “Sai
per caso dove sia Allison?”
L’ibrida
deglutì il boccone che aveva in bocca. “Io credevo che stesse ancora dormendo a
dire il vero.”
“La
sua parte di letto era fredda quando mi sono svegliato, deve essersi alzata da
parecchio” ragionò lui. “È possibile che sia andata a fare una corsetta, magari...”
“Sì
è possibile. O forse Will aveva novità sul caso e le ha chiesto di
raggiungerla.” Hayley notò che Elijah si era infastidito sentendo il nome del
detective. Avrebbe voluto dirgli che non aveva motivo di essere geloso; proprio
nessuno. Non c’era persona più leale di Allison, forse non c’era moglie più
fedele di lei. Hope però arrivò attirando l’attenzione e così lasciò correre.
“Buongiorno”
disse timidamente sbadigliando. “Dove sono tutti?”
“Buongiorno
tesoro” le sorrise Freya. “Zia Rebekah e zio Kol sono usciti per una
passeggiata, tuo padre ha detto che andava a prendere qualcosa e che sarebbe
tornato prestissimo.”
“E
la zia Allison e lo zio Matt?”
Prese
la parola Hayley. “Lo zio Matt sta facendo una doccia, la zia Allison... non
sappiamo dove sia, è uscita molto presto questa mattina. Prima che ci
svegliassimo.”
Hope
afferrò un biscotto mentre sua madre le riempiva un bicchiere di latte. “Forse
è andata a fare una corsetta. Secondo te si ricorda che deve accompagnarmi a
comprare il regalo per Sarah?”
“Chi
è Sarah?” domandò Elijah sorridendo a sua nipote.
“È
la mia amica del cuore. L’ho conosciuta lo scorso anno al mare, si era
trasferita da poco. Domani sarà il suo compleanno e sono invitata alla sua
festa.”
“Sembra
bello” l’Originale si mise a sedere. “Sono certo che la zia Allison se ne
ricorda.”
“Ricordare
cosa?” proprio lei fece il suo ingresso in cucina; non aveva l’aria di una che
era andata a fare una corsetta, anzi... Keelin Thompson dietro di lei. “Buongiorno
a tutti” disse con un sorriso baciando Elijah, poi avvicinandosi ad Hope per
darle un bacio sulla guancia.
“Dobbiamo
andare a comprare il regalo si Sarah, ricordi? Hai promesso di portarmi in quel
negozio di giocattoli dove andavi da piccola, con i tuoi genitori.” La piccola
ridacchiò quando Allison le rubò di mano quello che rimaneva del suo biscotto
per mangiarlo.
“Giusto.
Ci andremo, ogni promessa è debito. A ogni modo voglio presentarti la mia amica
Keelin” disse indicandola con un dito. “Starà con noi per un po’. Per te va
bene?”
Hope
salutò la donna con una mano. “Benvenuta” le disse. Poi si alzò e disse che
andava a vestirsi.
“Che
significa?” chiese Freya alzandosi in piedi, una volta che rimasero soli.
“Io
e Keelin” iniziò a spiegare Allison. “Abbiamo fatto una specie di accordo;
rimarrà qui fin quando sarà necessario e ci darà una mano se servirà, ma non lo
farà legata in garage.”
“Non
possiamo fidarci di lei!” argomentò la strega. “Che succede se prova a scappare
e, facendolo, attira attenzioni indesiderate?”
“Hey”
le disse Keelin agitando una mano. “Io sono qui, non parlare come se non fossi
presente.”
“Possiamo
fidarci di lei” la cacciatrice prese una tazza e sorrise quando Elijah le versò
del caffè in uno di quei gesti gentili che le erano mancati tanto, e che solo lui
le riservava.
“Non
mi piace!” la maggiore dei Mikaelson scosse il capo. “Avresti dovuto parlarne
prima con me, in fondo sono io che proteggo questa famiglia, Allison. L’ultima
parola su queste cose spetta a me.”
“Non
in casa mia Freya” Allison bevve un sorso di caffè. “E comunque, è anche la mia
famiglia, credi che farei qualcosa che potesse mettervi in pericolo?”
La
bionda rise. “No” scosse il capo. “Sei la moglie di mio fratello Allison, ma
questo non fa di te una Mikaelson.”
“Basta!”
esclamò Elijah guardando sua sorella. “Smetti di parlare prima che tu dica
qualcosa di cui ti pentirai.”
Lei
guardò Allison, sfidò quello sguardo nocciola per alcuni lunghi secondi, poi
fece un grosso respiro. “Mi dispiace” si scusò abbassando la testa. “Sono solo...
un po’ nervosa. So che non faresti nulla che possa metterci in pericolo. Mi
dispiace, Allison.”
L’altra
respirò a fondo, fece un cenno di assenso e un sorriso a sua cognata mentre
prendeva il cellulare dalla tasca. “Will” rispose bevendo un altro sorso dalla
tazza.
“Allison,
forse abbiamo trovato il nostro uomo. Si chiama Raul Ramirez.”
“Maledetto
bastardo!”
“Una
testimone l’ha visto uscire dalla casa di Eric Sawyer la sera dell’omicidio. Ha
detto che non ha parlato prima perché ha avuto paura. Lo conosci per caso?”
“Purtroppo
sì” Allison si passò una mano tra i capelli. “Me ne occupo io Will. Dammi
qualche ora e in un modo o in un altro Raul Ramirez verrà consegnato alla
giustizia.”
“Che
significa in un modo o in un altro? Come conosci questo tizio? È un...”
“Un
vampiro? Sì, è il braccio destro di Mike Vitucci.”
“Il
mafioso? Anche lui è un vampiro?”
“Sì,
lo è. Ci sentiamo tra tre ore al massimo.” Riattaccò e si voltò a guardare
Hayley. “Ho bisogno che porti fuori Hope per il resto della mattinata.”
“Che
succede?” chiese lei.
“Sto
per invitare Mike Vitucci per un drink!”
****
“Allison
Morgan!” Mike le sorrise quando lei aprì la porta. “Quanto tempo.”
“Non
così tanto” replicò lei avvicinandosi per un abbraccio veloce. “Grazie di
essere venuto.”
“Per
la mia cacciatrice preferita questo ed altro” Mike fece cenno ai suoi uomini
che entrarono trascinandosi dietro un tizio dal viso coperto. “Un piccolo
regalo per te; Raul!”. Volse poi lo sguardo ad Elijah che stava poco dietro di
Allison. “Tu devi essere il leggendario Elijah Mikaelson.”
“In
persona” l’Originale lo guardò con espressione seria. “E tu devi essere l’improvvisato
leader incapace di tenere i suoi uomini sotto controllo.”
L’altro
piegò poco il capo, infine entrò in casa. Allison richiuse la porta. “È stata
solo una bravata. Raul era arrabbiato con te” disse guardando la donna. “E ha
pensato bene di prendersela con le persone con cui avevi avuto a che fare.”
“Quelle
persone mi hanno aiutata e sono morte perché il tuo uomo è arrabbiato con me? E
poi” gli disse tirando fuori del bourbon quando furono in cucina. “Perché ce l’ha
con me?”
“Erano
lupi e considerato che la tua coinquilina è una lupa anch’essa, credeva che
fossero tuoi amici.” Il vampiro bevve dal suo bicchiere. “Quanto alla tua
domanda, alcuni mesi fa ha ucciso una ragazza appena trasformata. Si chiamava
Tiffany, forse non te la ricordi neppure.”
“Me
la ricordo” gli fece sapere Allison. “E non ho avuto altra scelta.”
“Dolcezza”
Mike allungò la mano e la poggiò su quella della donna, guardò Elijah per un
istante e poi si concentrò su di lei. “Io lo so ma lui credeva di amarla
follemente ed è arrabbiato.”
La
cacciatrice si liberò da quel tocco. “Beh la polizia ha bisogno di un colpevole
per chiudere il caso, l’ho promesso al detective Kinney, quindi cosa facciamo?”
Vitucci
sembrò rifletterci per un attimo. “Il colpevole deve essere vivo o morto?”
“Credo
che faccia poca differenza.”
“In
quel caso, ci penso io. Ma tu sai che punire uno dei miei mi costa parecchio
e...”
Elijah
ridacchiò. “Cosa stai chiedendo esattamente? Denaro?”
“Denaro?
E che me ne faccio? Io e tua moglie abbiamo una specie di accordo riguardo ai pagamenti.”
Allison
scosse il capo. “Vuole uno dei vinili di mio padre” spiegò a suo marito. “Aspetta
qui mentre vado a prendertelo.”
“Scegli
bene!” le urlò dietro lui. “Ah Allison, siamo vecchi e cari amici io e lei.”
L’Originale
mise le mani nelle tasche. “Lo vedo. Lascia che ti dia un consiglio però” si
piegò e avvicinò il viso al suo. “Cerca di esserle amico senza toccarla o
spogliarla con gli occhi. Oppure la polizia troverà due colpevoli. Entrambi
morti.”
Mike
rimase a fissarlo senza battere ciglio e lo fece fin quando Allison non tornò
di sotto stringendo tra le mani il suo pagamento. “È stato bello fare affari
con te, Allison.” le disse alzandosi e avvicinandosi a braccia aperte, quasi
volesse abbracciarla.
Lei
però gli mise in mano il vinile e si spostò di fianco ad Elijah. “Dove devo
dire a Kinney di cercare?”
“Gli
arriverà una soffiata anonima, tra un’ora.” Il mafioso e i suoi se ne andarono.
“Non
mi piace quel tizio” Elijah si mise sulla difensiva non appena furono soli. “E
non mi piace che tu lo frequenti.”
“Frequentare
non è esattamente la parola giusta. Diciamo che mi è tornato utile diverse
volte” spiegò lei puntando gli occhi dentro i suoi. Con la mano lisciò la
cravatta. “A proposito di questo, vorrei... chiederti di farmi una promessa.”
“Qualunque
cosa.”
“Negli
ultimi cinque anni ho dovuto fare molte cose che non mi sono piaciute. Non
avevo altra scelta allora, dovevo riportarti indietro e riunire tutti. Ora
siamo riuniti Elijah, ma so come vanno le cose in questa famiglia, quindi
voglio che tu mi prometta che non mi ritroverò più nelle condizioni di non
avere altra scelta. Non ce la farei...”
Elijah
la baciò, con dolcezza. Un lungo e profondo bacio. “Te lo prometto.”
****
Vincent
si agitò nel letto, il mal di testa non gli lasciava tregua da più di una
settimana. Non era un buon segno e lo sapeva, ma non sapeva ancora quanto
brutto fosse. Quella notte però lo avrebbe scoperto.
Si
svegliò di soprassalto con ancora le immagini confuse di quel sogno a fargli
compagnia. Oh ma non era un sogno e lui lo sapeva benissimo.
Accese
una luce e si alzò tenendosi con una mano la testa. Raggiunse il cellulare e
compose il numero che doveva chiamare. “Marcel!” esclamò quando rispose. “Dobbiamo
rintracciare i Mikaelson, devono tornare qui prima possibile. O qualcosa di
terribile succederà ad Hope!”