Sette
mesi dopo
Con il passare del tempo la relazione tra Tyrion Lannister ed Emily
Waters era rimasta per lo più invariata e la coppia aveva
continuato con i suoi tentativi di avere un figlio, ma fino a quel
momento senza risultati. Tuttavia il nano e la moglie sembravano
determinati a non arrendersi. La donna passava il suo tempo insieme a
Sansa e prendendosi cura del figlio che tra due mesi circa avrebbe
compiuto un anno.
Dal Nord arrivavano notizie alquanto preoccupati: Robb Stark avanzava
verso il Sud con l’intento di attaccare Approdo del Re e
liberare la sorella dalle grinfie dei Lannister e riprendersi suo
figlio. Girava voce pure che non avesse avuto altra scelta che
accettare di sposare lady Roslin Frey, la figlia di lord Frey. La fama
che accompagnava l’uomo non era proprio delle migliori ed
Emily aveva sentito dire che avesse molti figli, oltre che avuto
diverse moglie; la più recente era poco più
giovane di lei e non poteva che essere triste al pensiero di quella
poveretta in balia del Frey molto più vecchio di lei,
naturalmente.
Quel giorno Alicia si trovava nella stanza di Sansa, la quale stava
ricamando. Trascorreva buona parte del suo tempo in quel modo:
l’ago in mano e il pezzo di stoffa da ricamare nell'altra. Da
quando Eddard Stark era morto ed era diventata la “figlia del
traditore”, Alicia non le aveva mai visto ricamare un lupo e
sospettava perciò che le fosse proibito farlo, oltre che
possedere tutto ciò che ricordava in qualche modo la sua
casata, soprattutto raffigurante il suo simbolo o riportante il motto.
« Cosa stai ricamando oggi? » chiese curiosa la
donna sposata, stringendo a sé il figlio. L’altra
alzò gli occhi azzurri dal suo lavoro, che ancora appariva
come un disegno senza senso.
« Dei fiori. » rispose tornando a concentrarsi sul
suo lavoro. Il bimbo si mosse tra le braccia della madre, questa
abbassò lo sguardo verso di lui e il piccolo le sorrise. La
madre gli accarezzò il capo ricoperto da riccioli ramati,
sempre più lunghi.
« Trovo che assomigli a Robb. » notò
sorridendo e accarezzandogli una guancia, per poi appoggiare la testa
di Robert sulla sua spalla.
« Vero, hai ragione. Ha il suo stesso naso, credo.
» affermò la Stark. Sul pezzo di stoffa che stava
ricamando stava incominciando ad apparire un fiore a cinque petali: il
gambo e la foglia verde, mentre il fiore in sé lo stava
realizzando con un filo di colore rosa. « Stai diventando
proprio un bel bambino! Sembra sano e forte. »
osservò con gioia.
« Speriamo, non vorrei perderlo come è successo
alla sua balia che ha perso la sua ultima figlia. »
notò e tirò un sospiro con aria triste, sperando
che andasse tutto bene e che Robert continuasse a stare bene come
adesso.
« Vedrai che andrà tutto bene. Tu hai la fortuna
di poter ricorrere ai migliori maester, eventualmente. »
disse con tono rassicurante Sansa, per poi tornare al suo ricamo.
All'ora di pranzo tornò nella sua stanza per poter consumare
il pasto in compagnia del marito. Aveva affidato suo figlio alle cure
della balia e poi era tornata nella sua stanza. Una volta arrivata
scoprì che suo marito non era ancora arrivato,
però una serva stava finendo di apparecchiare la tavola.
Quando si accorse di lei si voltò e fece una piccola
riverenza nella sua direzione, tenendo il capo chino.
« Lady Alicia, presto il pranzo verrà servito.
» annunciò ed Emily si sedette sulla sedia a
destra del capotavola, siccome in quel posto si sedeva sempre il
coniuge. Davanti a lei c’era un piatto e ai lati delle
posate, oltre che un calice d’argento su cui
c’erano incisi dei piccoli leoni. La serva se ne
andò lasciandola sola nella stanza e la rossa rimase in
attesa del marito che non tardò tanto ad arrivare, siccome
sentì bussare alla porta poco dopo.
« Avanti. » invitò senza preoccuparsi di
chiedere chi fosse, siccome dubitava che potesse essere qualcun altro
al di fuori del suo legittimo consorte. Infatti la porta si
aprì mostrando Tyrion. Il nano si avvicinò al
tavolo e si sedette a capotavola come sempre, a parte che era pure
l’unico posto libero.
« Buongiorno, siete stata da lady Sansa? »
domandò curioso dopo un attimo di silenzio.
« Sì, abbiamo parlato di un po’ di
tutto. » rispose, afferrando una mela di colore giallo, che
si trovava dentro al cestino di vimini sul tavolo, e sistemandosela
accanto al piatto con lo scopo di mangiarla più tardi, una
volta che il pranzo fosse finito.
« Come sta il piccolo Robert, che porta il nome del nostro
defunto e amato re? » chiese. Non capiva bene
perché, ma suo marito sembrava trovare per qualche ragione
divertente il fatto che avesse deciso di chiamare suo figlio come il
precedente sovrano dei Sette Regni.
« Bene, cresce bene. Sembra che gli piaccia il latte della
balia. » rispose. Non le aveva confidato le sue
preoccupazioni per il fatto che la figlia della donna fosse morta in
fasce, anche perché in fondo non credeva c'entrasse qualcosa
il latte con cui l’aveva nutrita.
« Tra pochi mesi comincerà a camminare e poi
andrà ovunque, sebbene sia più preoccupato per
quando incomincerà a parlare. »
confessò e la moglie lo fissò perplessa.
« Come mai? » domandò con un sorriso
divertito sul volto.
« Perché dopo dovremo stare attenti a cosa diremo
in sua presenza, altrimenti poi rischieremo che, ingenuamente,
riferisca tutto, magari pure alle persone sbagliate. »
ridacchiò e anche la donna si mise a ridere.
In quel momento arrivò la cameriera con il cibo: quel giorno
per pranzo c’era del pollo. La coppia, dopo aver ringraziato,
incominciò a consumare il pasto in silenzio, non volava
nemmeno una mosca.
« Come sempre i cuochi hanno preparato un ottimo pasto.
» esclamò con aria soddisfatta al termine del
pranzo Tyrion, che aveva preso due porzioni di carne, prova che doveva
seriamente aver gradito il pollo. Emily sorrise, però questa
volta non commentò e prese la sua mano. Poi
iniziò a tagliare la mela.
« Meno male. » rispose e si portò poi
alle labbra un pezzetto di mela che aveva tagliato. Lo
masticò piano per assaporare meglio il dolce sapore del
frutto.
« Perdonami, ma ti devo lasciare. Ho una riunione con il
Concilio Ristretto. » annunciò il marito e si
drizzò in piedi. Le sfiorò una guancia con le
labbra e poi uscì fuori dalla stanza con l’intento
di andare alla riunione. La giovane si domandò di cosa
avrebbero parlato quel giorno. Solitamente si incontravano una volta
alla settimana, all'inizio di questa, a volte anche di più
se c’era qualche occasione importante o succedeva qualcosa
che richiedeva subito la loro attenzione.
La mattina dopo
Quando si svegliò il giorno dopo avvertì un forte
senso di nausea, tuttavia non ci fece molto caso, nonostante la cosa
durasse già da circa una settimana. Fece il suo solito
bagno, per poi vestirsi e andare come tutte le mattine da Sansa. Prima
prese il suo piccolo, naturalmente, e la raggiunse nella sua stanza.
Come facevano spesso, passarono la mattinata insieme. Questa volta
decisero di pranzare insieme, anche perché tanto suo marito
avrebbe mangiato in compagnia della regina e del padre,
perciò si sarebbe ritrovata da sola e non le piaceva
l’idea.
Una volta finito di mangiare, si salutarono e Alicia uscì
fuori in giardino con lo scopo di far prendere una boccata
d’aria al figlio che aveva già mangiato. Sarebbe
passata ancora qualche ora prima di doverlo affidare nuovamente alla
balia e quindi potevano passare tutto il tempo che volevano in
giardino, senza preoccuparsi di nulla.
Dopo aver lasciato il figlio dalla balia più tardi, si
recò dalla regina Cersei che desiderava parlarle di
chissà cosa. In fondo la rossa sospettava di quale argomento
avrebbe trattato la loro conversazione, ovvero del tanto desiderato
erede per Castel Granito, poiché dal suo matrimonio erano
trascorsi ormai sette mesi e ancora nulla. Eppure lei e Tyrion quasi
tutte le sere tentavano di avere un figlio. Ancora non avevano perso la
speranza e lui sembrava più positivo di lei. Non
affrontavano mai l’argomento e lei non voleva nemmeno
insisterci sopra, poiché riteneva che fosse meglio evitare
in modo da restare sereni. Temeva che pensandoci troppo avrebbero
finito per agitarsi per nulla.
Una volta arrivata davanti alla stanza della cognata, bussò
e poi si sistemò la gonna del vestito. Stranamente la fece
attendere un po’, tuttavia non intendeva lamentarsi
rischiando di farla arrabbiare.
« Buongiorno, Alicia. » la salutò appena
ebbe aperto la porta e la vide. L’altra effettuò
una riverenza e aspettò che le desse il permesso di alzarsi
prima di sollevarsi. « Alzati pure ed entra dentro.
» ubbidì e una volta dentro alla stanza il suo
sguardo cadde sul grande letto dalle coperte dorate. « Come
va il tuo matrimonio con mio fratello? » come previsto voleva
discutere di quello, sebbene l’argomento gravidanza ancora
non era stato menzionato, per ora.
« Bene, lord Tyrion è un buon marito e andiamo
d’accordo. » rispose intrecciando le mani dinanzi
al ventre. La regina la fissò attentamente, come se la
stesse studiando per capire qualcosa, ma lei non ci fece caso e rimase
in silenzio guardandola a sua volta.
« Pensavo che magari avessi qualche bella novità
per me. » l’altra intuì subito a cosa si
riferisse. A quanto sembrava i suoi sospetti erano fondati: voleva
scoprire se per caso fosse incinta e qualche nuovo piccolo leoncino tra
qualche mese sarebbe venuto ad allietare la loro esistenza,
specialmente quella della regina e suo padre. Non sapeva cosa avrebbero
pensato il re, i suoi fratelli e Jaime in proposito. Temeva che suo
figlio sarebbe stato solo l’ennesima vittima di quel sovrano
e le veniva male al pensiero di cosa avrebbe potuto fargli una volta
nato. Lei difficilmente sarebbe riuscita a proteggerlo come avrebbe
voluto e dubitava che anche suo marito sarebbe riuscito nell'impresa.
« Purtroppo non ancora, ma sono sicura che tra pochi mesi ci
saranno novità. » rispose positiva e sorridendo,
cercando di fingersi allegra. La regina le faceva un po’
paura e di sicuro se la sarebbe presa con lei se non fosse riuscita a
restare incinta di nuovo, nonostante il fatto che avesse già
avuto un figlio; anche il maester aveva detto che non c’erano
impedimenti ad un’altra sua gravidanza, o almeno non
apparenti.
« Me lo auguro anch'io. » rispose la regina
dirigendosi verso un baule di legno ai piedi del suo letto: sopra al
baule c’erano diverse pietre preziose, di vari colori e
grandezze, incastonate sopra. Non osava nemmeno immaginare quanto mai
potesse valere quel baule e il solo pensiero la faceva sentire male.
Vide Cersei trafficare nel baule e si domandò cosa stesse
cercando, ma non osò muoversi da dove si trovava, lasciando
che cercasse da sola quello che desiderava trovare, qualunque cosa
fosse.
Alla fine la vide drizzarsi in piedi. Si voltò verso di lei
con in mano un braccialetto dorato, con vari rubini brillanti
incastonati sopra, e glielo allungò. La rossa la
fissò perplessa, immaginava che dovesse essere per lei e la
cosa la sorprendeva, poiché non era incinta e quindi di
sicuro non meritava alcun premio da parte sua, o qualunque cosa quel
braccialetto in un certo senso simboleggiasse.
« Non lo prendi? È per te. »
esclamò la bionda con aria contrariata. La giovane
allungò la mano, prendendole il gioiello dalle mani. Lo
indossò al polso destro e lo guardò ammirata per
quanto le sembrasse magnifico. Alzò gli occhi verso la
Lannister e le sorrise.
« Grazie molte, non me lo aspettavo! »
strillò felice.
« Spero che ricambierai la mia generosità restando
presto incinta. » la fanciulla annuì, sebbene non
si trattasse certamente di una cosa che potesse controllare e decidere
lei.
Non sapeva se in fondo il braccialetto le avesse portato fortuna, ma il
giorno dopo maester Pycelle le comunicò che aspettava un
bambino. Lei e suo marito ne furono felicissimi e anche tutti gli
altri. Pregava con tutto il cuore che fosse un maschio, così
sarebbero stati tutti ancora più felici.
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