Interni esposti

di GreenWind
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III.
 




 
Mi ripetevo che la solitudine è un grande

male.
            Alla fine non restano più

argomenti e muti si lotta

davanti all’anima. Sembra facile

discorrere con gente che mangia

carne viva ad ogni ora e in lingue di

fuoco solca i cieli

con i piedi impantanati nel fango.
 

Ricordo la Dafne che si piega

all’indietro e - il respiro spinto nella bocca

aperta - sente le sue membra stringersi

come corde di chitarra, irrigidirsi

in fibre di cellulosa - la divina

mano d’Apollo a ghermirle

la verginità.

Resta nel buio.
 

Credo nelle lente metamorfosi interiori,

di quelle che ascoltano la litania

perpetua dei congiunti - con cui siamo cresciuti,

certo, ma si cambia - e senza volerlo

le affidano alla memoria.


            Dilanio carne viva e pulisco il mento

con la manica; ieri era ieri e così

i miei pensieri.















 




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