Manzanilla
La
residenza del dottor Agasa, per quanto caotica e disordinata, era
solitamente silenziosa.
I
suoi due inquilini erano persone calme e non parlavano molto quindi i
rumori soliti della casa erano il bollitore del caffè, i tasti
premuti sulla tastiera e qualche volta la tv accesa. Le esplosioni
erano talmente rare da non fare più testo.
Ma
se ai due soliti inquilini si aggiungevano i soliti ospiti allora la
situazione cambiava drasticamente
<<
Ayumi passami la colla >>
<<
Non la trovo... dev'essere caduta sotto il divano >>
<<
Che? E ora chi lo dice al professore? >>
Mitsuiko
tava costruendo dei taketonbo supportato dalla bambina che però era
distratta quel giorno, complici una fetta di torta al cioccolato di
troppo e un nuovo anime su delle streghe che si fingono pasticciere
che l'avevano tenuta sveglia la sera prima.
Genta
come al solito si era abbuffato di riso e adesso aveva un gran mal di
pancia. Si lamentava e scalciava sdraiato sul divano.
<<
Ragazzi... >>
Il
professore stava cominciando a spazientirsi. Per quanto adorasse quai
bambini quel giorno c'era fin troppo trambuso.
<<
Haiii la mia pancia >>
<<
Ragazzi... >>
<<
Insomma Ayumi mi vuoi aiutare? >>
<<
Non usare quel tono di voce con me! Non si maltrattano le bambine
>>
<<
Ragazzi ... >>
Anche
i due maschietti il giorno prima non avevano dormito granchè, ma si
rifiutavano di riposare preferendo giocare.
Questo
li rendeva iperattivi ed un tantinello irascibili.
Il
dottor Agasa stava cominciando a mostrare segni di isteria.
Nonostante il suo carattere c'era un limite anche alla sua pazienza.
<<
Ragazzi! >> urlò infine.
I
tre si fermarono di botto spaventati da quel ton di voce.
Il
professore infatti li fissava con aria molto severa.
Raramente
si arrabbiava con loro quindi i bambini, complice anche la mancanza
di sonno, reagirono mettedosi a piangere come dei disperati.
<<
No... eddai non fate così >> disse l'uomo mettendosi le mani
in testa.
Ai
si ritrovò a sorridere divertita.
Quella
casa era un autentico caos.
Giochi
ovunque, colori sparsi per terra, la tavola ancora imbandita
nonostante fossero le cinque del pomeriggio.
L'opposto
dell'ambiente della sua infanzia.
Se
avesse visto quel disastro di casa qualche mese prima si sarebbe
irritata parecchio ma adesso era tutto diverso.
Si
sentiva serena, felice, apprezzava i piccoli momenti e non si
arrabbiava più per le piccole cose. C'erano dei momenti in cui si
sarebbe potuta definite spensierata.
Quei
tre dolcissimi bambini l'avevano aiutata a recuperare una parte di
lei che credeva aver perso per sempre.
<<
Ehi ragazzi >>
I
tre smisero di piangere e la fissarono.
La
bambina aveva preso un grande e morbido plaid, lo stesso in cui era
stata avvolta dal professore parecchio tempo prima.
<<
Stendetevi sul divano su >>
Usò
un tono di voce dolce ma che non ammetteva repliche e difatti i
bambini si sdraiarono e si lasciarono coprire.
Una
volta comodi sul divano la bambina gli porse delle tazze con una
bevanda fumante al suo interno.
<<
Che cos'è? >> chiese Mitsuiko.
<<
Camomilla. Vi aiuterà a riposare e quando sarete più tranquilli vi
insegnerò a fare degli animali con la plastilina. Va bene? >>
<<
Sul serio? >> chiese Mitsuiko tutto comìntento nonostante
fosse il più bravo dei tre a creare degli animali durante le ore
d'arte a scuola.
Ai
annuì.
<<
Nel tuo caso faremo un aereoplanino. Ok? >>
<<
Siii. Grazie mille Ai-chan >> dissero in coro.
*
<<
Ecco a te Agasa >>
Ai
gli passò una tazza fumante e due biscotti ai cereali, il pacco
l'aveva riposto al sicuro nella dispensa.
<<
Arigatò. Ai-kun >> disse l'uomo sorridendole.
<<
Come va il mal di testa? >> chiese premurosa.
<<
Sta passando >>
<<
Bene, allora vado a finire un lavoro in laboratorio e... >>
<<
Ti andrebbe di aiutarmi con una mia nuova invenzione invece? >>
La
bambina si votò fissando la faccia rubiconda e gentile dell'uomo che
era diventato ormai la sua nuova famiglia.
<<
Si, ne sarei molto contenta >>
Manzanilla ("camomilla"
in spagnolo) dal colore molto pallido
è un particolare luce varietà di Fino Sherry realizzato intorno al
porto di Sanlúcar
de Barrameda.
Si
dice che il sapore ricordi quello della camomilla.
***
Angolo
dell'autrice.
Ok
questa è ooc. Ma non posso farci nulla, insomma l'idea di Ai che fa
da mamma a quei pestiferi mi ha sempre intenerita. Un giorno potrebbe
diventare un'ottima mamma.
Siamo
alla fine dell'arco "presente" dal prossimo capitolo
tratterò l'ultimo arco.
Ci
avviciniamo alla fine.
Grazie
a tutti i lettori.
Besos.
Violetta_
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