Sovrano incontrastato di quella stanza era senza alcun dubbio il Silenzio opprimente che come in una morsa di acerba dittatura incombeva minaccioso al di sopra di qualsiasi cosa. Fu in quel momento che dal nulla una dolce melodia si diffuse nell’aria, dissipando quelle tenebre astratte in un tenero abbraccio ed avvolgendo tutte quelle preoccupazioni che fino a poco tempo prima, affollavano la mente del giovane argenteo.
Le dita che velocemente sfiorano i tasti d’avorio del imponente pianoforte a coda, gli occhi socchiusi si beano di quelle sensazioni ormai recluse da tempo e l’udito attento alla melodia creatasi da chissà quale istinto.
Ad un tratto una voce allegra e squillante iniziò a sovrastare placidamente l’armoniosa melodia, intrecciandosi ad essa come parti uguali di una stessa componente. Ricreando e plasmando nel mentre quella stessa soavità, come solo un artista può concedersi il lusso di fare. Ed è questione di un’attimo, quello che prima era un malinconico assolo, si trasforma come per incanto in un magico duo: musicista e cantante, legati in una complessa trama di tacita passione.
Un piccolo sorriso si formò sul viso del giovane Izumi, riconoscendo a chi appartenesse quel timbro vocale così vibrante.
La mano destra avvolta elegantemente dal nero guanto in pelle, poggiata blandamente sulla coda del pianoforte, gli occhi smeraldini celati da palpebre troppo gelose dei suoi stessi preziosi, labbra sottili dischiuse in un canto soave, il viso fanciullesco piegato in una smorfia di serenità mentre alcune ciocche di capelli dal brillante color corallino ne sfiorano la pelle vellutata, stuzzicandone le rosee gote.
Fu in quel momento che il più giovane sentendo l’umido contatto delle labbra di Leo sulla sua fronte, dischiuse gli occhi constatando amaramente che al su fianco non vi era nessuno. Nessuno che accompagnasse così elegantemente la sua solitaria melodia. Nessuno se non il vuoto. Ancora una volta la sua fervida immaginazione gli aveva giocato un brutto tiro mancino, riportandogli alla memoria dolci ricordi di una vita quotidiana orma sospesa.
Perse ogni interesse Izumi verso quel suo strumento musicale, che fino a poco fa suonava con così tanto ardore, incolpandolo seppur inconsciamente di aver causata quell’amorevole ricordo illusorio nella sua mente ormai esausta.
Un malinconico sorriso si fece strada sul viso delicato del ragazzo, riportandogli alla mente il giorno in cui Leo prese la dura decisione di partire, di andare lontano, lontano dalla sua terra natale, lontano da tutto e da tutti ed infine il più lontano possibile dal suo stesso amore.Ed Izumi non poté fare nulla per impedirlo.
A quel ricordo una lacrima non poté fare a meno di cadere, solcando la gote del giovane ed infine cadendo inesorabilmente verso un abisso d’infinito ignoto.
Si sorprese il giovane dagli occhi cobalto, notando quella piccola goccia d’acqua fuoriuscire dal suo occhio destro, era convinto di aver ormai pianto tutte le sue lacrime, durante la prima notte in cui dormì solo, in un letto troppo grande e freddo.
Con il dorso della mano raccolse quella fredda goccia d’acqua salata, cercando di ricomporsi come meglio poteva.
Dopotutto il tempo scorre inesorabilmente per tutti e prima o poi il Re tornerà a casa.
Forse un giorno il giovane cavaliere sederà accanto al suo Re, ma non è questo il giorno.
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