Andare avanti

di eleCorti
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Nickname su efp e sul forum: eleCorti/Elettra.C
Titolo: Andare avanti
Fandom: Tokyo mew mew
Personaggi: Ryan Shirogane
Pairing: Nessuno
Sentimento & Ending: lutto – happy ending
Introduzione: È vero, all’inizio è stata dura. Ero solo un ragazzo che si è visto portare via tutto. Ero a pezzi. Ma mi sono risollevato. Ho fatto ricerche su ricerche sulla base degli appunti di mio padre ed ho dato vita al progetto mew. Ed ho vinto, ho salvato il mondo.
Note dell’autore: Ritorno sul fandom delle mew mew (nonostante abbia ancora una storia in sospeso su questo fandom) con una piccola flashfic partecipante ad un contest. Io adoro il personaggio di Ryan (Strawberry doveva finire con lui!) e quando ho letto di questo contest e del sentimento del lutto associato all’happy ending, ho subito pensato a lui, alla grave perdita che a subito e che dopo aver “vendicato” i suoi con il progetto mew e salvato il mondo, può finalmente andare avanti. Spero che la mia piccola storia vi piaccia.
 
 
Andare avanti

 
 
Sono felice. Vedere finalmente quegli alieni che hanno minacciato la Terra sono stati sconfitti, mi rende lieto. Certo, i miei genitori sono morti a causa loro, ma il loro sacrificio non è stato vano: finalmente gli animali e gli umani sono salvi.
È vero, all’inizio è stata dura. Ero solo un ragazzo che si è visto portare via tutto. Ero a pezzi. Ma mi sono risollevato. Ho fatto ricerche su ricerche sulla base degli appunti di mio padre ed ho dato vita al progetto mew. Ed ho vinto, ho salvato il mondo.
Mamma... Papà... non posso fare a meno di pensare a loro. Mi mancano, certo, ma sono andato avanti e devo continuare a farlo. Per loro e per me stesso. È questo ciò che penso, mentre varco la soglia del caffè mew. Ora che è tutto finito, non c’è più bisogno di tenerlo aperto.
“Ryan...” il mio amico Kyle mi ridesta dai miei pensieri, posandomi una mano sulla mia spalla.
“è tutto pronto” m'informa con un tono dolce.
“Arrivo...” volto la testa verso di lui per guardarlo sparire oltre il portone del locale.
Fisso un’ultima volta la sala del caffè: i tavolini puliti, le sedie sistemate al loro posto. Tutto è in ordine, come se dovesse aprire. Ma non aprirà mai più. Sospiro. Poi mi volto e sparisco anch’io oltre il portone. È tempo di cambiare vita e andare avanti. Per mamma e per papà.




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