Regulus-Anima Libera
Anima Libera
Sono qui coricato sul mio letto senza la voglia di fare qualcosa. Fisso
il soffitto senza in realtà vederlo immaginandomi il tuo volto
illuminato dalla felicità. Perché tu ora sei felice.
Senza di me.
Ricordo di averti urlato addosso il giorno che te ne sei andato, mi hai
spezzato il cuore. Per un po’ ti ho anche odiato perché mi
avevi lasciato qui da solo. È da un po’ di tempo che vedo
le cose con più lucidità.
In fondo avevo sempre saputo che te ne saresti andato, tu non sei fatto
per questa vita, la vita del succube…tu sei sempre stato
un’anima libera, da tutto e da tutti. Forse è stato anche
per questo che ti ho lasciato andare…perché tu fossi
felice, anche se questo comportava la mia uscita di scena nella tua
vita.
A volte mi sento ancora in colpa per le brutte cose che ti ho detto,
trasportato dalla rabbia e dal rancore. Perché nonostante tutto
io ero geloso. Geloso che tu volessi più bene a Potter che a
me…geloso perché era lui a farti ridere e sorridere e non
io. Geloso perché tu per lui avresti messo a repentaglio la tua
vita mentre non sapevo se per me l’avresti fatto.
Apro il cassetto del comodino e prendo una foto che ritrae me e te a
dieci e nove anni abbracciati e sorridenti. Sorrido malinconico. A quei
tempi non potevamo stare separati per più di mezz’ora
senza sentire la mancanza dell’altro…eravamo così
uniti…tu eri il mio punto di riferimento, ma poi con Hogwarts
tutto è cambiato.
Tu Grifondoro. Io Serpeverde. Siamo stati divisi dai pregiudizi.
Nonostante tutto io ti volevo ancora bene, avevo sempre saputo che tu
ti saresti distinto da tutti i nostri parenti, tu sei sempre stato
diverso ed è questo che mi piace di te.
Io non sono mai stato forte come te…ti ammiro, ti ammiro anche
per essertene andato da questo mondo, ti ammiro perché io non
sono riuscito a farlo.
Il mio sguardo cade senza volerlo sul mio avambraccio sinistro coperto
dal maglione nero. Lì sotto, tatuato sulla mia pelle, il Marchio
Nero mi ricorda quanto io e te siamo diversi…
Inaspettatamente sento una lacrima rigarmi il volto.
Quanto vorrei che tu fossi qui per abbracciarmi e darmi un po’ della tua forza…
Guardo ancora quella foto…sembriamo quasi due gemelli, tu sei
solo un pochino più alto e hai i capelli leggermente più
lunghi e spettinati…
Ti metteresti a ridere se ti dicessi che ho fatto il Mangiamorte solo per te…solo per proteggerti.
Tu non saprai mai che l’altro giorno ho salvato la vita a te e
Potter, oppure che tengo d’occhio anche la Evans e Lupin, solo
per te, per fare in modo che almeno tu sia felice.
Quanto vorrei che tu adesso arrivassi, mi sorridessi e mi portassi via con te.
Ma so che questo non potrà mai succedere, perché tu sei
troppo orgoglioso e perché non saprai mai quanto io mi sia
pentito di non averti seguito il giorno della tua fuga.
Sospiro e accarezzo con un dito il tuo volto sorridente nella foto.
Mi manchi. Mi manchi da morire. Ma so che non avrò mai il coraggio di dirtelo.
Tu anima libera. Io anima incatenata. Tu coraggioso. Io codardo. Tu orgoglioso. Io debole.
L’unica cosa che ci lega adesso sono cinque lettere, una parola che tu pronunci sempre con disgusto: Black.
Io sono nero come il nostro cognome. Sono dannato per sempre, lo so da
quando mi hanno marchiato. Ma tu sei libero. Sei circondato da persone
che ti amano davvero.
Guardo la sveglia. È mezzanotte, è ora di porre fine alla mia vita.
Kreacher mi sta già aspettando alla grotta…ma io prima devo fare una cosa…
Silenziosamente esco di casa senza svegliare nessuno e mi smaterializzo con un crac.
Compaio davanti a casa tua. Una luce al piano terra è accesa,
segno che devi essere ancora sveglio. Magari stai bevendo una tazza di
cioccolata com’eravamo soliti fare da piccoli, proprio a
mezzanotte. Involontariamente sorrido a quel ricordo.
Dal mio mantello estraggo una lettera indirizzata a te, infilo dentro la foto e mi avvicino alla tua porta.
Faccio passare la lettera sotto la porta e poi suono il campanello.
Velocemente vado dall’altra parte della strada, sotto il lampione
che illumina la via.
Poi vedo la porta aprirsi e compari tu con in mano la mia lettera. Sei
ancora vestito, significa che sei appena arrivato a casa. Mi guardi
confuso e sorpreso.
“Regulus…” prorompi.
Sembri quasi spaventato, sembra che tu abbia quasi capito che è l’ultima volta che mi vedi.
“Ti voglio bene Sirius” dico con voce roca.
Sento una lacrima solitaria rigarmi la guancia.
Ti vedo correre verso di me, quasi come se volessi fermarmi, ma io non
ho bisogno di una risposta, nei tuoi occhi grigi come i miei ho visto
quell’affetto fraterno che per tanto tempo mi hai nascosto.
Ti rivolgo un sorriso e poi mi smaterializzo, perché so
che se mi raggiungessi non riuscirei ad andarmene, a fare quello che
devo fare.
Ora sono riuscito a dirti quelle tre semplici parole che non ho mai
avuto il coraggio di dirti…ora posso morire in pace, non sono
più un codardo.
*
[Sirius’s pov]
Stavo bevendo una tazza di cioccolata calda quando ho sentito il campanello suonare. Ma chi poteva essere a quest’ora?
Appoggio la tazza sul tavolo e mi dirigo verso l’ingresso. Vedo
qualcosa di bianco sul pavimento davanti alla porta. Mi chino e
l’afferro. È una lettera. Il mio sguardo cade sul nome del
destinatario: Sirius Black.
Riconoscerei quella grafia tra mille…col cuore in gola apro la porta e lo vedo.
Mio fratello mi osserva dall’altra parte della strada.
Ho un bruttissimo presentimento, come se quella fosse l’ultima
volta che lo vedo e lui fosse venuto a dirmi addio per sempre.
“Regulus…” mormoro quasi senza nemmeno accorgermene.
Lo vedo farmi un sorriso sbieco e poi anche lui mi parla.
“Ti voglio bene Sirius…”
Il mio cuore a udire quelle parole aumenta i battiti. A sentire quelle
parole capisco che sono stato uno stupido. Uno stupido perché
l’ho abbandonato, perché non l’ho aiutato. Io gli ho
sempre voluto bene…non l’ho mai ammesso né con gli
altri né con me stesso.
Vedo una lacrima rigargli la guancia e mi sento un mostro per averlo fatto soffrire per tutti questi anni.
Eppure le sue parole mi spaventano perché non fanno altro che
confermare il mio brutto presentimento. Lo leggo anche nei suoi occhi
lucidi, è l’ultima volta che ci vediamo e lui è
venuto a salutarmi.
Non posso permettergli di andarsene. Non voglio che se ne vada. Corro
verso di lui, sembra che abbia capito la mia intenzione. Mi sorride e
poi si smaterializza con un crac.
“NO!” urlo.
Non me ne frega niente se è notte fonda. Non mi importa se i
vicini si lamenteranno…mi importa solo di mio fratello.
Se n’è andato e so che non tornerà.
Con passo instabile raggiungo il lampione dove prima si trovava lui. Il
mio sguardo cade ancora sul mio nome vergato da mio fratello sulla
pergamena.
Con mani tremanti apro la busta e afferro un foglio di pergamena. Lo apro e inizio a leggere.
Ciao Sirius.
Che strano scrivere una lettera proprio a te visto che sono mesi che non ci parliamo. Eppure sento il bisogno di farlo.
Me ne sto andando
Sirius…sto per morire e non provo paura come mi sarei aspettato,
non provo niente se non dispiacere. Sono triste perché non
potrò mai più recuperare un rapporto con te,
l’unica persona a cui io abbia mai voluto veramente
bene…tu per me eri e se tutto, sei il mio idolo, il mio punto di
riferimento…avrei tanto voluto essere come te, così
coraggioso e ribelle da andare contro tutti. Eppure io ho sempre saputo
di non essere forte come te, io sono sempre stato debole. Avrei tanto
voluto seguirti quando sei scappato o raggiungerti dopo qualche mese
dalla tua fuga, ma non ce l’ho fatta.
In compenso se tu hai ricevuto questa lettera significa che sono riuscito a fare una cosa: tradire Voldemort.
Non sai quanto mi faccio schifo da solo, a volte vorrei estirpare quel maledetto marchio dal mio braccio…
Ti prego non avere pena
per me, non sentirti in colpa, sono io che ho sbagliato. Ero arrabbiato
con te perché mi avevi lasciato solo, perché avevi
preferito Potter a me…ero solo un egoista. A dir la
verità odiavo solo me stesso perché ero stato io a non
tentare di riavvicinarmi a te. Ma tu mi sembravi così
irraggiungibile…
Voglio solo dirti una
cosa, ti ho sempre voluto bene, più della mia stessa vita.
Voglio solo che tu sia felice. Vivi felice anche per me fratellone.
Io vivrò sempre in te. Ti voglio bene.
Tuo fratello
Regulus
Finisco di leggere la tua lettera col dolore nel cuore. Non mi sono
nemmeno reso conto di essermi inginocchiato a terra. Sto piangendo.
Alcune lacrime sono cadute sulle tue parole facendo sbavare
l’inchiostro. Osservo la busta. Dentro c’è ancora
qualcosa. La mia mano estrae una foto.
Con gli occhi pieni di lacrime la osservo e senza neanche accorgermene
singhiozzo. Siamo noi due bambini, felici e spensierati come tutti i
fratelli del mondo.
Emetto un gemito di dolore, questo è tutto ciò che mi
rimane di te, una lettera e una fotografia che porterò sempre
con me, all’altezza del cuore. Perché è lì
che tu ora risiedi.
Ti porterò sempre con me Regulus, te lo prometto.
Ecco un'altra one-shot su Regulus e Sirius!!! Spero che anche questa vi piaccia e di avervi fatti contenti...
Aspetto i vostri commenti!
Nikki Potter
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