A Doll (And His
God)
C’era una volta, un dio
che si sentiva un pò solo ed una bambola
senza vita.
Il dio pensava di
sapere tutto, ma si muoveva nel cielo con ali di cera e piume, pensando che
nessun fuoco avrebbe potuto farlo cadere, poiché era la reincarnazione del
fuoco stesso.
La bambola pensava
di sapere tutto, ma si limitava a guardare, senza mai entrare nel turbine del
mondo, convinto che questo non potesse catturarlo.
Un giorno, la bambola
ed il dio si trovarono nel cielo e
la bambola volle sfidarlo.
Ma gli dei del fuoco non perdonano le bambole che li sfidano
e così distrusse il fragile biscuit che la costituiva, insegnandole il vero
significato della sconfitta.
Ma ciò che il dio
non seppe mai era che in quella sconfitta, in quelle ferite, lui aveva
riversato le sue fiamme e che queste fiamme erano scese nel corpo della bambola, riparando le sue ferite e
dandole vita.
E così la bambola
scelse il cielo come nuova casa, bramando il potere del suo dio, cercandolo e inseguendolo.
Ed intanto, il dio
era caduto a terra e così gli umani lo chiamarono amico e fratello.
Ed il dio pensò
che fosse bello, nonostante tutto e che gli anni in cui aveva volato con ali
intrise di fiamme e sangue erano finiti e che poteva essere chiamato fratello, anche se la sua vita d’uccello
era ormai terminata.
E la bambola
ritrovò il suo dio. Ma ella non era
più una bambola, ma una persona come
ogni altra.
Pretese il diritto di chiamarlo rivale, di mettersi in
competizione con lui, ridendo al suo fianco ed appoggiandosi alla sua spalla se
stanca.
Pretese il diritto di chiamarlo compagno ed il dio pensò che fosse bello avere un
amico ed un rivale così.
E la bambola volle anche sognare e guadare le stelle e
dargli ogni cosa desiderasse.
Perché, se glie l’avesse chiesto, si sarebbe strappata il
cuore e glie l’avrebbe servito su d’un piatto d’argento.
- Aeon, non dire di cose così macabre.
- Ma è vero Spit.
Spit, il buon vecchio dio
delle Fiamme cadute in disgrazia, fissò per qualche istante il compagno, prima
di scoppiare a ridere.
Aeon si sollevò su d’un gomito, fissandolo interrogativo con
i suoi begli occhi.
Allontanando le coperte dal suo torace, Spit gli puntò un
dito al petto, sorridendo.
- Il tuo cuore è già mio, Aeon.
- Non allargarti troppo Spit.
C’era una volta due Re,
che morirono assieme nel luogo più vicino al cielo.
C’erano una volta e ci saranno ancora, il tempo ed il fuoco.
C’erano una volta e ci saranno in eterno, due anime vicine e
lontane, d’una bambola vuota che
guardava il cielo e d’un Icaro
solitario che guardava la terra.
C’erano una volta e ci saranno in eterno, perché il ricordo
non muore, anche se fiaccato dal tempo ed incenerito dal fuoco.
C’erano una volta…
Una bambola ed il
suo dio.
A.Corner____
Cioè..
No.
Non può finire così.
Odio Ogure lo odio sentitamente ç_ç
Spit e Aeon, i miei personaggi preferiti (superati solo
forse da Mitsuru, ma io amo i personaggi
tappezzeria XD) morti, così.
Che tristezza ç_ç