London calling

di Raja_
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VIII
First Kiss


Era seduto con Kenma, sotto l’albero del suo giardino. La ragazza aveva la testa appoggiata alla sua spalla mentre Keiji le accarezzava dolcemente i capelli tinti. Alzò lo sguardo su di lui accorgendosi che la stava fissando e gli sorrise, facendolo arrossire. «Non sembri neanche tu, quando arrossisci.»
Lui sospirò prima di tornare a immergersi in quei suoi grandi occhi miele, le si avvicinò lentamente e gli sfiorò il viso con le labbra, imprimendo un delicatissimo bacio sulla sua pelle nivea.
Kenma prese il palmo della sua mano e lo strinse dolcemente tra le sue dita, godendosi l’effetto che il tocco freddo di Keiji, le provocava.
«Posso fare una cosa?» gli chiese, sorridendogli quando lo vide annuire, confuso.
In un secondo alzò la testa dalla spalla, poggiandogli le dita sul viso e facendo in modo che la distanza tra di loro diventasse inesistente. Quando le labbra di Kenma sfiorarono quelle di Keiji, regalarono ad entrambi un’unione completamente nuova.
La bocca di Kenma era dolce e delicata e Akaashi, con una mano la teneva stretta a sé, facendo aderire i loro corpi. Chiusero gli occhi, sentendo le loro lingue intrecciarsi in una danza infinita. Fu un bacio dolce ma profondamente anelato da entrambi e non ci volle molto prima che quel gesto d’affetto si approfondisse in una mescolanza di sensazioni inebrianti.
Non erano più seduti sotto un albero nel giardino della ragazza di Tokyo, attorno a loro si aprì quasi un’altra dimensione in cui erano gli unici protagonisti.
Era come un sogno, di quelli meravigliosi, dal quale non avrebbero mai voluto essere svegliati.

Fu tutto così emozionante che Keiji non si rese neanche conto di averle avvolto le braccia attorno al corpo e averla fatta sedere sulle sue gambe e, quando pensò di aver raggiunto il picco massimo della felicità, sentì la sua mano accarezzargli il viso, facendolo sciogliere.
Continuarono così per un paio di minuti e quando si allontanarono per riprendere fiato, i loro nasi si sfioravano ancora. Sorrisero l’una sulle labbra dell’altro, prima di ricominciare quella danza di emozioni. Si separarono a malincuore e Akaashi appoggiò la testa sul petto morbido di Kenma, intrecciando la sua mano a quella di lei.
«A… Akaashi.» sussurrò.
La zittì con un altro bacio a fior di labbra, prima di farla scendere dalle sue gambe ed alzarsi, tendendole una mano. «Quanto volte ti ho ripetuto di chiamarmi per nome?» gli afferrò la mano e fece leva su di essa per alzarsi.
«Hai ragione…» rispose. «Keiji.»

Entrambi, però, si erano dimenticati che la finestra della camera di Kuroo, affacciasse proprio sul giardino di Kenma.



NdA: NO! Mettere giù i pomodori. No, no… non prendete i forconi.
A parte gli scherzi, spero questo capitolo vi sia piaciuto. Come molti avranno capito, io amo la AkaKen, quindi preferisco scrivere di questa coppia piuttosto che della KuroKen, ma sappiate che ci saranno risvolti interessanti per entrambe le coppie.
Vi ringrazio in anticipo per le vostre recensioni e per le visite, mi farebbe veramente piacere sapere cosa ne pensate di questa storia e se avete dei consigli o delle critiche (costruttive, vi prego) da farmi.

Al prossimo capitolo, un bacio.
Raja_




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