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di Life_
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CAPITOLO 4

 

 

Sbarrai gli occhi di scatto e subito mi accorsi di non essere nel mio letto, nella mia stanza.
Mi girai e vidi tubi, macchinari di ospedale e un enorme ago infilato nel braccio.
Feci una smorfia. Subito ricordai e strappai via tutti gli aghi dal braccio.
Feci per scappare ma due forti braccia mi bloccarono e un paio di occhi chiari
che conoscevo troppo bene iniziarono a scrutarmi.
“Sei ancora debole.” mi disse.
“Non importa, devo andare via.”
Quando scesi dal lettino tutta la stanza iniziò a girare e Barry mi prese
prima di finire a faccia a terra.
“Te lo avevo detto.” mi rimproverò.
“Stai bene?” urlò Iris abbracciandomi di colpo.
“Sapevo che c’era qualcosa che non quadrava in te! Lo avevo sentito,
sei una metaumana.”
sputò Cisco con rabbia.
Ignorai le vertigini e mi alzai dal lettino furiosa.
“Senti non so cosa io ti abbia fatto per essere così odiata.
Ma adesso mi hai proprio stufata con questo tuo atteggiamento! Cosa ti aspettavi?
Che lo andassi a dire ai quattro venti? O che iniziassi ad essere un supereroe?
Io non sono così! E non sono nemmeno un problema se ancora non l’hai capito!
La mia vita è stata sconvolta all’improvviso. Non sono stata io a volerlo.
Volevo continuare ad avere una vita normale. È così sbagliato voler essere felici?”

Scappai via prima che le lacrime iniziassero ad uscire, per evitare ulteriori umiliazioni.


Pov Barry
“Cisco davvero un ottimo lavoro.” disse Iris.
“Pensavo volesse avvicinarsi per poi attaccarci da un momento all’altro.” si giustificò Cisco.
“Amico non sono tutti uguali. Hai sentito quello che ha detto? L’hai ferita.
Non cercava altro che farsi una vita. Non è quello che cerchiamo di fare anche noi?”
dissi.
“Ragazzi credo che dovremmo cambiare il computer.” disse Caitlin facendoci
soffermare sulla puzza dei circuiti bruciati.
Fantastico! Con quella sfuriata Grace aveva fuso il computer della corteccia.


Pov Grace

Arrivai a casa più che fradicia a causa del temporale che si era scatenato.
Buttai tutto in lavatrice e misi il pigiama. Niente fu capace di distrarmi da ciò che era successo.
Mi avevano scoperta e la cosa più snervante era che Cisco credeva volessi chissà che cosa.
Assurdo! Suonarono alla porta e aprii nonostante l’indecisione.
“Barry…”
“Mi dispiace per quello che è successo.”
“Non volevo lo scopriste così. Mi dispiace avervi ingannato ma non sapevo se avreste capito.”
dissi.
“La cosa è molto più semplice di quello che sembra.”
“Cosa vuoi dire?”
chiesi.
“Chiudi gli occhi e non aprirli.” mi disse.
Poi mi prese e come se fluttuassi, in un attimo sentii lo stomaco sottosopra.
Sentii il vento attraversarmi forte e i piedi non toccavano terra.
“Aprili.”
Quando aprii gli occhi non ero più nel mio appartamento, ma sul tetto del palazzo.
Come diavolo ci ero finita lì? Poi capii. Tutto si fece chiaro.
“Oh mio Dio, tu sei F….” e vomitai anche l’anima.
Che figura di merda.
“Succede le prime volte, mi dispiace.” disse avvicinandosi.
Alzai un braccio e con i miei poteri proiettai una barriera invisibile,
tanto che quando si avvicinò, Barry si fermò di colpo.
“No ti prego puzzo di vomito.”







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