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Salve a tutti! :D
No, non mi ero persa: mi sono
semplicemente presa un po' di tempo per selezionare i nuovi personaggi,
in modo da poterli introdurre al meglio nella storia, riorganizzandola
anche un po' di conseguenza.
Ovviamente ringrazio tutti per la partecipazione e spero che i non selezionati non se la prendano per essere stati scartati.
Che ne dite, facciamo un breve riassuntino?
Le tre campionesse hanno appena affrontato la seconda prova del Torneo
Tremaghi, ovvero superare la loro più grande paura riuscendo
così ad uscire dalla trappola del diavolo. La sera però
viene attivata una Malia, ovvero un incantesimo che spinge alcuni
studenti a perdere completamente coscienza di se stessi, costringendoli
a rispondere ad una "coscienza superiore" che li costringe a dividersi
in due colonne: una marcia dritta verso il lago ghiacciato - dove
Elizabeth trova la morte per annegamento - e l'altra verso la barriera
posta da Elijah, facendo così sì che Jacob la elimini.
Non appena il ragazzo lo fa, la malia cessa il suo effetto. Helene,
troppo sconvolta dagli ultimi avvenimenti, decide di rinunciare a
completare l'anno a Durmstrang.
Nel frattempo, in infermeria, Kyle riacquista i ricordi ma qualcuno,
approfittando del trambusto creato dalla malia, glieli elimina di
nuovo, schiantando Kathleen che era rimasta al suo fianco per aiutarlo.
Purtroppo si tratta di un
capitolo molto cupo. Ma non è che possono mettersi a ballare la
maccharena dopo tutto ciò che è successo...
- Risvegli di lacrime -
"Ho fatto ciò che dovevo, padre: la barriera è stata eliminata."
Non era stato così difficile mettersi in contatto con l'uomo: in
tutta Durmstrang regnava ancora il caos per ciò che era appena
successo. Perciò nessuno aveva fatto caso a lui mentre si
allontanava dalla folla.
"Anche noi abbiamo fatto ciò che dovevamo." Replicò suo
padre tramite lo specchio, sfoggiando un ghigno parecchio inquietante,
che gli fece immediatamente gelare il sangue nelle vene.
Non era prevista affatto un'azione dell'organizzazione nel castello. Era ancora tutto in mano a lui.
Oppure no?
"Cosa... cosa intendete?" Domandò aggrottando un sopracciglio confuso.
"Hai già fatto troppi
errori." Fu la risposta secca "Ti ho dato fiducia e tu mi hai ripagato
tradendola. Perciò abbiamo deciso di approfittare del trambusto
generale per eliminare il problema."
No, evidentemente la cosa non era più in mano a lui. Non del tutto per lo meno.
"Volete dirmi che avete ucciso Kyle Anderson?" Quasi urlò a quel
punto per la sorpresa, sentendo un'intensa rabbia montargli dentro.
Più per il fatto che le sue capacità fossero state messe in discussione che non per altro.
"Per quale motivo l'avreste fatto? L'avevo già obliviato io!" Protestò alterato.
"Vi è bastato entrare in contatto per pochi secondi per fargli
tornare la memoria. Era diventato troppo scomodo. E adesso torna a
svolgere il compito che ti è stato assegnato." Ordinò
l'uomo secco "La nostra conversazione è conclusa."
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Jacob Grimm e Sascha Strembicka
1 marzo 1803
Quando Sascha aprì gli occhi, quella mattina, ci mise un bel po'
a capire dove fosse finita. E il fatto di avere un mal di testa
allucinante non la aiutava di certo.
Ma, se c'era una cosa della quale era assolutamente sicura, era che quella non era la camera di Jacob.
Portandosi una mano alla fronte, come per sorreggerla, la ragazza si
mise seduta a fatica, posizionando i piedi nudi su delle assi di legno
che costituivano il pavimento.
Per qualche secondo rimase completamente immobile, aspettando e
sperando che la sua testa - che in quel momento le sembrava vorticare
come una trottola impazzita - smettesse di girare.
Quando riuscì finalmente a stabilizzare la situazione - per quanto possibile - provò ad alzarsi in piedi.
E, passo dopo passo, raggiunse lentamente la porta, che stranamente si
aprì senza il minimo cigolio, come se fosse stata oliata di
recente.
Ancora non aveva capito dove fosse finita, tuttavia l'odore che riusciva a sentire, grazie ai suoi sensi iper sviluppati, le era in qualche modo familiare.
L'aveva già sentito da qualche parte.
Dopo aver attraversato un piccolo corridoietto, si ritrovò in una stanza che sì, aveva sicuramente già visto.
E in un angolo, seduti sopra a sedie di legno, con le braccia
incrociate e intenti a parlare - anzi, a discutere a bassa voce - si
trovavano due persone.
Jacob e... la vecchietta della profezia.
In realtà, adesso che la poteva osservare alla luce del sole,
non le sembrava davvero così vecchia. In effetti, non sembrava
neanche la stessa persona.
Ma l'odore, quello era davvero inconfondibile. In un qualche modo assurdo era sempre lei.
Forse aveva assunto una di quelle pozioni che le aveva spiegato Jacob, la... moltisucco.
"La tua amica lupa si è svegliata." Comunicò la donna, alzando appena la voce per farsi sentire anche da Sascha.
"Lo so." Si limitò a rispondere Jacob, scrollando le spalle. "Io
invece devo proprio tornare a Durmstrang." Aggiunse con un sospiro
stanco.
A quelle parole, la donna fece uno scatto strano con la mano, come per
trattenerlo. Mano che però ritrasse alla velocità della
luce, non appena il ragazzo la fulminò con lo sguardo.
"Stai giocando col fuoco Jacob." Lo ammonì lei. "L'hai già sfidato troppe volte."
"So anche questo." Replicò lui. "Ma devo
tornare. Non ho altra scelta. E questo lo sai anche tu." Non udendo
risposta, continuò "Dimmi soltanto che..." Per un attimo
tentennò, girandosi verso Sascha e scrutandola, prima di
riportare lo sguardo verso la sua interlocutrice "Che farai ciò
che ti ho chiesto." Concluse.
"Farò il possibile... ma lo sai anche tu come funziona." Replicò lei incerta.
"Ti ho detto che non l'ho fatto maledizione!" Esplose lui battendo il pugno sul tavolo "Perchè siete tutti convinti del contrario?"
"Magari tu no... ma lei?"
"Ehy! Se state parlando di me, vi ricordo che sono qui!" Si
alterò Sascha, segnalando così la sua presenza.
"Cos'è che avrei fatto?"
"Cappuccetto... zitta." Le ordinò Jacob secco "Io torno a Durmstrang. E tu fallo e basta. Se non puoi trova-un-modo." Sibilò contrariato, prima di uscire dalla porta sbattendola.
Sascha, alquanto frastornata per come quella situazione si era conclusa
in fretta - e senza un apparente senso - ci mise qualche secondo per
coordinare i piedi e cercare di seguirlo.
Ma aveva appena mosso un passo che una forza esterna la bloccò al pavimento.
"No. Tu non vai da nessuna parte. Jacob ti ha portato qui. E qui rimarrai."
-*-*-*-
Biancaneve e Willhelm Grimm
Durmstrang
Con un gesto di stizza, Bianca
strinse in una presa molto salda la boccetta di vetro che aveva in
mano, sussultando quando la pressione - unita alla sua magia
involontaria - la fece rompere in mille pezzi.
"Ahia!" Si lamentò guardandosi la mano insanguinata, ormai piena di schegge di vetro conficcate nella pelle.
"Bianca... ma cosa...? Ma che ti è preso?"
Domandò Will strabuzzando gli occhi, alzando lo sguardo sorpreso
dal calderone che fino a quel momento avevano condiviso. "Fa'
vedere." Domandò sporgendosi verso di lei e allungando la mano
per prenderle il braccio, iniziando subito dopo ad estrarre con
delicatezza le varie schegge dalla pelle.
"Non è niente." Minimizzò subito lei, cercando di
sottrarre la mano dalla presa di Willhelm, senza però riuscirci.
"Ho solo..." Provò a giustificarsi, prima di zittirsi di colpo,
non sapendo neanche lei come continuare.
Era piena di rabbia, quello sì. E fortemente preoccupata.
Gli ultimi eventi l'avevano profondamente sconvolta.
Tutte quelle morti, quelle sparizioni, quegli eventi strani: la scuola che ormai era palesemente al di fuori del controllo di suo padre - anche se Elijah non l'avrebbe probabilmente ammesso neanche sotto tortura.
E a peggiorare la situazione c'era anche quell'attrazione ormai
fortissima che la legava sempre più a Willhelm - perchè
ormai l'aveva capito, cosa provava per lui - ma che non avrebbe mai e
poi mai ammesso visto che era invece previsto che lei dovesse sposare
suo fratello.
Non sapeva davvero dove andare a sbattere la testa.
Sapeva solo che si sentiva soffocata da tutto quanto.
E che prima o poi sarebbe esplosa del tutto.
La boccetta di vetro era solo il primo campanello di allarme.
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Heidi Volklova e Reyna Maya Black
"Quindi è successo davvero? Helene se n'è
andata?" Domandò Heidi con tono triste, accoccolata sul letto e
con un cuscino stretto tra le braccia e il ventre.
"Sì" Rispose Reyna con un sospiro, lasciandosi cadere a sua
volta sul letto al fianco dell'amica "Ha usato il camino del Preside
giusto dieci minuti fa."
"E dire che lei ha sempre odiato stare a casa" Constatò
amaramente l'Alastyn, ripensando a tutte le volte in cui la rossa si
era lamentata con loro "Di solito non vedeva l'ora di raggiungere
Durmstrang per sfuggire dalla matrigna e dalla sorellastra."
"Questo ci dovrebbe dare una panoramica molto chiara di come è
diventata la situazione qui a Durmstrang, se lei ha preferito tornare a
casa." Sospirò Reyna, seppellendo il viso sotto al cuscino.
"Letteralmente insostenibile."
"Cosa vuoi dire con questa frase?" Si allarmò subito Heidi,
tirandosi su di scatto e girando il suo sguardo preoccupato in
direzione dell'amica "Non vuoi andartene anche tu vero?"
"Ma certo che no!" Si affrettò a rassicurarla immediatamente la
Black. "Preferirei davvero morire qui, piuttosto che tornarmene in
Inghilterra."
Per qualche secondo un silenzio pesante calò sulle due, gravato dalle parole sottointese con quella frase dalla kelpie.
Ma poi la Volklova cercò di alleggerire l'atmosfera. "Su dai!
Helene è solo tornata a casa, il che significa che potremo
presto andarla a trovare. Non manca molto alle vacanza di Pasqua no?
Magari potremmo anche andare ad aiutarla ad affogare nel pozzo
Kathrina!"
"Giusto!" Si riprese immediatamente Reyna, mentre un luccichio
divertito le attraversava gli occhi castani. "Possiamo elaborare
migliaia di piani! Tanto abbiamo tempo!"
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4 marzo 1803
"Preside?" Domandò Kathleen confusa, vedendo la donna - che
l'aveva presa in custodia da quando era stata dimessa dall'infermeria -
imboccare il corridoio di destra anzichè quello di sinistra. "La
mia stanza non dovrebbe essere dall'altra parte?"
Si sentiva completamente stordita Kathleen.
Solo quattro giorni prima era uscita vittoriosa dalla seconda prova del Torneo -
perchè, anche se non si era classificata prima, per lei era
già una vittoria essere riuscita a superarla, la prova - e
invece in quel momento stava vagando smarrita, più nell'anima
che nel corpo, per gli ormai familiari corridoi di Durmstrang, luogo
capace oramai di trasmetterle soltanto i brividi.
Se avesse saputo a settembre ciò che l'avrebbe aspettata
quell'anno, neanche si sarebbe proposta per far parte della delegazione
che avrebbe rappresentato Murrinh Patha. E men che meno si sarebbe
proposta come Campionessa.
Kyle, Elizabeth, Eloise... non era possibile che non avrebbe mai più rivisto nessuno di loro.
Non riusciva proprio ad accettarlo.
Ma ormai era una campionessa designata. E non poteva più tirarsi indietro.
"Ho cambiato camera a te e Clementine." Rispose la preside con tono
dolce. "Ho pensato che nella vostra vecchia ci fossero troppi ricordi
dolorosi per poter continuare a stare lì. Siete in stanza con
Madison Wilson adesso."
Senza aggiungere altro, Kathleen si lasciò guidare dalla donna
come una bambola di pezza per i corridoi, limitandosi semplicemente ad
annuire.
"Kath!" La accolse Madison pochi minuti dopo aprendole la porta, senza avere il coraggio di chiederle come stava. Le sembrava davvero una domanda idiota da fare, in quel momento. "Buon pomeriggio preside." Aggiunse facendo un passo indietro per permettere ad entrambe di passare.
Clementine invece si limitò ad abbracciarla.
Non avevano bisogno di dirsi nulla.
Sapevano entrambe che, se una delle due avesse aperto bocca per parlare, sarebbero entrambe scoppiate a piangere.
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Michael Thomas Lee e Ashton Andrea Aldrige
"Questa è l'ultima?" Domandò Mike con voce
rotta, sollevando una scatola con le braccia e ruotando con il busto in
direzione di Ash, che gli annuì cupo in risposta.
"Sì, non credo ci sia altro." Rispose, lanciando però
un'occhiata alla stanza, per assicurarsi che davvero non ci fosse altro
da inscatolare.
Possibile che fosse davvero tutto
lì, in quelle poche scatole, ciò che aveva caratterizzato
la vita fino a quel momento di Kyle Anderson?
Quando la famiglia era stata avvisata della morte del ragazzo, aveva
fatto un'unica richiesta: riavere indietro il corpo del figlio, insieme
a tutto ciò che gli apparteneva.
Ovviamente questo non gli avrebbe mai restituito il ragazzo, ma forse
avere qualcosa su cui piangere poteva alleviare vagamente il dolore?
Nè Mike ne Ash lo sapevano, ma quando la Preside glielo aveva
comunicato, informandoli che gli elfi domestici sarebbero passati a
prendere tutte le cose che erano appartenute al dirawong, entrambi si
erano opposti: ci avrebbero pensato loro, ad inscatolarle e poi a
trasportarle di peso fino alla stanza della donna.
Non avevano neanche voluto usare la magia.
Forse perchè fare fatica li faceva sentire ancora vivi.
E anche perchè quello era l'unico modo per entrambi per cercare
di dare un ultimo saluto a Kyle, assurda vittima di quell'assurdo anno.
Era l'unica cosa che potevano fare.
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"Possiamo entrare?" Domandò Camille in un sussurro, dopo aver
aperto la porta che conduceva alla stanza dei ragazzi, seguita a breve
distanza da Livvy.
"Certo, accomodatevi pure." Rispose Tyler con un vago cenno della testa.
Almeno in teoria, i dormitori maschili e quelli femminili dovevano
restare distinti e separati, esattamente come i loro componenti.
In realtà era dalla sera della malia che le due ragazze
passavano più tempo in compagnia dei loro compagni di scuola che
da sole nella loro stanza.
Nessuno aveva voglia di restare solo, in quel periodo.
Non con l'enorme peso che gravava sui loro cuori.
Almeno in quel caso, la scuola di Ilvermony era stata l'unica delle tre
ad essere rimasta illesa, ma ciò non significava affatto che
questo li rendesse impermeabili al mondo esterno.
Avevano comunque perso dei loro compagni, in passato. Come Amos.
E per quanto ognuno di loro cercasse di non pensarci, in situazioni
come quella il ricordo della perdita del ragazzo si affacciava
prepotente nelle loro menti, come per ricordargli che nessuno di loro
era al sicuro.
Nessuno di loro era al sicuro.
"Ehy, ci siamo persi qualcosa per caso?" Fu la voce di Patton a
distrarre Camille dai suoi pensieri cupi. Alzando lo sguardo, vide
infatti una cosa che aveva in qualche modo già previsto, ma che
fino a quel momento non aveva avuto ancora modo di riscontrare.
Livvy si era seduta sul bordo del materasso, a pochissima distanza da Liam.
E il ragazzo aveva approfittato della situazione per metterle un
braccio intorno alla vita, attirandola in quel modo verso di sè,
depositandole il mento sulla spalla e facendo così capolino con
il viso tra i suoi capelli. La tuonoalato sembrava parecchio contenta
di quel contatto.
"Ma come Patton?" Fu la risposta ironica di Liam "Non siete proprio tu
e Sogno quelli ai quali non può mai essere nascosto
nulla?"
"Meno male che certe cose non cambiano mai." Sussurrò Tyler
all'orecchio di Camille, coprendo tutto con un finto colpo di tosse,
mentre la ragazza si portava una mano alla bocca per coprirsi il
sorriso appena accennato e immediatamente Patton reagiva alla
provocazione di Liam, iniziando ad elencare per quale motivo lui e il
suo corvo fossero i migliori investigatori presenti sulla faccia della
terra.
Sì, per fortuna che c'era ancora qualcosa in grado di farli sorridere.
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Trystifer Dayne e Christopher Flangan
"Chris!"
Un colpo alla porta.
"Chris!"
Due colpi.
"Christopher!"
Un altro colpo, appena più forte dei precedenti.
"Oh andiamo, apri questa dannata porta, accidenti a Krylov!"
Ma per quanto Trystifer ci stesse provando, Christopher Flangan aveva deciso di ignorarlo.
"Ok, se non la apri entro cinque secondi la sfondo. Poi glielo spieghi
tu, al preside!" Minacciò a quel punto l'Alastyn "1, 2, 3..."
"E va bene!" Cedette a quel punto il biondo, affrettandosi a saltare
giù dal letto e a dirigersi verso la porta, per poi aprirla alla
velocità della luce visto che Trys, dall'altra parte, stava
continuando il suo conteggio. "Eccomi!"
"Ti sei proprio salvato all'ultimo." Rispose l'altro gettandogli un'occhiata preoccupata.
Occhiata dalla quale Chris cercò in tutti i modi di sottrarsi.
Lo sapeva anche lui, che aveva un aspetto da far schifo: non dormiva
bene da giorni - da quella maledetta notte in effetti - e anche il cibo
faceva fatica a digerirlo.
Non si era innamorato di Elizabeth - era troppo presto per farlo e lui
aveva un'idea di amore molto profonda - ma si era comunque affezzionato
molto a quella ragazza. E, anche se da un lato sapeva benissimo che
niente di ciò che avrebbe potuto provare a fare per salvarla
sarebbe servito a qualcosa - la malia era una strada a senso unico -
dall'altra si malediva di non averci quantomeno provato, come invece
aveva fatto quel pazzo ragazzo di colore americano.
"Cosa ci fai tu qui?" Domandò a quel punto a Trys, giusto per
riempire l'aria di qualcosa di diverso rispetto al solito silenzio.
"Non è il tuo dormitorio, quindi come hai fatto ad entrare?"
"Mi ha fatto entrare un tuo compagno di stanza, genio!" Gli rispose
l'alastyn "Non sono l'unico preoccupato per te. Devi assolutamente
uscire di qui. Dai, vestiti che andiamo a fare un giro: un po' di aria
ti farà bene."
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Eccomi qui!
Allora... adesso che ci siamo tutti, invito le autrici nuove (Hailey,
Always e Zoey) e quelle vecchie che non l'hanno ancora fatto (Shiory ed
Hermione) ad inviarmi la risposta riguardo alle fiabe dei fratelli
Grimm che vorrebbero vedere in questa interattiva.
A presto!
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