Quella sera di metà settimana.

di KHREM
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Invadente, sono stata troppo invadente. Lei non mi ha chiesto niente ed io le ho raccontato tutto. Io le ho chiesto mille cose e lei non mi ha detto quasi nulla. Avrei dovuto intuirlo subito che non vedeva l’ora di scaricarmi.
Improvvisamente, entrambe, ripensarono a quando le loro mani si erano strette.
Così Sasha, decise di prendere il  telefono e col cuore in gola, la chiamò.
Il cellulare di Ema, ovviamente, squillò senza sosta, ma lei non poteva sentirlo.
Sarà già andata a dormire…non avrei dovuto chiamarla.
Ema, prese il bagnoschiuma, e inizio a cospargerlo su tutto il suo corpo. Mentre si strofinava la pelle, immaginò le mani di Sasha, quelle che odoravano di sapone.
E quando il balsamo ebbe tempo di agire, lei calò la testa all’indietro sotto l’acqua e incominciò a sciacquarsi bene i capelli.
I suoi occhi chiusi, continuavano a vedere quelle mani sul suo corpo, mani non sue che la toccavano dappertutto.
Terminato il tutto, chiuse il rubinetto dell’acqua, e uscì dalla doccia, coprendosi subito con l’accappatoio.
Si asciugò i lunghi capelli, prima con un asciugamano e dopo col phon, incurante dell’ora.
Quando terminò, andò in camera per vestirsi.
Nel frattempo Sasha, con tutte le scarpe, si buttò sul letto, e stette a pancia in su a fissare il soffitto.
Si tolse solamente il giacchetto.
Ema, posò il suo accappatoio e tornò in salotto per prendere il cellulare dalla borsa.
Pensava che forse avrebbe dovuto chiamare Sasha, ma nello stesso tempo, pensava di risultare ancora più invadente.
Una chiamata persa. Sicuramente sarà mamma che preoccupata dal fatto di non sentirmi, è andata in allarme.
Quando si rese conto di chi fosse la chiamata, non perse tempo, e richiamò Sasha, sperando che non si fosse già addormentata.
Il cellulare di Sasha cominciò a squillare.
Lucian, ti prego, non scocciarmi a quest’ora…non adesso…
Lo lasciò suonare quel cellulare fino a che la linea non si staccò da sola.
Così Sasha, per non sentirsi troppo in colpa, pensò di scrivere un messaggio di scuse a Lucian, ma quando vide la chiamata, il nome di Ema le fece sussultare il cuore.
Merda!
La richiamò ed Ema tremando prese la chiamata all’istante.
- Pronto.
Sentì il respiro forte di Sasha attraverso il telefono.
- Sasha…
- Speravo che ti girassi una seconda volta…
- E’ ciò che speravo io quando di nascosto ti ho osservata appena ho girato l’angolo…mi mancano le tue mani…
- Anche a me mancano le tue, ma…
- Ma?...
- Niente, credo di dover riattaccare prima che io possa dire qualche sciocchezza.
- Non voglio, non andartene…
- Desidero…
- Cosa?
- …baciarti, da quando ti ho vista per la prima volta, le tue labbra…
- Non dire altro.




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