XI
Era stato difficile,
durante il loro
primo incontro da Madama Malkin, ignorare del tutto
le sue
parole e correre ad abbracciarlo, quando lo riconobbe. Harry,
d'altronde, aveva scoperto che abbracciare e farsi abbracciare era
bello e piacevole solo grazie a lui – e gli era decisamente
mancato
farlo. O meglio, lui gli era decisamente mancato.
Lo aveva ascoltato, ma
aveva parlato
poco, non sapendo bene cosa dire – cosa dirgli. Poi,
già con il
loro secondo incontro, aveva scoperto che Draco Malfoy era davvero
antipatico, quasi come Dudley, ed era stato
più semplice fare
come gli aveva chiesto. Non sapeva se era davvero ciò che il
suo
Draco voleva, ma non aveva accettato la sua amicizia, e con
il
tempo erano diventati rivali.
«Per
tutti questi anni, non ti ho mai odiato, però.»
Erano
seduti per terra, più vicini di quanto se ne rendessero
conto, in
quell'aula vuota dentro la quale si erano isolati dopo essere
scappati dalla sala comune Grifondoro.
«Io
sì.» gli rispose Draco, piegando la testa con fare
colpevole, «Non
ti mentirò dicendoti che non sono stato contento di essere
stato
scelto per ucciderti da bambino, seppur non mi sono reso pienamente
conto di cosa stessi facendo finché non mi sono ritrovato
davanti a
te con la mia bacchetta puntata contro e la Maledizione Senza Perdono
sulla lingua.»
Harry
gli sorrise, cercando di diminuire i suoi sensi di colpa,
«Però non
l'hai fatto.»
«Ma ti
odiavo, su questo ne sono sicuro. Ti ho odiato dal momento preciso in
cui non hai accettato la mia amicizia. Volevo davvero ucciderti,
Harry... o meglio, l'intenzione c'era. Non avevo messo in conto,
però, che tu saresti stato pur sempre un bambino, e che io
non avrei
mai avuto il coraggio di farlo. Beh, bambino o no, ecco.»
«E
cosa ti ha fatto cambiare idea?» gli chiese Harry, piegandosi
verso
di lui.
Odiava
vedere Draco in quello stato – in tutti quegli anni, l'aveva
visto
altezzoso, antipatico e iracondo, ma mai triste. Harry era felice di
vederlo pentito, perché adesso voleva finalmente avere la
possibilità di accettare la sua amicizia senza che lui
continuasse
ad odiarlo, ma vedere il suo viso così incupito e i suoi
bellissimi
occhi lucidi come biglie non gli piaceva affatto.
«Vederti
lì... al Manor... in quello stato.» disse, a
fatica. «Eri così
distrutto, sia mentalmente che fisicamente. Ed era tutta colpa mia...
ti eri fidato, e ti eri ritrovato torturato e rinchiuso nelle segrete
di casa
mia. Harry,
non puoi capire... e spero tu non lo capirai mai.»
Draco –
Draco, Draco, Draco,
finalmente poteva chiamarlo con il suo nome – si
piegò su se
stesso e nascose il viso tra le ginocchia, respirando profondamente e
tremante.
Harry
non disse nulla, e non seppe neanche come consolarlo in qualche modo:
dopotutto, sette anni di rivalità non erano semplici da
mettere da
parte, nonostante Harry, di nascosto, aveva continuato a volergli
bene proprio come quando aveva otto anni.
«Mi
amavi. Mi amavi, e io ti ho portato al Suo cospetto.»
Alzò il viso.
Harry vide che era asciutto, ma io suoi occhi continuavano a brillare
pericolosamente. Stava forse trattenendo le lacrime con tutte le sue
forze, «Ti rendi conto?» chiese, guardandolo
incredulo, «So di non
essere stato davvero io
a
farlo, ma... ma se tu avessi accettato la mia mano, quel giorno sul
treno, l'avrei fatto. Me ne sarei pentito, eccome, perché
finché
non mi trovo faccia a faccia con il problema, a quanto pare non
riesco a comprenderne la reale gravità... ma sarebbe stato
troppo
tardi, a quel punto.»
Harry
continuò a non dire nulla, pensando che sì,
avrebbe
davvero seguito
Draco fino in capo al mondo, che lo amasse o meno. In tutti quegli
anni, aveva seguito Draco comunque anche sotto la scusa di una
qualche punizione insieme, o di capire cosa stesse tramando, o cose
simili – ma lo aveva sempre seguito, non si era mai tirato
indietro.
Aveva
confessato a Ginny, tempo prima, che aveva una cotta per Malfoy.
Ovviamente,
Ginny ci era
rimasta male, e Harry glielo aveva detto più per farle
mettere
l'anima in pace che per altro, perché era vero che non si
rendeva
pienamente conto dei sentimenti – specialmente quelli romantici
che
lo riguardavano
–
di chi ha intorno, ma
Ginny era stata davvero palese con le sue intenzioni, e gli aveva
cavato la dichiarazione
di
bocca.
In
realtà, non sapeva bene se quello che provava per Draco
fosse un
qualcosa simile all'amore o no, ma fin da quando era bambino aveva
sempre provato qualcosa
nei
suoi confronti... quindi non si stupì affatto, quando Draco
aveva
detto che, in una vita passata insieme, Harry si era innamorato.
Probabilmente, si sarebbe innamorato davvero anche adesso che lo
aveva preso sotto la sua ala protettiva – e sarebbe nata
finalmente
la tanto agognata amicizia.
«Perdonami,»
continuò Draco, e sembrò prendere coraggio quando
gli prese una
mano tra le sue. Tremavano leggermente. «ti ho lasciato
lì. Sono
scappato con il Maelström, e ti ho lasciato
lì.»
«Draco,
sono qui. Non lì, qui.»
«Ma...»
«Basta
adesso.» Fu il turno di Harry a sospirare. Abbassò
lo sguardo sulle
loro mani intrecciate, «Ormai è andata, hai fatto
scelte sbagliate,
ma hai rimediato. Sono qui. Draco, se tu non fossi scappato in quel
momento, probabilmente saremmo morti entrambi, quindi non
c'è nulla
da perdonare.»
«Però
ti ho portato io lì!»
«Ma
l'hai detto tu stesso che non sei stato tu
ad
averlo fatto. Non c'è
nulla da perdonare.»
Draco
sembrò rilassarsi, come se un peso enorme fosse scivolato
via dalle
sue spalle – lasciando comunque un segno della sua passata
presenza. Stese le gambe davanti a sé e poggiò la
testa sul muro
dietro di lui, guardandolo poi di sbieco.
«Come
fai?»
«A
fare che?»
«Ad
essere così...»
Harry
ridacchiò, in imbarazzo, «Stupido?
Ingenuo?»
«Buono.»
Draco lo disse con una smorfia, «Io non ti avrei mai
perdonato.»
«Beh,
fortuna non sono te, allora.»
Draco
sorrise, era un solo piccolo stiramento di labbra, ma era l'unico
sorriso che gli avesse mai visto fare in tutti quegli anni. Anche
quando era bambino, non l'aveva mai visto sorridere, non
davvero,
non uno di quei
sorrisi che distendono il viso e fanno socchiudere gli occhi.
Ad un
tratto, Draco si mise dritto, rigido, con il busto girato verso di
lui. Aveva uno sguardo quasi solenne, e la presa sulla sua mano
sembrò intensificarsi, quasi a volerla stringere con tutta
la forza
che stava mettendo nel trovare le parole giuste da dirgli.
«Voglio
però che tu ti fida di me, adesso. So che è
difficile, dopo quello
che ho fatto, per quello che sono, e per come questi anni sono
trascorsi, ma... ho bisogno che, se devo passare dalla parte della
luce, dalla tua parte e andare contro la mia stessa famiglia, tu ti
fida di me.»
«Solo
se mi prometti che non mi consegnerai a Voldemort!»
Harry
vide l'orrore passare sul viso di Draco, e capì che la sua
battuta
infelice aveva ferito l'altro più di quanto temesse. Quindi
alzò il
mignolo della mano che non era incastrata tra quelle di Draco e gli
fece un sorriso imbarazzato.
Draco
fissò il dito che attendeva davanti ai suoi occhi e sorrise,
stavolta più apertamente. Ricordava il gesto, a quanto
pareva. Harry
supponeva che, comunque, quando l'avevano fatto la prima volta non
era passato poi molto tempo, per lui.
Draco
lasciò la presa della sua mano per poter attaccare il
mignolo al
suo. Lo strinse come se non volesse lasciarlo più andare
– Harry
ricordava vagamente di aver fatto la stessa cosa, da bambino. Promise
a se stesso, in quel momento, di non lasciare mai più la
mano di
Draco, anche a costo di rinchiuderlo nel dormitorio Grifondoro per
tutta la durata della guerra, cosicché né la sua
famiglia, né
tantomeno Voldemort potesse fargli del male.
«Te lo
prometto, Harry.»
Ed
Harry gli credette.
III
– II
Gli
era dispiaciuto molto non essere stato smistato tra i Serpeverde.
Solo
da una parte, però. Aveva chiesto lui stesso di non andare a
Serpeverde, perché non voleva vivere nella stessa casa di
colui che
aveva ucciso i suoi genitori – però l'aveva
chiesto non troppo
convinto, e con un piccolo magone che gli stringeva il collo,
pensando che, per questo motivo, non sarebbe potuto restare al fianco
di Draco. Draco Malfoy era molto più piccolo di quanto
ricordasse –
ed Harry non era stupido, sapeva che lui non era lo stesso Draco che
era diventato il suo primissimo amico e che poi era sparito quasi due
anni prima, ma lo sarebbe diventato – e molto più
antipatico, ma
questo, il suo
Draco
glielo aveva anticipato. Aveva viaggiato nel tempo per questo,
d'altronde, no?
Aveva
accettato la sua amicizia sul treno per Hogwarts, nonostante quando
lo aveva visto da Madama Malkin non avrebbe voluto fare altro che
abbracciarlo. Ma non poteva, perché non poteva ricordarsi di
lui,
dopotutto.
Quando
il cappello aveva gridato a tutta la sala
«GRIFONDORO!»,
smistandolo definitivamente in quella che sarebbe stata la sua casa
per i prossimi sette anni, Harry vide chiaramente Draco aggrottare le
sopracciglia sottili, estremamente deluso.
Ma
non era importante: avrebbe fatto di tutto, pur di restargli amico.
Non
poteva perdere il suo primissimo,
migliorissimo amico.
Aveva
capito di avere una cotta per Draco durante il Ballo del Ceppo.
Erano
ormai passati quattro anni da quando aveva accettato la sua amicizia,
e nonostante gli alti e i bassi – Draco non sopportava Ron ed
Hermione, e il sentimento era reciproco, ma riuscivano, talvolta, ad
accettare l'uno la presenza degli altri, se era per bene suo
–
Harry non aveva mai lasciato divergenze varie li separassero.
Draco
era stato una costante, nella sua vita scolastica. Era sempre
presente: durante le lezioni, le punizioni – soprattutto
perché
erano condivise – e le missioni. Se Draco non c'era, Harry si
sentiva mancare il fiato. Non sapeva bene cosa ciò
significasse,
finché non l'aveva visto ballare e ridere insieme a Pansy
Parkinson
durante il Ballo del Ceppo.
Si
era sentito così geloso di lui e così invidioso
della Parkinson che
non aveva fatto altro che stare seduto per tutta la durata della
festa e guardarli in tralice. Poi aveva capito. Non si sentiva in
quel modo neanche guardando Cho ballare con Cedric, e fino a poco
tempo prima, Harry era convinto di avere una cotta per Cho.
Invece,
la sua cotta era proprio Draco.
Aveva
confessato a Draco di essere innamorato di lui poco tempo dopo.
Ed
Harry si era sentito gonfio di felicità, quando Draco,
dandogli una
spinta e un bacio a stampo sulle labbra, gli aveva risposto:
«Era
l'ora, Potter.»
Tre
anni dopo, Draco lo aveva tradito.
Non
era stato un tradimento con un'altra donna o con un altro uomo
– ma
Harry quasi lo avrebbe preferito.
Avevano
dormito insieme, la notte prima. Draco lo aveva svegliato con il
più
dolce risveglio, poi aveva detto: «Fai veloce, Harry, che
oggi
andiamo fuori.»
«Fuori?»
gli aveva chiesto. Qualcosa, dentro di sé, gli diceva che
Draco non
si stava riferendo banalmente ad Hogsmeade.
«Sì,
fuori. È una sorpresa. Sai che giorno è oggi?
Sono anni che stiamo
insieme, e non ti ho mai portato da nessuna parte. Ti
fidi di me?»
Harry
era solo arrossito, a quel punto, annuendo sicuro. Sapeva bene che
giorno fosse, quello – erano tre anni precisi che lui e Draco
non
erano più solo migliori amici, ma qualcosa di più.
Non
gli aveva chiesto spiegazioni, anche perché conosceva bene
Draco e
non si sarebbe fatto sfuggire nulla proprio perché voleva
mantenere
la sorpresa come tale.
Furono
fuori dai cancelli di Hogwarts in un battibaleno. Draco era sembrato
agitato persino più di lui, quando aveva tirato fuori dalla
tasca
della sua uniforme una sfera di cristallo – una passaporta.
L'aveva
guardata fisso, poi aveva alzato gli occhi su Harry, facendogli un
sorriso, teso.
«Sei
pronto?»
«Non
vuoi proprio dirmi dove andiamo?» gli aveva chiesto, per
l'ennesima
volta.
Draco
non gli aveva risposto, proprio come tutte le volte che aveva
chiesto. Si era solo avvicinato a lui, lo aveva preso per i fianchi,
e gli aveva dato un lungo bacio su una tempia, prima di sussurrare:
«Ti amo.»
Harry
si era sentito così felice – era la prima volta
che Draco gli
aveva detto quelle parole, Harry aveva aspettato così tanto
tempo
per sentirsele dire e sapere con certezza che il suo amore era
ricambiato! – che non aveva neanche sentito quello che aveva
mormorato dopo, poco prima di attivare la passaporta. Era qualcosa
qualcosa simile a: «Qualsiasi cosa accada.»
Quello
che successe dopo, Harry lo ricordava bene.
Ricordava
di aver aperto gli occhi dopo che il giramento di testa dato dalla
passaporta era sparito, e di essersi ritrovato a Malfoy Manor,
circondato da Mangiamorte, di fronte a Voldemort.
Si
era sentito morire, in quel momento. Soprattutto quando vide Draco
–
il suo Draco, l'uomo che amava, e che... che lo ricambiava! –
prostrarsi ai piedi di Voldemort, baciargli la veste nera ed
esclamare, con voce ferma e un sorriso: «Ve l'ho portato, mio
Signore, come richiesto. Sono degno di ricevere il Vostro Marchio,
adesso?»
Harry
pensò, sentendo le prime scariche di dolore delle cruciatus,
che
Silente non aveva ragione, dopotutto. L'amore non era l'arma
più
potente che aveva – ma anzi, era un'arma a doppio taglio.
Era
stato l'amore a fargli perdere la guerra – e la vita.
Spazio Autrice
Ecco qui i due
"momenti" extra! Il primo è, ovviamente, un piccolo scorcio
- per me molto importante - di quando Harry e Draco si incontrano dopo
l'avventura di quest'ultimo!
Il secondo è quello che il nostro viaggiatore nel tempo non
ha - per fortuna - vissuto.
Il mio cuore ha pianto vedendo come Draco ha tradito Harry, non sono
riuscita a prolungare di più la scena o ad approfondirla ^^"
Ve li avevo promessi, ed eccoli qui! Spero di aver fatto contento
qualcuno di voi XD
Grazie ancora per tutto! Per chi ha seguito con tanto interesse
Maelstrom - e per chi apprezzerà questo piccolo extra!
Emily.
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