Hello everybody!!
Questa one-shot è nata
in un momento così, dopo aver rivisto la 2x04; ci sono
alcuni riferimenti ad altri episodi, in aprticolare 2x01, 2x04,
2x20 . Spero possa piacervi.
Buona lettura =)
-Eli-
POV
DEAN
Continuo
a pensare a quel giorno...la lotta con Azazel, l’incidente in
macchina, l’ospedale, lo stato di coma, la presunta caccia al
mietitore , la guarigione miracolosa e infine quello: la morte di John
Winchester.
Come
faccio a non sentirmi in colpa? Dopotutto mio padre è morto
per salvarmi; ci avevo messo un pò a capirlo, troppo preso a
riprendermi dall’accaduto ma, quel caso della studentessa
zombie mi aveva fatto scattar qualcosa e, nel tragitto di ritorno avevo
raccontato tutto a Sam, preoccupato per il mio comportamento.
Gli
avevo raccontato dei miei sospetti, dei miei sensi di colpa,
chiedendogli poi consiglio su cosa fare perchè non riuscivo
più ad andare avanti con quel peso sul petto; lui mi aveva
ascoltato, con gli occhi lucidi, appoggiato a Baby, cercando di trovare
qualche parola di conforto da dirmi ma, alla fine c’era solo
silenzio perché non c’era frase che poteva
consolarmi in quel momento.
Oggi,
in particolare, a distanza di anni, quel sentimento ricresce ogni volta
che penso a quel fatidico giorno...perchè oggi è
l’anniversario della morte di John Winchester.
Sono
nella mia camera da solo, al bunker… Sam è
nell’altra stanza, seduto al tavolo a continuare le sue
solite ricerche da nerd. Ormai ha capito che, in questo particolare
giorno, preferisco star da solo; l’unica cosa che fa
è portarmi da mangiare, in modo da assicurarsi che sto bene
e soprattutto che metta qualcosa sotto i denti.
Sono
così preso dai miei pensieri che non mi accorgo che nella
stanza c’è un'altra persona.
“Ehi
Dean”.
Mi
volto di scatto verso la voce, afferrando velocemente la pistola
appoggiata sul comodino accanto al letto; quando capisco da chi
proviene, abbasso l’arma e cercando di rallentare la corsa
furiosa del mio cuore, gli dico “ti ho detto di non
farlo!”.
Cas
mi guarda con il suo solito sguardo confuso e la testa leggermente
inclinata “Scusa Dean..Ho sentito che mi chiamavi e sono
venuto. Di cosa hai bisogno?”
Rimango
un attimo spiazzato...Quando
ho chiamato Cas? “Cas
ti sbagli, non ti ho chiamato” cerco di fargli capire, ma con
la sua tipica sincerità mi dice “Sì
Dean, mi hai chiamato...inconsciamente”.
A
sentire quell’affermazione il mio cuore perde un battito..perché?
perchè ho chiamato Cas?
L’angelo,
vedendomi senza parole, inizia a preoccuparsi “Dean, cosa
è successo? Stai bene? Sam sta
bene?”così, dopo un qualche secondo di silenzio,
decido di dirgli tutto.
Durante
l’intero racconto Cas sta immobile seduto sulla sedia ad
ascoltare attentamente ogni mia singola parola: mi accorgo che parlare
con lui è facile e tutto esce fuori come un fiume in piena.
Quando
finalmente finisco, c’è un attimo di
silenzio...poi finalmente, dopo quella che sembra
un'eternità, è lui a parlare “Dean, mi
spiace che ti senta in questo modo, ma non è stata colpa
tua” e nella sua voce non c’è il minimo
segno di incertezza. “Quel che ha fatto tuo padre
è stata una sua decisione e penso che qualunque genitore ,
al suo posto, avrebbe fatto la stessa identica cosa”; mentre
mi dice quell’ultima frase, il suo tono cambia leggermente,
quasi triste, forse ripensando a suo Padre.
Rimango
stupefatto: Castiel, angelo ed ex soldato del Signore, che non capiva
niente di emozione umane, era riuscito a farmi stare bene solo con
quella frase; aveva capito quali erano le parole giuste per alleviare
quel senso di colpa che era ancora presente in me.
“Grazie
Cas” e in quel grazie racchiudo tutto… non solo il
sostegno che mi stava dando in questo momento ma anche per quello che
aveva fatto fino ad ora, aiutandoci fin dall’inizio,
ribellandosi anche ai suoi fratelli.
“Ci
sarò sempre per voi” fissandomi intensamente negli
occhi e, in quell’azzurro soprannaturale, vedo piena
sincerità; dopo aver detto questo, se ne va come
è arrivato.
Sentendomi
decisamente meglio, esco dalla camera e raggiungo Sam, che subito mi
guarda preoccupato “Dean, non mi aspettavo di
vederti… va tutto bene ?” .
“Si
Sammy. Prendi la giacca..andiamo in un posto” e senza
aspettare una risposta mi dirigo verso il garage, dove è
parcheggiata Baby.
Qualche
ora più tardi…
Quando
arriviamo a destinazione, parcheggio la macchina al primo posto che
trovo e mi dirigo subito verso il laghetto che si vede in lontananza,
seguito da poca distanza da Sam.
Una
volta arrivati, osservo la lapide di fronte a me.
“JOHN
E. WINCHESTER - 1954-2006
LOVING
HUSBAND & FATHER
REMEMBERED
FOREVER “
Sam
rimane accanto a me, in silenzio, con le mani in tasca e la testa
china; mi conosce ormai così bene che per tutto il tragitto
non ha fatto domande e, per questo, gli sarò sempre grato.
Dopo qualche minuto di silenzio, solo con uno sguardo, decidiamo che
è tempo di tornare a casa; prima di andare però,
mi volto un’ultima volta verso la tomba.
Grazie
papà.
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