Corrispondenza

di LaSentinella
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Com’era bella, un tempo, la corrispondenza.

Funzionava così: acquistavi il tuo set di carta e buste coordinate e, se eri come me, compravi pure una penna apposita che usavi solo per scrivere lettere. Prendevi un foglio di brutta e iniziavi a scrivere. Dopo aver finito, dopo aver ricontrollato e corretto ogni particolare, prendevi il tuo bel foglio decorato e tracciavi sottilissime e leggere righe regolari a matita con la precisione di un geometra. Infine, ricopiavi tutto in bella copia.

Ricopiare la lettera era la parte più terrificante, ti impegnavi e cercavi con tutte le tue forze di usare una bella scrittura leggibile e ci riuscivi, eccome se ci riuscivi, per ben tre righe. Poi iniziavi a fare qualche errore, la penna sbavava, e lì dovevi decidere se cambiare il foglio e ricominciare tutto da capo, oppure tirare una riga e continuare. No, sbianchettare per te non era consentito, non era esteticamente accettabile. Così tiravi una riga perfetta con l’aiuto del righello e proseguivi senza intoppi fino al prossimo errore.

Una volta terminato, dopo aver aggiunto la tua firma e gli immancabili post scriptum, lasciavi asciugare il foglio con impazienza per poi cancellare le sottili linee guida a matita. Poi piegavi il foglio, lo inserivi nella busta, sigillavi la busta e pregavi di riuscire a scrivere correttamente l’indirizzo del destinatario, in basso a destra, e del mittente sull’altro lato della busta. Un bel francobollo incollato con una gran leccata e via, verso l’ufficio postale!

Poi non rimaneva che attendere, trepidante e piena di curiosità una lettera di risposta. Quando, dopo il consueto mesetto d’attesa, la risposta arrivava, passavi qualche minuto ad osservare, estasiata, i timbri postali e con molta cura aprivi la busta, facendo attenzione a non romperla. La risposta, poi, era sempre emozionante. Che si parlasse del più e del meno o ci si confidasse segreti da mantenere, leggere quelle parole era sempre coinvolgente. Ogni lettera diceva molto sulla personalità del mittente, il modo in cui correggeva gli errori, gli errori che faceva, i colori che usava, la carta e la busta che aveva scelto quella volta, i disegni che faceva… era come una finestra sull’Io di una persona.

Sarà perché non ho mai smesso di scrivere a mano, ma ogni tanto mi coglie la nostalgia di queste cose e mi viene voglia di ricominciare. Però poi mi chiedo, ci sarà qualcuno come me là fuori? Qualcuno da conoscere, lettera dopo lettera? Molte persone non hanno mai scritto una lettera, se non come esercizio in un tema. Scrivere sms è comodo e utile, una lettera non è un modo per darsi appuntamento o per chiedere informazioni, è un tesoro da conservare tutta la vita.

Io, almeno, le ho conservate tutte.
 




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