Kaisoo
Incarnation of jealousy
Non ha mai sopportato troppo il contatto fisico, né quello su di
se, né vedere quello fatto ad altri ed è quest'ultimo
punto quello su cui ci focalizzeremo. Posare gli occhi sui suoi
compagni di gruppo sempre così affiatati, sempre così
sorridenti e sopratutto sempre a toccarsi è la sfida a mantenere
saldi i suoi fragili nervi.
Sempre così appiccicati, sempre ad abbracciarsi. A scambiarsi sguardi e stringersi le mani in tutti i monmenti.
E
andrebbe bene se fosse solo per il fanservice, quello cerca di
digerirlo, più di una volta ha anche lasciato che venisse
toccato anche lui, ma comunque resterebbe semplice fanservice relegato
a quegli attimi che passano sul palco, per dilettare le più
affamate delle fan che bramano quei momenti di contatto tra di loro.
Il
fatto è che quei rozzi dei suoi compagni, e sopratutto una
persona in particolare, non si limitano a farlo solamente sul palco, ma
continuano a ricercare il contatto fisico anche giù da esso, nei
momenti in cui nessuno puo' vederli.
E
a lui viene l'orticaria, gli prudono le mani e vorrebbe poter avere il
potere di prendere una bella mazza da baseball e sfracassare i denti a
chi gli provoca quell'orticaria, perché si almeno a se stesso
puo' dirlo che tutta questa avversione per il contatto fisico degli
altri è che c'è una persona in particolare che gli reca
abbastanza disturbo.
Certo
è che non puo' dirlo a nessuno che la cosa non gli reca solo
disturbo, ma lo fa proprio diventare verde d'invidia, gli fa rodere il
fegato e lo fa imbestialire così tanto che vorrebbe solo darsi a
testate nel muro fino a dimenticare anche come si chiama.
Lui
sa bene che si chiama Do Kyungsoo ed è costretto a guardare
effusioni disgustose da parte di quel mollusco di Jongin con
qualsivoglia membro degli exo.
Ormai è diventata la sua routine, e come tutte le mattine anche questa non fa eccezione.
Sta
volta c'è Sehun appiccicato al braccio del moro mentre fanno
colazione tutti allegri e felici e lui seduto sullo sgabello dietro di
loro che a momenti vomita nel bicchiere del latte.
- Se continui a fissarli così andranno a fuoco.-
Suho,
il suo hyung, la voce della verità: sa sempre tutto anche
se non dice niente. E anche questa volta ha capito senza che lui
aprisse bocca.
Distoglie
lo sguardo, quindi, posandolo sul maggiore accanto a lui con l'aria di
uno che ha appena visto la nonna baciarsi con un cane. Insomma la sua
espressione non è delle migliori, e se gli sguardi
potessero uccidere ci sarebbe più di un solenne cadavere in
quella cucina.
Non
c'è niente che il maggiore possa fare per lui e quindi si prende
quella pacca sulla spalla e con quell'aria schifata lascia la cucina
sperando di non dover incontrare di nuovo i due piccioncini sul suo
cammino almeno fino a sera.
Nel
frattempo i suddetti piccioncini in questione si battono il cinque e si
sorridono complici, lasciano un ignora Kyungsoo con un diavolo per
capello.
Come non detto. Questa non è la giornata fortunata per Kyungsoo.
Perché
è costretto ad una sessione di autografi insieme agli altri ed
è proprio seduto accanto a Jongin e come di consueto vorrebbe
spararsi una pallottola in testa invece che assistere alla scena
rivoltante delle fan che urlano per ogni sfioramento dello ballerino
con lo spilungone accanto a lui.
Puo'
resistere, si dice, insomma deve essere professionale e sorridere e
annuire. Firmare qualche autografo, stringere la mano a qualche fan e
tutto finsce. E invece quelle poche ore sembrano così
interminabili che quando finiscono davvero e le fan vanno via quasi
scappa dalla stanza rifugiandosi nel camerino.
Certo
la pace non puo' averla nemmeno lì, perché sente in
lontananza delle risatine, una voce abbastanza acuta da penetrargli i
timpani e beh sa bene a chi appartengono.
Entrano
abbracciati i due, e al main vocalist sale davvero il sangue al
cervello, tant'è che si alza e separandoli, in modo abbastanza
violento per passare, lascia l'edificio.
Dove
sta andando non lo sa nemmeno lui, ma deve levarsi dalla testa
l'immagine dei due che si abbracciano. Cammina senza meta, non gli
importa della meta.
Si ferma poco dopo, in un piccolo parco abbandonato.
Si
lascia andare su una panchina, il braccio a coprirgli gli occhi e un
sospiro affranto. Lacrime amare e traditrici cominciano a uscirgli
dagli occhi.
Lo
odia. Anzi odia se stesso e questi stupidi sentimenti che non dovrebbe
affatto provare e che lo fanno irritare così tanto.
Non
sa quanto tempo passa in quel parco, probabilmente si è
addormentato, perché è notte fonda quando si desta e sul
cellulare lampeggiano almeno una ventina di telefonate da parte del
leader, una quindicina dagli altri membri e anche una dal cretino che
odia più.
Non richiama nessuno. Non ha voglia di parlare. Torna direttamente al dormitorio.
Si scusa con il leader e si dirige in camera, sperando che stiano tutti già dormendo, ha fatto male i conti.
- Dove sei stato?-
E' la cuccetta di fronte alla sua il luogo da dove proviene quella voce, e sa bene a chi appartiene. Jongin.
Lo ignora, non ha voglia di parlargli. Non ha voglia di sapere che respira nella sua stessa stanza.
- Sto parlando con te.-
Ancora
nessuna risposta da parte del più basso che invece di dare
voce ai suoi pensieri preferisce lasciare la camera.
Probabilmente questa cosa non va giù all'altro, dato che lo segue fino a raggiungerlo fuori la porta del bagno.
- Apri non puoi ignorarmi. -
E
a quel punto non ci vede più, apre la porta e lo tira dentro.
Con poca grazia se proprio vogliamo dire. La faccia livida di rabbia.
- Non posso? E con quale autorità mi dici che non posso? -
Il tono è leggermente alto, ma cerca di trattenersi. Potrebbe diventare un tantino violento se si lasciasse andare.
L'espressione
di Jongin però non lo aiuta a mantenere la calma, e nemmeno quel
sorrisetto furbo che si sta allargando sul suo viso.
- Perchè non puoi, perché non mi piace quando lo fai. Perché devi rispondermi sempre.-
Ed
è qui che Kyungsoo proprio non ce la fa. O meglio vede
riflesso negli occhi di Jongin tutte le scene in cui è lui ad
ignorarlo per stare con gli altri, in cui è lui a sparire per
stare con chicchessia e allora la sua faccia assume un'espressione
indurita. Grugnisce, e non è un buon segno. Se prima era livido,
ora è completamente adirato.
- E fattelo piacere, io non ti devo niente; vattene da chi ti pare e non rompermi più il cazzo.-
Sboccato,
ma provateci voi a rimanere tranquilli in questo caso. Il sorriso sul
viso di Jongin si allarga facendo incavolare ancor di più
l'altro che per poco non gli assesta un ceffone per farlo smettere.
Ma
invece si limita a fissarlo male, e a volerlo sorpassare per andarsene.
Ma viene bloccato dallo stesso Jongin; che con una forza ritrovata lo
fa sbattere contro le piastrelle fredde del bagno e gli stampa le
labbra sulle sue. Un bacio veloce, un tocco di labbra quasi fugace. Che
lascia Kyungsoo con il dubbio che sia accaduto davvero o è uno
dei suoi sogni. Ha la faccia da coglione al momento il main vocalist,
gli occhi ancor più grandi di quanto non lo siano già, ma
si riprende in fretta.
- Che cazzo fai? -
Insomma
pensa lo stia prendendo in giro, e non capisce. Cerca ancora di andare
via perché vuole solo passarci sopra e fingere che sia stato un
sogno e invece lo blocca di nuovo.
-
Sono giorni, ma che dico, settimane che spero che tu venga allo
scoperto vedendomi attaccato agli altri e invece niente neanche una
parola ..sei proprio uno stupido. Ma mi piaci lo stesso. -
E
Kyungsoo non puo' credere alle sue orecchie, pensa di star davvero
sognando, ma se questo è un sogno pensa di non volersi
più svegliare. Quindi ribalta le posizione e ora ce lo inchioda
lui, Jongin, alle piastrelle.
Labbra contro labbra, in un bacio affamato, voglioso, che entrambi aspettavano.
Domani probabilmente avranno ancora da parlare, per ora si lasciano andare a quel sogno tanto atteso.
|