Ovidio, il tramutatore di elementi

di Jox
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Capitolo 1:
I

ore 19.00
Le 3 auto che erano andate a prendere il senatore Manuel Walsh dal “Washington Dulles Internetional Airport” per scortarlo al National Mall. Si arrestarono proprio affianco a essa dove, già da giorni, era stato allestito il podio sul quale sarebbero dovuti salire lui e il presidente. Il podio era alto 50cm, la base era adornata con i colori statunitensi e irlandesi così come il leggio al quale era stato posizionato un microfono della Sennheiser, i cui cavi erano stati fatti passare all’interno del leggio e fatti sbucare dal fondo del podio dove si incanalavano in piccoli binari coperti fissati al terreno che finivano dove iniziava il reparto acustico. Da lì i tecnici si sarebbero preoccupati di far udire al meglio i discorsi dei due massimi esponenti. Poche ore dopo la piazza era gremita di giornalisti e cameramen, non solo di tutto il paese, ma di tutto il mondo. Mai si era vista tanta folla di giornalisti così in religioso silenzio. Non c’era la solita calca per i posti migliori non c’erano le solite giornaliste apprensive che chiedevano ripetutamente al proprio cameramen come venissero dall’obiettivo, né i soliti giornalisti che cercavano di sondare il terreno per capire quali domande poter fare prima di altri colleghi. Tutti erano concentrati su quello sciame di furgoni blindati che portavano i migliori uomini del paese pronti a posizionarsi nei punti più strategici per sventare qualsiasi attacco alla vita del Presidente Benson e del Senatore Walsh. Era un azzardo farli apparire in un luogo aperto per parlare di un argomento così delicato e avvolto dall’ombra del segreto di stato e dalle sospette sparizioni e morti dei vari oppositori di tutto il mondo. Ma era proprio per questo che si era deciso di stare all’aperto, quale luogo migliore per parlare dell’ambiente e convincere l’intero globo che ciò a cui i due stati stavano lavorando, insieme ad altri 18.  Era qualcosa di assolutamente positivo per tutti.
9 ore prima
 Il primo pensiero del presidente era far suo il discorso che gli era stato dato dalla sua equipe di “Speechwriter”  e che tra poche ore avrebbe dovuto esporre al mondo intero, il secondo era la sicurezza. Mentre era preso da questi pensieri nella stanza ovale senti bussare. << Avanti >> rispose il presidente. Entrò un giovane agente dell’ FBI, ce ne erano diversi quel giorno alla casa bianca, ma questo benché sembrasse appena uscito da Quantico,  non appariva affatto impacciato. << Signor Presidente! >> disse con tono fermo e deciso, degno dei migliori veterani  << riteniamo di avere trovato una minaccia per la sua incolumità >>  << che cosa avete scoperto? >> chiese il Presidente fissando il 28enne  << non so di preciso, ma sono stato mandato qui in attesa dell’arrivo del capo dell’FBI per metterla immediatamente al corrente, intanto le verrà da subito data un aggiunta di 4 uomini dell’FBI ai 4 che già avete per la vostra sicurezza, me compreso >>. Il Presidente annuì e si sedette alla sua poltrona, intanto altri agenti entrarono, il giovane si mise alla destra del presidente e un altro agente si mise alla sinistra, mentre altri due sorvegliavano l’entrata dando le spalle al dipinto della Famiglia Benson. 




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