Fallout: I Lakelurk

di FreddyOllow
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Il sole calò lentamente sulle loro teste. Il gruppo procedette a rilento, per via del sentiero intricato. Dovettero fare più volte attenzione a dove mettevano i piedi, per non cascare al di sotto del dirupo. Jacobs, stranamente silenzioso, guidò il gruppo indicando la via. La tetra atmosfera, rese tutto più inquietante per il Corriere; Che Jacobs avesse perso la pazienza e restava muto per non sfociare in una rabbia incontrollata? Che avesse in testa strane idee? 

Un leggero venticello accompagnò i suoni degli scarponi del gruppo, che lenti, proseguirono in fila indiana. Alcune piccoli sassi vennero giù dal dirupo, percorrendo un lunghissimo tratto, prima di schiattarsi a terra. Il Dottore, sostenuto da sotto il braccio da un macellaio, faticava a camminare. 

Qualche minuto dopo, raggiunsero una piccola collinetta rocciosa. Dalla sommità di esso, Jacobs, si guardò attorno. Si accorse che erano quasi al ridosso del covo, altri trecento metri e sarebbero arrivati. Percorsero una stradina ampia, che di tanto in tanto serpeggiava tra le enormi rocce del Canyon, forse già battuta da qualcun'altro. Passo dopo passo, dietro alcuni massi sontuosi, intravidero la riva del fiume Colorado. Jacobs affrettò il passo, seguito da due macellai. Giunto in prossimità della riva, si guardò attorno. Il gruppo lo raggiunse poco dopo.

Il covo era di fronte a loro, leggermente a sinistra, poteva essere raggiunto solamente scalando alcune piccoli rocce. L'arrampicata non fu facile, il Dottore, indolenzito dalle botte prese da Jacobs, riuscì a stento a mantenersi in equilibrio. Ci vollero due macellai che, molto lentamente e in maniera molo rude, trasportarono il dottore fino all'altro capo delle rocce, dove il gruppo era arrivato da un pezzo. Si erano fermati vicino a un lembo di terra abbastanza ampio, le cui acque del Colorado, baciavano dolcemente la terra arida e rocciosa del Mojave.

Vicino al letto del fiume, c'era una piccola imbarcazione in legno semi-distrutta, il Corriere preso dalla curiosità, si avvicinò.

<< Non sapeva che ti piacessero le barche, Corriere >> esordì Jacobs ironico, dietro di lui. Il Ghoul lo raggiunse cercando di capire cosa stesse osservando l'uomo.

Il corriere rimase in silenzio, scrutando attentamente la piccola imbarcazione. Sulla parte posteriore della barca, si potevano notare morsi molto profondi, tra cui alcuni segni di artigli che avevano grattato il legno della barca. Era chiaramente opera dai Lakelurk.

Chiunque fosse stato abbordo, era stato attaccato dai quei mostri che, stando a quanto poteva constatare il Corriere, dalla mancanza di tracce di sangue e di lotta, erano riusciti a fuggire.

<< Ma cosa guardi? >> disse Jacobs confuso,  avvicinandosi ancor di più alla barca.

Il Corriere spiegò ciò che aveva dedotto.

<< Notevole >> esclamò Jacobs, sbalordito << Ora però, pensiamo a mantenere gli occhi aperti. Se non stiamo attenti, quei figli di puttana possono spuntare da un momento all'altro >>

Il sole, ormai prossimo a tramontare, donava un paesaggio indimenticabili agli occhi del corriere. Gli ultimi raggi di luce, penetravano le piccole spaccature del canyon roccioso alla sua destra, trasmettendogli un senso di pace e serenità. Le acque piatte del fiume, riflettevano la luce solare, brillando di un arancione vivo e splendente. Il Corriere rimase stupito dall'incantevole paesaggio che ogni volta il Mojave riusciva a donare ai suoi occhi sensibili e profondi.

<< Ascoltatemi >> urlò Jacobs, attirando l'attenzione del corriere e di tutti gli altri << Il sole sta calando, perciò ci accamperemo qui. Non possiamo entrare nel covo di quei figli di puttana stanchi e affamati, saremo un banchetto troppo sostanzioso e facile per quei mostri. Quindi, costruiremo qui il nostro accampamento e domani all'alba continueremo la missione >> Jacobs si schiarì la voce << Ora mettetevi al lavoro! >> ordinò infine, sedendosi su piccolo rilievo di roccia.

La notte era calata da un po, quando finirono di costruire l'accampamento. Tre tende, perlopiù stracci, furono messe in parallelo, quella centrale era riservata a Jacobs. Un fuoco da campo posto al centro, ardeva vigoroso dando conforto agli animi stanchi del gruppo, che sedeva tutt'attorno. Alcune torce erano messi ai bordi dell'accampamento.

Vicino al bollitore, un macellaio preparava una strana zuppa di carne di ratto talpa, assieme a qualche ingrediente non specificato. Da esso, fuoriusciva un odore invitante, talmente forte, che il Corriere pensò per un attimo potesse attirare Gecki, Deathclaw o altri abomini nei paraggi.

Il macellaio finì di girare la zuppa, prese col cucchiaio un pezzo di carne e la versò nella ciotola di Jacobs. Ripeté l'operazione fin quando tutte le ciotole furono riempite. Il corriere deglutì schifato. La carne non rendeva onore all'odore che si stagliava nell'aria e che, un attimo prima, aveva riempito i suoi polmoni. 

Finito il pasto, appoggiò la ciotola sulle altre e si diresse verso la tenda per dormire, ma Jacobs, lo afferrò per un braccio.

<< Vai già a dormire così presto, Corriere? >> sorrise il Ghoul << Non ti va di fare due chiacchiere nella mia tenda? >>

Il corriere lo guardò indeciso per un istante, poi annuì.

Appena raggiunsero la tenda, Jacobs si stiracchiò sull'amaca legata tra due bastoni robusti, nel mentre il Corriere, si sedette per terra.

<< Credo tu sappia dove si trova Ginevra, non è vero? >> chiese Jacobs con un sorriso malefico.

<< Cosa te lo fa pensare? >> rispose il corriere, serrando gli occhi.

Jacobs lo fissò sorridente, poi aggiunse << Con il dottore hai parlato di questo, né sono certo. Non sono così scemo, le cose le capisco da me. E poi, abbiamo un patto. Perché dubiti? >>

<< Sai, non mi fido di un assassino >> rispose secco il corriere.

<<  Ora mi stai mancando di rispetto, corriere >> aggiunse Jacobs poco irritato << Ma in effetti, non hai tutti i torti. Oggettivamente, direi che hai ragione. Ma come ogni persona, io ho avuto le mie ragioni >>

<< Ti sembra una valida ragione uccidere per divertimento? >> disse il corriere con disprezzo.

<< Uccido per una ragione >> rispose Jacobs << Tutti il Mojave odia i Ghoul. Nessuno vuole avere a che fare con noi. Ci disprezzano, ci insultano, ci fanno sentire dei mostri, ma noi... noi non siamo mostri, siamo PERSONE >> sottolineò la frase con rabbia, poi continuò << Uccidiamo per purificare questa terra malata, corrotta. Vogliamo vendetta per i nostri fratelli uccisi senza motivo. Noi eravamo umani un tempo... ma le radiazioni... le radiazioni ci hanno reso dei mostri, degli abomini. La nostra pelle non è più come la vostra, ma il nostro cuore è come il vostro. Batte alla stessa frequenza e sentiamo le stesse emozioni. Ora non cerco pietà, ma solo vendetta. Vendetta per i nostri fratelli uccisi e torturati ingiustamente! >>

Il corriere rimase in silenzio. I Ghoul non erano mostri e lo sapeva bene. In passato ne aveva conosciuto molti, e quasi tutti, erano persone come le altre. La gente, temeva che potessero diventare dei Ghoul feroci da un momento all'altro, e perciò, chiudevano le porta a quest'ultimi, che volevano vivere solamente una vita normale, come tutti. Ma le inquietanti storie che si raccontavano sui Ghoul, rendeva la loro vita molto difficile. Non erano accettati ovunque, ma solo in piccole comunità, in cui venivano schiavizzati; costretti a fare lavori pesanti e mal retribuiti. Esisteva solo una città in cui i Ghoul potevano essere se stessi, Necropolis.

Alzandosi, il Corriere andò via. Jacobs non lo fermò. Fuori, seduta su una pietra, una sentinella sorvegliava l'accampamento con il fucile d'assalto cinese tra le mani. Guardava in direzione del covo, pronto ad allertare tutti in caso di pericolo. Il Corriere proseguì verso la sua tenda. All'interno, due macellai dormivano beati tra alcune coperte imbottite. L'uomo si sedette nel suo letto e dormì.

Fu svegliato di soprassalto dal frastuono di grida che provenivano fuori dalla tenda. Si alzò frastornato, sollevò il lembo di tenda e si ritrovò Jacobs, che faceva avanti e indietro, lamentandosi con i suoi Ghoul. I raggi del sole, timidamente sorto da poco, illuminarono il sangue per terra. La sentinella della scorsa notte era sparita. Una gamba e una pozza di sangue, la cui scia finiva nel fiume, fu l'unica cosa che rimase del Ghoul. 

<< Come cazzo può essere che nessuno si sia accorto di niente?! >> urlò Jacobs, puntando il dito verso tutti i Ghoul. Cercò di rimanere calmo, compiendo dei profondi respiri, ma non servì a nulla. Era troppo agitato << Mi dite come cazzo può succedere?! Nessuno ha sentito niente?! Cazzo! >>

<< Potevano ammazzarci tutti e voi non vi siete accorti di un cazzo! >> gridò questo, guardando il sangue per terra, poi rimase in silenzio per alcuni secondi e infine disse << Ora preparatevi per la missione. Tra dieci minuti partiamo >>

Il Corriere ritornò nella tenda, preparò le sue cose e uscì fuori. Con grande sorpresa si accorse che era l'unico, oltre il dottore, che si era sbrigato. Tutti gli altri erano intenti a sistemare il loro inventario. Fu tentato di parlargli, ma non lo fece. Il dottore avrebbe rischiato altre botte da Jacobs se l'avesse fatto.

Diversi minuti dopo, Jacobs uscì dalla tenda, camminando verso l'entrata del covo, per poi voltarsi immobile. Nel frattempo i macellai si riunirono davanti a lui, seguiti dal Dottore e il Corriere. 

<< Ascoltatemi con attenzione >> Urlò questo con tono autoritario << Quel covo che vedete alle mie spalle, non è una semplice caverna. Non sono semplici animali mutati. Non sono quei cazzoni del RNC, ma qualcosa di molto pericoloso >> rimase zitto per alcuni istante, poi continuò  << Rimanete vicini e non fate stronzate! Quei cosi ci stanno aspettando perciò occhi aperti. Andiamo! >> ordinò infine, facendo proseguire due macellai per primi.

I due Ghoul, da un piccola fessura nella roccia, entrarono lentamente. Le torce, poste al fianco all'elmo, squarciarono di poco la fitta oscurità della caverna, ma la poca potenza delle luci, non permise loro di vedere a più di due metri. Le mani dei due, tremavano, impugnavano a fatica i fucili. Perplessi, si guardarono attorno. Rimasero immobili per un po, poi fecero qualche passo a sinistra. Davanti a loro solo rocce, nient'altro. Un tetro silenzio, molto profondo, regnava sovrano in quel tratto di caverna. Riuscivano persino a sentire i loro respiri. 

Qualche istante dopo, il gruppo li raggiunse. Jacobs voltandosi più volte, ordinò ai suo macellai di muoversi in semicerchio, con un Ghoul davanti e uno dietro come retroguardia. Scesero il sentiero roccioso a sinistra, che diventò man mano sempre più ampio. La fitta oscurità, divorò il fascio di luce delle torce che, cercavano invano la fine del sentiero. L'eco dei passi rimbombò da una parte all'altra della caverna, facendo raggelare il gruppo che, fermandosi di volta in volta, credeva che qualcuno li stesse seguendo. Camminarono a passo lentissimo, pur di non far rumore, ma non servì a nulla. L'eco, pur debole, faceva rimbombare lo stesso i passi dei loro scarponi. 

Giunsero in una piccola stanza rocciosa. Davanti a loro, sparsi un po ovunque, dei resti scheletrici con addosso uniforme mangiucchiate.

<< Merda! >> imprecò Jacobs << Forse siamo nella sala da pranzo di quei figli di puttana! Tenete le armi pronte, non si sa mai >>

Il Corriere si chinò verso alcuni resti, per esaminarli. Li osservò attentamente, ma non riuscì a riconoscere gli indumenti degli scheletri. Erano fin troppo logori per capire se fossero mercenari, prospettori, avventurieri o altro. Una cosa però era certa; erano lì da molti anni.

<< Avanziamo! >> ordinò Jacobs. 

Il gruppo si mosse verso sinistra. Il sentiero roccioso scendeva giù per molti metri e quel silenzio, che dapprima era inquietante, ora divenne un lontano ricordo. Dai muri, gocciolava dell'acqua che finiva nel terreno acquoso della caverna, dando sollievo alle orecchie tese del gruppo. Camminarono nell'acqua alta pochi centimetri, ritrovandosi in un stanza molto ampia. Delle naturali colonne rocciose, leggermente strette e allungate come grissini, si ergevano alte sopra di loro, raggiungendo l'estremità del tetto. Il terreno irregolare, creava delle pozze d'acqua profonde qualche metro. Il gruppo proseguì molto lentamente, stando attenti a non cascarci dentro. Da lontano, avvistarono una specie di baracca in legno. Il Corriere si stranì. Cosa ci faceva una baracca in una caverna come questa?

Quando arrivarono, Jacobs ordinò ai macellai di fare la guardia, nel mentre lui controllava la baracca assieme al Corriere. L'interno era arredato in modo spartano: un tavolo, un letto, una scrivania, una sedia e una lanterna ad olio, che il corriere cercò di far funzionare, senza riuscirci. A destra, c'era un piccola stanzetta con dei scaffali in plastica, su di esso delle cianfrusaglie. Infondo, con la schiena poggiata al muro, i resti scheletrici di un prospettore. A pochi centimetri dalle mani di questo, una nota e una 9mm. Il Corriere si chinò per prendere la lettera, ma Jacobs, appoggiando la mano sulla spalla dell'uomo, lo fermò.

<< Credo che quella sia roba mia >> disse Jacobs con tono serio << Sono io il capo della spedizione, perciò, tutto quello che trovi e roba mia, ci siamo capiti, corriere? >> rise infine.

Jacobs prese la nota e la lesse. Quando finì, assunse un aria preoccupata, poi guardò il corriere che, impassibile scrutava l'espressione del Ghoul. 

<< Tieni. Leggi >> Jacobs buttò la nota addosso al corriere che l'afferrò al volo << Guarda che c'è scritto >>

"Sono dappertutto. Quei mostri sono ovunque. Siamo riusciti a farne fuori tre, ma l'intera squadra è stata massacrata da quelle cose. Non sono come i Mirelurk, questi... questi sono diversi. Hanno ucciso Frenky e Steve con degli attacchi sonici dalla distanza. Le loro teste sono esplose in una frazione di secondi... Ora siamo impantanati qui sotto. Gli altri stanno alzando delle difese contro quei mutanti. Per ora siamo al sicuro, ma non so per quanto tempo. L'attesa mi sta uccidendo. Sento la loro presenza. Li sento strisciare attraverso i muri. Stanno aspettando il momento giusto per ucciderci tutti, me lo sento. Devo... Devo combattere. Non posso arrendermi. Questa non è la mia fine. Io non morirò oggi. -Philip Collins"

Una volta finito di leggere, il Corriere si volse verso Jacobs, serrando gli occhi. Il Ghoul, avvicinandosi, strappò la nota dalle mani dell'uomo, aggiungendo << Hai letto? Questo era un fottuto prospettore. Che cazzo ci facevano qui dei prospettori? Non sapevano che questo posto era pieno zeppo di quei figli di puttana? Ma dove cazzo vivevano queste teste di cazzo? >> La voce di Jacobs risuonò con disprezzo. 

Il Ghoul, aveva chiaramente dei rancori contro questi, odiava la parola stessa "prospettore". Il Corriere lo capì subito. 

<< Non ti vanno a genio questi prospettori, eh? >> rispose vago il corriere, cercando di capire come avrebbe reagito Jacobs alla domanda.

<< Sono solo delle teste di cazzo >> rispose Jacobs, indicando con la testa i resti del prospettore morto << Quei sacchi di merda mi hanno sempre dato problemi. Ficcavano il naso dove non dovevano, e per giunta, rompevano il cazzo ai miei uomini mentre erano in ricognizione. Sono gli unici a farlo. Sono felice che quei mutanti hanno massacrato quelle teste di cazzo. Poi, lo vedi da te, quel coglione si è sparato in testa. Parlava di combattere e altre stronzate varie, ma vedi che fine ha fatto. Boom! un colpo in testa >> fece segno con la mano, formando una pistola alla tempia << Quello era un cacasotto di prima categoria, te lo dico io. I prospettori sono tutti delle merde. Comunque, penso ci odiassero per le cose... >> Jacobs fissò il corriere << Ma che cazzo te lo dico a fare >>

Il Corriere rimase in silenzio. Il Ghoul nutriva un odio profondo per i prospettori. Da quel che sapeva i prospettori si tenevano fuori da faccende pericolose, limitandosi a trovare oggetti che potessero tornare utili alla gente. Era raro che combattessero contro i mutanti, ma ora il Corriere era sorpreso. Perché i prospettori odiavano i macellai? Cosa ha spinto questi ad attaccarli? 

<< Perché i prospettori vi odiano? >> domandò il corriere << So che non siete visti bene nel Mojave, anzi, la gente vi odia. Ma nessuno vi aveva creato grossi problemi, nemmeno l'RNC era in grado di farlo >>

Jacobs lo guardò per un istante, poi rispose << Forse abbiamo massacrato i loro compagni, forse... Che cazzo ne so. Non vado in giro a contare ogni pelleliscia ucciso. Lo so, lo so, sono davvero un ghoul cattivo, ma sai quanto me ne frega a me della gente che ammazzo? Un cazzo! >> scoppiò in una grassa risata malefica.

Il corriere strinse i pugni dal nervosismo. Questo rideva a crepa pelle, fregandosi della scia di sangue che lasciava alle sue spalle. Non dava importanza alla vita umana, per lui uccidere era come respirare. Non ne poteva fare a meno. L'avrebbe ammazzato di botte in un altra occasione, ma non poteva farlo. Il Corriere doveva stare al suo gioco. Non poteva permettersi passi falsi.

<< Ora se non ha più domande del cazzo, andiamo! >> aggiunse Jacobs riluttante, nel mentre ridacchiava, guardando i resti del prospettore morto e spuntandoci sopra schifato.

Si incamminarono nuovamente. Il dottore, sempre sostenuto da sotto il braccio da un macellaio, guardò il corriere. Voleva sapere cosa avessero trovato nella baracca e se fosse troppo pericoloso continuare. Passo dopo passo, l'ansia li crebbe sempre più, ma si sforzava di pensare alla missione, allo scopo finale dei suoi studi. 

Continuarono per un lungo corridoio roccioso che, scendeva e risaliva più volte, fin quando si ritrovarono sopra a un dirupo senza uscita. Al di sotto, un ampio laghetto bagnava un lembo di terra rocciosa asciutto. Il tetro silenzio dell'ambiente, fece raggelare il sangue al gruppo. Non si sentiva alcun rumore. Le acque piatte e scure, specchiavano le rocce appuntite fisse sul soffitto, la cui estremità era avvolta dall'oscurità.

Jacobs si avvicinò al bordo, guardò giù e intravide, sforzando gli occhi, una stradina che risaliva verso destra << Dobbiamo scendere >> disse << Questo posto non mi piace per niente. Troppa calma >>

<< N-no. Potrebbero e-esserci dei Lakelurk in quel laghetto >> rispose il dottore, smorzando la voce,  come se avesse paura di un eventuale reazione del Ghoul.

<< Vuoi forse rimanere qui? >> Jacobs si avvicinò al Dottore << Vuoi essere il pasto di quei figli di puttana? Beh io no. Quindi, farai quello che dico io. Scenderai quel cazzo di dirupo e procederemo per quella strada >> Il Ghoul indicò con la mano il sentiero << Se non avessi un accordo con te, ti darei impasto io stesso ai Lakelurke, fottuto pelleliscia doppiogiochista, ma abbiamo un accordo. Rispetta quel cazzo di accordo! Ora cammina! >> Minacciò Jacobs, serrando gli occhi.

Il Dottore rimase in silenzio. Era restio a proseguire, ma il macellaio che lo sosteneva, lo trascinò con forza fino al dirupo. Lentamente, due macellai scesero giù, appoggiandosi ad alcune rocce sporgenti. Una volta a terra, si guardarono attorno, dando il via libera agli altri. Jacobs fu il primo a scendere, seguito dal Corriere. Gli altri Ghoul scesero dopo di lui, infine rimase il Dottore e il macellaio che lo aiutava. Questo, sempre più restio a scendere, cercò di far forza sui piedi per non farsi trascinare, ma il Ghoul, senza alcuna fatica, lo trascinò al bordo del dirupo. Molto lentamente scesero giù e raggiunsero gli altri.

<< Se non la smetti di creare problemi, giuro che ti riempo di botte >> Jacobs minacciò il dottore, tirandogli un pugno allo stomaco. Il dottore si accasciò per terra, faticando a respirare << Forza! Alza questo pezzo di merda! >> prontamente il macellaio rialzò il Dottore.

Proprio mentre il gruppo si era voltato per intraprendere il sentiero, dall'acqua fuoriuscirono delle bolle. L'eco, produsse un suono interminabile, che si scontrò da una parte all'altra delle pareti, per poi tornare indietro e ricominciare. Il silenzio era stato rotto da qualcosa... qualcosa che giaceva negli abissi del laghetto. All'unisono, il gruppo impugnò prontamente le armi, mirando all'acqua.

<< Non sparate, cazzo >> sussurrò Jacobs a tutti << Non voglio ritrovarmi quei figli di puttana addosso >> 

I macellai, tesi e spaventati, non riuscivano a tenere ferme le armi che tremavano. Dall'acqua, altre bolle iniziarono a venir su. I Ghoul ansiosi, guardarono Jacobs; volevano sparare, non aspettavano altro. Credevano che, se avessero aperto il fuoco, avrebbero fermato sul nascere qualsiasi minaccia venisse da quegli abissi. 

D'un tratto, le bolle scomparvero. L'acqua divenne piatta. Un tetro silenziò calò sul gruppo. Il dottore era in preda al panico. Jacobs guardò il Corriere, lui rimase fermo con lo sguardo fisso sul laghetto. 

Improvvisamente, una sagoma uscì veloce dall'acqua, atterrando sul terreno roccioso a pochi passi dal gruppo. Il rumore echeggiò nella caverna da una parte e l'altra. La creatura verdognola, alta due metri o più, piena di squame, spalancò le braccia, emettendo un suono stridulo, molto minaccioso. I suoi occhi, freddi e scavati, cercarono il più debole gruppo.

<< Merda! >> urlò Jacops, aprendo il fuoco per primo, seguito dagli altri macellai. La raffica di proiettili, molte delle quali finirono contro le rocce, interruppero il silenzio, scatenando l'inferno.

Il Lakelurk, muovendo le braccia, lanciò un attacco sonico che disintegrò la testa di un macellaio. I brandelli delle cervella, schizzarono in diverse direzioni, colpendo in faccia il dottore che, preso dal panico, fuggi versò una piccola fessura nella roccia.

Il Corriere percepì altri due Lakelurk che, lenti, stavano uscendo dal laghetto. Il primo Lakelurk, crivellato di proiettili, cadde a pancia in giù, nel mentre gli altri due, attaccarono con il favore dell'oscurità. I colpi sonici, fecero esplodere la testa di un altro macellaio, nel mentre altri due, vennero scaraventati violentemente verso alcune rocce appuntite, infilzandoli. 

Jacops, prendendo il suo machete, si diresse con gran foga verso un mutante. Questo, con i suoi artigli, cercò di infilzarlo, ma il Ghoul deviò il colpo, mozzando dapprima il braccio sinistro e poi la testa del Lakelurk. L'altro mutante indietreggiò, ferito dai colpi delle armi da fuoco. 

Il corriere non mosse un dito. Perché aiutarli? Avrebbe preferito che i Lakelurk facessero il lavoro sporco, ma a quanto pare la situazione era andata diversamente. 

A gran fatica, il gruppo ne uscì vincitore. Il Lakelurk ferito, strisciando verso l'acqua, cascò per terra. Il suo corpo senza vita, giaceva a terra ai margini del laghetto, con metà del volto immerso nell'acqua. Solo tre Macellai c'è l'avevano fatta, oltre Jacobs. 

<< Cazzo, cazzo, cazzo! >> imprecò Jacops, guardando i corpi senza vita dei macellai << Vi avevo detto di tenere gli occhi aperti, merda! >>

Poco lontano dal gruppo, un ghoul infilzato da uno spuntone roccioso, emise un gemito, attirando l'attenzione di Jacobs e del Corriere.

<< Ehi, va tutto bene. Non muoverti >> sussurrò Jacobos, guardando l'entrata e l''uscita della roccia appuntita dal corpo di questo.

<< Io... Non... >> balbettò il ghoul sofferente, sputando del sangue dalla bocca << Non voglio... morire... ho ancora molto da fare... voglio servire la... causa... >> con quest'ultime parole, il ghoul espirò. 

I suoi occhi, vuoti e privi di vita, fissavano gli occhi di Jacobs che, rimase inerme davanti a lui. Il corriere lo scrutò. Non aveva mai visto Jacobs in queste condizioni. Per la prima volta il Ghoul soffriva, trattenendo a stento le lacrime. I suoi occhi lucidi, fissavano il macellaio morto. Il dolore lo stava divorando.

D'un tratto, l'acqua ribollì. Le bolle questa volta, erano più dense e costanti. I macellai rimasti, guardarono in direzioni di Jacobs, ma questo,pareva estraneo al mondo, da tutt'altra parte. Il Corriere si avvicinò lentamente al laghetto. Percepì qualcosa di molto pericoloso sul fondale. Le acque ribollirono sempre più, finché non raggiunsero l'altezza di qualche centimetro.

Dalle acque uscì una sagoma enorme. Un lakelurk alto tre metri, con occhi infossati di un giallo penetrante, con l'addome durissimo e lucente. Rimase fermo per un po, emettendo un flebile gemito. I tre macellai rimasti, aprirono il fuoco contro l'essere che, dapprima rimase immobile, per poi spalancare le braccia e gonfiare il petto, rilasciando una forte onda sonica che travolse i tre macellai, scaraventandoli contro le rocce, uno di essi si fracassò il cranio in due. 

Il corriere, che aveva assistito a tutta la scena, capì che si trattava del leggendario Lakelurk Alpha. Non ne aveva mai visto uno in tutto il Mojave. Pensava che non esistessero e che fossero solo delle stupide leggende, ma invece, era proprio davanti a lui.

Jacobs si volse di scatto. I suoi occhi ardevano come fiamme negli inferi. Prese il suo machete, guardò rabbioso negli occhi il lakelurk alpha e imprecando << Figlio di puttana! >> si lanciò contro il mutante, gridando a squarciagola, come fosse in preda al delirio più totale. Il mutante rimase fermo e non appena Jacobs gli fu vicino, l'essere lo avvolse con le sue braccia squamose, stritolandolo, per poi con un salto, tuffarsi nel laghetto. Jacops, urlando dal dolore, sparì nelle profondità degli abissi. Il Corriere, si avvicinò lentamente al lembo del laghetto, cercando di intravedere qualcosa. Poco dopo, una testa e un braccio riemersero in superficie, nel mentre le acque si dipinsero di rosso.

Il gruppo era stato decimato. Solo lui e il dottore erano sopravvissuti. Si sentì sollevato dall'idea, che senza far nulla, i macellai erano stati tutti decimati. Il pericolo che potessero portare morte e distruzione ancora una volta nel Mojave, era terminato. L'RNC, poteva di nuovo continuare la sua espansione territoriale ed economica senza grossi problemi. Novac sarebbe stata forse liberata dal militarismo che vigeva lì e non sarebbe stata più una fortezza, ma un villaggio, come lo era un tempo. La minaccia che incombeva prepotente nel Mojave, era stata distrutta. 

Il corriere si volse. Oltre ai cadaveri dei macellai e dei Lakelurke che, giacevano in una pozza di sangue, non riuscì a intravedere il dottore. Camminò a zonzo per qualche tratto, guardandosi attorno.

<< Esci fuori, dottore >> disse il corriere, fermandosi frontalmente nella direzione in cui l'uomo si era nascosto. Timidamente il dottore uscì dal suo rifugio, pulendosi con le mani la polvere dai vestiti.

<< S-sono morti..? >> balbettò l'uomo spaventato << T-tutti morti... non so se... >>

<< Smettila di blaterare >> tagliò corto il corriere << Vuoi ancora portare al termine i tuoi studi? >>

Il dottore rimase spiazzato dalle parole del corriere. Perché il corriere voleva aiutarlo? L'aveva venduto a Jacobs, facendo del male a Morpheus e Ginevra. Perché ora era disposto ad aiutarlo? Il dottore non riusciva a capire.

<< Allora?! >> disse il corriere spazientito.

<< N-non capisco perché vuoi farlo, voglio dire... >> il Dottore non finì la frase.

<< Ascoltami bene >> rispose il corriere, guardando dritto negli occhi l'uomo << Avevamo un contratto io e te, ricordi? Bene. Quel contratto l'hai rescisso tu per qualche tuo motivo, ma a me, come ben sai, spetta un risarcimento per i danni subiti. Capisci di cosa parlo vero? Bene. Ora quel contratto ritorna nuovamente a me. Perciò, tolti i fattori morali e giuridici, tu mi pagherai per questo lavoro e in più mi darai degli extra come risarcimento per il mio licenziamento e danni morali subiti da terzi per tua mano. Tutto chiaro? >>

Il dottore non riuscì a rispondergli. Le parole del corriere gli risuonarono in testa, come un forte bombardamento a tappeto. Non riusciva a dirgli il contrario e nemmeno a dirgli una parola.

<< Credo che sia un si >> aggiunse il corriere, accennando un sorriso << Forza andiamo! >>

<< Ma non potrebbe tornare quel lakelurk? >> rispose il dottore, guardando in direzione del laghetto.

<< Non tornerà >> disse il corriere << E' occupato a mangiarsi quel che resta del ghoul >>

I due, dalla stradina rocciosa, scesero sempre più in profondità. I lati delle pareti si strinsero in alcuni frangenti, per poi ritornare distanti, alternandosi di continuo. Nel mentre camminavano per il lungo corridoio roccioso, giunsero davanti a una biforcazione. Il corriere si fermò, scrutando l'oscurità alla sua destra. Il fascio di luce della torcia, squarciò il buio, illuminando le rocce che bloccavano la strada. Probabilmente, qualche tempo prima, il soffitto era ceduto per cause naturali, forse un terremoto. Ora c'era un ammasso di pietre che impediva loro il passaggio. 

Proseguirono a sinistra. Il Corriere, era poco più avanti rispetto al dottore, che preoccupato, continuava a voltarsi indietro, credendo che qualcuno lo stesse seguendo, per poi saltargli alla gola non appena si fosse distratto. 

Giunsero in un enorme antro. L'impenetrabile oscurità, era come un mostro che aspettava il momento adatto per inghiottirli. Solamente la luce della torcia del corriere dava vita a quel senso di vuoto e di infinito. Tutto era circondato da un buio penetrante, quasi lo si poteva sfiorare con le mani. Di volta in volta, piccole gocce d'acqua venivano giù dalle pareti, scontrandosi contro il pavimento roccioso. Il suono echeggiò da un parte e l'altra in un loop infinito, succeduto dai rumori dei loro scarponi che, rimbombavano attorno a loro. Si poteva udire persino il rumore della brecciolina sotto i loro piedi. 

Continuarono per un po. Di tanto in tanto, capitava che i due vedessero delle strane colonne rocciose, molto fini e allungate che raggiungevano, almeno da quanto poteva intuire il corriere, la fine del soffitto, ma l'oscurità che si annidava lì, gli impediva di vederne la fine. Alcuni enormi sassi erano incastonati tra le pareti, assumendo forme strane.

Appena svoltarono l'angolo, con gran sorpresa dei due, cominciarono a spuntare dal terreno e dalle pareti, dei funghi radioattivi molto luminosi. Erano dei piccoli funghi di qualche centimetro, molto tossici, ma che sprigionavano una grande quantità di luce attorno a loro. Finalmente la torcia del corriere potevano contare su un alleato in più.

Ora la stanza era ben illuminata. C'era un corridoio davanti a loro, che portava da un altra parte, mentre alla loro sinistra, vicino alcune rocce, c'erano alcuni mucchi di ossa.

<< Stiamo andando nella loro tana? >> chiese il dottore, indicando le ossa.

<< Non credo >> rispose il corriere << Credo invece che siamo vicino al loro nido >>

<< Lo spero >> aggiunse il dottore << Non vorrei ritrovami uno di quei cosi alla mia gola >>

<< Sono tutti morti >> disse il corriere << Non percepisco nessuno attorno a me >>

<< E' strano che hanno lasciato incustodite le uova... >> rifletté il dottore << ...Forse avevano avvertito la minaccia e si sono dirette verso di noi... Questo vuol dire che i Lakelurk che sono morti, erano delle femmine...  >>

Il corriere annuì.

Proseguirono lungo il corridoio stretto, che serpeggiava, dapprima a destra e poi sinistra, scendendo sempre più giù. Si ritrovarono in una piccola stanza illuminata da molto funghi. Infondo al piccolo antro, il dottore notò delle sacche d'uovo. Erano delle specie di sacche bluastro, con al di sopra delle uova di colore biancastro o giallastro.

<< Oh finalmente >> disse il dottore stupefatto e incantato. Si avvicinò alle uova, lisciandole con la mano, come se avesse paura di romperle. 

<< Sbrigati, dottore >> rispose il corriere << Non abbiamo tempo per le smancerie >>

Il dottore si volse verso di lui, con espressione accigliata, ma non resse lo sguardo penetrante e torvo del corriere.

<< Okay, okay >> rispose frettoloso il dottore << Dammi un minuto >>

<< Non c'è l'abbiamo un minuto, fai in fretta >> tagliò corto il corriere.

L'uomo avvertì nell'aria una strana sensazione. Percepì che qualcosa non andava. Non era più tranquillo come prima. Ora una strana negatività, che non riusciva a spiegarsi, strisciava tra le sue carni, tra i suoi pensieri, tra le sue percezioni. 

<< Dottore, sbrigati! >> incitò il corriere, afferrando il suo machete in mano.

Il dottore cercò di infilare quante più uova poté nel suo zaino, finché non raggiunse il limite. Ben tredici uova. Poi si volse, guardando per l'ultima volta le ultime rimaste. Si rattristì, non accettava il fatto di lasciarli lì. Sapeva che non avrebbe avuto un altra occasione per recuperarle. Il Corriere lo guardò stranito, ma non disse niente. 

<< Andiamo! >> ordinò il Corriere. Il dottore si volse e lo raggiunse.

Tornando indietro, il corriere intravide uno strano passaggio incastonato tra le rocce, da cui proveniva della luce. Non era la stessa luce che sprigionavano i funghi, ma assomigliava più alla luce del sole. Dalla direzione in cui erano venuti minuti prima, era impossibile notarlo, se non girandosi e facendo attenzione. Ma ora, che c'è l'avevano di fronte e la torcia casualmente aveva illuminato per un istante quel passaggio, potevano forse, uscire velocemente dalla caverna. In tutto il Mojave, c'erano delle caverne che, una volta giunto alla fine di essa, si poteva riemergere in superficie molto facilmente, tramite passaggi segreti. Nessuno sapeva con precisione se fossero stati scavati da gruppi di sopravvissuti che, forse in passato, avevano abitato quelle caverne, oppure se fossero proprio delle aperture naturali. Fatto sta, che erano delle vere e proprie manne dal cielo in queste occasioni.

D'un tratto, il Corriere percepì qualcosa alle sue spalle. Si volse per controllare. Di fronte a lui, il Lakelurk Alpha si avvicinava di soppiatto, per poi bloccarsi quando la luce della torcia lo illuminò.

<< Fuggi, vai! >> urlò il corriere, indicando il passaggio segreto al dottore.

Questo, abbracciando lo zaino per non far urtare le uova tra loro, si mise a correre di gran carriera verso il passaggio. Il Corriere indietreggiò lentamente, guardando gli occhi freddi e infossati del mutante. Quando il dottore svanì, il Corriere si volse, mettendosi a correre più veloce che poté. Il Lakelurk Alpha, lanciò un attacco sonico che, per poco non prese il corriere. Il colpo, finì contro alcune rocce, facendo tremare il soffitto, da cui vennero giù alcuni piccoli sassi. L'uomo girò l'angolo del passaggio e continuò così per diversi metri. Il dottore era sparito, come se si fosse dissolto nel nulla. Il mutante lo inseguiva rabbioso, lo braccava. Pochi secondi dopo, senza neanche accorgersene, si ritrovò fuori dalla caverna. 

I raggi del sole accecarono il Corriere, facendogli chiudere gli occhi da dolore. Si mise le mani davanti agli occhi, cercando di aprirli lentamente. Dietro di lui, il lakelurke alpha uscì allo scoperto ma, lanciando un grido doloroso, rientrò velocemente dentro la caverna. Probabilmente il mutante non era abituato al sole o forse non usciva da giorni. Quando il Corriere riuscì ad aprire gli occhi, dopo alcuni minuti, si accorse che poco lontano da lui, seduto su una roccia, con lo zaino sulle cosce, c'era il dottore che contemplava le uova dei Lakelurk con un sorrisetto vanitoso.

<< C'è l'abbiamo fatta >> disse il dottore, senza distogliere lo sguardo dallo zaino.

<< No >> rispose il corriere << Puoi dirlo solo quando avrò il mio pagamento >>

<< Certo, certo, l'avrai >> aggiunse il dottore, guardando l'uomo << Ma per pagarti dovrò tornare a Novac >>

<< Lo so >> disse il corriere << Ma prima però dovremmo andare a liberare Ginevra >>

Il dottore rimase in silenzio, abbassando lo sguardo.

<< Sei contrario per caso? >> Il corriere serrò gli occhi.

<< No, no... >> rispose il dottore << E solo che... volevo prima pagarti, senza starti troppo tra i piedi... >>

<< Tu ora verrai con me, dottore >> aggiunse il corriere << Devi delle scuse a Ginevra >>

<< M-ma lei... >> balbettò il dottore, in preda al panico << ...L-lei non capirà... mi ucciderà... non p-posso venire... >>

<< Nella vita si raccoglie ciò che si semina, dottore >>





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