Scary City

di Crissy_Chan
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5




 

Eve scrutò i presenti con i suoi occhi nocciola. «Domande? Dubbi? Perplessità?» chiese.

I quattro fecero di no con la testa.

«Ottimo» sorrise forzatamente e tornò seria.

Alvarez si alzò dalla sedia e si lisciò il camice bianco. «Se abbiamo finito, io mi congedo, ho un paziente da operare tra mezz’ora» salutò con un cenno del capo e sparì.

Dorian sgranò gli occhi. «Operare?».

Evelyn lo fulminò con lo sguardo. «Puoi smetterla di fare domande?».

Juliet ridacchiò a quella scena. «Esattamente, il nostro Gil è un chirurgo del torace» spiegò. «Mentre io sono maestra d’asilo» sorrise timidamente.

Dorian restò affascinato dalla bionda e, ovviamente, anche dal fatto che una fata e un mostro si prendessero cura degli esseri umani.

La categoria di Alvarez, i mostri, era molto ampia. Il corvino lì imparò in ordine alfabetico come gli aveva insegnato il padre: banshee, demoni maggiori, gnomi, lupi mannari, sirene e vampiri.

Il fatto per cui queste creature non venivano considerate razze a parte come le fate, le streghe, i maghi e gli umani, stava nel loro aspetto: la vera forma dei mostri, come suggerito dalla parola stessa, è mostruosa e ben diversa da quella umana.

Jo fece sparire i fogli dal tavolo ed Eve ne approfittò per appoggiarvi nuovamente i piedi. Quella mattina aveva combattuto per due ore consecutive e ce l’aveva a morte con Dorian per essere arrivato in ritardo. E giusto in quel momento lo stava fissando male.

«Cosa?» chiese lui.

La rossa inarcò un sopracciglio. «Riuscirai a fare il culo a quel lupo mannaro?».

«Sbaglio, o sei preoccupata per me?».

Evelyn schioccò la lingua, scocciata. «Evita di rispondere alle mie domande con altre domande».

«Perché?» sgranò gli occhi.

«Ma allora lo fai apposta» fece per alzarsi dalla sedia, ma Jo la trattenne per una spalla.

«Ehi, calma Grey» rise. A Evelyn bastava poco per andare in escandescenza e Dorian era il migliore nel campo.

«Ad ogni modo ha ragione. Sei sicuro di potercela fare? È la tua prima vera missione» domandò serio.

Non lo sapeva nemmeno lui. Certo, aveva ucciso parecchi demoni, ma questo era diverso. Fece per aprire bocca e risponde.

«Si farà ammazzare» lo precedette Evelyn.

Dorian le lanciò un’occhiataccia. «Miss invincibile non si fida a quanto pare».

Jo sospirò e guardò Juliet. «Scusali, fanno sempre così» si giustificò. Ma la fata sorrise, apparentemente divertita.

«Li trovo adorabili» disse, alzandosi dalla sedia. «Bene, mi sa che vado anche io, ci si vede nella città dorata» salutò, andandosene.

La città dorata era il luogo d’origine dei mostri, delle fate, delle streghe e dei maghi, e si poteva considerare un universo simile alla terra.
Da dove viveva Dorian ci si poteva accedere tramite una porta nascosta dalla magia nella casa abbandonata.

«Ed ora che siamo rimasti solo noi tre, spiegami perché cazzo sei arrivato in ritardo» fece Eve.

Il corvino voltò la testa verso di lei. «E che importanza ha adesso? Li hai sconfitti, non è abbastanza?» protestò.

«Ci ho rimesso i vestiti, Dorian!».

La guardò. In effetti la canotta e i jeans erano bucati e zuppi di sangue. Deglutì, ripensando alla pozza nel corridoio.

«E per non bastare ho la pistola scarica» buttò l’arma sul tavolo, che emise un rumore metallico.

«Ma non puoi semplicement-».

«No! Non posso!» lo interruppe.

Dorian increspò le labbra. Odiava quel suo modo di fare.

Jo prese il posto in cui si era precedentemente seduto Alvarez e guardò Dorian. «Tu sai perché questa città si chiama Scary City?» domandò al corvino.

Il ragazzo puntò gli occhi verdi su quelli blu del mago e scosse la testa. «No…».

«Male» sorrise il mago.. «Riguarda la formazione del Consiglio».

Dorian aggrottò la fronte. Jo era riuscito a catturargli l’attenzione.

Il biondo sorrise compiaciuto e aggiunse: «Ѐ una storia antica, preparati» si mise a gambe incrociate sulla sedia. Un raggio di sole lo illuminava per metà. Era davvero un bel ragazzo, atletico, muscoloso, potente e magico. Non capiva perché Evelyn non provasse attrazione per lui.

«Tutto iniziò mille anni fa, quando il Governo di allora fondò questa città attorno alla selva in cui siamo ora, chiamandola Cordial City».

«Città cordiale?».

Jo annuì. «A quei tempi non esistevano le cinque razze predilette. E nemmeno i ribelli. Tutti vivevano in armonia l’uno con l’altra».

Evelyn incrociò le braccia al petto, ascoltando la storia.

«Cento anni dopo fece apparizione il primo ribelle, la strega Wanda».

«Quella Wanda?» Dorian ricordò vagamente di aver letto il nome su uno dei fogli che aveva fatto apparire Jo.

«Esattamente» annuì il mago. «Può non sembrare, ma Juliet le dà la caccia da allora».

Il corvino poggiò i gomiti sul tavolo e si prese il viso tra le mani. «Vuoi dire che lei è una fata antica?».

«Molto antica. Quando senti parlare di “la strega e la fata”, stai pur certo che si riferiscono a Wanda e a Juliet».

«Erano amiche» intervenne Eve. «Ma Wanda voleva avere molto più potere».

«Per questo è diventata una ribelle?» chiese Dorian.

«Esatto. Uccise quasi metà dei cittadini di allora, mangiando i loro cuori» disse Jo.

Il corvino fece una smorfia di disgusto, pensando alla scena. «Ma… perché?».

«Venne a conoscenza del Libro Hamar».

«Ovvero il libro “geniale”, quello che il Governo aveva bandito perché troppo violento» spiegò Eve. «La strega riuscì a diventare immortale e nessuno fu in grado di ucciderla, finché un mago davvero potente, Alfrothul, non la imprigionò sotto forma di statua».

«Alfrothul, “il sole”. Me ne hanno già parlato, è…».

«Mio nonno» sorrise Jo. «Fu il primo rappresentante dei maghi».

Dorian sgranò gli occhi. «Stavo per dire che è stato il primo rappresentante dei maghi, ma non immaginavo fosse tuo parente!»

«La nostra stirpe è abbastanza grande» rise Jo.

«A proposito di stirpe… Harriet Evans è qualcuno che conosci?» domandò Eve.

Dorian corrugò la fronte e la guardò stranito. «Ѐ… mia sorella… come mai?».

«Nessun motivo in particolare» disse freddamente la rossa, il viso inespressivo.

Il corvino non osò indagare oltre. Ogni volta la ragazza lo metteva a tacere malamente. Sospirò e si alzò dalla sedia. «Devo raggiungere mio padre in ufficio, ci vediamo domani».

«A domani» salutò calorosamente Jo. Eve fece un cenno con il capo e Dorian sparì dalla cucina, raggiungendo la sua bici.

«Fammi ricomparire i fascicoli dei ribelli che devo cacciare» ordinò la rossa.

Il mago la guardò in silenzio per un paio di secondi, sorpreso. Poi schioccò le dita e i fogli si materializzarono davanti alla strega.

«Grazie» fece per scorrere i fogli e leggere, poi si bloccò ed alzò lo sguardo. «Puoi andare».

Jo si morse le labbra e si alzò dalla sedia. «Va bene, vado» si avvicinò alla porta. «Sto andando!» disse, sparendo nell’atrio. «VADO SUL SERIO!» annunciò a gran voce.

«VAI!» gli urlò contro la rossa, sentendo la risata allegra di Jo. Evelyn sospirò e si lasciò cadere sullo schienale, prendendo in mano un fascicolo in particolare.

Su di esso c’era scritto Harriet Evans, umana, diciassette, accusata di tradimento, persecuzioni, trattamento crudele, omicidio e torture.

 

 


Buonsalve a tutti! :)
Eccomi qui con un nuovo capitolo per questa storia! Abbastanza inquietante la faccenda di Harriet, la sorella di Dorian, vero? Chissà cosa succederà nei prossimi capitoli... non lo so nemmeno io ahah.
Ah, ho trovato per caso quest'attrice, Elçin Sangu, che rispecchia perfettamente la descrizione di Evelyn.
Vi posto qui una sua foto, tanto per darvi l'idea :)



Presto troverò anche quei gnocconi di Dorian e di Jo, ve lo assicuro! Non demordo.

Ringrazio chi segue questa storia, chi l'ha inserita tra i preferiti o tra i ricordati e vi ringrazio per le recensioni! Accendono la speranza in me ;)
Alla prossima!!

Cri





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