Amiche
e Rivali
Autore:
Fox McCloude
Tradotto
dall'inglese da G.
L. Hollow
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le parti di questa storia possono essere trovate in lingua originale
al seguente indirizzo:
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Celestopoli…
Molte
cose erano cambiate nella regione di Kanto nel corso degli ultimi due
anni.
Durante
una Competizione Internazionale Pokémon e il Festival dello
Scambio Culturale, molti dimostrarono interesse nelle competizioni
tipiche di altre regioni. In particolare, molte allenatrici furono
entusiasmate dal Varietà Pokémon dalla regione di
Kalos, perciò iniziarono a chiedere che fosse portato a Kanto.
Furono ascoltate, e dopo aver ottenuto l’approvazione ufficiale
dalla Commissione per la Lega Pokémon di Kanto, nel giro di
pochi mesi iniziarono a sorgere Performance Halls in tutte le più
importanti città della regione.
Una
di quelle, ovviamente, fu Cerulean City, casa delle famose Sorelle
Sensazionali e della Capopalestra locale, Misty Waterflower.
Non
c’è bisogno di puntualizzare come Misty fosse sorpresa
che una delle sue sorelle maggiori, d’un tratto, fosse
nuovamente interessata a lavorare con i Pokémon, quando fino a
due anni prima preferiva esibirsi in show acquatici, fare l’attrice
o la modella. Tuttavia, l’euforia del Varietà presto
contagiò anche l’altra sorella, Violet, che si iscrisse
alle competizioni appena ne ebbe l’opportunità. E con
grande sorpresa di Misty, Violet non era niente male, e amava tutta
l’attenzione e l’amore che le masse le rivolgevano. E fin
lì non c’era nessun problema, se non fosse che dopo aver
vinto la sua seconda Chiave della Principessa Violet aveva iniziato
a… montarsi un po’ la testa, a tal punto che Misty
cominciava ad esserne irritata e annoiata. Non aveva problemi a
prestare i suoi Pokémon a Violet per le competizioni, ma
doverla sopportare mentre si vantava delle vittorie ogni giorno ad
ogni istante… stava diventando molto irritante, molto in
fretta.
E
ovviamente, ogni qualvolta le competizioni avevano luogo nella loro
città, Misty veniva trascinata da Daisy e Lily per mostrare il
suo supporto a Violet. Mentre la primogenita e la terzogenita si
prodigavano in un tifo sfegatato per lei, la più giovane si
limitava a indossare un sorriso di circostanza, dato che sperava
vivamente che qualcuno la buttasse giù dal piedistallo. Erano
già al round dell’Esibizione Libera, perciò la
vincitrice sarebbe stata annunciata di lì a poco.
Tra
la folla, in mezzo agli applausi e alle grida, Misty era l’unica
a rimanersene tranquilla, sorreggendosi la testa con la mano e
mostrando un’espressione annoiata mentre osservava la
presentazione di Violet che usava Staryu, Corsola e Politoed.
Guardando
il lato positivo, Misty poteva apprezzare gli accessori che i suoi
Pokémon indossavano, erano veramente carini e pareva si
stessero divertendo, in più utilizzare i loro attacchi in
maniera così creativa le dava buone idee per sviluppare nuove
strategie negli scontri alla Palestra. Quello era l’unico modo
per sopportare l’intera questione.
“WOOOOOOOHH!
Vai così Violet, sei grande!” strillò Daisy
euforica.
“Vincerai,
sorella, al cento per cento!” gridò Lily sbracciandosi.
Si rivolse poi alla sorella più piccola.
“Misty,
perché non fai il tifo per Violet?”
“Lo
sto facendo, anche solo restandomene qui.” rispose la rossa
secca. Per enfatizzare il sarcasmo, sventolò una bandieruola
con la faccia di sua sorella. “Yay, Violet, yay.”
“Incredibile,
come fai a non smuoverti con uno spettacolo del genere?”
protestò Lily. Non potendo fare molto altro, tornò a
fare il tifo per la sorella.
Misty
sospirò. Poteva benissimo smuoversi per lo spettacolo, la cosa
che non le andava esattamente a genio era il pensiero di quanto
insopportabile Violet sarebbe diventata una volta che avesse messo le
mani sulla terza Chiave della Principessa. Vincerla le avrebbe dato
la possibilità di entrare nella categoria Master, e vincere
nell’Arena locale avrebbe comportato un passo da gigante per la
sua ancora breve carriera da Pokémon Performer. Per quanto
imparziale cercasse di rimanere, doveva ammettere che la ragazza dai
capelli blu e i Pokémon stavano facendo un ottimo lavoro, e il
gran finale ne era una prova: Staryu e Politoed lanciarono le loro
Pistolacqua in movimenti a spirale, che Corsola congelò con un
Geloraggio, creando un’imponente scultura al centro del palco.
Considerando quanto limitata fosse con Pokémon che avevano
specialità Acqua, Violet se la stava cavando niente male.
“Fine!”
annunciò, mettendosi in posa.
“Un’impressionante
presentazione da parte di Violet, degna di una delle Sorelle
Sensazionali di Celestopoli!” disse la presentatrice. “Avanti,
facciamole un grande applauso!”
Il
clamore non si fece attendere, il che aveva un senso dato che più
di metà platea era composta da spettatori locali che
ovviamente l’avrebbero sostenuta incondizionatamente.
L’applauso
di Misty era più che altro sarcastico, dato che poteva già
intuire, sentendo Violet esclamare “Grazie! Grazie! Voglio bene
a tutti voi!” soffiando baci alla folla, che la sorella avrebbe
festeggiato tutta la notte e Misty non avrebbe chiuso occhio.
“E
ora, l’ultima concorrente di oggi. Arrivata dall’altra
parte dell’oceano, vincitrice dell’ultimo titolo di
Regina di Kalos, si presenta… Serena, da Borgo Bozzetto!”
annunciò la presentatrice.
L’ultima
partecipante apparve sul palco. Poteva essere vista meglio dai
maxischermi: era una ragazza più o meno dell’età
di Misty, con lunghi capelli color miele raccolti in una coda e
luminosi occhi blu. A Misty piacque lo stile del suo vestito.
Ripensandoci, durante la Performance a Tema l’aveva vista
competere con quello che pareva un Sylveon, un’evoluzione di
Eevee che Misty non aveva mai visto prima ma che giudicava molto
bello.
Ora
era sul palco con tre Pokémon diversi: una Roselia, un
Froslass e un altro di tipo Fuoco, una specie di volpe rossa e gialla
che incombeva sulla performer. Misty non riconobbe la specie,
fortunatamente gli schermi mostrarono che si trattava di una
“Delphox”. Misty immaginò fosse originaria di
Kalos.
“Eeeeee…
INIZIA!”
La
musica partì e lo spettacolo iniziò. Serena fece
iniziare Roselia con una Petalodanza tutto attorno al palco. Mentre
ancora i petali erano a mezz’aria, Delphox usò Psichico
per farli fluttuare verso Froslass che eseguì un’elegante
piroetta, creando una Polneve per congelarli. Continuando ad usare le
capacità psichiche per mantenere i petali in aria, Delphox usò
Magifiamma per creare un cerchio di fuoco interno al cerchio di
petali, facendolo poi esplodere insieme ad essi, creando una
bellissima pioggerella scintillante che brillò sul palco.
“Bene,
bene, sorella. Sembra che qui ci sia pane per i tuoi denti.”
sussurrò Misty, osservando l’esibizione di Serena.
Certo,
quella frase poteva essere interpretata in vari modi, ma per Misty,
significava che forse, finalmente era arrivato qualcuno che poteva
dare a Violet del filo da torcere. Doveva ammetterlo, Serena sembrava
davvero sapere il fatto suo, mentre continuava a dirigere i suoi
Pokémon sul palco; nonostante il rischio evidente che
comportava il lavorare con quelle specifiche specialità
(Ghiaccio, Terra e Fuoco) erano così perfettamente
sincronizzati che nessun incidente ebbe luogo, nonostante la
tangibile traccia d’ansia che aleggiava nella platea. La
Performer e i tre Pokémon erano sempre consci di dove fossero
gli altri, cosa dovessero fare, come e quando.
“Smorfiosi”
borbottò Lily, quando vide Roselia e Froslass saltare
attraverso dei cerchi infuocati creati da Delphox, lasciandosi dietro
scie di petali e neve, e uscendo senza nemmeno una scottatura.
E
mentre il gran finale si avvicinava, Roselia fece apparire in mezzo
al palco un grosso tronco, con tanti rami ma privo di foglie, e
Serena le indicò di cospargerlo di Velenpolvere. Con il suo
Magifiamma, ed un controllo che poteva essere definito solo perfetto,
Delphox infiammò le particelle tossiche, usando le abilità
psichiche per controllare la forma delle fiamme e renderle come
foglie dell’albero. Ma non era finita lì: Froslass diede
il tocco finale creando una piccola aurora boreale e una nebbiolina
leggera alla base dell’albero, per aggiungervi profondità.
“Fine!”
annunciò Serena mettendosi in posa, con un ampio sorriso
stampato in volto.
Se
Violet aveva riscosso clamore, Serena ottenne letteralmente
un’ovazione. Persino Misty era così impressionata che
balzò in piedi ad applaudire, per lo scorno delle sue sorelle
che invece si prodigarono in un coro di “buuuuu!”.
“Quale
incredibile combinazione di elementi, degna di una Regina di Kalos!”
dichiarò la presentatrice. “Molte grazie, Serena! E ora,
tutte le concorrenti sono invitate a raggiungere il palco, è
tempo di decidere chi sia la nostra vincitrice!”
Le
altre quattro finaliste, inclusa Violet, si unirono a Serena sul
palco. Si misero tutte in fila mentre la presentatrice alzava la
Bacchetta per chiedere alla platea di votare tramite la propria.
Misty sapeva esattamente per chi non votare, ma a causa della
“lealtà di sangue” e dato che tutte e tre le
sorelle se ne sarebbero accorte, premette la luce blu per votare
Violet.
La
maggioranza delle luci che si sollevarono erano blu o rosa (per
Serena), con qualche sporadico verde, giallo e rosso per le altre
concorrenti. Infine, i risultati vennero annunciati: un
impressionante 45% per Violet… che comunque non fu abbastanza
in luce del 51% ottenuto da Serena. Il restante 4% si divise tra le
altre tre. Dalla sua posizione, Misty non aveva bisogno di fare un
gran sforzo di immaginazione per vedere l’espressione scioccata
di Violet, riflessa da quelle di Daisy e Lily, e dovette trattenere
la risata.
“E
la vincitrice è… Serena! Congratulazioni!”
annunciò la presentatrice mentre la folla, ad eccezione di
pochi, esultava per lei.
“Ed
ecco, prova della tua vittoria, la Chiave della Principessa di
Celestopoli!”
La
presentatrice, accompagnata da Klefki che trasportava la preziosa
Chiave, si avvicinò a Serena per presentargliela non appena il
Pokémon l’ebbe lasciata andare. La chiave aveva i bordi
in platino, la punta dorata e l’impugnatura era uno zaffiro
intagliato a forma di goccia.
“Bene,
la Chiave della Principessa di Celestopoli è mia!”
Serena la sollevò fiera, celebrando la vittoria, mentre Violet
pareva avere un conflitto interno, indecisa se piangere o aggredirla
per prendersi la Chiave. Come poteva perdere contro una sconosciuta?
“Con
questo, la competizione si conclude, fan! Ci incontreremo la prossima
volta e, a tutte le partecipanti, ricordate di puntare sempre al
massimo per diventare vere regine!”
“Questo
non può essere, dico, Violet ha perso?” Lily disse. “E
chi è quella Serena, comunque?”
“Non
hai sentito?” replicò Misty. “la presentatrice ha
detto che ha vinto il titolo di Regina di Kalos. Voglio dire, hey? E’
una veterana.”
“Tch,
veterana fortunata.” mugugnò Daisy.
Misty
sospirò di nuovo. Se loro due erano così indignate, non
osava immaginare quanto furiosa sarebbe stata Violet. Se c’era
una cosa che la Capopalestra di Celestopoli sapeva bene, era che non
c’era vergogna a perdere contro qualcuno con più
esperienza. Serena pareva più giovane, ma aveva già un
titolo da Regina mentre Violet aveva appena cominciato, perché
erano tanto sorprese dal risultato?
Di
certo, Misty non si sarebbe lamentata. Voleva qualcuno che facesse
una bella doccia di umiltà a sua sorella, e Serena l’aveva
fatto. Solo per quello, e per l’incredibile spettacolo messo in
piedi dai suoi Pokémon, era valsa la pena sorbirsi tutto il
resto.
Poco
dopo…
Concluso
il Varietà, la massa iniziò lentamente a lasciare
l’Arena. Era stato uno show niente male, e gli spettatori erano
più che soddisfatti. Per quanto riguardava le concorrenti,
alcune accettarono la sconfitta e si ripromisero di migliorare.
Altre, tra cui VIolet, non la presero invece molto bene.
“Consolati,
Violet, è stato uno scarto minimo.” disse Daisy.
“Già,
la prossima volta vincerai di sicuro.” aggiunse Lily.
“E’
così ingiusto!” lamentò l’altra. “Come
ha potuto quella ragazzina zuccherosa battermi, pur essendo
decisamente meno carina di moi?”
“Su,
su, andiamo a casa” disse Daisy. “Ti serve solo un’altra
Chiave della Principessa, e ci sono un sacco di altri Varietà
in cui competere. La prossima volta si innamoreranno tutti di te,
sicuro.”
Mentre
guardava le sue sorelle guidare una Violet affranta verso l’uscita,
Misty si rese conto di essere molto contenta di averne così
tante. Non avrebbe retto la pressione di dover addirittura confortare
Violet, contando quanto fosse contenta che finalmente qualcuno le
avesse strappato il piedistallo da sotto i piedi.
E
parlando del diavolo, uscendo intravide nel corridoio la vincitrice,
Serena. Era appena uscita dal camerino e indossava abiti più
normali, e si stava congratulando coi suoi Pokémon per
l’ottimo lavoro svolto. Senza sapere bene perché, Misty
si fermò.
“Ah,
ragazze? Voi andate avanti, io vi raggiungo dopo. Ho intenzione di
rimanere ancora un po’.”
“Non
tardare troppo, ricorda chi deve, insomma, gestire la Palestra.”
disse Lily.
“Come
se potessi dimenticarmi” replicò Misty corrugando la
fronte. “Sarò a casa per cena, ok?”
Senza
attendere risposta, Misty si incamminò vrso Serena che stava
distribuendo ai Pokémon quelle che sembravano essere meringhe
di diversi colori, e loro pareva estasiati, divorandole con gusto.
Serena aveva cinque Pokémon in totale: il Sylveon, i tre usati
nell’esibizione libera e un piccolo essere simile ad un panda,
con degli occhiali da sole poggiati sulla testa e una foglia che
sporgeva dalla bocca, che pareva un po’ imbronciato, mentre
Serena gli accarezzava la testa e gli parlava con tono dolce.
“Ecco,
ecco, Pancham, avrai la tua occasione la prossima volta. Dovevamo
dare l’opportunità anche a Roselia e Froslass di
brillare, eh?”
“Pan,
Pancham” disse il piccoletto, addolcendo l’espressione.
Poi si accorse di Misty, e Serena seguì il suo sguardo.
“Posso
aiutarti?” chiese.
“Volevo…
congratularmi per la vittoria.” rispose Misty. “E’
stata un’esibizione incredibile, davvero.”
“Grazie”
Serena si rizzò per parlare faccia a faccia. “Ci siamo
esercitati per due settimane, sono contenta ne sia valsa la pena. Tu
sei?…”
“Oh,
perdona la mancanza di maniere. Sono Misty. La Capopalestra di
Celestopoli.” protese la mano.
“Piacere
di conoscerti, Misty” Serena le strinse la mano con fare
energetico. A prima vista, sembrava un tipo simpatico. Misty si
avviciò un altro po’ per osservare i suoi partner.
“I
tuoi Pokémon sono davvero belli.” commentò. In
particolare, nonostante la sua predilezione per i tipi Acqua, ammirò
la pelliccia folta di Delphox, lucida e ben curata.
“Grazie.
Con questa, abbiamo tutte le Chiavi per entrare nella categoria
Master di Kanto, sono molto orgogliosa di loro.” Serena le
mostrò contenta il portachiavi con le tre Chiavi.
“D’accordo,
gente, è ora di prendersi una più che meritata pausa.
E’ stata una lunga giornata.”
Richiamò
i Pokémon nelle sfere Poké, rimettendole nella
pochette.
Era
in procinto di andarsene, ma Misty, vedendo che sarebbe riuscita ad
intavolare una conversazione interessante, cercò di farla
rimanere un altro po’.
“Ti
chiami Serena, giusto?”. L’altra annuì. “Sai,
hanno aperto una nuova gelateria qui vicino, ti piacerebbe venire con
me? Posso offrirti qualcosa.”
“Davvero?
Sarebbe gentile da parte tua, ma non voglio approfittare…”
“Non
è un problema” le assicurò Misty. “Sarebbe
il mio modo per ringraziarti.”
“Ringraziarmi?”
Serena assunse un’espressione confusa.
“Una
delle concorrenti in finale, forse la ricordi… capelli lunghi,
blu scuro.”
Serena
annuì.
“Beh,
è mia sorella. Credici o no, da quando ha iniziato a
partecipare ai Varietà e a vincere si è montata la
testa e a volte… insomma, è insopportabile. Davvero, è
difficile essere la sorella più piccola.”
“Posso
solo immaginare.” disse Serena. Essendo figlia unica, in
effetti, non aveva idea di come potesse essere.
“Che
rimanga tra noi, ultimamente ho davvero sperato che qualcuno le
insegnasse un po’ di umiltà, per vedere se si dà
una calmata.” Misty sorrise. “E poi, come se Arceus
avesse ascoltato le mie preghiere, sei arrivata tu.”
“Oh,
capisco.” Serena annuì di nuovo. Non poté
trattenere una risatina, dopotutto un po’ divertente lo era,
come situazione.
“Allora,
che ne dici? Un gelato per celebrare la vittoria? Offro io.”
insistette Misty.
“Dato
che la metti così, sarei maleducata a rifiutare” accettò
Serena “Perciò, prego, fai strada. Sono nuova in città.”
Con
questo, le due ragazze lasciarono l’Arena, avviandosi al
locale. Misty aveva la sensazione di essersi fatta una nuova grande
amica. Non aveva idea.
Alla
gelateria…
Il
nuovo locale era molto pù grande di quanto Serena avesse
immaginato, ed era così pieno di gente che mentre Misty
entrava per ordinare, lei dovette rimanere ad uno dei tavolini
esterni, decorato con parasoli dipinti come sfere Poké, per
assicurare loro un posto.
Un
paio di minuti più tardi, Misty tornò con due coppe
colme di cioccolato e vaniglia, allungandogliene una mentre si
sedeva.
“Buon
appetito” disse Misty, e affondò il cucchiaio.
“Mmmh,
buono” biascicò Serena dopo averlo assaggiato. “Dovrò
ricordarmi di venire qui ogni volta che torno in questa città.”
Mentre
mangiavano, Serena si guardò attorno e notò come i
tavolini vicini fossero in prevalenza occupati da coppiette. La cosa
era un po’ difficile da ignorare, considerando soprattutto il
fatto che ogni tanto potevano sentire Su, di’ aaaaahh quando
si imboccavano l’un l’altro, arrivando anche a “pulire”
le tracce di gelato ai lati della bocca.
“Questo
posto è molto popolare per gli appuntamenti” spiegò
Misty interpretando correttamente la situazione con un’occhiata.
“Dev’essere
bello, venire in un posto del genere con qualcuno di speciale”
concordò Serena, mentre i suoi pensieri andavano ad un ragazzo
corvino molto particolare.
“Già.”
Anche Misty aveva qualcuno molto particolare per la testa. “Che
ne dici se iniziassimo a conoscerci un po’? Dimmi qualcosa di
te?”
“Non
c’è molto da dire” rispose la Performer. “Vengo
da Borgo Bozzetto, nella regione di Kalos.”
“E’
lì che hanno avuto origine i Varietà, giusto?”
“Esatto”
Serena annuì “Anche se dopo il mio primo anno, ho capito
che dovevo imparare, perciò ho deciso di cambiare approccio e
tentare come Coordinatrice Pokémon. Ho viaggiato per Hoenn e
dopo Sinnoh.”
“E
com’è andata?” chiese Misty, interessata.
“Non
male, direi” rispose con modestia Serena “Sono entrata
nella Top 4 al Gran Festival di Hoenn, e mi sono classificata seconda
a Sinnoh. Non nego che avrei preferito vincere, ma ho fatto del mio
meglio e sono soddisfatta. Ne è valsa la pena anche solo per
aver fatto esperienza, e dopotutto, è in quelle regioni che ho
incontrato Roselia e Froslass.”
“Certo,
incontrare nuovi Pokémon e fare nuove amicizie vale sempre la
pena, ovunque tu vada.” Misty sorrise.
“Sono
d’accordo. Tutto quello che ho imparato in Hoenn e Sinnoh mi ha
aiutato a migliorare le mie presentazioni per quando tentai
nuovamente per il titolo di Regina di Kalos. E l’anno scorso ho
finalmente avuto successo.”
“Congratulazioni
anche per quello” disse Misty. “Ma perché hai
deciso di venire in Kanto, adesso? I Varietà sono iniziati
solo da un anno in questa regione, suppongo tu abbia una ragione
particolare.”
“Ce
l’ho” ammise Serena. “C’è qualcuno qui
in Kanto, a cui ho promesso che sarei diventata più forte, e a
cui ho detto che sarebbe stato il mio personale obiettivo. Ha sempre
lottato per i suoi sogni e non si arrende mai, e mi ha ispirata a
seguire il suo esempio facendo lo stesso per i miei. Quando ho saputo
che avrebbero indetto Varietà in Kanto, ho pensato che avrebbe
potuto vedermi. Voglio che veda quanto sono migliorata dall’ultima
volta che l’ho incontrato.”
Misty
le rivolse un mezzo sorriso con aria vissuta. Era brava a leggere il
tono e il linguaggio del corpo delle persone, e a giudicare dal modo
in cui Serena parlava di questa persona, e dal movimento con cui posò
la mano su un fiocco blu che aveva sul collare, non ci voleva un
genio per capire che parlava di un ragazzo per il quale aveva una
cotta.
Non
ci volle molto perché Serena si accorgesse della maniera in
cui la guardava, e si sentì un po’ a disagio.
“Cosa,
perché mi guardi in quel modo?”
“Andiamo,
non fare la finta tonta. E’ palese che si tratta di un ragazzo
per cui hai dei sentimenti.”
Serena
non replicò, ma il rossore sulle sue guance era già una
risposta. Misty decise di non infierire, e tentò di
rassicurarla.
“Hey,
se riesci a fare una presentazione che sia bella anche solo la metà
di quella di oggi, l’avrai praticamente in pugno.”
“Tu
credi?”
“Non
lo credo, lo so.” Misty le fece l’occhiolino. “Hai
talento, Serena, si vede. E ho anche la sensazione che lascerai il
segno, come prima Regina di Kanto.”
“Grazie,
significa molto quello che mi hai detto.” Serena era davvero
grata per quelle parole.
“Ok,
credo sia il tuo turno adesso. Hai detto che sei una Capopalestra,
giusto?”
“Sì,
la Palestra di Celestopoli si specializza coi Pokémon d’acqua,
sono cresciuta circondata da loro e li adoro, non hai idea quanto. ”
“E’
una cosa dolce.” disse serena.
“Anche
se prima di diventare Capopalestra ho viaggiato un po’, per
farmi le ossa prima di prendere il posto. La Palestra appartiene alla
mia famiglia e dato che siamo quattro sorelle, tecnicamente in linea
d’eredità ci sarebbero prima loro, ma nessuna delle tre
ha mai mostrato un particolare interesse per le battaglie.
Preferiscono esibirsi in show acquatici coi Pokémon, e anche
se non ho nulla in contrario, hanno trascurato lo scopo principale
della Palestra in tal modo che la sua reputazione è crollata
in maniera disastrosa.”
“E
allora che hai fatto?”
“Dopo
qualche anno di viaggio per fare esperienza, ho ipotizzato che fosse
il caso di tornare. E giusto in tempo, direi, la nostra Palestra
stava per essere rilevata dalla P.I.C. e ci mancava tanto così
che la chiudessero.”
“Oh
no” esclamò Serena. “Ma alla fine si è
risolto tutto, giusto?”
“Per
fortuna sì. Certe volte viaggiare mi manca, ma la Palestra è
casa mia, ed è bello avere un posto in cui tornare.”
“Sì,
so come ti senti.” Serena annuì, grattando il fondo
della coppa col cucchiaio un’ultima volta. “Be’,
grazie per il gelato, Misty. E’ stato davvero un piacere
parlare con te.”
“Il
piacere è stato mio” replicò Misty. “Te ne
vai di già?”
“Devo
tornare al Centro Pokémon. Rimarrò in città per
un paio di giorni, perciò se vuoi parlare ancora, mi trovi
lì.”
“Potrei
fare un salto, se non ho troppo da fare. Sai, non troppi sfidanti e
tutto il resto.”
“Certo.”
Serena sorrise. “In ogni caso, grazie per l’invito, ci
vediamo in giro.”
“Ciao…”
Misty
la seguì con lo sguardo mentre si allontanava, picchiettando
il cucchiaio sulla coppa. Forse ne avrebbe ordinata un’altra.
In
un primo impatto, Serena sembrava essere una persona davvero carina,
oltre che talentuosa. Inoltre, vi era quella forte determinazione
nell’impressionare un ragazzo che le piaceva. Ad alcuni sarebbe
potuto sembrare infantile e cliché, ma Misty pensava che fosse
ammirevole, dopotutto, lei sapeva molto bene quale fonte di
motivazione potesse essere il fare qualcosa non solo per sé,
ma anche per qualcun altro.
Un
paio di giorni più tardi…
Nei
giorni seguenti Misty era così impegnata a battagliare
sfidanti alla Palestra che non trovò un attimo libero per
visitare Serena.
Quel
pomeriggio però la fortuna era dalla sua parte, le sue sorelle
avevano programmato uno show acquatico perciò lei era libera.
Serena aveva detto che sarebbe rimasta per un po’, perciò
con un altro po’ di fortuna l’avrebbe ancora trovata.
Lasciò
la bicicletta nel parcheggio e la incatenò, poi trotterellò
su per le scale.
“Spero
di essere in tempo.” borbottò, dandosi mentalmente uno
scappellotto per non aver scambiato dei contatti con Serena quando ne
aveva l’occasione.
La
fortuna era ancora dalla sua parte: alla reception, la vide
conversare con l’infermiera Joy, mentre le porgeva quelle che
sembravano essere delle scatole.
Emise
un sospiro di sollievo: la sua nuova amica non se n’era andata.
“Hey,
Serena!” chiamò. La Performer si voltò e la vide.
“Ah,
Misty.” Serena le sorrise. “A quanto pare non è
più necessario, infermiera Joy.”
“Be’,
questo ci semplifica le cose.” Joy recuperò da sotto il
bancone le due scatole e Misty notò come fossero ordinatamente
decorate, una di loro aveva persino quello che pareva un biglietto.
“Misty,
sono contenta di vederti. Sei giusto in tempo, stavo per andarmene.”
“L’avevo
immaginato.” La rossa si grattò la testa. “Che
svampita, avrei dovuto darti modo di contattarmi alla gelateria.”
“Sarebbe
stato conveniente, anche se progettavo di lasciarti un indirizzo qui,
nel caso me ne fossi già andata quando avessi avuto il tempo
di venire.”
“In
ogni caso, non credo ci sia niente di male nel farlo adesso. Ah…
infermiera Joy, hai niente con cui possa scrivere?”
“Certo,
ecco… tieni.” estrasse dal grembiule una penna e dei
foglietti e glieli porse. La rossa scrisse in fretta e diede il
foglietto a Serena, restituendo il materiale e ringraziando.
“Il
mio numero, e quello della Palestra. Oh, e il mio indirizzo mail,
così possiamo rimanere in contatto.”
“Grazie,
davvero.” Serena ripose il foglietto nella pochette e afferrò
le due scatole per darle a Misty.
“In
verità anch’io ho qualcosa per te. Volevo ringraziarti
come si deve per l’invito alla pasticceria, perciò ho
fatto questi per te. In questa scatola c’è una torta e
questa ha delle meringhe per i tuoi Pokémon. Mi hai detto che
sono Pokémon d’acqua, perciò le ho preparate
specificatamente per loro. Spero gli piacciano.”
“Oh
wow, è davvero gentile da parte tua, grazie.” Misty
accettò le scatole con riconoscenza.
“Ah,
e i miei contatti sono sul biglietto. Ci ho messo anche il mio canale
PokéVision, nel caso volessi seguirmi.”
“Bella
idea, così posso tenermi aggiornata sulle tue attività.”
“Bene,
infermiera Joy, grazie per tutto, è tempo che vada.”
Serena fece un piccolo inchino.
“Fai
buon viaggio.” rispose l’infermiera con un sorriso.
Uscendo
dal Centro Pokémon, Misty decise di accompagnare Serena fino
all’uscita della città, per chiaccherare ancora un po’.
All’occhio esterno, non sembravano due ragazze che si erano
appena conosciute, ma quasi migliori amiche, dal loro atteggiamento
affettuoso e allegro.
Lungo
la strada, Misty non poté trattenersi dall’assaggiare la
torta. Serena le disse di servirsi pure, dopotutto l’aveva
fatta per lei.
“Mmmmh,
è deliziosa” disse la rossa. “Davvero l’hai
fatta tu?”
“Non
vorrei vantarmi, ma me la cavo bene a cucinare.”
“Wow,
non sarei in grado nemmeno se ne andasse della mia vita.”
scherzò Misty. “Chiunque sia il ragazzo che ti piace,
sarà davvero fortunato se potrà mangiare così
regolarmente.”
“Lo
spero” disse Serena. “E’ sempre stato goloso, so
quanto adori il cibo. In grandi quantità.”
“Mi
suona familiare” rise Misty. “E parlando di golosi, dovrò
tenere questa nascosta dalle mie sorelle. Sono nel mezzo di una delle
loro diete e se dovessero anche solo sentirne l’odore non credo
riuscirebbero a trattenersi. E poi mi addosserebbero la colpa.”
Serena
ridacchiò. Pareva che Misty avesse un rapporto particolare con
le sue sorelle. Sembrava essere la mosca bianca della famiglia, da
quanto le aveva raccontato.
“Be’
qui ti devo lasciare.” disse Misty, una volta raggiunta la
periferia della città.
“Già,
me ne andrò da sola con i miei Pokémon ,dobbiamo
prepararci per la competizione finale.” replicò Serena.
“Ma prima devo fare un’altra cosa.”
“Uh?”
“il
compleanno di un amico è tra poco, ma sarà lo stesso
giorno della competizione, perciò penso che gli farò
visita per dargli il mio regalo in anticipo.”
“Uh
uh, e questo tuo amico… è il ragazzo per cui hai perso
la testa?” Misty chiese interessata.
“Ah,
be’… sì, è lui.” rispose Serena,
arrossendo e giocherellando con la punta delle dita. Misty socchiuse
gli occhi e le sorrise. Qualcuno qui era davvero infatuato.
“In
tal caso, ti auguro fortuna sia per la competizione che con il tuo
ragazzo.”
“Grazie…
potrei farti visita quando passo nuovamente di qui.”
Dopo
aver scambiato gli ultimi saluti con la sua nuova amica, Misty pedalò
verso la Palestra, mentre Serena si incamminò lungo la strada.
Era veramente eccitata alla prospettiva di vincere nella regione
Kanto. Forse, con un po’ di fortuna, lui l’avrebbe vista
in televisone.
Una
volta che si fu allontanata dalle ultime case di Celestopoli,
estrasse una sfera Poké dalla pochette e richiamò il
Pokémon al suo interno.
“Viwni
a prendere un po’ d’aria.” e la attivò.
“Ninja!”
Il
Pokémon che emerse era un Greninja, anche se il suo aspetto
era un po’ diverso da quello consueto per la sua specie, a
causa di alcuni dettagli in rosso e nero sul muso, e un grosso
shuriken sul dorso fatto interamente d’acqua.
Serena
sorrise. “Sono certa che Ash sarà molto contento di
vederti.”
Non
sapeva se fosse stato il destino a farle incontrare il Greninja di
Ash, ma non si sarebbe lamentata. La rana ninja aveva trascorso gli
ultimi quattro o cinque anni a perlustrare ogni angolo della regione
Kalos, per eliminare definitivamente ogni traccia rimasta del Team
Flare.
Serena
aveva la strana sensazione che, una volta completato il suo compito,
Greninja fosse venuto a cercare lei di proposito, cosicché
l’aiutasse a ricongiungersi con il suo allenatore.
Sarebbe
stato quello il suo regalo per Ash. Non aveva alcun dubbio che il
ragazzo sarebbe stato felice di ritrovare un amico dopo tanto tempo.
Tre
mesi dopo…
Anche
se Misty e Serena non si videro più di persona dopo quel
giorno, la Performer-Coordinatrice prese l’abitudine di
chiamare frequentemente la Palestra per farsi sentire, di solito una
o due volte la settimana. Nel frattempo, Misty, inizò a
seguire il canale della ragazza per rimanere informata sulle sue
attività. Le piacevano molto i suoi video, al punto che stava
iniziando a ponderare se aprire un proprio canale o no in futuro.
Ovviamente,
il momento clou fu durante il Varietà categoria Master, la
competizione finale per il titolo di Regina di Kanto.
Anche
se Daisy e Lily appoggiavano Violet al 100% (che dopotutto aveva
lavorato sodo per arrivare fin lì), Misty si trovò a
tifare per Serena, e ovviamente fu molto soddisfatta quando la tiara
venne posata sul capo della sua amica e dei suoi Pokémon.
Certo,
Misty non poteva esprimere tale sentimento ad alta voce, casomai
Violet si deprimesse ancora di più (“C’è
sempre il prossimo anno” l’avevano consolata Daisy e
Lily), perciò si limitò ad una chiamata durante la
quale espresse tutta la sua felicità, e chiese a Serena di
passare per la Palestra qualora ne avesse l’occasione così
da potersi congratulare di persona. Serena promise che tempo un paio
di settimane sarebbe venuta a trovarla.
Quel
giorno, Misty era nel mezzo di una battaglia contro uno degli
allenatori che la sfidavano per ottenere la medaglia.
Lo
sfidante non aveva nascoso la sua boria per aver già
conquistato la sua quinta medaglia regionale, e pareva confidare che
il suo team potesse resistere a qualunque cosa la Capopalestra avesse
deciso di sottoporlo.
Misty
dovette ammetter che non se la cavava male: il suo Elctrobuzz
sconfisse Starmie, ma crollò contro Seadra, che poco più
tardi mise doppiamente K.O. anche un Luxio, e i due rimasero con un
solo Pokémon disponibile.
L’allenatore
assunse un’espressione molto soddisfatta quando chiamò
il suo Ivysaur, convinto che avrebbe potuto resistere a qualsiasi
attacco. Senza dubbio non si aspettava che la Capopalestra tirasse
fuori le armi grosse, e ora stava pagando il prezzo per la sua
arroganza.
“Gyarados,
Lanciafiamme!”
“ROAAAAAAARR!”
Dopo
un possente ruggito e un intenso raggio di fiamme, un Ivysaur
mediamente rosolato giacque sconfitto su una delle piattaforme,
incapacitato a rialzarsi, e sul lato opposto a Misty l’allenatore
se ne stava fermo, stupefatto.
“Ivysaur
non può continuare! La Capopalestra si aggiudica lo scontro!”
annunciò Daisy che fungeva da arbitro.
“Non
vale! Come ho potuto perdere così?” esclamò
l’allenatore, richiamando il povero Pokémon, incredulo.
“Tanta
roba per un allenatore che si vanta delle sue cinque medaglie
regionali.” disse Misty, avvicinandosi a Gyarados per
complimentarsi con una piccola pacca sulla testa.
“Non
finisce qui, tornerò!” promise rosso lo sfidante,
pestando i piedi verso l’uscita.
“Sa
perdere con classe” commentò sarcasica Misty,
richiamando Gyarados nella sfera.
“Era
l’ultimo?” chiese Daisy. “Dovremmo chiudere la
Palestra per oggi.”
“Sì,
direi che ne ho abbastanza anch’io.”
Misty
si stiracchiò un po’ le braccia. Magari più tardi
sarebbe andata a farsi una nuotata, per rilassarsi, dato che quel
giorno aveva affrontato cinque battaglie (e le aveva vinte tutte).
Nel
corridoio s’imbatté in Lily, che trasportava la consueta
montagna di posta. La maggior parte erano regali e lettere da parte
di ammiratori, e stava smistando quelle destinate a lei o alle altre
due sorelle.
“Hey,
tappetto, questa è per te.” Lily le lanciò
malamente una busta gialla con il sigillo ufficiale della Lega
Pokémon. Solitamente, tutta la posta proveniente dalla Lega
era specificatamente indirizzata alla Capopalestra.
“Veramente
grata” replicò secca Misty, sia per il fatto di essere
chiamata tappetto che per il lancio della busta. Tuttavia, la sua
irritazione svanì una volta che ne lesse il contenuto.
Nei
mesi passati, la Commissione aveva indetto lotterie con vari premi
per i Capipalestra e altri membri ufficiali, incluse macchine e moto,
premi in denaro, kit storici da allenamento e, come nel caso di
Misty, viaggi. Le veniva offerta una vacanza, dentro o fuori Kanto,
per tre persone con ogni spesa coperta. Tutto quello che doveva fare
era spedire il modulo d’accettazione con il sigillo ufficiale,
i suoi dati e quelli delle due persone che avrebbe portato con sé.
La
domanda era, chi portare?
Non
ci volle molto perché Lily si accorse che qualsiasi cosa
dicesse la lettera, stava facendo in modo che la sua sorellina
sorridesse come un’idiota. La ragazza dai capelli rosa
solitamente non riusciva a trattenersi dal ficcare il naso negli
affari della ragazza più giovane, specialmente quando le
capitavano cose belle.
“Dico,
perché sorridi in quel modo?”
“Niente”
Misty premette velocemente busta e lettera contro il petto per
proteggerle.
“Non
si sorride in quel modo per niente.
Cosa ti hanno mandato?” insistette Lily.
“Non
sono affari tuoi. Me l’ha mandato la Lega, perciò è
mio.”
“Non
essere così cattiva, fammi vedere.” Disse l’altra,
pronta a balzarle addosso, ma Misty si ritrasse.
“Ho
detto no. No, Lily, ho detto no!”
Misty
allontanò la mano con la lettera, usando l’altra per
tenere Lily lontana. Nonostante fosse la più giovane, Misty
era avvezza allo sforzo fisico più delle altre e nonostante
gli sforzi, Lily non riusciva a contrastarla. Misty non l’avrebbe
permesso, dato che non appena avesse visto il contenuto, Lily avrebbe
voluto condividere. E l’idea che avevano le tre sorelle del
condividere era Ciò che è tuo è nostro, e ciò
che è nostro è nostro.
“Fammi
vedere, fammi vedere” cantilenava Lily protendendo le braccia.
“Ho
detto no, smettila!”
“Hey,
hey, che succede qui?”
A
Misty ci volle qualche secondo per rendersi conto che la lettera non
era più in mano sua, ma in mano a Daisy.
“Daisy
ridammela!” strillò Misty, ma come lei era riuscita a
tenere Lily lontana, Daisy fece lo stesso con poco sforzo, l’altra
sorella colse l’occasione per afferrarla sotto le ascelle così
da facilitare le cose alla maggiore. Misty prese a scalciare. “Baro!
Lasciami andare!”
“Cosa
abbiamo qui? Oh, guarda un po’…” gli occhi di
Daisy brillarono mentre leggeva ad alta voce.
Congratulazioni,
lei è una dei fortunati vincitori della Lotteria Annuale
indetta dalla Commissione Lega Pokémon, e il suo premio è
una vacanza tutto compreso per tre persone in una località
turistica di sua scelta, all’interno o all’esterno della
regione Kanto, inclusa la permanenza in hotel e la partenza a bordo
della nave da crociera S. S. Anne in partenza dal Porto di
Aranciopoli. Incluso nella busta troverà il modulo di
accettazione che richiede il sigillo ufficiale della Palestra e le
informazione delle tre persone che parteciperanno al viaggio. Il
modulo deve essere spedito entro dieci giorni lavorativi dopo aver
ricevuto il messaggio affinché sia valido.
Sinceramente,
la Segreteria Generale della Commisione Lega Pokémon.
“Vacanza
pagata? Totalmente pagata? Qualsiasi destinazione? Crociera d lusso?”
esclamò Lily lasciando andare Misty e avvicinandosi per vedere
coi propri occhi.
“Wow,
Lily, non credevo fossi in grado di processare così tante
informazioni. E tu, ridammi qui.” strappò la lettera
dalle mani di Daisy.
“Misty,
è grandioso!” Lily si trasformò istantaneamente
in una bambina che apriva i regali di Natale. “Ti prego porta
me, porta me!”
“Calmati.”
disse Misty. “Il premio è mio e decido io chi portare.”
“Aaaaw,
non fare la cattiva” piagnucolò Lily. “Hai due
altri posti, è così difficile fare contenta la tua
sorella grande? E poi, a Violet servirebbe una distrazione del genere
dopo il fiasco del Varietà categoria Master.”
“Dovevi
ricordarmelo?” chiese Misty.
Dopo
la competizione, Violet aveva trascorso un’intera settimana col
broncio per il fatto che non solo aveva perso, ma aveva perso contro
Serena di nuovo, e la cosa le rodeva non poco.
D’altro
canto, Misty sentiva che con tutto il duro lavoro che svolgeva alla
Palestra si meritava una bella vacanza e non aveva nessuna intenzione
di portarsi dietro l’afflitta sorella. Le conveniva assegnare
quei due posti in fretta.
“Ho
già pensato a chi portare” disse in tono fermo. “E
mi spiace dire che non è nessuna di voi.”
“Eeeeeh?
Oh, andiamo, non fare così. Chi altri potresti portare?”
“Se
dovessi fare una supposizione, direi che il primo della lista è
un certo allenatore di Biancavilla” disse Daisy quasi in
maniera non intenzionale. Ma Lily afferrò al volo.
“Ash?
Va bene, Misty può portarsi il fidanzato ma c’è
un altro posto ed è mio.”
“Per
l’ultima volta, Ash non è il mio fidanzato!” Misty
arrossì furiosamente, anche se in fondo sperava di non dover
dire così. “E che ne è di Violet e del suo
bisogno di distrazione?”
“Oh,
sopravviverà.” replicò Lily. “Avanti,
Misty, sii carina con la sorellona e condividi.”
“Già.
così come voi tre condividete tutto con me” infierì
Misty. “No, signorina, nessuna di voi viene con me. Non appena
avrò trovato qualcuno per il terzo posto invierò il
modulo.”
“Misty,
sei così crudele!”
In
quel momento, il citofono della Palestra suonò, ma con Lily e
Misty che discutevano e Daisy che si divertiva a guardarle, fu Violet
che andò a rispondere.
Non
dell’umore migliore, premette il bottone del Solo Audio prima
di parlare, dato che nelle sue condizioni non le importava molto di
chi ci fosse dall’altra parte.
“Chiunque
tu sia, la Palestra è chiusa per oggi. Se sei qui per sfidare,
torna domani, cortesemente.”
“Non
sono qui per sfidare” rispose
una voce femminile “sono
un’amica di Misty, posso entrare?”
“Oh,
aspetta un attimo, allora.” Violet si girò per chiamare
la sorella. “Hey tappo, hai visite!”
“Fai
entrare, di’ che sarò lì tra un minuto!”
strillò indietro Misty.
Violet
si diresse verso la porta per aprire. Si trovò davanti una
ragazza dall’aspetto familiare, e la riconobbe in fretta
nonostante il diverso abbigliamento. E non era contenta di vederla.
“Tu!”
esclamò “Cosa ci fai qui? Non mi hai tormentato
abbastanza?”
“Eh…
come?”
“Non
ne hai avuto abbastanza di umilarmi? Sei venuta a sbattermi la
vittoria in faccia?”
“Violet,
che succede? Ti pare il modo di accogliere i visitatori?” Misty
si precipitò all’ingresso.
“Tu
che dici? Perché sarebbe qui altrimenti?” protestò
la ragazza dai capelli blu.
“Forse
perché è amica mia?” disse Misty, interponendosi
tra la sorella e l’altra, come a proteggerla.
“Hey,
Serena, è bello vederti. Ti prego di perdonare le maniere di
mia sorella, le brucia ancora l’aver perso il titolo di Regina
di Kanto.”
“Figurati…”
la Performer fu sollevata dall’arrivo dell’amica in sua
difesa.
“Un
momento, da quand’è che voi due siete pappa e ciccia,
esattamente?” chiese Violet un po’ alterata.
“Um,
dalla prima volta che ti ha sconfitto, in effetti.” Misty si
avvicinò per abbracciare forte Serena. “Congratulazioni,
sei la Regina di Kanto adesso. Ho visto la tua ultima presentazione
con PokéVision, è stata fenomenale.”
“Grazie”
Serena sorrise. Sciogliendosi dall’abbraccio, estrasse un
cestello dalla pochette. “Hey, ho ho portato dei muffin per te
e le tue sorelle, e delle meringhe per i tuoi Pokémon.”
“Ha,
credi di poterci conquistare con dei dolcetti?” sibilò
Violet. “Per piacere, per chi ci hai preso?”
“Violet,
lévati quel broncio.” disse Misty. “Serena, perché
non vai in salotto mentre io preparo del té da bere coi
muffin? Violet, tu vai con lei e per Arceus, controllati almeno
finhcé non vi raggiungo.”
“D’accordo,
sorellina, agli ordini” rispose Violet secca.
Serena
la seguì in salotto. La ragazza le disse di accomodarsi da
qualche parte nell’attesa. Cercando di diradare un po’
l’ostilità, Serena estrasse timidamente i muffin e tentò
di porgerli a Violet come un’offerta di pace. La secondogenita
era un po’ riluttante, ma dato che non erano più a
dieta, decise che provarne uno non avrebbe causato mali. Per il
sollievo della Performer, i dolci ebbero l’effetto desiderato,
dato che Violet ammise quanto fossero buoni e le fece i complimenti
quando disse di averli cucinati lei stessa. In ogni caso, Violet mise
in chiaro che non l’aveva ancora perdonata per averla sconfitta
e Serena dovette accettare la cosa.
“Scusate
per l’attesa.”
Misty
portò con sé un vassoio col servizio da té e le
altre due sorelle, che si sedettero mentre Misty sistemava le tazze
sul tavolino e iniziava a servire il té, e Serena ne seguì
l’esempio iniziando a servire i muffin.
Mantre
stava per addentare il suo, però, vide qualcosa sul muro di
fronte a sé. Nello specifico, un murale composto di
fotografie.
Misty
notò il suo sguardo e il muffin intatto.
“Qualcosa
non va, Serena?”
“Quelle
foto… ti dispiace se le guardo?” chiese con voce
insicura.
Misty
rimase un po’ perplessa alla peculiare richiesta, ma non pensò
che avrebbe causato mali. Serena, nel frattempo, sapeva di doversi
avvicinare per essere sicura. Scrutando da vicino, riconobbe una
Misty più piccola, di circa dodici o tredici anni, con i
capelli raccolti in una coda laterale. Eppure quello che la sorprese
di più fu vedere in quasi tutte le foto anche un ragazzino,
più basso di Misty, con disordinati capelli corvini e chiari
occhi castani, un cappellino da baseball rosso e bianco e, tratti più
particolari di tutti, un Pikachu sulla spalla e dei segni a forma di
saetta sugli zigomi.
Poteva
essere? Era lui?
“Misty…
questo ragazzino nelle foto con te…”
“Ash?
Cos’ha che non va?” chiese Misty, ancora perplessa.
“Ash?
Il suo cognome, per caso… è Ketchum? E viene da
Biancavilla?” Non erano vere domande, Serena conosceva già
le risposte.
“Sì,
come lo sai?” chiese Misty di rimando “Lo conosci?”
“Sì,
potremmo dire così.” Serena ebbe d’un tratto una
brutta sensazione. “Uh, Misty? Ricordi di cosa abbiamo parlato
la prima volta che ci siamo incontrate? Di un ragazzo che mi piace?”
“Sì,
cosa c’entra con…” subito, le rotelle nella testa
di Misty presero a girare, e non le ci volle molto per capire la
questione.
“Mi
stai dicendo che -no, non dirmi che, tu… Ash?”
Ancora
una volta, il silenzio di Serena fu tutta la risposta di cui Misty
aveva bisogno.
Non
poteva crederci. E di colpo, tutto acquistò un senso. Il
ragazzo di cui Serena parlava, era qualcuno che lottava per i suoi
sogni e non si arrendeva mai, qualcuno che l’aveva ispirata a
seguire il suo esempio. Proprio come Ash aveva ispirato Misty nel
tempo in cui avevano viaggiato insieme, anche se non l’avrebbe
mai ammesso ad alta voce. Serena l’aveva descritto come un
goloso senza speranza. E Misty sapeva che, se mai c’era
qualcosa che potesse sorpassare i Pokémon nella lista di
priorità di Ash, quella cosa era il cibo.
Nel
frattempo, il trio delle Sorelle Sensazionali si scambiava occhiate.
Non era un segreto per loro quanto orgoglio portasse a Misty l’essere
“la migliore amica di Ash Ketchum” , e quanto, nel
profondo, lei desiderasse essere qualcosa di più per lui
(inutile quante volte lo negasse in pubblico).
Sapevano
anche quanto fosse sensibile sull’argomento Ash, e sulla
possibilità che ricevesse attenzioni da qualche altro
esemplare femmina della specie.
Senza
pronunciare una sola parola, le tre intuirono che il messaggio era
Voleranno scintille e mazzate, meglio svignarsela mentre possiamo,
e lasciarono la stanza alla chetichella.
La
Performer ebbe una netta sensazione di gelo, e che rimanere sola con
la Capopalestra non fosse la migliore delle idee.
“Non
avevo idea… che anche tu conoscessi Ash.” disse infine.
“Già,
lo conosco bene.” replicò la rossa. “Il mondo è
più piccolo di quanto pensassi. Perciò, il ragazzo che
ami, è Ash?”
“Sì,
è lui.” Serena si irrigidì un po’. “Quindi
anche tu hai viaggiato con lui.”
“L’ho
incontrato all’inizio del mio percorso come allenatrice. Era un
novellino anche lui, allora. Bei tempi.”
“Capisco.”
sussurrò Serena. Osservando ancora le foto, ebbe l’urgenza
di fare quella domanda,
nonostante non fosse sicura di voler sentire la risposta.
“Misty…
tu ed Ash, siete… vicini?”
“Quando
dici vicini, intendi…vicini
vicini?”
Misty enfatizzò le ultime parole accompagnandole con un gesto
delle dita. La ragazza di Kalos annuì.
“Scusa,
non volevo impicciarmi, ma ho bisogno di sapere…” Serena
arrossì intensamente, incapace di pronunciare le parole. Misty
in ogni caso non aveva bisogno di sentirle, poteva immaginarle.
“Ci
sono due risposte per quella domanda” disse. “Primo, ti
dirò, sì. Ash e io siamo vicini. Amici molto stretti.”
Serena
tentò di non mostrarlo all’esterno, ma sentì un
gran sollievo diramarsi in tutto il corpo. Significava che Misty e
Ash non stavano insieme. Tuttavia, la seconda risposta doveva ancora
arrivare, e aveva una mezza idea di cosa poteva essere.
“E
secondo, giusto per essere chiari… be’, credo che senza
le mie sorelle in giro possa dirlo. Sì, io… anch’io
amo Ash.”
Era
fatta. L’aveva ammesso a voce alta, infine. Ed era ironico che
le fosse venuto così facile di fronte ad un’altra
ragazza che aveva lo stesso interesse per Ash Ketchum.
Scosse
la testa. “Senti, che ne dici se prima ci mangiamo i muffin,
beviamo il té, e poi ne parliamo con calma? Giusto per essere
sicura… che le mie sorelle non stiano origliando. Credo sia
una questione molto personale.”
“Suona
bene” concordò Serena. Nemmeno a lei sarebbe piaciuto
essere spiata in quel momento.
Entrambe
si accomodarono nuovamente, pronte a ingurgitare i muffin così
da poter essere libere di parlare.
“Mmmmh,
sono fantastici.” asserì Misty dopo un morso ad un
muffin al cioccolato con crema alle fragole. “Un giorno dovrai
insegnarmi a farli.”
“Con
piacere. Posso avere un altro po’ di té?”
“Sicuro.”
Misty prese la teiera e ne versò un po’ nella tazza a
Serena, prima di addentare nuovamente il muffin.
Prima
finirono i muffin, poi il té, e poi Misty chiese alle sorelle
di lasciare la Palestra.
Avevano
deciso che sarebbe stata una conversazione privata, e si sarebbero
assicurate ce lo fosse.
Un
po’ dopo…
Normalmente
Daisy, Lily e Violet non si curavano di Misty quando cercava di dar
loro indicazioni, ma sapevano che quando di trattava di Ash,
incappare nell’ira della sorella più giovane equivaleva
al suicidio. Perciò, nessuna di loro si oppose e si
affrettarono a lasciare la Palestra. Misty sentì Violet
sussurrare a Daisy, mentre uscivano: “E il sangue chi lo
pulisce?…”
Misty
non si offese molto per il commento. Un po’ di tempo fa,
qualche anno addietro… l’idea avrebbe potuto
attraversarle la testa. Ma col passare degli anni era cresciuta,
maturata, e la ragazzina pronta a saltare addosso a qualsiasi altra
che avesse provato ad avvicinarsi al ragazzino era rimasta indietro.
Certo questo non impediva a Serena di sentirsi un po’ inquieta,
forse in Misty c’era ancora qualche traccia della furia gelosa.
Almeno
non era scappata a gambe levate, e una volta che la Palestra fu vuota
e silenziosa, una volta che ebbero superato lo shock, erano pronte a
raccontarsi le rispettive storie.
Il
mondo era davvero piccolo. Chi l’avrebbe detto che entrambe
conoscevano e provavano sentimenti per lo stesso ragazzo?
“Ok,
comincio io, o vuoi cominciare tu?” offrì Misty
sedendosi di fronte a Serena.
“Puoi
chiedere tu per prima, se vuoi” disse Serena timidamente.
“Credo
che dovremmo cominciare dall’inizio. Come hai conosciuto Ash?”
“Oh,
dovevamo avere circa… direi cinque o sei anni, credo.”
Serena inizò a rievocare. “Mia mamma mi portò a
Biancavilla per un campo di addestramento al laboratorio del
professor Oak. Ad essere onesta, non volevo nemmeno andare.”
“Wow,
dev’essere stata dura” commentò Misty “Vai
al bello.”
“Ci
sto arrivando, non mettermi fretta” rispose Serena. “Comunque,
quando ci siamo addentrati nella foresta, ho perso di vista il
gruppo. Poi un Poliwag è sbucato dai cespugli, mi ha
spaventato e sono caduta facendomi male al ginocchio. In quel
momento, l’unica cosa che volevo fare era piangere… e
poi, è comparso lui.”
Misty
non trattenne un sorriso. In una delle sue visite a Biancavilla,
Delia le aveva mostrato delle foto di Ash da bambino, ed era
adorabile, e Serena aveva avuto l’occasione di vederlo di
persona. In verità, era un po’ gelosa di lei perché
l’aveva incontrato allora, lei avrebbe dato qualunque cosa per
vederlo così.
“E’
stato così strano… non mi conosceva nemmeno, ma ha
bendato il mio ginocchio col suo fazzoletto senza pensarci due volte
e mi ha aiutato a ritrovare il gruppo” continuò Serena.
“Non dimenticherò mai quel momento, né le parole
che mi disse. Non arrenderti. Lotta fino alla fine.”
“Suona
decisamente come l’Ash che conosco io” Misty sorrise.
“Chi l’avrebbe detto? Quindi anche allora aveva
l’abitudine di aiutare gli sconosciuti.”
“Lo
so. Anni dopo, quando lo vidi in televisione e scoprii che era a
Kalos, non potevo crederci. Tutto quello che sapevo era che dovevo
ritrovarlo e ringraziarlo come si deve per la sua gentilezza. Non gli
avevo nemmeno detto il mio nome, né come rimanere in contatto.
Mi sentii così stupida.”
“Così
hai finito per metterti in viaggio con lui” completò
Misty. “Che esperienza è stata?”
Serena
sospirò. “La cosa migliore che potesse capitarmi. Ad
essere sincera, i primi mesi non avevo idea di cosa volessi. Ero
contenta per il solo fatto di essere con lui, ma… col tempo
realizzai che qualcosa doveva cambiare. Lui aveva un sogno, un
obiettivo chiaro da raggiungere. Capii che dovevo trovarmi un sogno,
qualcosa per cui valesse la pena lottare.”
“Ed
è così che hai iniziato coi Varietà Pokémon”
dedusse Misty. “Be’, direi che sei andata alla grande.
Prima Regina di Kalos, e adesso Regina di Kanto.”
“Tutto
grazie a lui, Ash che mi ha dato l’ispirazione” disse
Serena gioiosa. “Va bene, ti ho raccontato la mia storia, ora
tocca a te.”
“Ti
chiedo solo di non ridere” la avvertì Misty. “Il
mio primo incontro con Ash non potrebbe essere più diverso dal
tuo. Che tu ci creda o no, l’ho pescato dal fiume.”
“L’hai…
pescato? Mi prendi in giro?”
“No,
sono seria. L’ho letteralmente pescato.” confermò
Misty, e la sua espressione disse a Serena che non era uno scherzo.
“Ero
seduta sulla riva, cercando di catturare qualche Pokémon
d’acqua, e all’improvviso qualcosa… abboccò.
Ma quando lo tirai fuori, per mio disappunto -allora, eh- era solo
una ragazzetto corvino con un Pikachu ferito. Per farla breve,
stavano scappando da uno stormo di Spearow selvatici a cui in qualche
modo avevano dato fastidio, ed era così disperato che mi rubò
la bicicletta.”
“Oh,
però.” Serena si coprì la bocca con la mano,
incerta su cosa pensare. Misty, in ogni caso, non lasciò che
si facesse idee sbagliate.
“Non
pensare male, ti prego. Era all’inizio del viaggio e stava
cercando di tenere Pikachu al sicuro. D’altro canto, avrebbe
potuto fare in modo che la mia bici non venisse carbonizzata.”
Roteò
gli occhi. era strano, rievocare quei momenti con un misto di rabbia
e ilarità. “Non lo nego, all’inizio ero davvero
arrabbiata con lui. Ma col tempo… inizia a dimenticarmi di
usare la bici come scusa per rimanerci insieme.”
“Com’era
Ash, all’inizio?” Quando Serena l’aveva ritrovato,
era già un allenatore esperto. Misty, invece, l’aveva
conosciuto quando era un novellino.
“Era
immaturo, goffo e testardo, e non pensava mai prima di fare qualcosa.
Giuro, certe volte l’avrei picchiato.” L’espressione
di Misty si addolcì. “Eppure, c’era qualcosa…
qualcosa in lui che mi attraeva. Non so se fosse il suo amore per i
Pokémon, l’invincibile determinazione del raggiungere i
propri obiettivi, o il fatto che nonostante a volte non usasse la
testa, il suo cuore era sempre al posto giusto.”
Su
quello, entrambe si trovavano d’accordo. Anche se avevano
conosciuto Ash in momenti diversi della sua vita, c’era
qualcosa che non potevano negare. Se c’era una sola
caratteristica di Ash che trovavano attraente, era il suo essere
empatico, disposto ad aiutare gli altri con tutto se stesso senza
aspettarsi nulla in cambio, umani e Pokémon che fossero. E una
valida concorrente era la determinazione, il coraggio che aveva
ispirato entrambe.
“Dev’essere
stato divertente” mormorò Serena.
“Sì,
lo ammetto. Anche tutti i guai che abbiamo passato ora sono bei
ricordi” disse Misty. “Forse è per quello che
dirgli arrivederci è stato così difficile.”
“Mi
trovi d’accordo.”
Misty
se ne rimase in silenzio per un po’ prima di continuare, mentre
Serena aspettava, ascoltava.
“Serena,
credi nel destino?”
“Destino?”
“La
prima volta che ci siamo separati, ho detto ad Ash che aver preso
all’amo lui e Pikachu è stata una coincidenza. Ma Ash mi
disse che lui non pensava fosse stata una coincidenza. Secondo lui,
forse eravamo destinati ad incontrarci ed essere amici.”
“E’
strano che tu lo dica, perché anch’io la penso in questo
modo” Serena annuì. “Nemmeno io credo sia stata
una coincidenza incontrare Ash al campo.”
Forse
qulcun altro le avrebbe deifinte coincidenze o casualità, ma
per loro non lo erano affatto. Il Fato aveva messo Ash sul cammino di
entrambe per una ragione, e nessuna delle due poteva immaginare quali
sarebbero state le loro vite se non avessero mai incontrato il
ragazzo.
“Gli
hai mai detto quello che provi?” chiese Serena per rompere il
silenzio scomodo.
Misty
sospirò. “Non ho il coraggio di farlo” ammise,
vergognandosi un po’. “Se c’è una cosa di me
che non mi piace, è che trovo molto, molto difficile parlare
dei miei sentimenti. Perlomeno quando si tratta di Ash. Quello che mi
conforta, in qualche modo, è pensare che in fondo lui lo sa, e
non c’è bisogno che io dica nulla.”
“Non
credo che dovresti darlo per scontato” disse Serena. “Se
non puoi dirlo con le parole, dev’esserci pure un altro modo.”
“Del
tipo? Piazzarmi davanti a lui e dargli un bacio?” buttò
lì Misty.
“Perché
no? Dopotutto io-” Serena tacque e si coprì la bocca con
la mano, realizzando che dire una cosa del genere sarebbe stato
quantomento rischioso. Ma Misty aveva capito, e aveva socchiuso gli
occhi.
“Serena…
cosa savi per dire, esattamente?”
Serena
deglutì, incerta su cosa rispondere sotto lo sguardo glaciale
della rossa.
“Non
dirmi che… hai baciato Ash?!”
La
Performer sentì un brivido gelido lungo la schiena. L’occhiata
di Misty era veramente paurosa e non c’era scampo nel mentire.
Congiungendo le mani e serrando gli occhi, decise di dire tutto e
pregare di non essere uccisa sul posto.
“Non
sulla bocca, lo giuro! Non sulla bocca!” esclamò.
Se
ne rimase immobile, come ad attendere che Misty le balzasse addosso o
la cacciasse via, ma dopo qualche secondo di silenzio, aprì
gli occhi e colse l’espressione enigmatica della rossa.
“Rilassati,
non ti caverò gli occhi.”
Serena
abbassò le mani nonostante il tono non fosse dei più
concilianti.
“Non
sulla bocca, uh? Ma allora…”
“E’
stato quando ci siamo salutati all’aereoporto di Kalos”
si affrettò a spiegare Serena. “Dopo che il nostro
viaggio era giunto al termine, decisi di tentare la sorte in Hoenn.
ma quando mi avviai agli ascensori… non potevo lasciarlo così.
Sapevo che non ci saremmo rivisti per tanto tempo, e che non avrei
potuto avere un’altra chance. Perciò gli sono corsa
incontro…”
“…
e
l’hai baciato?” concluse Misty. Serena arrossì nel
ricordare, ma proseguì imperterrita.
“Per
quanto mi piacerebbe, non ruberei un bacio sulle labbra ad Ash se non
fossi sicura al cento per cento che ricambierebbe” asserì.
“Anche se, ci sono andata vicino. Se qualcuno ci avesse visto
da dietro, non avrebbe notato la differenza. Ma al momento non
m’importava. Non m’importava se non sentiva le stesse
cose. Volevo esprimere i miei sentimenti, e quanto fossi riconoscente
per tutto quello che aveva fatto per me.”
“Cavolo,
quella sì che è stata una mossa rischiosa”
osservò Misty. “Sono invidiosa, non sarei mai stat in
grado di fare una cosa del genere.”
“Non
puoi essere seria.”
“No,
davvero” Misty scosse la testa. “Sei riuscita ad essere
sincera con te stessa e con lui, alla fine. Io non ci sono mai stata
in grado. Ti sei guadagnata il mio rispetto, Serena, anche se
mentirei se dicessi che non sono contenta tu non l’abbia
baciato sulla bocca.”
“Ti
assicuro che soffocare l’impulso non è stato facile”
disse Serena. “Ma sai, non potevo farlo, non era giusto.
Quindi… posso essere certa che non cercherai di strangolarmi?”
“Un
tempo, avrei fatto proprio quello” replicò Misty in tono
secco. “Sarò schietta, anche se una parte di me è
contenta che tu non l’abbia propriamente baciato, un’altra
è indignata dal fatto che comunque l’hai baciato in
qualche modo.”
“Mi
dispiace, ma… puoi biasimarmi?” chiese serena, cercando
di non farsi intimidire. Troppo.
“No,
ed è questo il problema. Non potrei anche se lo volessi”
Misty finalmente si rilassò.
“Quando
viaggiavamo insieme, ero gelosa di Ash anche se non eravamo, insomma,
insieme. Ogni qualvolta un’altra cercava di avvicinarlo facevo
in modo che invece lei se ne andasse. Ma con te… con te è
diverso.”
“Perché
dici così?” Serena non capiva.
“Serena,
mi piaci” disse Misty con sincerità. “Sei una
ragazza simpatica, una delle persone più dolci che abbia mai
incontrato. Non posso darti contro solo perché ti sei
affezionata ad Ash per le stesse ragioni per cui l’ho fatto io.
Sarebbe meschino se ti impedissi di avere la tua occasione.”
“Sono
felice che la pensi così” Serena sorrise. “Anche
tu mi piaci, e mi dispiacerebbe un sacco se dovessimo, ecco…”
“Senti,
mettiamo le cose in prospettiva.” disse Misty. “E’
chiaro che siamo interessate entrambe allo stesso ragazzo. Ciò
significa, ovviamente, che prima o poi diventeremo rivali. Tuttavia,
questo non significa che al di fuori del competere per le attenzioni
di Ash, non possiamo essere amiche.”
“Direi
di sì, ma…”
“Lascia
che ti chieda un’altra cosa. Che progetti hai, ora che hai
vinto il titolo di Regina di Kanto?”
“Oh,
pensavo di prendermi una pausa. Andare da qualche parte e farmi una
vacanza.” La Performer le scoccò un’occhiata. “Ma
cos’ha a che fare con tutto questo?”
“Ma
è perfetto” esclamò Misty. “Ora che sei
qui, puoi aiutarmi. Vedi, poco fa ho ricevuto una lettera dalla Lega
Pokémon. A quanto pare, ho vinto una vacanza per tre persone
in una destinazione a mia scelta. Le mie sorelle non mi lasceranno
mai in pace finché non le porterò con me, ma se tu
prendi uno dei posti, tutti i problemi saranno risolti.”
“Mi
stai invitando?” chiese Serena stupita. “E’ così
carino da parte tua, ma hai detto che ci sono tre posti, sarebbe…
aspetta, stai pensando quello che sto pensando?”
Misty
annuì in risposta.
“Pensala
come un’onesta competizione tra me e te” disse. “Se
portiamo Ash, possiamo trascorrere del tempo insieme. E forse, con un
po’ di fortuna… potremmo fare in modo che scelga una di
noi due. Cosa ne dici?”
Serena
si prese del tempo per pensarci su. A primo impatto non sembrava una
cattiva idea, ma davvero voleva competere con Misty per l’affetto
di Ash? Non c’era il rischio di rovinare la loro amicizia una
volta che Ash avesse scelto? E cosa avrebbe pensato Ash di tutto
questo? Certo, al momento non era presente per esprimere la propria
opinione, ma Serena aveva come l’impressione che Misty non gli
avrebbe comunque dato molto peso.
Ciononostante,
basandosi sul tempo che avevano trascorso insieme, Serena poteva
intuire che Misty non aveva cattive intenzioni, e non sembrava giusto
sprecare una così generosa offerta. Soprattutto dato che aveva
davvero bisogno di una vacanza.
In
ogni caso, nella possibilità che accettasse, c’erano
alcune cose da mettere in chiaro.
“A
delle condizioni, però” disse infine la
Performer-Coordinatrice, una volta presa la sua decisione. “Se
questa sarà una competizione leale, penso ci siano alcuni
limiti da porre.”
“Ti
ascolto” disse Misty.
“Possiamo
tentare di avvicinare Ash, ma non provare a baciarlo. Qualsiasi altro
contatto, abbracci, tenere per mano, è accettabile. Ok?”
“Va
bene, è giusto” replicò Misty. “No baci,
tutto il resto vale. Altro?”
“Se
una di noi vuole passare del tempo da sola con Ash, l’altra
deve rispettarlo. No spiare, no sabotare, niente del genere. E
dobbiamo promettere che non faremo nessuna avance senza
che l’altra lo sappia. D’accordo?”
“Sicuro,
deve esserci una forma di fiducia” rispose la rossa.
“D’accordo, ma non dobbiamo nemmeno abusare di quel
tempo. Per un po’ va bene, ma non, tipo, per un giorno intero.”
“Chiaro.”
Serena annuì. “C’è qualcos’altro che
vorresti aggiungere?”
“Adesso
che mi ci fai pensare, sì” disse Misty. “Se per
una qualsiasi ragione incappiamo in qualcun’altra che dimostra
un… certo interesse per Ash, lavoreremo insieme per
allontanarla.”
“Perché?”
Serena era confusa. Misty era disposta a dare una possibilità
a lei, ma non ad altre?
“Vedila
così” spiegò Misty. “Se io non posso avere
Ash, voglio almeno essere sicura che non cada tra le braccia della
persona sbagliata. Che stia con qualcuna di cui mi fido, qualcuna che
lo renderà felice.”
Misty
strinse forte le mani di Serena. Il messaggio era chiaro, e Serena
non impiegò molto a capire il concetto. In fondo, loro
conoscevano Ash meglio di qualsiasi altra ragazza, e data la natura
di Ash, la possibilità che cadesse tra le grinfie della
persona sbagliata era molto reale. Poteva suonare un po’
egoista da parte loro, ma essendo Ash… be’, Ash, sarebbe
stato per il meglio. Serena non era una persna particolarmente
diretta o aggressiva, e avere Misty come alleata le sarebbe tornato a
favore. La Capopalestra aveva una migliore idea su come allontanare
altre potenziali rivali, perciò sarebbe stato meglio per
entrambe essere dalla stessa parte.
“Non
possiamo lasciare Ash a una qualsiasi, eh?” chiese Misty.
“No,
certo che no” ammise Serena. “In questo caso, hai il mio
completo supporto.”
“Mi
fa piacere sentirtelo dire” Misty sorrise. “E ora, la
cosa più importante. Una volte che Ash avrà fatto la
sua scelta, chiunque sarà, quella che dovrà rassegnarsi
ad essere solo un’amica darà tutto il suo sostegno
all’altra e accetterà l’amore tra di loro. Ed
entrambe saremo sempre presenti per lui, ad ogni costo.”
“Certamente”
concordò Serena. “L’importante è che lui
sia felice. A prescindere da chi rimarrà al suo fianco.”
“Suggelliamo
il patto, allora?” Misty sollevò il mignolo e senza
esitare Serena vi intrecciò il suo.
“Prometti?”
“Prometto.”
Ora
rimaneva solo una cosa da fare. Chiamare Ash e offrirgli il viaggio.
Tutto il resto l’avrebbero lasciato in mano al destino.
Nel
frattempo a Biancavilla…
Il
sole stava tramontando dietro le montagne che circondavano la
cittadina. Anche se cittadina forse non ra più il termine
adatto: negli ultimi anni, si era espansa fino a poter essere
considerata, di lì a poco, una vera e propria metropoli. e la
ragione era il nuovo Parco Lotta sorto due anni prima che attirava
allenatori da ogni dove.
In
quel momento, il suo Asso e proprietario, un ragazzo nei primi venti
dai disordinati capelli corvini se ne tornava a casa dopo una lunga
giornata di lavoro con un Pikachu sulla spalla.
“Ah,
che giornata” Ash Ketchum entrò e Pikachu saltò
dalla sua spalla sul pavimento. “Mamma, sono a casa!”
“La
cena sarò pronta tra pochi minuti!” sentì la voce
di Delia provenire dalla cucina. Il profumo del cibo non fece che
aumentare il suo appetito.
Ash
salì le scale fino alla sua camera, dove si levò le
scarpe e si gettò sul letto, seguito a ruota da un esausto
Pikachu.
Il
suo lavoro era estenuante, ma ne valeva la pena. Anni a viaggiare da
una regione all’altra gli avevano fatto apprezzare il tempo a
casa, e per non trascurare il suo allenamento e l’esperienza
acquisita, aveva deciso di accettare l’offerta di Scott e
diventare un Asso Lotta. Così, venne iniziata la costruizione
del Parco Lotta di Biancavilla. Ma a differenza degli altri Parchi,
il suo fungeva anche da Palestra per gli allenatori che desideravano
sconfiggere la Lega Indigo.
Tutto
questo lavoro aveva procurato un non indifferente profitto per Ash e
sua madre, permettendo loro di espandere la casa e il ristorante di
Delia. Normalmente, il suo lavoro consisteva nell’accettare
sfide da allenatori che volevano conquistare la medaglia della
Palestra, e solo sporadicamente combatteva per il Simbolo del Parco
Lotta. Quegli scontri erano le uniche occasioni in cui richiamava i
suoi Pokémon più forti e sfoggiava tutte le sue
capacità, ed erano riprese e mostrate alla TV locale. Lo
scontro di quel giorno era stato tra i più duri avuti finora.
A
parte tutto, però, Ash sentiva il bisogno di prendersi una
pausa. Certo, dirigere il Parco era un lavoro eccellente che
permetteva a lui e ai suoi Pokémon di rimanere in perfetta
forma, e il profitto non era certo indifferente, ma dopo un po’,
Ash aveva iniziato a sentire un po’ di nostalgia per i viaggi
in compagnia dei suoi amici. Non che volesse imbarcarsi in un’altro
viaggio in giro per le regioni, ma magari prendersi un paio di
settimane per recuperare le forze.
E
mentre si arrovellava, il suono squillante di una chiamata lo
riscosse.
“Ash,
rispondi! Non posso allontanarmi da qui!” chiamò Delia.
“Arrivo!”
Il ragazzo balzò in piedi e volò giù dalle
scale, precipitandosi in soggiorno dove intravide, brillanti sullo
schermo, le parole:“Chiamata:
Palestra di Celestopoli”
Ash
sorrise. Ultimamente era stato così occupato che non aveva
avuto tempo per nessuno dei suoi amici.
“Residenza
Ketchum, parla Ash” disse accendendo il proiettore.
“Ciao,
Ash, è tanto che non ci vediamo.”Una
ragazza comparve sullo schermo, ma non era quella che Ash si
aspettava.
“Serena?”
si riprese in fretta dalla sorpresa. “Come mai chiami da
Celestopoli?”
“Misty
mi ha dato il permesso. Non è giusto, a me non hai mai dato un
numero per chiamarti.”mise
un piccolo broncio.
“Scusa,
io non…” in effetti, pochi dei suoi amici avevano il
numero di casa: la maggior parte doveva cercarlo al Parco e non
sempre era presente. Si ripromise di rimediare.
“Non
mi hai risposto, però. Come mai sei a Celestopoli?”
“E’
passata a salutarmi, ti dispiace così tanto?”Un’altra
voce femminile rispose, e Ash la riconobbe come Misty. La ragazza
comparve al fianco di Serena un attimo dopo.“Come
va, Ash? Troppo occupato al Parco?”
“Un
po’” ammise. “Oggi ho dovuto consegnare il primo
Simbolo da quando l’ho aperto, devo migliorare.”
“Non
sei cambiato per niente”commentò
Misty.“Ash,
volevamo chiederti se per quest’estate hai piani.”
“Piani?”
“Di
sicuro non hai intenzione di rimanertene sempre chiuso in quel Parco.
Devi uscire a prendere un po’ d’aria ogni tanto.”
“Curioso,
stavo proprio pensando di prendermi una vacanza.”
“Oh”Misty
sorrise“Allora
è perfetto, non se d’accordo, Serena?”
Ash
era un po’ confuso. La Performer di Kalos annuì e gli
sorrise.
“Senti,
Ash, avremmo un picoolo favore da chiederti.”
“Sicuro…”
“A
quanto pare, ho recentemente vinto un premio, una vacanza per tre
persone, ma le mie sorelle insistono perché le porti con me, e
io non voglio portarle con me” disse
con tono irritato.
“Se
non trovo qualcuno che prenda il terzo posto disponibile,
diventeranno ancora più insopportabili.”
“Io
ho già accettato”intervenne
Serena“Se
vieni, saremo in tre. Che ne pensi?”
Ash
dovette pensarci su. Misty e Serena gli stavano proponendo di andare
in vacanza con loro, loro tre soli. Da un lato, non era una cattiva
idea.
Ma
Ash era consapevole che entrambe desideravano qualcosa da lui. Era
contento di averle come amiche, ma nessuna delle due era stata
particolarmente sottile con le proprie intenzioni romantiche. E il
fatto che il tempo fose stato fìgeneroso con loro,
trasformandole in due attraenti giovani donne, non semplificava le
cose. Perché aveva come la sensazione che ci fosse qualcosa
sotto?
“Siete
sicure?” chiese “Non ci sono doppi fini in tutto questo,
vero?”
“Per
favore, Ash, che vai a pensare”replicò
Misty con la sua migliore faccia da poker“Non
c’è niente di male nel volersi divertire un po’
tra amici, dico bene?”
“Dici
bene”confermò
Serena.
“Tra
l’altro, gli altri nostri amici in comune sono tutti
occupati”aggiunse
Misty. Era vero, per quanto strano sembrasse, Misty se n’era
assicurata in caso Ash facesse domande.
“Seriamente,
non voglio portarmi dietro le mie sorelle. Mi merito un po’ di
pace.”
“Immagino
di sì” Ash non poteva confutare tale affermazione. Misty
era sembrata così afflitta quando si erano dovuti separare.
“Va
bene, avete vinto. Dove e quando?”
“Se
mando una risposta oggi, la nave partirà da Aranciopoli tra
due settimane”disse
Misty“Fortunatamente
ho già le informazioni di te che mi servono, e Serena mi ha
dato le sue, perciò non resta che scegliere la destinazione.
Magari tu
hai qualche idea?”
“No,
se è il tuo premio, credo sia giusto che scelga tu dove
andare.”
“Va
bene”disse
Misty“Ci
incontreremo ad Aranciopoli tra due settimane. Se conosci la strada,
due settimane dovrebbero bastarti per arrivare.”
“Cosa
dovrebbe significare questo?” Ash aggrottò la fronte.
“Già
lo sai”Misty
gli fece l’occhiolino con fare seducente“Ammetterai
che se non fosse stato per noi, ti saresti ritrovato in mezzo al
deserto più di una volta.”
“Hey!”
“Sono
d’accordo con lei, Ash”aggunse
Serena“Senza
offesa, ma Misty ha ragione, il tuo senso dell’orientamento
lascia un po’ a desiderare.”
“Non
dire così, non è così terribile.” Ash si
ritenne molto offeso. “Sentite, mi serviranno un paio di giorni
per chiudere il Parco e fare i bagagli.”
“Prenditi
il tempo che ti serve, ma ricorda, due settimane. Sei già
legato a noi.”Misty
chiaramente disse l’ultima parte con l’intenzione di
darle un doppio tono per irritarlo. Ma Ash, essendo Ash, non colse.
“Non
ti perdoneremo se non ti presenterai.”
“Hey,
mi è mai capitato di non manetere una promessa?” replicò
Ash.
Le
due ragazze si scambiarono un’occhiata complice, ma non seppero
rispondere, in quanto non era una domanda ma un fatto appurato.
“Ci
vediamo allora, fai il bravo, Ash”disse
Serena.
“Cia’!”esclamò
Misty sventolando la mano prima di riattaccare.
Chiusa
la comunicazione, Ash se ne rimase fermo a pensare. Prendersi una
vacanza con le sue due migliori amiche? Era un’idea niente
male, eppura non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che
quelle due tramassero qualcosa. Oltre al fatto che di colpo, parevano
amiche per la pelle. Quand’era successo?
Aveva
così tante domande da fare, quando le avesse finalmente viste.
“Ash,
cena in tavola!” chiamò Delia. E in quel momento esatto,
lo stomaco di Ash diede un sordo brontolìo.
C’era
una cosa che negli anni non era mai cambiata per Ash Ketchum: non
riusciva a pensare con uno stomaco vuoto, e dato che era ora di cena,
risolse che aveva un sacco di tempo per riflettere dopo che avesse
mangiato. Pikachu era ancora di sopra, perciò si avviò
per recuperarlo. Nell’andare, vide Delia e Mimey preparare la
tavola. Aveva un sacco di cose da raccontare loro.
Non
poteva immaginare le vacanze indimenticabili e intense che si
prospettavano.
Note
della traduttrice: Non essendo molto
pratica del fandom, ho cercato informazioni per quanto riguarda le
traduzioni di nomi particolari (ad esempio Ice Beam = Geloraggio) sul
sito Pokémon Central Wiki. Chiedo venia per eventuali
pasticci, ma EmaBixx dovrebbe averli pazientemente corretti tutti
(anima buona).
L’autore,
Fox McCloude, intende questa oneshot come un prologo. Non so se la
storia effettiva verrà mai tradotta, in ogni caso ci vorrà
del tempo essendo l’autore impegnato con altri lavori e io con
un’altra long in fase di traduzione.
Nel
caso qualcuno desideri avere i propri lavori tradotti e diffusi, mi
trova qui:
http://glhollow.weebly.com
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