Sogni puerili

di M y r t u s
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Tosto, pur con punte dei piedi a ridosso del rigoglio, a tirare le vesti di gioventù sin quando il fisico inasprito accondiscendeva, sigillare le radici in scarpe ottuse perché erano quelle dei vent’anni suoi, sciogliere le curve scomposte dei capelli e, ancora, fuggire la notte di casa- papà dove sei? Ho paura dell’oscurità!- tornarci per vapori mattutini a tasche divelte, i grifagni riprovevoli delle zie ad accoglierlo; Tremotino con le lacrime al punto di rottura, sottecchi ad allargare le braccia al genitore ritrovato. E alcuno sarebbe stato idoneo a comprendere, proprio nessuno, quanta gioventù traboccasse dalle proprie azioni burlesche, verdi e puerili, atte più a ragazzacci di strada che a un padre e Malcolm quello era: uno tardo a invecchiare, ibernato in ghiacci d’illibata freschezza e tanto bastava, qualche bricconeria, responsabilità evirate a ripristinare l’illusione di un verde vigore. Ma tanto spensierata la sua seconda giovinezza quanto veementi i richiami alla realtà, che ferivano più d’un colpo di testa, di aghi contro la pelle.
«’Tino, ti prometto che presto, molto presto, saremo lontani da questa città marcia e dalla sua gente. Voleremo via, in un luogo dove ogni cosa è possibile» promesse di giorni incantati dalle dita soffiate con polvere fatata, quel pomeriggio, dagli occhi lividi e gonfi, promesse, deliziose promesse che, però, rimasero comunque tali.
«E dove andiamo, papà?».
«Sull’Isola che non c’è, seconda stella a destra».
Accade, in sordina, che il vecchio Malcolm ebbe a errare verso il suo paradiso puerile, scevro da bagagli, non uno scrupolo che il bambino dorma i suoi sogni, il figlio in mani migliori, di chi ha scienza di prendersene cura- sarebbe tornato a riprenderlo, certo!
Nevada fu per lui oasi nel deserto, Peter là si faceva chiamare, l’eterno giovinetto, e mesi seguitando lo consacrarono sulla bocca e sulle conoscenze di tutti, tanto prima di diventare scomodo parassita da campo.
Così visse ciò che ebbe anelato da sempre e pure nella morte misteriosa che ne seguì- proiettile contro le tempie di malandrino- divenne roccia l’apoteosi d’un desiderio: restare giovane in eterno.
 




Noticine in paradiso:
Salve, gente. Niente di particolare, in breve ho voluto esplorare il rapporto tra il papozzo di Tremotino e la fissa della giovinezza portandola fuori dal contento Foresta Incantata. So bene che la cosa potrebbe essere più prolissa e completa, ma è uscita in questo modo lol.
Alla prossima :)




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