Fragments of a Silent Heart

di Snow_Elk
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Fragments of a Silent Heart



Frammento VII- Quanto è lungo un attimo?




- Ti prego Al non fare cazzate – Christie cerca di tranquillizzarmi, ma è tutto inutile: come potrei calmarmi in una situazione del genere?
- Sta zitta! – senza staccare gli occhi da Harry che a sua volta continua a fissarmi in attesa della prima mossa.
- Alan non c’è bisogno di urlare – commenta guardandosi intorno, ma non c’è nessuno a parte noi tre.
- Mi fai schifo…- sibilo, cercando di non essere sopraffatto dal caos di emozioni che mi ha invaso.
- Come scusa? – chiede Harry mentre Christie rimane in silenzio.
- Mi… fai… schifo! Ti ho raccontato come mi sentivo, mi sei stato accanto per tirarmi su. Hai visto come stavo, sapevi cosa provavo per lei e ora questo?! -rimanere immobile senza fare nulla mi sta facendo impazzire.
- Non eri l’unico a provare qualcosa per lei – tenta di giustificarsi Harry e quella frase mi fa solo innervosire di più. Non è quello il punto.
- Mi prendi per il culo? Potevi dirmelo, col tempo l’avrei accettato, ci avrei provato, cazzo! -è sempre la stessa storia, certe cose sembrano non cambiare mai.
Stringo i pugni, abbasso lo sguardo, vorrei urlare a squarciagola.
- Non dire stronzate, sappiamo entrambi che non è così. Tutti sanno che tu provi ancora qualcosa per lei, che non riesci ad andare avanti. Non cambi mai Al…- mi fulmina con lo sguardo, uno sguardo carico di rabbia, incomprensione, delusione.
 
Senza pensarci avanzo verso Harry, ma Christie mi si para davanti.
- Non farlo Al, non deve finire così… per favore – il cielo si è rannuvolato, sta ricominciando a piovere. Per un attimo quello sguardo riesce a bloccarmi, quasi a tranquillizzarmi, proprio come faceva in passato. Quasi.
- Sei un emotivo del cazzo, Al, col passare del tempo avresti fatto soffrire entrambi inutilmente. E’ finita, fattene una ragione – quelle parole sono la goccia che fa traboccare il vaso.
Evito Christie, mentre le prime gocce di pioggia si infrangono a terra, e mi lancio contro Harry con un gancio destro dritto sulla sua guancia.
- Non mi faccio fare la paternale da uno stronzo doppiogiochista come te! – esclamo mentre lui stramazza a terra.
Christie osserva la scena incredula mentre la pioggia sembra voler nascondere il tutto agli occhi degli altri.
- Sei proprio un cazzone! -Harry si rialza velocemente e si scaglia contro di me con violenza: riesco ad evitare il primo pugno, ma il secondo mi arriva dritto nello stomaco e mi mozza il fiato. Fa male, ma non gliela darò vinta.
Mi tiro su riprendendo fiato e schivando il suo ennesimo pugno gli do una ginocchiata che gli fa perdere l’equilibrio, ma nonostante ciò riesce ad afferrarmi da una manica e a trascinarmi a terra con sé.
- Smettetela, vi prego, smettetela! – le parole di Christie si perdono nel ritmo incessante della pioggia, io ed Harry abbiamo iniziato ad azzuffarci e nessuno dei due sembra voler cedere.
Continuiamo ad attaccare e a difenderci, in un caos di pugni e calci, ignorando la pioggia, il dolore, le urla di Christie.
Sento il sapore metallico del sangue in bocca, ma non mi importa, quello che è successo equivale ad essere pugnalati alle spalle.
Rotoliamo a terra, in mezzo alle pozzanghere, cercando di prevalere l’uno sull’altro.
- Apri gli occhi, dannazione, devi andare avanti! – mi urla Harry prima di colpirmi con un altro pugno che non riesco a schivare – Perché vuoi continuare a soffrire in questo modo? –
- Tu non sai un cazzo della mia sofferenza! -rispondo, rotolando ancora una volta e sbattendolo con le spalle a terra, pronto a ricambiare l’ultimo pugno, ma Christie si frappone di nuovo tra me e lui:
si è lanciata in ginocchio accanto a lui e sembra quasi che voglia fargli da scudo col proprio corpo come se fossi io il “cattivo” della situazione.
Nonostante stia piovendo riesco a vedere che ha gli occhi lucidi, due occhi pieni di paura e compassione.
- Smettetela – ripete – vi prego, basta – rimango immobile con il pugno a mezz’aria, Harry che riprende fiato, Christie che poggia la mano sulla sua per sincerarsi delle sue condizioni.
- Ha iniziato lui…- tenta di difendersi Harry pulendosi il sangue dal labbro gonfio.
- Non importa chi ha iniziato, non potete andare avanti così – Christie è sul punto di piangere, come se d’un tratto avesse realizzato tutto quello che è successo.
Abbasso il pugno e anche lo sguardo, sento ancora la rabbia scorrermi nelle vene come un fiume in piena, ma con Christie in mezzo non posso fare nulla, non sono così pazzo, né tantomeno violento.
- Calmatevi, possiamo risolvere la cosa parlando e… - Christie sta cercando di far calmare le acque al meglio delle sue possibilità, ma viene interrotta da Harry.
- Mi dispiace, non volevo – sussurra lui e lei lo abbraccia, non ho bisogno di vedere altro.
- Tsk… io me ne vado – senza aggiungere altro mi rimetto in piedi e inizio ad incamminarmi per uscire dal parco. Voglio solo allontanarmi da quei due il più possibile.
- Al, aspetta! – Christie mi chiama, ma la ignoro. Voglio solo andar via.
- Alan, Alan! – anche Harry ha iniziato a chiamarmi: che cosa vogliono? Non è già abbastanza? Inizio a correre ho bisogno di stare da solo, devono lasciarmi in pace.
Sono stato uno stupido: cosa pensavo di ottenere con quell’incontro? Cosa speravo di risolvere? Alla fine non so nemmeno se le visioni svaniranno, mi sono ritrovato solo ad incazzarmi di più, come se già quello che ho passato negli ultimi tre mesi non fosse bastato.
La pioggia continua a cadere, più forte e insistente di prima, ma non mi importa, continuo a correre senza badare troppo al resto.
Lancio uno sguardo alle mie spalle: mi stanno inseguendo, entrambi, sembra quasi che si sentano in colpa e vogliano scusarsi. Non ho bisogno delle loro scuse, non ho bisogno dei loro discorsi del cazzo, ho visto abbastanza, ho sentito abbastanza.
- Al, aspettami, ti prego, non può finire in questo modo! -  scuoto la testa, non posso farmi fregare da frasi del genere, lei ha fatto la sua scelta, lui pure, non ho più niente da dover dividere con entrambi. Continuo a correre.
Sento i vestiti inzupparsi d’acqua, i capelli che si appiccicano alla faccia, il cuore che batte a mille per lo sforzo e tutte quelle emozioni che non riesce neanche a distinguere perché intrecciate tra di loro.
Sembra che il mondo intorno a me sia scomparso, sento solo il mio respiro affannato, la pioggia che si infrange nelle pozzanghere tutt’intorno, i passi di Christie e Harry alle mie spalle, la sua voce. Tutto il resto è scomparso, come inghiottito dal silenzio e dall’oscurità, con la pioggia che si è trasformata in una nebbia che cade senza tregua scivolando dovunque.
- Io ti ho amato, davvero – quella frase è come una freccia che mi trafigge da parte a parte, fa più male di tutti i pugni che mi sono beccato da Harry. Ironicamente, nonostante il caos della pioggia e del resto sono riuscita a sentirla in modo nitido.
Rallento fino a fermarmi e mi volto verso di lei:
- Non pensi che sia troppo tardi per dirmi qualcosa del genere? – cerco di tirar fuori qualcosa simile ad un sorriso ma non ci riesco, la rabbia e il risentimento continuano ad avere il sopravvento.
- Vorrei solo che tu capissi che…- mi perdo un’ultima volta nei suoi occhi, anche se non dovrei.
- Non c’è più niente da capire, Christie, è questo il punto. Hai preso la tua decisione, hai tagliato quell’ultimo filo che ci legava quindi che senso ha continuare a parlare? –
Vedo Harry avvicinarsi in lontananza, non è mai stato bravo a correre visto il poco fiato che ha, ma ci sta raggiungendo e non ho alcuna intenzione di ritrovarmelo davanti o finiremo di nuovo a darcele di santa ragione.
- Possiamo ancora…- lei cerca di avvicinarsi ma le faccio cenno di fermarsi
- Lo ami, vero? – pronuncio lentamente la domanda affinché la capisca.
- Io… sì – ignorando il mio gesto si avvicina e cerca di abbracciarmi, una parte di me vorrebbe cedere, ma resisto e la allontano quel tanto che basta – Al ascolta -
- Alan, non puoi scappare in questo modo! – sento Harry urlare alle spalle di Christie, non posso fermarmi, riprendo a correre.
Fermarsi è stato un errore, ha solo acuito il dolore, la rabbia, tutto. Non dovevo fermarmi, dovevo semplicemente continuare a correre e sarebbe tutto finito.
- Sono proprio uno stupido, avrei… - un bagliore, no, due luci.
- Fermati Al! Cazzo, fermati! – Harry urla alle mie spalle insieme a Christie, sembrano disperati.
Due luci, immerse nella pioggia, piccoli bagliori che crescono sempre di più, perché non li ho visti prima?
Il tempo rallenta, mi sembra quasi di vedere le gocce d’acqua sospese in aria cadere lentamente verso il basso, tutti i suoni intorno a me sono ovattati, come se fossero più distanti di quanto lo siano davvero.
Le due luci si fanno distinte, due fari nel caos del temporale, davanti a me, così vicini.
Quanto può durare un attimo? Rumori di freni, gomma contro l’asfalto.
- Alan! – riesco a sentire la voce di Christie, sembra un sussurro, ma so che sta urlando. Per un solo secondo in mezzo al velo della pioggia la vedo distinta: un’automobile.
Un dolore lancinante, la pioggia che cade, il mondo che si capovolge come scosso da un tremendo terremoto, tutto sembra perdere il proprio colore.
- Alan! Oh Dio, Alan! -  l’asfalto è ruvido, un lampo illumina il cielo seguito dal rombo del tuono. Fa freddo, sta piovendo, allora perché sento caldo?
Chi è che mi chiama?




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