Inutile dire che, dopo quanto capitato, Blaise Zabini si
ritrovò di nuovo single alla velocità della luce.
A nulla valsero le spiegazioni che il giovane diede alla sua ragazza,
che sembrava proprio non voler sentire ragioni e che aveva tenuto a
precisare che lo detestava con tutto il suo cuore e non intendeva avere
più nulla a che fare con lui. Veramente la cosa era
più facile a dirsi che a farsi, siccome erano entrambi di
Serpeverde e dello stesso anno, perciò si ritrovavano sempre
insieme durante la giornata, nonostante il grande sforzo della bruna
per evitarlo.
Nel vano tentativo di riconquistarla, pochi giorni prima delle vacanze
di Pasqua, Blaise urlò a tutta la scuola, da in cima alla
torre dell’orologio, il suo amore per lei, precisando che non
gli importava che fosse una Mezzosangue. Supplicò di
perdonarlo, però lo sforzo del giovane non servì
a nulla e Clarisse si rifiutò per l’ennesima volta
di perdonarlo. A causa di questo il poveretto si guadagnò
una grande umiliazione, oltre che l’astio di buona parte dei
suoi compagni di casa. Il professor Silente, insieme a Severus Piton,
dovette faticare parecchio per convincere Zabini a scendere dalla
torre. Quando finalmente ci riuscì, ci fu il classico danno
nella beffa: il professore di Pozioni infatti, che toglieva raramente
punti agli studenti della sua casa, levò dieci punti a
Serpeverde. Il resto delle serate che mancavano alle vacanze Blaise le
passò in punizione.
Il giorno prima dell’inizio delle vacanze gli studenti
salirono sull’Espresso di Hogwarts che li avrebbe riportati a
casa. Ci sarebbero stati per una settimana, prima di dover tornare
nuovamente a Hogwarts fino alla fine dell’anno scolastico.
Clasisse passò tutto il viaggio seduta in uno scompartimento
in compagnia di Ginny, Luna, Neville, Ron, Hermione e Harry.
Quest’ultimo sembrava averla finalmente accettata nel loro
gruppo, o per lo meno la trattava con meno freddezza e appariva
decisamente più gentile. Scherzarono per la maggior parte
del viaggio e, una volta giunti alla stazione, raggiunsero tutti
insieme la Tana dove avrebbero passato i giorni successivi.
Quando Clarisse poco dopo entrò nel salotto della Tana,
trovò Sirius seduto sul divano presente. L’uomo si
voltò verso di loro e si alzò in piedi con un
sorriso caloroso sul suo volto, mentre si dirigeva verso il gruppo. Per
prima cosa abbracciò Harry e poi salutò il resto
dei presenti. Solo quando ebbe salutato tutti gli altri il suo sguardo
cadde su Clarisse.
« Ciao, Clarisse. » nel suo sguardo poteva leggere
chiaramente: te l’avevo detto. Alla fine lei gli aveva
confessato del suo fidanzamento con Blaise. Lui le aveva detto che era
proprio come tutti gli altri Purosangue e che si sarebbe rivelato
com'era in realtà, ovvero un ragazzo pieno di pregiudizi per
quelli come lei. In effetti, alla fine, aveva avuto ragione.
« Ciao, Sirius. » abbracciò pure lei e
la giovane lo strinse forte a sé, trattenendo a fatica le
lacrime. « Avevi ragione tu. Avevi ragione su tutto.
» confessò sottovoce, sussurrandogli all'orecchio
e riuscendo a trattenne a stento le lacrime che minacciavano di cadere
dai suoi occhi. Lui si allontanò da lei e prese il suo volto
tra le mani.
« Va tutto bene. Sai quante cavolate ho combinato da ragazzo,
nonostante gli avvertimenti? » osservò,
sorridendole dolcemente, e posò le mani sulle sue spalle
stringendogliele leggermente. Annuì piano in risposta e un
sorriso forzato apparve sul viso della studentessa.
« Posso venire di nuovo da te per le vacanze estive?
» chiese, non volendo di nuovo tornare a casa da suo padre.
Gli voleva bene, ma voleva andarsene da quella casa piena di ricordi
tristi il più presto possibile. Appena finita la scuola
avrebbe cercato una sistemazione e nel frattempo si augurava che Sirius
accettasse di ospitarla.
« Naturalmente. » acconsentì.
Proprio allora Molly entrò in salotto, annunciando che il
pranzo era pronto, e si diressero in cucina per mangiare. Consumarono
il pasto scherzando e ridendo come al solito. Pareva che tutti si
fossero dimenticati della guerra magica che si stava combattendo fuori
dalle mura di quella casa. Durante il pranzo Clarisse e Sirius si
scambiarono diversi sguardi di intesa. Entrambi da Natale si sentivano
diversi, o meglio provavano una forte attrazione l’uno per
l’altra. Diverse volte Sirius si era ritrovato a chiedersi
come sarebbe stato baciare quelle dolci labbra, ma ogni volta scuoteva
con forza la testa e si ripeteva che avrebbe potuto essere sua figlia.
Non poteva di certo immaginare che anche la bruna sognasse di baciare
le sue labbra.
Quella notte
Siccome non riusciva a dormire, Clarisse decise di scendere in cucina.
Una volta lì si avvicinò al lavandino, prese un
bicchiere dalla mensola di legno sopra di esso e lo riempì
con un po’ di acqua trasparente. Voltò le spalle
al lavandino e posò una mano sul bordo di esso. Proprio in
quel momento la porta della cucina si aprì nuovamente,
mostrando Sirius a petto nudo, ricoperto di tatuaggi, e con indosso
solamente i pantaloncini azzurri del pigiama. La guardò
sorpreso.
« Non mi aspettavo di trovarti qui. »
affermò, avvicinandosi. La bruna alzò e
abbassò le spalle in risposta e bevve l’acqua.
« Neanch'io. » notò e posò il
bicchiere vuoto dentro al lavandino. Tolse quei pochi centimetri di
distanza tra di loro, tanto che i loro corpi per poco non si
sfioravano. « Come mai sei in piedi a quest’ora?
» chiese curiosa e un sorriso divertito apparve sul volto del
Grifondoro.
« Potrei farti la stessa identica domanda. »
rispose infatti. Con sua grande sorpresa la Serpeverde prese il suo
viso tra le mani e lentamente si avvicinò, sfiorando le sue
labbra con le proprie. Dopo un attimo di esitazione dettato dalla
sorpresa, l’afferrò per la vita e rispose al
bacio. Alla fine furono costretti a riprendere fiato. Lei gli prese una
mano, trascinandolo fuori dalla casa. Una volta in giardino, si
smaterializzarono a Grimmauld Place nella camera dell’uomo.
« Clarisse, io… » balbettò un
po' in imbarazzo, mentre lei afferrava i bordi dei suoi pantaloncini.
Alzò lo sguardo verso di lui e lo fissò dritta
negli occhi.
« Baciami Black e non pensare. Lasciati andare. »
il suo tono era supplichevole e non poté fare a meno di
accontentarla.
Qualche mese dopo
Il giorno in cui Albus Silente sarebbe morto era arrivato e Bellatrix
si augurava che suo nipote non avrebbe deluso l'Oscuro Signore.
Quella sera la strega stava finendo di vestirsi prima di uscire e
andare da Magie Sinistre, per raggiungere Hogwarts tramite un armadio
svanitore che si trovava dentro al negozio.
Finito di vestirsi, Bella si guardò allo specchio e
tirò un sospiro vedendo il suo volto segnato dal tempo.
Ancora qualche anno e avrebbe compiuto cinquant'anni. Aveva donato al
suo Signore e alla sua causa la sua giovinezza e in cambio non aveva
ricevuto tanto.
Con il tempo aveva compreso che la maternità mancata fosse
il prezzo da pagare per la sua fedeltà e in fondo non le
dispiaceva, sebbene ora che mancava poco al cinquantesimo compleanno
una parte di lei era un po' pentita per aver scelto di non avere un
figlio. Avrebbe potuto donare un fedele sostenitore all'Oscuro Signore
e un erede al marito. Suo cognato non aveva figli, sfortunatamente. Se
per questo non si era mai neppure sposato e il cognome Lestrange
sarebbe morto con loro.
Suo marito non la faceva sentire in colpa per quello che altri
avrebbero potuto definire egoismo. Lei in realtà ci aveva
pure provato a dargli un figlio e in parte si era sentita sollevata
perché non ci riusciva.
In quel momento sentì bussare alla porta e, senza
distogliere lo sguardo dal suo riflesso, parlò.
« Avanti. » la porta si aprì, mostrando
sua sorella Narcissa pallida come un fantasma. Se possibile sembrava
stare male più del solito, ovvero da quando suo figlio aveva
avuto quella missione.
« Bellatrix, è ora. »
annunciò con aria preoccupata. La bruna annuì e
prima di uscire dalla stanza le posò una mano sulla spalla.
« Andrà tutto bene. » il suo tono
appariva incoraggiante, ma in realtà non contava
particolarmente sulla buona riuscita della missione. Temeva che si
sarebbe rivelato un fifone e non avrebbe avuto il coraggio di portare a
compimento la missione fino in fondo, uccidendo l'unico mago di cui
Voldemort sembrava aver paura, sebbene Bella non l'avrebbe mai ammesso
e neanche lui.
Cissy rimase in silenzio e se ne andò senza proferire
parola. Mentre si allontanava lungo il corridoio, la sorella maggiore
notò che si grattava il dorso delle mani con fare nervoso.
Tirò un sospiro e scese le scale fino all'atrio dove
l'aspettavano il resto dei Mangiamorte che sarebbero venuti con lei ad
Hogwarts.
Greyback quella sera pareva più feroce del solito, ma la
cosa non era sorprendente, siccome era un lupo mannaro. La cosa strana
semmai era che quella sera non c'era la luna piena. Teneva i capelli in
disordine e sporchi, i suoi vestiti apparivano malconci. La sua
presenza tra i sostenitori di Voldemort lo rendeva molto utile per
terrorizzare i loro nemici, poiché era esperto di bambini e
bastava minacciare i genitori di morderli quando c'era la luna piena;
eppure, essendo un lupo mannaro, in ogni caso non veniva considerato
degno di portare il Marchio nero. Alla Lestrange non piaceva per nulla
l'idea di dover andare in missione con lui, però non aveva
altra scelta.
Raggiunsero Magie Sinistre in Nocturn Alley senza problemi e nessuno
parve far caso a delle figure nere che camminavano lungo le vie di una
delle zone più oscure e malfamate del mondo magico.
Entrata dentro al negozio, la bruna lanciò un'occhiata al
padrone che sembrava piuttosto nervoso e in ansia, probabilmente
preoccupato per cosa sarebbe successo se il Ministero della Magia
avesse scoperto che li aveva aiutati. Gli lanciò un'occhiata
minacciosa e il mago impallidì ulteriormente. Sorrise
divertita.
Fu la seconda ad entrare dentro all'armadio svanitore e pochi secondi
dopo, quando aprì le ante, si ritrovò dentro alla
Stanza delle Necessità. Attorno a lei c'erano diversi
oggetti sparpagliati dappertutto che dovevano essersi raccolti in quel
posto con il passare degli anni, abbandonati per qualche ragione dai
loro legittimi proprietari.
Suo nipote le si avvicinò, pallido pure lui come un fantasma.
« Per favore, spostati zia. » la strega
ubbidì, in modo da permettere al resto dei suoi compagni di
arrivare, e raggiunse il nipote. Gli afferrò un polso,
stringendoglielo non troppo forte, e avvicinò le labbra al
suo orecchio.
« Non fare stupidaggini Draco. Contiamo tutti su di te, mi
raccomando, non ci deludere. » forse non avrebbe dovuto
parlargli così, mettendogli più ansia del dovuto;
rischiava di spaventarlo ulteriormente, pressandolo come facevano tutti.
« Va bene, zia. » il suo tono non la convinse, ma
non disse altro, preferendo tacere e concentrarsi sulla missione.
Quando tutti furono arrivati si diressero verso la Torre di Astronomia.
Lei e suo nipote furono i primi ad arrivare in cima e trovarono ad
accogliergli un Albus Silente con un'aria serena. Teneva una delle mani
sotto alla veste e li fissava per nulla intimorito. La Mangiamorte
abbassò la bacchetta e lo guardò storto, credendo
che fosse impazzito del tutto. Trattenne una risata di scherno e si
rivolse al nipote, che stava puntando la bacchetta contro il loro
nemico. Draco non sembrava molto determinato e ciò
spaventò sua zia, che cercò di apparire serena
mentre parlava.
« Draco, uccidilo. » intimò e
poggiò di nuovo una mano sulla sua spalla. « Ti
prego. » aggiunse sottovoce, quasi sussurrando, in modo che
Silente non potesse sentirla.
« Draco, sei solo un ragazzo. » avrebbe preferito
che il preside restasse zitto e lo fulminò con lo sguardo,
puntandogli a sua volta contro la bacchetta.
« Ma sono stato scelto! Io tra tutti gli altri! »
strillò con tono esasperato il giovane.
In quel momento arrivò Severus Piton che senza esitare
puntò contro la bacchetta a Silente.
« Ti prego, Severus. » l'altro lo
ignorò, colpendolo a morte. Scocciata per il suo intervento,
la bruna diede una piccola spinta al biondo. Scesero insieme le scale e
si ritrovarono nel pieno di una battaglia insieme ad altri studenti
della scuola.
La strega stava combattendo, quando udì un urlo.
« No! » la voce della nipote la distrasse e vide
Greiback scagliarsi sulla bruna, ai cui piedi si trovava un ragazzo dai
capelli rossi con il volto ferito. Dedusse che si trattasse di uno dei
figli di Molly. La giovane alzò istintivamente le braccia
per coprirsi il volto e Greyback la morsicò con forza al
braccio destro, provocando un altro urlo da parte della diciassettenne.
« Ah! » senza pensare Bellatrix colpì
alla schiena il mostro senza ucciderlo e questo cadde a terra,
crollando sopra alla sua prima vittima. Invece Clarisse svenne. La
Mangiamorte si voltò appena in tempo per schivare un
incantesimo e alla fine riuscì a scappare, insieme al resto
dei maghi oscuri presenti.
|