Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
a 4 mani con Lady Atena.
Squalo
il boss
La
luce delle candele illuminava la sala
in penombra. Le pesanti tende erano tirate e una donna stava seduta a
capotavola. Ai suoi piedi un cadavere da cui sgorgava sangue. Lei era
intenta a
infilare delicatamente la forchetta nella panna montata della fettina
di torta
nel suo piatto.
I
suoi lunghi capelli grigi legati in
due trecce e il velo che indossava contrastavano con il suo vestito
rosso
sangue.
"Tuo
padre ha osato dire a tutti
che sei solo un trovatello, ma lasciandosi uccidere insieme ai suoi
figli ha
permesso a un semplice capitano dei Varia di diventare Boss.
Quel
posto ti spetta figlio mio. Non c'è
pagamento che valga il mio silenzio in quel senso" disse gelida.
Xanxus,
seduto dal lato opposto del
tavolo, annuì lentamente. Prese del cibo da tavola,
lasciandolo scivolare nella
casacca che indossava con movimenti lenti.
"Io
sono il figlio del Nono e quel
posto mi spetta di diritto. Lo so, madre" disse.
La
donna si pulì delicatamente le labbra
con un tovagliolo di pizzo.
"Non
fare come i tuoi sciocchi
fratellastri, non lo sottovalutare.
Ti
ho trovato un lavoro a palazzo, lo
ripagherai con la sua stessa moneta.
Ha
ucciso il nono annegandolo, mentre
gli faceva il bagno come a un povero vecchio" raccontò con
voce atona.
Xanxus
strinse le labbra sottili e
annuì, scostandosi con calma dal tavolo.
"Quindi
prenderò la sua fiducia e
lo ucciderò come si conviene a un povero stolto, in modo da
ottenere la giusta
vendetta" disse.
La
madre gli sorrise. "Finisci di
mangiare e vai a prepararti, bambino mio" disse melliflua.
******
Squalo
si raddrizzò la corona sul capo e
sospirò pesantemente, facendo ondeggiare lo scettro d'oro.
"Vooooooi! A chi tocca ora ricevere
udienza?!" sbraitò.
Levi
dilatò le narici e i suoi baffetti
fremettero.
"Vi
ho trovato un braccio
destro" disse con tono acido.
Squalo
accavallò le gambe.
"Che
entri" brontolò.
<
Ho accettato questo posto noioso
solo per permettere al piccolo Tsuna di scappare >
pensò.
Xanxus
avanzò dal corridoio, a schiena
dritta, gli occhi rossi puntato sul giovane seduto sul trono.
Squalo
raddrizzò la schiena e guardò
Xanxus in viso.
<
Ha uno sguardo davvero intenso >
pensò.
"Non
hai l'aria di un braccio"
disse roco.
Xanxus
raggiunse i piedi del trono,
s'inginocchiò e prese con delicatezza la mano dell'altro. Ne
baciò il palmo e
poi le nocche, sfiorò appena la punta delle dita e gli
lasciò la mano,
rizzandosi in piedi.
"Mia
madre dice che sono figlio di
un Boss, ma la mia fedeltà va al Boss dei Vongola" disse,
atono.
Squalo
strinse le labbra fino a farle
sbiancare.
<
Mi mette inquietudine >.
"Essere
Boss dei Vongola significa
utilizzare ricatti e sotterfugi per avere il potere. Io voglio
diventare
re" rispose gelido.
Xanxus
incaricò un sopracciglio
guardandolo dal basso verso l'alto.
<
Non ha idea di cosa significhi
essere Re, questo ragazzino. Mia madre vuole togliergli il trono per
l'affronto, ma ne va privato per il suo stesso bene >.
Annuì
composto, con le braccia rigide
lungo i fianchi.
"Allora
vi renderò Re".
Squalo
appoggiò lo scettro accanto a se
e si sporse in avanti.
"Voi!
Faccio solo. So prendermi i
miei peccati, sono stato capitano dei Varia.
Gli
dei mi hanno dato i poteri di un re,
ma non la sua lungimiranza.
Mi
serve aiuto con la contabilità. La
gente ha fame" rispose.
Xanxus
sospirò sconsolato e scosse il
capo.
"Permettete?"
chiese.
Si
sporse in avanti e afferrò lo
scettro, lo mosse di fronte al naso di Squalo.
"Sapete
quante popolazioni potete
sfamare solo con questo scettro? Sapete quanto viene speso per
mantenere la
corte nello stato in cui è adesso? Avete idea quanto avete
pagato per avere la
mia vita al vostro servizio, mio Re?".
Poggiò
lo scettro sulle gambe di Squalo
e sorrise appena.
"Mi
chiamano 'Il contabile', come
segno di scherno, ma è ciò che vi serve. Venite
nella mia città, e scoprirete
che nessuno fa la fame da quando sono io a gestirla. Datemi tutti i
vostri
documenti, nessuno escluso, e libertà di usare il denaro e
neanche nessuna
delle vostre città farà più la fame".
Squalo
piegò il capo, facendo ondeggiare
i propri capelli argentei e raddrizzò la corona.
"Se
ti serve, prendilo, ma non
dimenticare che andare contro gli usi comuni, porta alla rivoluzione"
disse gelido.
Xanxus
chiuse gli occhi, sospirò piano e
li riaprì, fissandolo.
"Non
fatevi mai vedere senza i
gioielli della corona, e senza di me. Devo svolgere io tutte le
mansioni
importanti, e anche quelle inutili. Il Boss, o il Re se preferite, non
fa mai
nulla senza un Capitano dei Varia e un Braccio Destro al suo fianco. Io
gestirò
il vostro denaro, io gestirò il commercio, io
andrò in visita alle Famiglie
alleate, io verrò mandato nelle missioni più
importanti, io dovrò avere potere
di decidere ciò che è meglio per voi.
Ciò vuol dire che non dovrete avere
segreti per me, e che se sbaglierò dovrò essere
punito dieci volte più
severamente di un Capitano dei Varia traditore. Ciò vuol
dire anche che non
potete caricarvi dei vostri peccati, se volete rispettare la
tradizione, ma vi
serve qualcuno che li sconti per voi".
Squalo
lo guardò negli occhi e sporse
leggermente il labbro.
"Nessuno
si caricherà di niente,
perché voglio essere un buon re. Per il resto ti
darò ascolto, chiedi pure a
Levi documenti e contratti.
Stasera
ceneremo insieme, ora puoi pure
andare a prendere ciò che ti serve" lo congedò.
Xanxus
lo guardò, ghignò appena e fece
un mezzo inchino.
<
Tutti diranno che non è un vero
Boss, ma un Capitano dei Varia che ha fatto la scalata sociale, se non
prende
un proprio Capitano. Meglio per me, se devo ucciderlo > decise.
Si
rizzò e si diresse verso Levi con
andatura rigida.
*********************
Squalo
adagiò un pacco colmo di calici
di cristallo e posate d'argento sul grande tavolo. Raggiunse la sedia a
capotavola e si accomodò.
La
luce delle candele sui candelabri
rischiavano l'ambiente di riflessi vermigli.
Incrociò
le dita e guardò la porta.
<
Quando ho parlato di quel tipo a
Tsuna, mi ha risposto che sicuramente era un principe bello e dannato
delle
favole. Dino mi ha detto che è un pazzo sanguinario che
incendia le cose.
Bianchi è convinta mi voglia morto. Romeo vuole provarci e
me lo ha consigliato
Levi. Non so cosa pensare > rifletté.
Xanxus
entrò nella stanza a passo
marziale, raggiunse la sedia del Boss e gli prese la mano, baciando
delicatamente il palmo. Si scostò e si mise seduto nel posto
alla destra del
Boss.
"I
cuochi mi hanno riferito che vi
occupate da solo della cena e della tavola. Da oggi anche quello spetta
a
me" disse.
"Immaginavo.
Però ti ho fatto
trovare altre cose da vendere" rispose Squalo, indicandolo lo scatolo.
<
Quando mi ha baciato la mano, sono
rabbrividito >.
Xanxus
si avvicinò la scatola, prese da
dentro la casacca un taglierino e l'aprì, guardando i calici
e le posate
all'interno. Incaricò un sopracciglio e guardò
Squalo.
"Cosa
volete che ci faccia?".
"Vooooi, è ovvio! Venderle per
farci i soldi per la gente. Io,
Superbi Squalo, non ho bisogno di simili comodità" rispose
Squalo, alzando
la voce.
Xanxus
lo guardò, scoppiò a ridere
sonoramente scuotendo il capo e allontanò da sé
il pacco.
"Non
sono un mercante, vostra
altezza. Ed inoltre un Re ha bisogno di queste comodità, se
volete rispettare
le tradizioni".
Squalo
si rialzò in piedi, raggiunse un
angolo oscuro della camera ed iniziò a camminare avanti e
indietro.
"Mi
terrò la corona, ma mi era
parso di capire altrimenti" disse secco.
<
Ha una bella risata, inquietante,
ma affascinante. Ed i suoi occhi di brace sono carismatici >.
Xanxus
sospirò, si passò la mano tra i
capelli mori.
"Ve
lo spiegherò di nuovo. Io
potrei trasformare tutti i vostri beni di lusso in guadagni, ma voi
avete detto
di voler rispettare le tradizioni. Ciò vuol dire che nulla
appartenente ai
Vongola dovrà mai essere venduto, scambiato, impegnato o
prestato, altrimenti
io sarei un traditore".
Squalo
gonfiò le guance e sbuffò.
"Beh,
dormirai nella Torre e questo
è un ordine" bofonchiò.
Xanxus
scrollò le spalle, annuì.
"Potete
ordinarmi di dormire dove
volete, ma lasciate che pensi io a come rimpinguare le casse. Apprezzo
il
vostro interessamento, ma non è il vostro compito".
"Voi
non mi prendete sul serio come
Boss, vero?" chiese Squalo.
Schioccò
le dita e Levi entrò, con un
carrello, posando dei vassoi colmi di cibo sul tavolo.
Xanxus
si poggiò contro lo schienale
della sedia e accavallò le gambe.
"Secondo
la tradizione che tanto
volete seguire, finché non avrete un vostro Capitano dei
Varia vi
considereranno solo un traditore, un Capitano che fallendo nel proprio
compito
ha deciso di prendere un posto non suo e non ha neanche saputo
gestirlo".
Lanciò
uno sguardo al carrello, guardò
verso Squalo e strinse le labbra.
"In
quanto a me, penso abbiate
buone intenzioni, ma non sappiate davvero com'è il popolo di
cui volete essere
Re".
"Grazie
Levi, puoi andare"
ordinò Squalo.
"Sì,
boss" rispose. Fece un
inchino, nascondendo un ghigno e uscì dalla stanza.
Squalo
appoggiò la mano sul camino di
marmo spento.
"Mangia"
ordinò a Xanxus.
Xanxus
prese le posate, lo guardò.
"Ditemi
cosa intendete mangiare,
così lo assaggerò per controllare non sia
avvelenato. Ma ho il mio cibo,
altezza".
Squalo
rimase ritto, nell'ombra e con la
schiena rivolta verso Xanxus.
"Se
non mangerai niente, non lo
farò nemmeno io" rispose secco.
Xanxus
tirò fuori dalla giacca delle
cibarie, poggiandole sui piatti.
"Io
mangio cibo italiano, voi
francese. Assaggerò ciò che devi e poi
mangerò il mio cibo" spiegò.
Lo
guardò, sospirò appena.
"Dovreste
punirmi per ciò che ho
detto prima e per la mia impertinenza di adesso. Non siete minimamente
un Re
crudele come vogliono far credere".
"Posso
mangiare un po' del tuo?
Così non mi sembrerà di mangiare solo" disse
Squalo. Sì voltò e all'ombra
al suo fianco uscì un basso ringhio.
Xanxus
inarcò un sopracciglio, gli porse
il piatto e fece cenno di accomodarsi.
"Può
mangiare anche la vostra
ombra, se si sente offesa".
Squalo
si sedette al suo fianco e prese
un pomodorino dal piatto di Xanxus.
"Non
è un'ombra. Tu hai una box
arma?" chiese.
Xanxus
prese del pane, glielo porse e
annuì.
"È
nella stanza che mi avevano
assegnato i servitori, la porterò alla torre ora che mi
avete detto di stare
lì".
Lo
guardò intensamente, socchiudendo gli
occhi cremisi.
"Quindi
non mi punirete per quello
che ho detto? Fingerete che non sia accaduto? Anche se Levi ha sentito
le mie
parole e potrebbe dirle ad altri?".
"Spedirti
nella torre è l'inizio
della mia punizione" rispose Squalo, mangiando un pezzo di lattuga.
*****
Levi
aprì la porta della camera da
letto.
"Potete
entrare, questa è la vostra
nuova camera" disse a Xanxus, chinando il capo al suo passaggio.
Xanxus
si guardò intorno, avanzò e
raggiunse il letto.
"Ottimo"
disse, secco.
Sfiorò
la scrivania posta di fianco al
letto, toccò i braccioli della sedia e annuì tra
sé.
"Fammi
avere tutti i documenti che
mi servono entro 'sta sera, ne ho bisogno per lavorare".
Sulla
testata del letto in oro c'era
rappresentata una conchiglia, che insieme a un proiettile, formava il
blasone
dei Vongola.
Sul
soffitto blu-notte era rappresentato
un cielo stellato.
"Certo.
Ora mi concedo "
rispose Levi.
Xanxus
strinse le labbra, guardò il
letto vuoto e si abbassò a fissare sotto di esso
socchiudendo gli occhi.
Un
visone dalla coda emanate fiamme
rosse scodinzolò, acquattandosi a terra.
Strisciò
fuori e saltò sul davanzale
della finestrella circolare.
Xanxus
lo guardò, sospirò e scosse il
capo.
<
La sua punizione dev'essere farmi
vivere in uno zoo di box arma dispettose > pensò.
Avanzò
lentamente verso il visone e gli
porse la mano.
"Va
tutto bene. Non voglio farti
male" sussurrò, gentile.
"Shishishi" ridacchiò la
creaturina.
Xanxus
strinse le labbra, guardò il
letto vuoto e si abbassò a fissare sotto di esso
socchiudendo gli occhi.
Un
visone dalla coda emanate fiamme
rosse scodinzolò, acquattandosi a terra.
Strisciò
fuori e saltò sul davanzale
della finestrella circolare.
Xanxus
lo guardò, sospirò e scosse il
capo.
<
La sua punizione dev'essere farmi
vivere in uno zoo di box arma dispettose > pensò.
Avanzò
lentamente verso il visone e gli
porse la mano.
"Va
tutto bene. Non voglio farti
male" sussurrò, gentile.
"Shishishi" ridacchiò la
creaturina.
Xanxus
si frugò nelle tasche, tirò fuori
una scatoletta e l'aprì. Prese della carne secca, se la mise
in mano e la porse
alla creaturina.
"Hai
fame? Ti sei perso?"
chiese.
La
creaturina balzò a terra e corse via,
dimenando le zampette chiare.
Xanxus
poggiò la scatoletta sul tavolo,
guardò la scrivania e sospirò. Prese a seguire la
creaturina nei corridoi.
La
creatura s'infilò nella camera da
letto in fondo al corridoio, dall'interno proveniva il suono di un
pianoforte.
Xanxus
si fermò sull'uscio, si poggiò
alla parete e sbirciò all'interno, con gli occhi socchiusi a
scrutare la stanza
da cui proveniva il suono.
Squalo
era sdraiato su un leone dal
manto nero, accucciato per terra.
Sul
suo petto era sdraiato un ragazzino
addormentato, i capelli biondi gli incorniciavano un viso pallido e
ossuto,
mentre la frangetta gliene copriva metà.
La
melodia di un pianoforte proveniva da
un laptop appoggiato su una scrivania.
Squalo
accarezzava la testa al più
piccolo.
Xanxus
addolcì lo sguardo scrutandoli,
sorrise appena e scosse il capo.
<
Come immaginavo, le voci sulla sua
crudeltà erano false. Non ha idea di come rispettare le
tradizioni ed essere in
contemporanea un buon Re, quindi compie azioni stupide, ma non ha idea
di cosa
voglia dire la parola 'crudele' > pensò.
Fece
per entrare, scosse il capo e si
ritirò.
<
La mia missione è ucciderlo, devo
guadagnarne la fiducia e poi fare a lui quello che lui fece al Nono.
Era il mio
posto e me lo ha rubato, non devo dimenticarlo >.
Diede
le spalle alla porta, strinse i
pugni lungo i fianchi e tornò verso la propria stanza.
******
Un
brusio di voci risuonava nel locale,
coperto ogni tanto da accessi di tosse o scoppi di risa.
La
luce che filtrava candida dalle
finestre semi-sbarrate illuminava il pulviscolo di polvere e rendeva
allungate
le ombre dei commensali.
Una
cameriera strillò e indietreggiò
vedendo che il piolo di legno della scala si muoveva.
Reborn
saltò giù, allontanandosi dalle
scale, stretto nel suo travestimento di color ciliegio con un pomello
in legno
sul capo come cappello.
Fece
lo slalom tra pantaloni gessati,
scarpe di pelle, scarponi sporchi di terra, stivali macchiati di sangue
e nerborute
gambe coperte di peli, oltre che umide di sudore.
Olezzo
di vino e effluvi umani
infestavano la taverna.
Reborn
saltò su un tavolo, andandosi a
sedere di fianco a un boccale.
Levi
lo guardò inarcando un
sopracciglio, le guance in fiamme.
"Cosa
fai tu qui?" biascicò.
Reborn
si accovacciò di fianco a Levi,
alzò la mano e indicò al barista verso di
sé ripetutamente.
"Il
mio lavoro. Bettole come queste
sono gli unici posti dove la feccia ha il coraggio di parlare
liberamente dei
Boss dei Vongola e dei suoi uomini" rispose.
Levi
si passò la mano tra i capelli
dalla forma di stella marina e alzò lo sguardo febbricitante.
"
Il nome che serpeggia sulla bocca
di tutti è quello a cui va la fedeltà di ognuno.
Diverrà
boss e prenderà il posto che gli
spetta per nascita" sussurrò.
Reborn
sogghignò, si lisciò il copricapo
rotondo e stese le gambe di fronte a sé.
"A
me pare che il ruolo di braccio
destro gli sia cucito addosso, visto come ha risollevato le finanze dei
Vongola".
"È
solo il primo passo per
accentrare su di sé il potere assoluto!" ribatté
Levi, alzando la voce.
Diede un pugno sul tavolo e un po' di birra si versò dal suo
boccale.
Reborn
balzò di scatto, afferrò un
boccale dalle mani del barista e tornò seduto. Bevve qualche
sorso, la birra
gli colava ai lati della bocca macchiando il costume marrone. Reborn
poggiò il
bicchiere di fronte a sé, sorrise.
"Un'ottima
prima mossa, se vuole
essere ricordato come un braccio destro. D'altronde, Superbi
sarà sempre
ricordato come il Capitano dei Varia traditore, non importa quanto si
atteggi a
Boss".
"Hitman,
si vede che non lo
conosci. Trasuda regalità" ringhiò Levi e nascose
il viso tra le braccia.
Reborn
sogghignò, si alzò e si avvicinò
al braccio dell'uomo.
"Anche
fosse, è solo un ragazzino
che probabilmente pianifica la morte del traditore, e non sa che il
giudizio
del popolo con lui sarà impietoso tanto quanto lo
è con Superbi".
"Lo
è sempre stato per invidia, va
soffocato nel sangue.
Ti
consiglio di andare alla festa a
Villa Orleans, domani.
Così
potrai conoscerlo" sibilò
Levi.
********
La
giovane nobile raggiunse il parapetto
d'oro, tempestato di perle. Sì affacciò e
guardò dame dagli elaborati chignon,
vestiti di seta e sgargianti trucchi intente a danzare con uomini in
smoking
scuri.
Riconobbe
un giovane dai lunghi capelli
argentei stretti in un codino e corse lungo le scale di marmo. Il
vestito a
tubino candido che indossava era decorato da pagliuzze color fumo.
La
musica in stile pop suonata da
violini e pianoforte risuonava nella sala.
I
boccoli della giovane ondeggiavano,
mentre lei correva su suoi tacchi azzurro cielo sul pavimento a
scacchiera
bianco e nero, su cui ai riflettevano gli invitati danzanti.
"Superbi,
mio promesso" disse
la giovane con voce melodiosa, raggiungendo il Boss.
Si
portò una mano affusolata alle labbra
piene di un intenso rosso ciliegia, sfiorandole con l'indice.
Xanxus,
alle spalle del Boss, socchiuse
gli occhi cremisi guardando la donna dal basso verso l'alto.
<
Giusto, le tradizioni. La
tradizionale sposa Vongola, bella e ricca, che renderà il
Boss un marito
infelice ed un pessimo padre, portandolo ad essere un re ancora
più crudele.
Tutti ne hanno avuta una, secondo i libri di storia, e sembra ora sia
lei la
prescelta per distruggere la vita di Squalo > pensò.
Squalo
abbassò lo sguardo e le porse la
mano, tenendo il gomito piegato.
La
giovane si guardò intorno, vide una
giovane orientale stretta da un vestito da sera rosa con le maniche che
ricordavano un kimono.
Si
volse verso la mano di Squalo e la
sfiorò con la propria.
"Dopo
tutti questi anni, sapere di
averti accanto mi riempie di gioia.
Scusami
per i tanti errori che ho
compiuto in passato" disse con voce vellutata.
"Non
è la prima volta che
danziamo" disse Squalo con tono garbato.
<
Voooooi!
Non voglio > pensò.
Xanxus
li osservò allontanarsi, scrollò
le spalle incamminandosi tra le persone che danzavano con il capo
piegato in
avanti, le ciocche nere mettevano in ombra il volto.
<
È un debole. Rispetta tradizioni
che evidentemente odia, non è in grado di punire chi gli
manca di rispetto e
non sa guadagnarsi il favore del popolo. Forse gli tolgo un peso da
quelle
spalle delicate, se lo uccido > pensò.
Squalo
dormiva sul leone nero, la musica
del pianoforte risuonava nell'aria coprendo il respiro ritmico del Boss
e del
bambino biondo che gli dormiva in grembo.
Xanxus
scosse il capo, raggiunse la
parete e vi aderì.
<
Non importa quanto sia dolce con i
figli o regale nel porsi, devo comunque fare il mio dovere, anche per
il suo
stesso bene. Potrei imprigionarlo, invece di ucciderlo, e mostrargli
che so
governare un regno con la forza che le sue mani delicate non hanno
> pensò.
Udì
un tonfo vicino a lui, si voltò e
vide Reborn vestito da geisha che si copriva il volto con il ventaglio.
"Cercavo
proprio un cavaliere"
disse l'hitman.
Xanxus
grugnì, scosse il capo e gli
strappò il ventaglio di mano.
"Non
mi piacciono le sceneggiate,
Arcobaleno".
Reborn
sogghignò, si arricciò una ciocca
della parrucca mora attorno al dito.
"E
tu che stai facendo?"
chiese.
Xanxus
strinse i denti, guardò Squalo
che danzava e assottigliò lo sguardo facendo scintillare le
iridi cremisi.
"Salvo
i Vongola da loro
stessi".
******
Squalo
si appoggiò allo schienale
foderato di velluto rosso del divanetto laccato in oro.
"Vooooooooooooi! Odio fare il boss"
gemette al telefono.
Ascoltò
l'interlocutore ridacchiare.
"Dico
sul serio. Voglio farli tutti
a pezzi, Taki" si lamentò.
"Su,
su. A breve sarò da te e potrò
tagliare a tutti qualche arto per reato di lesa maestà.
Esiste il reato di lesa
maestà? Non posso certo lasciarli impuniti per il tuo
esaurimento nervoso, ti
verranno le rughe, e le rughe non donano ai Re" rispose velocemente il
ragazzino.
Squalo
sbuffò pesantemente.
"Mi
verranno per la noia che mi
procura il mio braccio destro" gemette.
Xanxus
sentì la voce di Squalo dal
corridoio, tornò indietro e si fermò nascosto
dietro la porta.
<
Mi ha chiamato? > si chiese.
Vide
il Boss con il telefono
all'orecchio. Dal cellulare Squalo udiva un vociare confuso e dei
fruscii.
"Parlami
di lui. Com'è? Intendo a
parte noioso. Pensi collaborerà al piano non-segreto per
renderti Re?"
chiese Takeshi.
"Dice
di sì, ma non so. A Bell
piace" borbottò Squalo. Si stese sul divano su un fianco.
"Il
principe è un genio, Squalo. Se
dice che qualcuno gli piace, vuol dire che non vuole farci male"
spiegò
Takeshi.
Xanxus
accennò un sorriso aderendo alla
parete.
<
Bell. Dev'essere il bambino biondo,
è l'unico nei dintorni > pensò.
Squalo
sbuffò sonoramente.
"Bah.
Di sicuro se fossi solo un
Varia, gli chiederei una partita di strip poker. Anche solo
perché sembra un
gran moralista" scherzò. Ridacchiò piano,
stringendo più forte il
telefono.
Xanxus
sogghignò divertito e Squalo
sentì Takeshi ridere sonoramente.
"Forse
fare il Varia è un buon modo
per conquistarlo. Questo lato di te è molto meglio del Re di
ghiaccio".
"È
un gran figo, ma se la tira con
l'aria di un disperato" ribatté Squalo, girandosi a faccia
in su.
<
Sembra così dannatamente triste
> pensò.
Xanxus
inarcò un sopracciglio sporgendo
le labbra in un broncio.
<
Me la tiro? > si chiese.
Takeshi
rise al telefono.
"Su,
su. Se è un bel tenebroso, è
suo dovere fare il disperato. Se vuoi la sua fedeltà devi
conquistarla al modo
dei Varia. Scommetto che è il tipo a cui piace la forza e
dimostrarsi macho,
come ogni vero tenebroso che si rispetti".
Squalo
si rizzò seduto di colpo ed
incassò il capo tra le spalle.
"Sai,
ha l'aria di un Vongola. Uno
di quelli che non capirebbe mai che questo trono è maledetto
e voglio essere la
pioggia che laverà finalmente questi peccati.
Che
a continuare questo teatrino voluto
dai nostri antenati siamo in fondo schiavi" sussurrò roco.
"Disse
l'uomo che girava con il
manuale con le tradizioni. Sei tu che le stai seguendo alla lettera,
non puoi
biasimare un Vongola per volerle rispettare a sua volta" disse pacato
Takeshi.
Xanxus
abbassò il capo stringendo le
labbra.
<
Voglio il trono perché ho la forza
di farmi carico di questi peccati e ripagarli, perché
è mio diritto di nascita
e perché non possiamo continuare a seguire vecchie regole.
Ma questo a lui non
posso dirlo > pensò.
"Quando
arriverai, m'impedirai tu
di seguirle. Sei o non sei il mio 'falso' capitano dei Varia?"
scherzò
Squalo.
Takeshi
scoppiò a ridere.
"Sarò
il Capitano dei Varia
migliore della storia, non avere dubbi in proposito. Ma mentre aspetti
me, devi
fare un test inequivocabile al nostro sexy-amico noioso!".
"Cosa?"
chiese Squalo, inarcò
un sopracciglio.
Xanxus
si sporse appena socchiudendo gli
occhi, sentiva un brusio dal telefono. Ci furono dei fruscii, un lungo
silenzio.
"Un
test, Squalo. Per vedere chi è
davvero, dietro l'aria da braccio destro noioso e Vongola classico.
Serve
qualcosa di definitivo, radicale, innegabile" spiegò a bassa
voce Takeshi.
"Spara"
bisbigliò Squalo.
Xanxus
inarcò un sopracciglio aderendo
completamente alla parete.
Takeshi
mugolò, si sentiva un ticchettio
contro il cellulare.
"Trova
una missione da Varia. Una
con donne e bambini e gente che muore di fame. Dagli un ordine che
rispetti le
regole e le tradizioni, possibilmente crudele e indiscutibile
perché è così che
si fa dai tempi di Primo. Osserva ogni sua mossa e valuta se davvero
è solo un
Vongola come un altro incapace di cambiare e che esegue ciecamente gli
ordini
idioti o se vale la pena perdere il nostro tempo con lui"
suggerì.
"Non
mi piace affatto, ma proverò"
brontolò Squalo.
********
Squalo
si raddrizzò la corona sul capo,
aveva un pesante tomo sotto il braccio.
"I
Varia si rifiutano di accettarmi
come loro boss.
Provano
astio nei miei confronti da
quando uccisi Tyr.
Voglio
che te ne occupi" ordinò con
tono atono.
Xanxus
inarcò un sopracciglio
guardandolo dal basso verso l'alto, chinò il capo puntandolo
ai piedi del
trono.
<
Deve essere la prova di cui parlava
al telefono. Non ho davvero la pazienza di spiegare a questo ingenuotto che i Varia non devono
vederlo come un Boss, ma come un Santo a cui chiedere perdono.
D'altronde, non
potrebbero mai farlo, visto che lui stesso è stato Capitano
> pensò.
Assottigliò
le labbra fino a farle
sbiancare e annuì.
"Desiderate
che li riporti
all'ordine o che uccida tutti quelli della generazione di Tyr?" chiese,
atono.
Squalo
si sporse in avanti e gli sollevò
il capo, facendogli pressione con l'indice sotto il mento.
"Voi.
Agisci liberamente. Portami
solo il risultato" disse gentilmente.
Xanxus
schiuse le labbra al tocco del
Boss, lo guardò fisso.
"Sapete,
vero, che i Varia
dovrebbero considerarvi un Santo da cui implorare perdono?"
sussurrò.
Si
morse il labbro, distolse gli occhi muovendo
solo le iridi rosso sangue.
<
Alla fine immagino che cercare di
fargli capire come vanno veramente le cose sia semplicemente
più forte di me
> si disse.
Squalo
gli sorrise e si allontanò.
"Vooooi. I veri santi non hanno la corona"
ribatté.
Xanxus
sorrise appena, gli occhi rossi
scintillarono.
"Sono
molto religioso, quindi
vorrei concordare, ma quella sarebbe la legge" disse.
Squalo
si appoggiò con la schiena al
trono e accavallò le gambe.
"Allora
vai e falla rispettare. Me
lo spiegherai poi, ora non farmi aspettare". Strinse le labbra fino a
farle sbiancare.
<
Stavo per dirgli 'per favore'. Un
boss non deve, mi riprenderebbe subito > pensò.
Xanxus
annuì, gli prese la mano e ne
baciò l'anello.
"Sarà
fatto" disse.
Si
rizzò, si voltò e si diresse verso
l'uscita.
Squalo
lo osservò uscire, sospirò
pesantemente e si alzò in piedi. Aspettò di non
udire più i suoi passi in
lontananza e si tolse la corona, appoggiandola sul trono, insieme allo
scettro.
<
Non posso attendere, mi sta facendo
venire ansia tutto questo >.
"Voooooih! Vedi se quel baka deve farmi
angosciare così. Andrò in
cucina, è meglio" borbottò ad alta voce. Si
voltò e si diresse nella
direzione contraria.
*********
Squalo
lasciò cadere una serie di
praline di zucchero colorate sul suo toast. Il formaggio, speziato con
il
basilico, colava dai bordi, i coloranti avevano fatto in modo che
assume i
colori dell'arcobaleno. Squalo guardò le decorazioni a forma
di ostriche sul
piatto e fotografò l'insieme con il cellulare.
<
Ecco, ora sono più rilassato. Anche
se ormai sono ore che cucino > rifletté.
Xanxus
si sporse dalla porta, guardò le
cibarie fumanti e si leccò le labbra. Tossicchiò,
si rizzò e indietreggiò.
Bussò alla porta restando per metà dietro di
essa, con lo sguardo fisso sulla
parete.
"Boss?
Mi hanno detto che eravate
in cucina. Posso entrare?".
Squalo
sgranò gli occhi, irrigidendosi,
rimise il cellulare in tasca e nascose il coltello, che teneva con
l'altra
mano, dietro la schiena.
<
Dannato Levi. Ha fatto la spia
invece di avvertirmi > pensò.
"Vooooi! Di ritorno finalmente!"
sbraitò con tono isterico.
Xanxus
accennò un sorriso, restò dietro
la porta fissando la parete.
"Se
disturbo qualche rituale
importante posso tornare dopo" disse.
Guardò
alle proprie spalle, strinse le
labbra.
<
Non voglio invadere un momento come
questo, anche se dovrei riferire cos'è accaduto con i Varia
> pensò.
Squalo
avanzò e appoggiò il coltello
accanto a un piatto piano su cui erano appoggiate delle uova ovali,
lunghe un
braccio.
"Andiamo
nella sala del trono.
Riferiscimi nel frattempo di come è andata" disse gelido.
Xanxus
gli si affiancò a capo basso,
nascondendo un sorrisetto.
"I
Varia erano sperduti. Dopo Tyr,
che era quasi un padre per molti dei giovani, non hanno avuto nessun
addestratore che prendesse le redini, perché il Capitano dei
Varia del Nono
successivo a Tyr viveva a villa Vongola, e non nel centro di
addestramento
giapponese" spiegò, atono.
Avanzava
con passo deciso lungo i
corridoi, strinse le labbra.
<
Il che vuol dire che tu non gli hai
fatto da sensei perché
il vecchio ti
voleva attaccato alla sua gonnella, ma detta così sarebbe
irrispettoso >
pensò.
Sollevò
il capo guardando di sottecchi
Squalo, che lo affiancava.
"Avevano
bisogno solo di qualcuno
che si facesse carico dei loro peccati peggiori, pronto a comprendere
che è
questo mondo a chiedergli di sporcarsi le mani, a guidarli a diventare
peccatori fieri di portare il peso della Famiglia Vongola".
Squalo
assottigliò gli occhi e volse il
capo, facendo ondeggiare i lunghi capelli argentei.
"Colui
che nominerò Capitano dei
Varia lo voglio lontano da quegli uomini.
Chi
pensi che si occuperà di prendere in
carico i peccati che loro non hanno la forza di sostenere?" chiese con
tono tagliente.
Xanxus
scrollò le spalle, lo guardò
negli occhi assottigliando le iridi cremisi.
"Me
ne occuperò di persona"
sancì.
Si
morse l'interno guancia, strinse i
pugni.
<
È il Boss! Modera i toni, stupido!
> si riprese.
Abbassò
il capo, le ciocche more gli
sfiorarono le guance.
"Non
ho paura di sporcarmi le mani,
e sono avvezzo al peccato molto più che alcuni di quegli
imberbi. Posso farmene
carico senza trascurare i miei presenti doveri, se desiderate".
Squalo
si fermò ed espirò rumorosamente.
"Voooi! Che cazz* hai intenzione di fare?
Non voglio gente che si
sacrifica! Forse non hai capito che sono queste le cose che voglio
evitare!
Che
si vantino dei loro peccati!
SONO
QUELLI CHE CI ELEVANO SOPRA LA
FECCIA!!!
VOOOOOIH!"
sbraitò a pieni polmoni.
Xanxus
si voltò di scatto e lo sbatté al
muro, gli occhi cremisi scintillanti.
"Chi
credi li abbia resi tali? Tu
più di tutti dovresti sapere che non hanno scelta"
sibilò.
Gli
strinse il bordo della maglia nelle
mani, tenendolo bloccato alla parete.
"Il
peccato è l'unica vita che
conoscono, ed è meglio essere fieri dei propri peccati che
strisciare in terra
per un perdono che non arriverà mai. Pensi dovrebbero
vergognarsi di cosa sono?
Dovrebbero smettere da un giorno all'altro di essere chi li hanno
addestrati ad
essere? Pensi che tutto si risolva schioccando le dita e con tante
belle
paroline? Hanno BISOGNO di quei peccati, e io farò in modo
non siano più
costretti a implorare la grazia da nessuno!" ringhiò.
Squalo
fece una risata gelida e una lama
gli fuoriuscì dal braccio, puntando alla gola di Xanxus.
"Non
hanno mai fatto un cazzo! Le
mie fottutissime parole sono basate sul fatto che loro piagnucolano che
vogliono il potere solo perché ogni tanto uccidono qualcuno
senza il coraggio
di gridare che sono stati loro.
Io
ho dovuto farmi carico di tutto. Che
la smettessero di frignare!" urlò.
Xanxus
ghignò cattivo, premette il collo
contro la lama facendo lacerare la pelle e lo tenne per la gola con una
mano.
Intinse due dita nel proprio sangue, ci macchiò la guancia
candida di Squalo e
avvicinò il volto al suo.
"Ignavi
e omertosi, avidi e
iracondi, pretenziosi e accidiosi. I loro peccati, i peccati che gli
abbiamo
insegnato. Vuoi che il mondo sappia chi sono i Varia? Vuoi che gridino
i loro peccati
e ne siano orgogliosi? Che li rivendichino come propri, e non come
servigi per
un Santo intoccabile? Allora lasciali a me, e agiranno solo per se
stessi".
Squalo
prese le sue dita in bocca e
succhiò il sangue, sentendo il sapore metallico pizzicargli
il palato. Ritirò
la lama e ghignò, mostrando i denti aguzzi.
"Voooi, ora parli la mia lingua"
sibilò mellifluo.
Xanxus
ghignò a sua volta, gli sollevò
il mento e avvicinò le labbra a quelle del Boss.
"Ti
sbagli. Sei tu che hai iniziato
a parlare la mia" soffiò.
Lo
baciò rudemente, tenendolo premuto
contro il muro con forza.
Squalo
ricambiò al bacio, facendo
scivolare la sua lingua su quella dell'altro, mischiando le loro
salive.
Sentiva le labbra dolergli per la foga con cui Xanxus lo premeva.
Xanxus
gli morse leggermente il labbro,
si tirò indietro ansimando e lo guardò.
<
Alla fine ho ceduto. È come la neve
fresca, cerca di portare qualcosa di nuovo ma non si rende conto di
disseminare
la morte. Vorrei baciarlo per sempre, invece dovrei approfittarne e
strangolarlo ora che è esposto > pensò.
Squalo
lo baciò nuovamente e approfondì
fino a mozzarsi il fiato, stringendo gli occhi.
<
Dove diamine eri quando c'era
bisogno di te, maledetto? Ti avrei reso il mio re >
pensò.
Xanxus
gli afferrò rudemente un fianco
sollevandogli la maglia, spinse un ginocchio tra le gambe del Boss e
ricambiò
il bacio.
<
Come ho potuto passare tutti quegli
anni solo ad occuparmi del mio piccolo quartiere, senza mai vedere il
mondo
oltre il mio naso? Perché non ti ho trovato prima? >
si chiese.
*****
La
luce del sole filtrava nella sala del
trono, illuminando il pavimento con i riflessi colorati delle vetrate.
Squalo
sentiva l'anello al suo dito
pizzicare. Era rigido, immobile, seduto con la schiena ritta. I lunghi
capelli
argentei gli ricadevano sulle spalle e la corona, ritta sulla sua
testa, gli
faceva pulsare le tempie.
Osservò
Giotto avanzare davanti a lui,
gli spettri degli altri Boss dei Vongola erano apparsi ai lati della
sala.
Levi,
intento a ringhiare, era sdraiato
per Terra. Takeshi gli teneva puntata la spada alla gola.
<
Spero che Taki non esageri. In
fondo era necessario per la prova che cercasse realmente di uccidermi,
mentre
mi faceva vedere i peccati > rifletté.
Osservò
Xanxus al fianco del trono e si
rilassò, il battito cardiaco gli tornò normale.
Giotto
lanciò un'occhiata a Takeshi e
Levi, voltò lo sguardo verso Xanxus e dilatò gli
occhi oro. Sorrise appena e
guardò Squalo, con sguardo dolce.
"La
tua volontà è degna
dell'anello. Siamo nelle tue mani, Decimo".
<
La mia volontà è di distruggere i
Vongola, e tu sei il primo da cui vorrò cominciare >
pensò Squalo.
"Primo..."
sussurrò gelido,
annuendo.
Giotto
alzò il capo a guardare Squalo,
con un sorriso triste.
"Purtroppo,
non posso comunque
accettare la tua nomina. La tua posizione di Capitano dei Varia
legittimato è
riconosciuta in tutta la Mafia, ed un Capitano dei Varia non
può diventare Boss
dei Vongola, macchiando il trono con le colpe dei peccatori".
Squalo
strinse con una mano il bracciolo
del trono e con l'altra mano, lo indicò utilizzando lo
scettro.
"E
che 'santo' avresti in mente?
Perché sono l'unico candidato e nessuno si rifiuterebbe di
cedermi questo
posto. Posso essere boss anche senza la tua approvazione o senza
divenire parte
del tuo anello" disse atono.
Giotto
puntò lo sguardo su Xanxus.
"Quel
trono ti spetta di diritto,
Xanxus Vongola, figlio del Nono" disse.
Xanxus
sgranò gli occhi e guardò Squalo.
Squalo
impallidì, le sue labbra si
assottigliarono e lo guardò in viso.
<
No, non proprio lui. Non ora che
avevo scoperto quanto fosse importante per me averlo al mio fianco. Se
solo
fosse successo prima, non avrei desiderato altro, ma adesso... Tsuna e
i
ragazzi sarebbero ugualmente in salvo, posso fidarmi di lui, ma
significherebbe
sottomettersi proprio a Giotto che ha voluto tutto questo >
rifletté,
avvertendo una fitta al petto.
"Giotto
ti vuole come boss"
disse con voce roca.
Takeshi
scattò in piedi stringendo la
spada con forza.
<
Dannazione, non così! Squalo lo
ama, ma accettarlo come Boss per ordine di Giotto rovinerebbe tutto
quello che
quei due potrebbero avere! > pensò.
Xanxus
strinse le labbra e abbassò il
capo.
<
Potrei rifiutare. Non voglio un
trono avuto per intercessione divina. Ma cosa farebbe Giotto a tutti
noi, se
dicessi no? > si chiese.
Giotto
sorrise, gli occhi oro liquidi.
"Avrei
voluto Sawada Tsunayoshi
come Decimo, e forse è ancora possibile accada, ma fin
quando non sarà pronto
ad accettare il suo destino il trono dei Vongola deve andare a qualcuno
che non
si è macchiato con il nome di Varia".
"Voooi. Mi correggo, ti ci vuole solo come
fantoccio a tempo"
sibilò Squalo. Strinse lo scettro fino a far sbiancare le
nocche.
"Tsunayoshi non salirà 'mai' su questo trono"
sibilò gelido.
Giotto
continuò a fissare Xanxus,
sorridendo.
"Accetti
il trono dei Vongola...
Xanxus?".
Xanxus
prese un respiro profondo, fece
un passo avanti e guardò Primo negli occhi.
"Prenderò
il titolo di Boss dei
Vongola, e verrò sottoposto alle prove per diventare Decimo,
com'è mio
diritto".
Si
voltò, guardò Squalo negli occhi e
gli prese la mano.
"E
lo farò come sposo del Re".
Squalo
avvampò e un sorriso sbocciò
sulle sue labbra. Strinse a sua volta la mano dell'altro.
Giotto
s'irrigidì, il mantello prese a
ondeggiare alle sue spalle e chinò il capo.
"Hai
diritto di fare le prove... ma
un Boss dei Vongola non può sposare un Capitano dei Varia".
Xanxus
ghignò, si mise di fianco al
trono.
"Infatti
lo sposerò ora, e poi
reclamerò il diritto al trono. O forse non mi spetta
più?".
<
Ora non può tirarsi indietro.
Scacco matto, Giotto > pensò Squalo. Respirava piano.
Giotto
guardò Xanxus, sospirò e scosse
il capo.
"Le
conseguenze ricadranno su di
te... Decimo" decretò.
Scomparve
con una fiammella arancione,
imitato dagli altri Boss.
Squalo
si sporse e poggiò le sue labbra
su quelle di Xanxus, mentre scomparivano anche gli altri boss.
"Si
sono innamorati" esalò
Levi.
Xanxus
ricambiò il bacio, Takeshi
ridacchiò abbassando la spada.
<
Come ci si aspettava da un
legittimo Boss dei Vongola e il suo Capitano ... anche se il loro amore
ha
osato sfidare l'ira di Primo > pensò.
Xanxus
si scostò, strinse la mano di
Squalo e sogghignò.
"E
ora vediamo di organizzare le
nostre nozze" sussurrò.
"Insieme"
disse Squalo.
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