Non provò dolore, non fisico almeno, non era abbastanza per
superare quello emotivo, non lo sarebbe mai stato e di questo, Hidan,
ne era pienamente consapevole.
Si lasciò cadere a terra, voleva solo chiudere gli occhi e
lasciarsi andare per quei pochi secondi che il suo corpo glielo
permetteva, ma non le fece, non l'avrebbe mai fatto senza prima
guardarlo negli occhi, l'avrebbe guardato negli occhi ogni volta prima
di lasciarsi andare completamente.
L'accompagnò una lacrima, lasciata scappare per debolezza,
quella lieve debolezza che, man mano, cresceva sempre più e,
quel piccolo gesto inaspettato, non passò inosservato al suo
compagno, lasciandolo, per la prima volta, confuso e con un senso di
disagio a circondarlo totalmente.
Avrebbe voluto alzarsi, corrergli incontro e fermarlo, avrebbe voluto
chiedergli il perchè di quella lacrima, il perchè
del suo continuo sguardo perso nel vuoto come se, inspiegabilmente,
fosse da solo al mondo, senza nessuno su cui avere un minimo di
appoggio, ma non si mosse, non si mosse nemmeno di un millimetro
mentre, come ogni volta, si sentiva morire guardando il
compagno immerso in una pozza rossa.
Non ci volle molto, lo sguardo fermo sul cielo azzurro, la testa
completamente vuota, si alzò lentamente col busto e, dopo un
attimo di smarrimento generale, si girò verso il compagno,
seduto poco lontano da dove si trovava "possiamo andare" fece per
alzarsi ma, contro ogni aspettativa, una mano lo fermò
subito "perchè?" lo guardò più confuso
che mai "come sarebbe a dire perchè? ho finito, possiamo
andare" fece per rialzarsi, ma, come poco prima, venne ributtato a
terra "ohi Kakuzu, che stai fa.." non fece in tempo a finire
la domanda "perchè hai pianto?".
Il cuore batteva più di quello che avrebbe mai immaginato,
non ebbe il coraggio di guardarlo, non riuscì nemmeno a
rispondere "Hidan" il suo viso venne girato con forza "non stavo
piangendo" cercò di autoconvincersi persino lui della cosa,
ma lo sapeva benissimo, sapeva il motivo di quella piccolissima lacrima
scappata al suo controllo "Hidan ti ho visto cinque minuti fa, eri
davanti a me, non chissà dove" la presa sul suo viso divenne
impossibile da ignorare "Kakuzu, mollami" strinse ancora di
più, lo stava pressando più di quello che
normalmente avrebbe fatto ma, in quel caso, voleva sapere, voleva
conoscere la causa di quella lacrima.
Piccole gocce si persero sulla pelle pallida, si inseguirono per un
breve percorso e poi, giunte al termine, si lasciavano cadere nel
vuoto, scontrandosi poi con la stoffa scura della casacca "Kakuzu
mollami, ora!" avrebbe voluto suonare autoritario, col suo tono
sprezzante di sempre, ma fu tutto il contrario "non ho intenzione di
lasciarti finchè non mi spieghi il perchè stai
piangendo" sorrise appena "dunque non mi lascerai mai?" la presa si
allentò appena "cosa?".
Lo strattonò con forza, finendo così per
liberarsi "ohi Hidan, che cazzo stai.." non finì di parlare,
non riusì più a proferire parola che, con grande
stupore, la sua voce venne surclassata da quella dell'albino
"è colpa tua, è solo colpa tua" non ebbe nemmeno
il tempo di chiedere a cosa si riferisse che, con velocità
sorprendete, l'albino scappò via.
Non si fermò mai, non si prese nemmeno la briga di guardare
dietro di se e vedere se il compagno lo stesse seguendo, non si
girò mai a guardare, semplicemente continuò a
scappare, lo fece come se ne andasse la sua vita stessa.
OYA OYA
Come avete visto è una Kakuzu x Hidan e, anche se
inizialmente doveva essere una one-shot, ho deciso di farla finire con
un secondo capitolo, lasciando così questo.
Non è un granchè, ne sono consapevole, ma volevo
condividerla lo stesso ecco.
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