Il freddo e l'umidità della Scozia, quel sole che brillava
alto nel cielo e quelle nuvole grigie che lo circondavano e
minacciavano di far piovere da un momento all'altro... Insomma, quella
non sembrava la giornata più adatta per celebrare un
matrimonio, ma alla coppia felice non sembrava importare.
La piccola chiesetta nel paese scozzese era alquanto spartana e non
c'erano oggetti o dipinti preziosi ad adornarla, però
appariva molto graziosa lo stesso.
Gli unici due invitati, ovvero Tonks e Remus, si trovavano seduti su
una panca di legno in prima fila e osservavano il silenzio la
cerimonia. La giovane aveva un sorriso solare, mentre suo marito
sembrava triste come al solito. Il vestito della sposa in origine era
un semplice vestitino estivo, ma le due streghe lo avevano modificato
in modo che sembrasse un bell'abito da sposa, sebbene molto semplice e
dalle lunghe maniche bianche. Avevano fatto la stessa cosa per lo
sposo, che invece indossava uno smocking nero con un delizioso
farfallino di colore rosso.
La cerimonia venne celebrata da un sacerdote mago che aveva accettato
senza tante storie di officiare il matrimonio.
Uscirono poi fuori dalla chiesa e raggiunsero il villaggio
lì vicino. C'era una locanda frequentata per lo
più da babbani e da pochissimi maghi e streghe.
Festeggiarono lì le nozze, sebbene non potessero fare
chissà cosa. Ballarono, si divertirono cercando di non
pensare a Voldemort e ai suoi scagnozzi. Solo verso mezzanotte se ne
andarono dal locale e la coppia di sposi tornò a Grimmauld
Place.
Appena entrati nell'atrio della casa, la bruna si voltò
verso il marito, gli avvolse le braccia attorno al collo e lo
baciò con passione.
« Signor Black. » disse con tono scherzoso. Felpato
le strinse la vita con le mani.
« Signora Black. » rispose, anche lui decisamente
divertito. « Adesso che ci siamo sposati non ti libererai di
me facilmente. » aggiunse. La bruna lo lasciò
andare, ma non si allontanò da Sirius.
« Magari sei tu quello che vorrà sbarazzarsi di me
e non ci riuscirà tanto facilmente. »
osservò. « Abbiamo circa due settimane per stare
ancora insieme. » aggiunse, dandogli un altro bacio.
« Penso sia meglio andare a dormire ora. » salirono
le scale fino alla camera che da tempo dividevano insieme. Arrivati
dinanzi alla soglia della porta, la prese in braccio e lei
scoppiò a ridere divertita mentre la portava dentro alla
stanza.
Quando furono dentro la mise giù e l'aiutò a
liberarsi del vestito. Lei fece lo stesso con lui e il suo smocking.
Passarono il resto delle vacanze insieme, cercando di godersi quella
specie di luna di miele. Ogni tanto andavano a fare delle passeggiate
nei dintorni e a fare shopping, per lo più nei negozi
babbani, siccome buona parte di quelli magici erano stati chiusi per
via della Seconda guerra magica.
Un giorno decisero di andare a fare un salto ai Tiri Vispi Weasley. Il
negozio di scherzi dei gemelli sembrava essere uno dei pochi ancora
aperti a Diagon Alley e con le sue vetrine colorate e tutto il resto
portava una ventata di colori e allegria nelle cupe e scure vie della
città.
Arrivati dinanzi alla porta a vetri entrarono nel negozio, ritrovandosi
circondati da persone e vari oggetti magici e colorati. Vennero
immediatamente raggiunti dai gemelli, come sempre vestiti eleganti e
sorridenti. Sprigionavano felicità da tutti i pori.
« Eccovi qua! È da un po' che non ci vediamo.
» disse Fred. Adesso che George aveva perso l'orecchio si
riusciva a distinguerli senza problemi, o quasi.
« Mamma è furiosa con voi due per esservi sposati
in segreto e ci vorrà del tempo prima che vi perdoni.
» affermò il suo gemello.
« Ti pareva. » commentò sorridendo la
bruna. Sapevano bene entrambi che non sarebbe stato facile, soprattutto
in quanto Molly trovava che Sirius fosse troppo grande per lei e non
aveva mai appoggiato la loro relazione, neanche prima di avere la
conferma che stavano insieme.
« Le passerà presto, vedrai. Potreste venire alla
Tana per le vacanze di Natale. » propose George.
« Non dovrebbe invitarci tua madre? »
commentò Sirius, perplesso dal fatto che fosse il rosso a
proporlo e non la madre del giovane.
« Vorrebbe farlo, o almeno ci ha detto che ne aveva
l'intenzione, però penso che non osi chiedervelo.
» aveva per caso paura di dare loro l'impressione di
approvare le loro nozze?
« Dille di farsi viva. » disse Clarisse,
allontanandosi per vedere i prodotti esposti.
Scelse di prendere qualcosa per fare i dispetti ai suoi compagni di
casata appena sarebbe tornata a Hogwarts. Non mancava più
molto, solo qualche giorno e sarebbe tornata a scuola. Quello era il
suo ultimo anno e pure l'unico in cui non era contenta di andarci,
siccome sospettava che sarebbe stato un anno non proprio dei migliori.
Dopo aver pagato i loro acquisti, tornarono a casa e bevvero del
tè in salotto. Nessuno dei due si accorse di Kreacher che li
spiava da dietro la porta che portava all'atrio della casa. Parlarono
come se nulla fosse, scherzando, e a volte si scambiarono anche qualche
bacio.
Andavano sempre a dormire piuttosto presto alla sera, sebbene non si
addormentassero subito.
Si stavano godendo quei giorni prima del suo ritorno a scuola. L'amore
tra loro era tanto forte e sembrava infinito. Sognavano di restare
insieme per tutta la vita. Appena la guerra sarebbe finita intendevano
fare un'altra cerimonia, stavolta con tutti i loro amici, e una grande
festa.
In seguito la giovane lesse sulla Gazzetta del Profeta la morte del
padre. Era stato ucciso da dei Manigamorte e tra loro spuntava anche il
nome di Bellatrix Lestrange. Soffrì molto per la notizia e
suo marito fece del suo meglio per consolarla e farle pensare ad altro,
in modo che soffrisse di meno. Da tempo lei e suo padre, dalla morte di
suo fratello e sua madre, si erano persi di vista, tuttavia gli voleva
ancora un bene immenso.
Organizzarono i funerali e sistemarono sulla tomba, poi una bellissima
ghirlanda di rose nere. Lo seppellirono accanto alla moglie e al figlio
minore.
Qualche giorno dopo
Le riunioni dei Mangiamorte non erano mai una cosa gioiosa e da quando
i Malfoy avevano iniziato a cadere in disgrazia davanti agli occhi di
Voldemort ancora meno, almeno per loro. Le cose andavano via via
peggiorando per la loro intera famiglia: Ninfadora aveva sposato Remus,
cioè un lupo mannaro, la bacchetta di Lucius si era
dimostrata inutile nelle mani di Voldemort che sperava con essa di
sconfiggere Harry, e infine Clarisse aveva sposato Sirius Black.
Quelle brutte notizie una dopo l'altra non avevano fatto altro che
screditare sempre di più i Malfoy, Bellatrix Lestrange e suo
marito agli occhi del loro padrone.
Alla fine furiosa la Mangiamorte si era presentata a casa del padre di
Clarisse e l'aveva ucciso, fregandosene altamente che fosse suo
fratello. Prima l'aveva torturato per parecchie ore con la maledizione
Cruciatus e poi l'aveva ammazzato. L'uomo non sapeva dove fosse sua
figlia, tuttavia la strega sospettava che si trovasse a Grimmauld
Place. La cosa che più l'aveva sorpresa era che il mago non
fosse al corrente del matrimonio della figlia, né della sua
relazione con il Malandrino. Immaginò che la ragazza temesse
la reazione del padre se glielo avrebbe rivelato. La morte non rimase a
lungo celata e ben presto venne scoperta.
Se pensava che sarebbe cambiato qualcosa si sbagliava e di grosso,
siccome all'Oscuro Signore non importava se avesse ucciso addirittura
suo fratello pur di fare pulizia ed eliminare tutti i Mezzosangue che
vivevano nel mondo magico. Le aveva detto semplicemente che aveva fatto
il suo dovere. L'aveva presa male e le ci era voluto un po' per
riprendersi da quella delusione. Si era illusa che l'avrebbe lodata per
aver sacrificato suo fratello per il bene dei Purosangue, che erano gli
unici veramente degni di possedere e usare la magia ai loro occhi.
Aveva mandato giù quel boccone amaro e aveva ripreso a
comportarsi come se nulla fosse.
Sua sorella da parte sua sembrava abbastanza serena, sebbene temesse
ancora molto per la vita di suo figlio e non poteva darle tutti i torti
con la guerra magica in corso. In teoria a scuola avrebbe dovuto essere
più al sicuro, tuttavia Narcissa non ne era tanto sicura ora
che ci avrebbero insegnato dei Mangiamorte e che Silente non era
più il preside. La sua unica consolazione era che i
Nati-babbani non potevano più frequentare Hogwarts.
Suo cognato sembrava un fantasma: pallido come un lenzuolo e con
un'espressione come di sconfitta e rassegnazione perennemente sul volto.
Rodolphus si comportava come sempre e non appariva turbato dalla
condizione della loro famiglia e dalle minacce che, forse, incombevano
su di loro. La ignorava comportandosi come se non esistesse e pensava
solo a se stesso, tuttavia quella non era una novità,
siccome si era sempre comportato in quel modo e non le aveva mai dato
particolare considerazione.
Stessa cosa valeva per suo cognato che non l'aveva mai sopportata e tra
loro c'era sempre stato un grande astio. Anche a lei non era mai
piaciuto a dir la verità e quindi condividevano un odio
reciproco.
Suo nipote non appariva per nulla contento di ricominciare la scuola e
pure lui era sempre pallido come il padre. Non era per nulla felice del
fatto - insieme ai genitori - che Voldemort usasse Malfoy manor come
quartiere generale e del viavai di Mangiamorte. Alcuni vivevano persino
lì. L'Oscuro Signore si era stabilito in quell'edifico e si
comportava come se fosse casa sua e ciò non faceva altro che
peggiorare lo stato umorale dei veri padroni della dimora.
Quella mattina
La bruna si svegliò presto quella mattina e uscì
di casa alle sette con l'intento di andare a fare una passeggiata. Le
piaceva farlo al mattino presto, soprattutto perché non
c'era tanta gente in giro e difficilmente avrebbe trovato qualcuno in
giro a quell'ora.
Stava passeggiando sul marciapiede davanti a Malfoy manor quando
sentì una voce chiamarla.
« Bellatrix. » si voltò e vide Clarisse.
I suoi occhi si spalancarono e la guardò sorpresa. Invece la
ragazza infilò le mani in tasca e sul suo viso apparve un
debole sorriso.
« Cosa ci fai tu qui? » aveva per caso scoperto che
era stata lei ad uccidere suo padre? No, in quel caso le avrebbe
già puntando contro una bacchetta con aria minacciosa,
invece di sembrare così tranquilla. La giovane si
sistemò una ciocca dietro all'orecchio sinistro.
« Volevo solo ringraziarti. Ho visto che sei stata tu a
colpirlo alle spalle. » capì subito che si
riferiva a Creiback.
« Si è trattato di un incidente. Non dovresti
stare qui ragazzina. » non la insultò e nessuna
delle due estrasse la bacchetta. La bruna alzò e
abbassò le spalle come se nulla fosse e si voltò
verso la villa.
« Non mi manca quel posto e poi non mi sembri minacciosa.
» la fulminò con lo sguardo.
« Non devi sottovalutare il tuo nemico. »
esclamò offesa. L'altra scoppiò a ridere e
incrociò le braccia ad altezza del petto.
« Tu non mi fai paura. » detto questo estrasse la
bacchetta prima che potesse accorgersene. « Avada kedavra.
» urlò. Prima che la Mangiamorte se ne rendesse
conto, il lampo sprigionato dalla punta della bacchetta la
colpì in pieno petto, facendola cadere a terra. Si
avvicinò al suo corpo senza vita e le si
inginocchiò accanto, spostandole un ricciolo che le era
scivolato davanti al viso. « Sai zia, i Serpeverde non amano
le regole e chissà se invece ci piace fare giustizia.
» osservò, sollevandosi con un sorriso divertito
sul volto.
Se ne tornò a casa domandandosi quanto tempo ci sarebbe
voluto prima che avessero scoperto la sua morte. La risposta giunse la
mattina seguente: il giornale riportava la morte di Bellatrix
Lestrange. Secondo la Gazzetta del Profeta non aveva neanche cercato di
difendersi, segno che doveva conoscere il suo assalitore. Suo marito
non le chiese nulla, ma la bruna era sicura che sospettasse di lei e
che avesse capito che era stata lei ad ucciderla, e non se ne pentiva
per nulla.
Si recò in cimitero alle tombe dei genitori e del fratello e
dopo essersi inginocchiata davanti alle loro lapidi parlò.
« Giustizia è fatta. »
esclamò indifferente.
|