Eterea, irreale, sfuggente, catastrofica volpe.
Maestra d'inganno, signora della tentazione.
Incoronata, sul tuo letto di frutti variopinti,
da viticci succosi e foglie screziate,
hai agitato le tue code con maestria e dedizione
fino a rendermi ubriaco del tuo vino speziato.
Una ricetta che speravo solo tua e mia,
nostra.
La notte avanza e le menzogne
iniziano a radunarsi attorno al falò
che ti sei lasciata dietro.
Dovrei cercare il riflesso della luna
o accontentarmi
delle fiamme sbiadite dei tronchi ormai arsi?
La cenere levita ancora nell'aria pesante,
eppure i ciocchi sono già carbone.
Mi inganno a cercare fra quelle lingue scarlatte
un riflesso della tua pelliccia ramata. |