Mi sembrava la cosa giusta da scrivere
al completamento dei giochi. In memoriam.
Il comitato “A' Cyan, la smettiamo
col bashing di Myst Island?”, in collaborazione con
l'associazione
pro-End of Ages “Ere de veci? No, de zente
vissuda”, presenta...
...col sostegno dei gentili sponsor
Harriet (contest The Hosts, peraltro vinto) e
Graffias
(challenge In the summertime, prompt Isola
deserta) (ma dai? Pensavo Affollato
villaggio
vacanze)...
Disclaimer: Gli avvenimenti narrati
sono frutto di fantasia. Non intendo dare rappresentazione veritiera
del carattere delle persone descritte né offenderle in alcun
modo.
Se possibile, anzi, il tutto è da intendersi come tributo di
affettuosa stima.
Sei milioni di visite discrete
Alone,
I cannot be
The Hosts, do visit me
Recordless company
Who baffle key
(Emily Dickinson)
I primi sono confusi.
Anche lei lo è. Non aspettava visite.
È da tanto, ormai, che il cielo non ha
da dire altro che pioggia, una costante fitta e fastidiosa fino
all'orizzonte. Le gocce sono insolenti. Hanno preso per sé
tutto lo
spazio dell'aria, gettando una cappa umida, opprimente, fredda, che
s'insinua anche dietro i muri e non sa come scrollarsi di dosso, e le
agitano anche il mare. Il calmo blu su cui era solita distendersi
ribolle e schiuma, scuro come le nuvole al di sopra.
Forse è un atto di gentilezza, questo
mettersi a lutto per lei. Ma li preferiva prima.
*
I primi si guardano intorno. Muovono
qualche passo. Molti dimenticano di guardarsi alle spalle ma
torneranno, non c'è dubbio che torneranno.
Secondo le mappe stellari corre l'anno
9649: per lei è il duecentodiciottesimo e si sente a ogni
buon
diritto una vecchia signora eccentrica, che può non
ricordarsi come
si intrattiene un ospite. Così li lascia fare, deliziata dal
ricordo
dello scalpiccio di passi sulle assi del sentiero.
Segue senza malizia i visitatori mentre
camminano sulla sua terra e si scrollano di dosso
l'incapacità
iniziale, che è un tutt'uno col vago stupore che li
accompagna
sempre quando giungono all'approdo. Si mettono al lavoro:
c'è chi
sente un'intesa con la precisione matematica di un ponte di ruote
dentate, raggiunge in fretta la torre e si trova a duellare
d'intelletto con una combinazione d'ingranaggi che in quella
matematica proprio non vuole rientrare. Altri meditano un tuffo nei
fondali rocciosi, sperando che la loro acqua scura non sia fredda
come promette, per scoprire il segreto della nave affondata che li ha
salutati all'arrivo.
Ancora non la conoscono. Pensano
davvero che sveli così i suoi misteri?
Col tempo se ne rendono conto anche
loro. C'è chi persiste ma anche chi si scoraggia e quando li
vede
scuotere la testa in segno di resa li prende a compassione, povere
anime sperse, e cerca di guidarli. Soffia un alito di vento o
annuisce ai loro sforzi in un compunto fruscio di rami secchi.
I suoi ospiti, però, non possono
sentirla. Sono persi nei dettagli eterni e nitidi di un album di
fotografie dai colori troppo accesi, che stese una di fianco
all'altra formano un ritratto di lei in un passato lontano, quand'era
giovane, amata e bella. I suoi sono ospiti che non lasciano traccia,
non piegano l'erba. Trovano la combinazione per aprire una cassaforte
che non hanno mai toccato e danno energia a cavi che i secoli hanno
corroso. Se corrono sul camminatoio a nord per trovare rifugio nella
rotonda cavità d'ottone del razzo, non lo fanno per
ripararsi
dall'acquazzone che lì riecheggia come un'ultima sinfonia.
Quando vi
si affacciano e guardano l'orizzonte, trovano azzurro.
L'Isola di Myst sente milioni di piedi
calpestare l'idea del suo suolo ora con decisione, ora con
meraviglia, ora con rabbia e ne è felice, nel modo immobile
e totale
che è proprio dei vecchi luoghi abbandonati. Non conosce i
loro
volti; in pochi si sono fermati a scrivere un nome sulla sabbia,
dandole appena il tempo di leggerlo prima che la risacca se lo
portasse via. Ma ognuno di loro ha lasciato una firma che lei osserva
e ricorda come se ognuna fosse il suo tesoro più prezioso.
C'è stato chi, dovunque stesse
esplorando, tornava sempre alla libreria prima di riposarsi.
Un'espressione così meticolosa dell'umanissimo bisogno di
sicurezza
la inteneriva: mentre il ragazzo sonnecchiava, con le gambe
incrociate e la schiena al muro, sognavano entrambi un caminetto
acceso.
C'è stato chi aveva gli occhi sempre
rivolti al cielo e ha trovato nuove forme fra le stelle
dell'osservatorio. Fra quelle, Myst ama più di tutte il
Pennino, che
dovrebbe essere sorto ora sull'orizzonte, ma ci sono solo nubi e
qualche lampo a illuminarle.
C'è stato, e forse c'è ancora, chi le
combinazioni le provava tutte, ma proprio tutte. Chi andava a estro.
Chi dei suoi preziosi diari guardava solo i disegni.
È un fiume di persone. Talvolta in
piena, talvolta debole, bagna le sue sponde e le ridà vita.
E,
meraviglia! Molti partono e molti arrivano, pellegrini in transito
verso altre mete, ma c'è chi nella lontananza non se
n'è mai andato
e dopo anni torna a farle visita guidando un figlio nella sua prima
esplorazione.
Conserva ancora la barca giocattolo,
per i bambini. Anche se è rotta.
Myst ha sempre saputo di essere nulla
più che un luogo di piccoli inizi. Non s'illude: i finali,
quelli
veri, sono fuggiti ben oltre il suo orizzonte fatto di due pini e una
montagnola. E ora inaspettatamente, dopo che si è richiusa
su se
stessa, incrostata di solitudine, la fine dei suoi inizi si mostra
ancora lungi dall'essere scritta.
In compagnia di generazioni di
giocatori, anche la pioggia che batte
incessante sulla sua pietra può sembrare una risata.
*
Non mi credete?
Tornate da lei, voi dai volti di pietra, voi che avete seguito la
conchiglia, che conoscete il sentiero. Tornate da lei, voi che
l'avete amata. Appoggiate l'orecchio al muro del camino e non
sentirete un pianto.
Buh. Iniziando Myst
DS speravo in un'esperienza onirica e vaga che potesse soppiantare
quella di zelda, con cui la rottura definitiva era ormai imminente.
Guess what, mi stavo imbucando nell'esperienza più logica,
puntigliosa e definita che la mia personale storia videoludica
ricordi. E anche nella più bella *lacrimuccia e sonora
soffiata di
naso* Però il potenziale nonsense, di fascino indefinito
resta
annidato da qualche parte sotto quella grandiosa impalcatura - e in
luoghi specifici della stessa, perché Myst è come
il maiale, non
butta via niente.
Now the beginning is tied to the end. :)
E grazie Mikayla! *commozione* Missione compiuta, allora. Ti
ringrazio tanto, con una punta d'invidia a tutti voi che l'avete
vissuta da principio, in particolare con un genitore o un fratello
maggiore a fianco.
|