- “Affiderò
le mie parole
al vento, così che le diffonda nel mondo e, forse, un giorno
giungeranno sino a
te”
bisbigliò Swami.
“Ho vissuto i miei giorni
isolata dal
mondo, su un brughiera che si affacciava sul mare. Ero solo un granello
di
sabbia come tanti, destinato a vivere in solitudine. Pur sapendo che
esistevano
altri spiriti come me, non ci era concesso di avvicinarci. Ognuno di
noi faceva
parte di un suo piccolo mondo. Eravamo consapevoli della presenza di
altre
creature, ma non potevamo comunicare. Noi eravamo solo spiriti privi di
senso...
- Passavo il tempo
a
osservare il vento, le onde infrangersi sulla riva, e cosa avrei dato
per poter
essere loro? Spiriti fieri che andavano ovunque, liberi di essere
ciò che
volevano. Io ero solo un'ombra fra tanti, imprigionata in un posto dove
non
volevo restare.
- Per molto tempo,
persino il mio stesso volto mi era stato ignoto... finché un
giorno, lo spirito
dell’inverno ci donò la neve e sul suo
meraviglioso specchio di ghiaccio vidi
una fanciulla dai lunghi e fluenti capelli, così candidi da
sembrare neve, e dagli
occhi di un verde intenso... mi ci volle un attimo a realizzare che ero
io. Swami. Fino a quel momento,
avevo conosciuto
solo il mio nome.
- È
strano che proprio
io, che porto un nome che per il mondo umano significa Amore, scriva
che, prima
di incontrarti, non sapevo nemmeno cosa fosse...
- Ero solo la
custode di
un fiore mai sbocciato, che veniva spesso chiamato coda di volpe. Nulla
più di
questo...
- Un giorno
arrivasti tu,
in una notte stellata come tante, e come resisterti? Eri
così strano! Tutto
vestito di scuro, assomigliavi a un bandito, eppure sul tuo volto non
vi era
traccia alcuna di chi viveva perso nell’oscurità.
- Non ricordavo
più da
quanto tempo non vedevo un umano giungere sin lì...
- Il mio tratto di
mare è
protetto da un’alta e fiera scogliera, così
tagliente da rendere lugubre e
maledetta la timida stradina che porta sino in spiaggia. Erbacce e
sassi di
ogni forma e colore la adornano, scoraggiando chiunque ad avvicinarsi.
Ma non
te...
- C’era
qualcosa di
meraviglioso nel tuo sorriso. Era così caldo e luminoso, che
la notte si
tramutò in giorno e, per un attimo, solo per un attimo, il
mio cuore sussultò.
- Mi sentii
frastornata.
Non riuscivo a capire...
- Per quanto
tentassi di
non guardarti, c’era qualcosa di speciale in te.
- Cosa... non
riuscivo a
capirlo.
- A lungo mi
soffermai
suoi tuoi capelli, così scuri da ricordare l’ala
di un corvo, o suoi tuoi occhi,
simili a frammenti di cielo.
- Osservai i tuoi
movimenti
mentre accendevi il fuoco, così fluidi, calmi e sereni... ma
continuavo a non
capire, finché non prendesti fra le mani uno strano oggetto
che tu chiamasti
chitarra e iniziasti a suonare, dando vita a un incantesimo senza tempo.
Quella
notte, amore mio,
hai fatto prigioniero il mio cuore e te lo sei portato via con te...
Impotente,
mi hai
costretta a guardarti andar via fra le lacrime, dopo avermi regalato,
con la
tua musica, sogni pieni di vita, in cui descrivevi un mondo che non
conoscevo... un mondo che avrei voluto conoscere con te. Al tuo fianco.
- I giorni che
seguirono
furono interminabili, così dolorosi che a stento riesco a
descriverli. Avevo
bisogno di te. Eri diventato l’essenza della mia esistenza,
senza la quale non
volevo vivere.
- Nella mia mente,
continuavo a rivedere il tuo volto, ne tracciavo i lineamenti con le
mani,
temendo di dimenticarlo. La mia voce continuava a sussurrare il tuo
nome, accompagnata
da un canto...
Dove Sei?
Il mio mondo si
è dissolto,
e vago nel caos
perché
tu non sei più accanto a me.
Giorni persi a
sperare di ritrovarti
Giorni persi a
guardare le stelle,
rivedo il tuo
volto nell'oscurità,
vedo il tuo
sorriso,
ed il cuore si
spezza,
le lacrime
sfuggono al mio controllo,
e il corpo mi
rinnega,
annega nel
dolore,
annega nella
solitudine
e
l'oscurità mi avvolge,
dove sei?
Darei qualsiasi
cosa per ritrovarti,
perché
sei l'unica cosa vera,
in un mondo
perso.
Dove sei?
- Ero convinta che
non ti
avrei più rivisto e, proprio quando credevo che avrei
vissuto solo di sogni, tu
tornasti nel mio mondo.
- Proprio a pochi
passi
da me si delineò un'ombra.
- Eri tu.
- Ti riconobbi
prima
ancora di vederti in faccia e, incredibile a dirsi... riuscii ad
alzarmi e a
raggiungerti!
- Prima di
conoscerti
tutto sembrava irrealizzabile, persino le cose più semplici.
- Purtroppo,
quando ho
cercato di abbracciarti, le mie braccia hanno attraversato il tuo
corpo, senza
percepire nulla... tu non hai sentito
nulla.
- Il mio sorriso
morì, le
mie mani tremarono... la realtà mi rise in faccia,
ricordando a me stessa che
ero solo un piccolo insignificante spirito. Per te, non ero nemmeno
un'ombra.
- Mai, in nessuna
vita
avresti, saputo che io ero lì.
- Io per te non
esisto...
-
Stanotte ti ho
sognato.
Eri
lì, solo per me.
Sorridevi
guardandoti intorno...
Ma era solo un
cattivo sogno.
Non riuscivo a
sentirti.
Il calore del
tuo respiro,
La sensazione di
stringere la tua
mano nella mia,
Non riuscivo a
sentirlo.
Persino
lì sapevo che non era vero.
Era solo
un'illusione,
Mi ha spezzato
il cuore.
Ho pianto ancora
e continuo a farlo.
Tu sei una
ferita aperta nel mio
cuore.
Io, stupida che
non sono altro,
Ho un unico
desiderio, così piccolo e
così irraggiungibile…
Sentire il
calore del tuo abbraccio.
Ho un bisogno
disperato di essere
circondata dalla tua forza.
Amore, calore,
senso di completezza…
Tu sei tutto.
E sei diventato
il mio cielo.
Perché
è l’unica cosa che ci unisce.
Quando guardo in
alto
so che, ovunque
sei, protegge anche
te.
E fa
così male sapere che non ti
merito...
Perché
altrimenti sarei lì con te
E non qui, a
versare lacrime amare
senza speranza.
Perché
mai tu dovresti amare me?
Tu sei come il
cielo.
Per quanto
allunghi la mano…
Non posso
toccarlo.
- Mi sentii
annegare nel
vuoto, in un caos oscuro privo di ogni cosa.
- Ti guardai negli
occhi
e il tuo tormento diventò il mio. Dimenticai me stessa, mi
persi nei tuoi
pensieri che, non so come, riuscii a leggere. La tua
luminosità, la tua voglia
di vivere era svanita. Non riuscivi più a scrivere. Non
potevi più “sentire” la
tua amata musica. E le parole che ti tormentavano, le ultime che avevi
scritto,
mi privarono infine di ogni forza.
Nessun futuro.
Nessuna Ragione.
Il mio cuore si
è spezzato
Nessuna speranza
in cui credere
Posso urlare ma
non riesco a sentire
La mia voce
è morta
Questo mondo
spezza ogni cosa
È
così dannatamente crudele
Nessuna
speranza, nessun calore
A cosa posso
aggrapparmi?
Mi fa sentire
così triste...
Posso vedere la
fine
Ogni cosa ha
perso colore
Ogni suono
è stato sepolto
C’è
solo il caos.
Siamo anime
spezzate,
Senza futuro e
senza speranza.
Siamo un dannato
gioco,
Figli del dolore,
Nati per perdere
il sorriso,
Nati per versare
ogni lacrima
Su un mondo
freddo e sterile.
Perché
siamo qui?
Siamo solo un
dannato gioco.
Non abbiamo
ragioni per cui vivere.
- Sotto il mio
sguardo ti
sdraiasti davanti al fuoco, che non ricordavo nemmeno avessi acceso, e
ti
addormentasti.
- “Cosa...
cosa ti ha
reso così? Cos’è successo?”
Tremavo. Desideravo disperatamente poterti parlare.
Anche solo per un istante. Avrei voluto cancellare con le mie carezze
ogni
inquietudine.
- Istintivamente,
mi
accostai al tuo orecchio e iniziai a cantare...
- Seppur
inconsapevolmente,
tu mi avevi reso partecipe del tuo tormento e io volevo farti sapere
che non
eri solo. Tu eri diventato la mia speranza. La mia luce. Il mio mondo,
l’essenza di ogni cosa. E avrei fatto qualsiasi cosa pur di
aiutarti!
- Avevo agito
d’istinto,
irragionevolmente. Ciò che non potevo sapere è
che nei sogni ogni barriera
viene spezzata.
- Forse lo avevo
sempre
saputo e lo avevo solo dimenticato, ma questo ora non ha importanza...
perché
l’unica cosa di cui mi importa non è trovare
risposte a simili domande, ma
bensì ricordare che di colpo ti alzasti a sedere, facendomi
sobbalzare, e dopo
aver frugato velocemente fra le tue cose prendesti a scrivere come un
forsennato.
- Le mie parole
diventarono tue...
- Stavi scrivendo
ciò che
io ti avevo sussurrato.
- In un attimo,
quasi per
magia, ritrovai il meraviglioso umano che mi aveva incantato.
- Giurai che, se
non
potevo starti accanto, allora sarei diventata la tua musa. Avrei
protetto il
tuo sorriso, impedendoti di morire, perché non voglio vivere
in un mondo dove tu
non esisti. Non ne voglio far parte.
Volarono
così giorni e
mesi...
- Nel mio piccolo
illusorio
mondo, eravamo solo tu e io, persi in un destino senza tempo e privo di
ragione. Niente e nessuno poteva dividerci.
- In
realtà, ero io ad
aver perso la ragione.
- Tu vedevi, nel
mio
piccolo mondo, un'oasi di pace, dove ritrovavi te stesso.
- Il destino sa
essere
crudele con chi vive solo di sogni.
- Un giorno come
tanti,
tu arrivasti, ma il sorriso con cui ti stavo per accogliere non
sbocciò mai.
- Un'altra ombra
si
delineò accanto alla tua.
- Il volto di una
donna
dai lunghi e fluenti capelli scuri. Era così bella e
così... reale!
- Non sapevo chi
era e
non m’importava saperlo. Lei era tutto ciò che non
potevo essere io. E il modo
in cui la guardavi, in cui le sorridevi, stringendo la sua mano fra le
tue...
- Un grido
risalì con
forza. Mi voltai, chiudendo gli occhi per non vedere, le mani strette
intorno
al mio capo. Non volevo sentire. Non volevo vedere. Mi rinchiusi nel
mio dolore
dimenticando ogni cosa.
- Fa
così male non
esistere per l’unica persona al mondo per cui vuoi essere
vera. Viva.
- Per molto tempo,
non
udii nulla.
- Tutto, intorno a
me,
aveva perso colore... proprio come nella tua canzone.
- Non mi ero resa
nemmeno
conto che te ne eri andato e quasi speravo non tornassi.
- Anche se, in
fondo al
cuore, sapevo che lo desideravo davvero.
- Niente avrebbe
dovuto
cambiare. Niente.
- Il tempo
passò ancora,
inesorabilmente, regalandomi solo disperazione.
- A un tratto, ti
sentii.
- Così
vicino.
- Alzai lo sguardo
e tu
eri lì.
- Di fronte a me.
- Il tuo sguardo
era così
indecifrabile... sapevo che non potevi vedermi, eppure mi sentivo come
se
stessi guardando proprio me.
- Vidi la tua mano
accarezzare dolcemente le foglie e piansi.
- Sentivo.
- Per la prima
volta,
potevo sentire il tuo calore. Per la prima volta, riuscivo a percepire
il tuo
odore.
- Mi sentivo come
se la
tua meravigliosa mano stesse accarezzando la mia guancia. Era
così bello.
- “Ti
amo”
- Che cosa avrei
dato per
poterlo dire? Avrei rinunciato alla mia stessa vita per quel prezioso
momento.
- Quel prezioso
istante
s’infranse come cristallo sotto alle mie mani, sotto al mio
sguardo.
- Udii un ruggito
sordo e
crudele. La roccia franò e ti colpì. La candida
sabbia accolse il tuo sangue e,
intorno a me, si formò un lugubre lago, segno di morte.
- Non potevo
accettarlo.
- Urlando,
istintivamente,
mi gettai su di te e ti donai la mia stessa linfa vitale...
- «Ciò
che racconto sono i miei ultimi istanti.»
bisbigliò Swami con un filo di voce e
con il volto a un soffio dal suo. Per nessuna ragione avrebbe smesso di
guardarlo. «Non voglio
vivere in un
mondo dove tu non esisti». Cercò invano il suo
sguardo, ma lui giaceva perso in
un sogno da cui non si sarebbe svegliato tanto presto e lei lo sapeva.
«Ovunque
andrò, tornerò sempre da te.»
- Il
suo corpo stava diventando lentamente cenere. Il
vento gentile ne raccoglieva i frammenti, portandoli via con
sé...
- “Avrei
solo voluto avere più tempo. Questo è il mio
ultimo regalo per te... Amore.”
-
Vedrai
sarò forte,
Sarò
forte per entrambi.
Se non puoi
amarmi
Il mio amore
sarà grande per
entrambi.
Non ti
insegnerò ad amarmi,
Perché
non si insegna ad amare. Si
ama e basta.
Sarò
il tuo sostegno.
Quando cadrai,
cadrò con te
E mi
rialzerò per prima, per poterti
tendere la mano.
Starò
al tuo fianco, e non ti
chiederò mai di essere ciò che non sei.
Fa paura, lo so.
È una
dolce follia.
Cambia il tempo
e la ragione
E diventa
incomprensibile a chi non
sa amare.
Oltre il tempo e
la ragione...
Ti
amerò.
Fra le mie mani
Accoglierò
i tuo sorrisi e le tue
lacrime.
Quando il tempo
si farà oscuro e la
strada
diventerà
insidiosa,
Lasciami essere
il tuo scudo.
Sarò
forte, vedrai...
Perché
amarti mi ha dato una forza
che ride del tempo e della ragione.
Pronunciando le
ultime parole, si dissolse
completamente. Dalle sue ceneri sbocciarono delicati fiori bianchi e
rossi,
simili alla sua meravigliosa chioma e da quel momento, chiunque dorma
in
quell’angolo di paradiso quasi dimenticato, è
destinato a rivivere il grande
amore della povera fanciulla.
“Miei
cari, tenete a mente questa
storia e siate delicati con i fiori. In ognuno giace uno spirito
indifeso che
va protetto.”