Losing 3
Losing your memory
Liam correva a perdifiato nella foresta. Un gruppo di cacciatori lo
inseguivano, e aveva sfiorato un paio di volte alcune trappole mortali.
I suoi sensi erano all'erta, e quando una freccia impregnata di aconito
lo sfiorò, cominciò a correre ancora più
velocemente, seminando in poco tempo i suoi inseguitori.
Il piano era semplice, e lui aveva svolto il suo compito alla grande,
adesso era il turno di Theo di attirare l'attenzione dei cacciatori, e
quello era il loro punto d'incontro.
Si fermò, respirando a fondo, e guardandosi attorno. Non c'era
la minima traccia di Theo, nemmeno il suono del suo respiro, e Liam
temette che qualcosa fosse andato storto.
Fiutò l'aria con più attenzione e sentì dei passi alle sue spalle.
Ad un tratto un ululato echeggiò nella notte, e Liam ebbe la certezza che qualcosa di brutto fosse accaduto.
Ebbe appena il tempo di girarsi, e si ritrovò faccia a faccia
con un ragazzo poco più grande di lui, armato fino ai denti, e
potè sentire l'odore pesante di rabbia, provenire da lui.
I suoi occhi s'illuminarono di giallo, e si mise in posizione di attaccò.
- Sono giorni che vi diamo la caccia, piccoletto. Fai il buono e rendimi le cose facili-.
Liam ringhiò in risposta.
- Facili? Non è proprio il mio stile, diciamo che io sono un tipo che prima attacca e poi fa le domande-.
Il cacciatore gli puntò contro il fucile, e Liam non
aspettò oltre per lanciarvisi contro e sbatterlo a terra. Il
fucile volò via, e in pochi istanti si ritrovarono a rotolare
per la foresta.
Liam perse totalmente il controllo.
Si alzò da terra con un salto sbalorditivo, e ringhiò
attaccando in un momento il cacciatore. Il ragazzo si fece prendere
dalla paura e cercò di scappare, o almeno di raggiungere il
fucile, aveva perso le altre pistole durante lo scontro a terra, e solo
in quel momento si ricordò del pugnale che aveva nascosto.
Liam gli fu addosso in un momento, nello stesso istante in cui il
ragazzo uscì il coltello, e solo un flebile lamento scosse la
foresta.
Era tutto silenzioso, solo dei lievi borbottii, dei lamenti soffocati.
Il licantropo alzò la testa, e fu' in quel momento che realizzò il tutto.
Il suo cuore perse un battito.
Avea un pugnale conficcato nello stomaco, ed era tutto insanguinato.
Si liberò dell'arma, tamponando la ferita con le mani, e cadendo
in ginocchio vicino al corpo senza vita di quel ragazzo. Era tutto
sporco di sangue , dal viso alla maglia, ai pantaloni, e con orrore
sapeva che non era il suo sangue.
Il ragazzo sussultò un'ultima volta, mentre il sangue gli fuoriusciva dalla bocca.
Aveva la gola completamente squarciata, e il dolore e la paura aveva impregnato l'intera foresta.
Il ragazzo era morto. Niente più sussulti, niente più odore di paura e dolore, non di quel giovane almeno.
Adesso nel bosco l'unico odore che Liam riusciva a sentire era quello che proveniva da se stesso.
S'inginocchiò ai piedi del cadavere, e lo osservò meglio.
No, probabilmente non era più grande di lui, ma doveva avere la
stessa età. I suoi occhi erano rimasti aperti, ed erano scuri, e
Liam si sentiva osservare da quegli occhi, anche se sapeva che non era
possibile.
Non si accorse di essere ancora inginocchio vicino a quel corpo senza
vita, e non si accorse nemmeno delle lacrime che gli solcavano il viso.
Aveva ucciso una persona. Era la prima volta che gli succedeva, e liam
sapeva di dover provare rimpianto, o almeno senso di colpa, ma non era
così. Liam piangeva perché non provava nulla per il
ragazzo che aveva appena ucciso. Provava una grande liberazione di non
essere morto, e un senso di lieve giustizia farsi spazio in lui.
Piangeva Liam, non perché aveva appena ucciso una persona di cui
non sapeva nulla, ma perché aveva appena reso possibile la sua
più grande paura, e piangeva non per altri, ma per se stesso.
Aveva perso il controllo, e aveva ucciso. Non era molto diverso da una bestia, in pratica.
La sua ferita cominciava a rimarginarsi, eppure il sangue di un'altra
persona continuava ad imbrattargli i vestiti, e le lacrime, lacrime da
coccodrillo, si disse, non gli facevano vedere con lucidità
quello che lo circondava.
Doveva andare via da lì, e chiamare Scott, e parlare con lui,
perché Scott era il suo Alfa, e aveva il diritto di sapere
quello che aveva fatto, e probabilmente non l'avrebbe più voluto
vedere, o almeno non si sarebbe fidato più di lui, non
abbastanza da lasciarlo da solo, e Liam sapeva di meritarselo,
perché lui aveva perso la ragione, e a nulla erano servite tutte
quelle stupidaggini che aveva pensato. Non aveva chiesto di essere un
licantropo lui, ma era successo, e Liam non pensava nemmeno che sarebbe
mai diventato una specie di assassino, ma ora lo era, e la cosa
peggiore di tutte era che non si sentiva nemmeno un po' in colpa per
questo.
E Theo non era lì. Lui avrebbe capito, e sempre lui gli avrebbe
detto che aveva fatto la cosa giusta, che non era giusto morire per
l'idea di non fare del male a qualcun'altro, ma che si era salvato la
vita, e sarebbe stato vicino a lui, l'avrebbe capito. Ma Theo non
faceva parte del suo branco, nessuno si fidava di lui, anche se tutti
dovevano ammettere che era abbastanza utile, ed era utile a Liam in
quel momento, ma Theo non era lì.
E Liam non sapeva perché.
Non provava nulla, non sentiva nulla, ma i suoi occhi continuavano a lacrimare, ma per cosa?
Non riusciva nemmeno a sentire il battito del suo cuore, ed aveva paura si se stesso.
Aveva sguarciato il collo di un ragazzo, l'aveva ammazzato, senza alcuna pietà, e che razza di mostro era diventato?
Come poteva adesso guardare tutti in faccia, cose se nulla fosse accaduto?
L'avrebbero giustificato? Sì.
Ma lui poteva davvero farlo? Chi gli diceva che non l'avrebbe fatto di
nuovo? Chi poteva assicurargli che non avrebbe fatto del male a
qualcun'altro? Ad un'altro figlio, fratello, amico.
Liam sentiva l'odore del sangue entrargli dentro, dentro al naso, dentro la testa, dentro al cuore.
Dio, cos'aveva fatto?
Si accorse di non essere solo, solo quando sentì dei singhiozzi
proprio dietro di lui. E sapeva che probabilmente doveva voltarsi, e
scappare, salvare la pelle, e raggiungere un posto sicuro.
- Che cosa hai fatto?-.
Avrebbe voluto dire nulla. Che non era stata colpa sua, che non era sua
intenzione, che era successo per sbaglio, e che era dispiaciuto.
Ma tutto ciò che riuscì a fare fu emettere un suono flebile, come un sospiro.
Una donna lo spinse di lato, e si accovacciò davanti al
cadavere. Liam vide che aveva più o meno l'età di sua
madre, che era bionda, e che i suoi occhi, che adesso lo fissavano con
odio, erano scuri come quelli di quel ragazzo.
- Ben. Ben! L'hai ucciso!-.
Sì, l'aveva fatto. Ma se Ben era morto, significava che lui era
vivo. Quindi perché era lui quello a sentirsi morto?
- Liam!-.
Sentì la voce di Theo, ma gli parse lontana. Poi se lo ritrovò addosso in un battito di ciglia.
Aveva perso di vista la donna, o era più giusto dire che Theo doveva averla tramortita.
Gli prese il volta tra le mani, e lo osservò con attenzione, guardandolo dritto in faccia.
- Stai bene? Cos'è successo? Liam, parlami!-.
Ma Liam non riusciva a capirlo. Che domande erano, quelle? Non vedeva che era lì, vivo?
Fu questioni di pochi secondi prima che la situazione diventasse
chiara ai suoi occhi, e lo sentì tastarlo con le mani sul corpo,
tirando un sospiro di sollievo quando si assicurò che non fosse
fisicamente ferito.
Poi Liam si ritrovò stretto tra le sue braccia. Theo lo
stringeva forte, e gli teneva il viso schiacciato contro la sua spalla.
E Liam non sapeva nemmeno guando aveva cominciato a stringerlo a sua
volta, e nemmeno perché adesso stesse piangendo ancora
più forte.
- Va tutto bene, Liam. Va tutto bene. Sistemeremo tutto-.
Ma non c'era nulla da poter sistemare, e questo Liam lo sapeva. C'era
solo un cadevere, e lui. Ma Theo sembrava non accorgersene mentre lo
stringeva.
- Dobbiamo andar via adesso, hai capito?-.
E Liam pensò che forse avrebbe potuto sistemare davvero
qualcosa. Non tutto, ma poteva farlo, perché non era solo, c'era
Theo con lui, e l'avrebbe aiutato, perché era sempre
così, e quando pensava di essere solo, la chimera era lì,
e lui stava male, perché sentiva sempre come se qualcosa gli
scavasse dentro, ed era come avere l'influenza, più o meno. Era
Theo, qualcosa tipo un suo amico, e non c'era davvero motivo di stare
come se fosse sul filo di un rasoio, o di essere così emozionato.
E quindi forse c'era una soluzione.
Prima ancora di poter pensare di annuire, sentì l'odore
dell'aconito giallo. Theo ringhiò, e Liam lo sentì
lasciare la presa su di lui, prima di cadere a terra. Era stato colpito
da un proiettile alla spalla.
- Bastardo- sussurrò a qualcuno alle sue spalle, e Liam lo vide contorcersi per un momento.
Illuminò i suoi occhi, aveva perso di nuovo la ragione, ed
già pronto a colpire di nuovo, quando sentì la punta di
una freccia perforargli lo stomaco. Quello che venne fuori fu solo un
rantolo di dolore.
- Guarda un po', Jack. Ne abbiamo presi due, in un colpo solo. Cosa stavate facendo piccioncini?-.
- Non lo so, e non m'importa. Ma guarda questo bastardo qui. Ha ucciso quel povero ragazzo di Ben-.
Li sentì avvicinarsi, e poi sentì un piede poggiarsi su di lui.
Vide Theo perdere il controllo e ringhiare, così forte da attirare l'attenzione del branco sicuramente.
- Sta chiamando gli altri, meglio prenderli e andare via-.
-Ma io non voglio prenderli e portarli via-.
Jack, o almeno lui sembrava dalla voce, colpì Liam con tutta la sua forza nello stomaco, e sbuffò.
- Guardali, sono proprio bestie-.
- Tu guarda solo come hanno ridotto quel povero cristo-.
- C'è anche Debora, guarda, ha perso i sensi-.
- Avrà dato di matto, è sempre stato apprensiva verso il figlio-.
Liam provò a sollevarsi, e afferrò il piede di quel tizio che era vicino a lui.
L'uomo cadde a terra, e imprecò.
- Fottuto lupo-.
Theo sollevò un sopracciglio.
- Siete proprio bravi a prendervela con uno già ferito. Perché non provate a farlo con me?-.
- Credi che io abbia paura a colpirti?-.
- Lo credo. Se anche solo dovessi provarci, ti staccherei la gamba di
netto con un solo morso- e per essere preso sul serio illuminò i
suoi occhi.
- Vuoi farci paura? Non siamo noi quelli a terra, per metà moribondi-.
- Dammi un fucile, così almeno saremo pari-.
- Spiritoso-.
- Lascialo perdere, Jack. Vuole solo farti innervosire-.
- Lo so, Frank. E' solo che mi fanno schifo-.
- Mai quanto tu ne fai a noi-.
Sorrise Theo, vedendo che i due uomini si erano allontanati da Liam per raggiungerlo.
- Fai che ti faremo, bel faccino?-.
- Fammi indovinare : Mi torturerete?-.
- Fai pure il coraggioso, ma quando saremo lì, ci supplicherai-.
- No. non credo che lo farò. Non supplicherei mai dei patetici
essere umani come voi. Io sono superiore a voi, in tutto e per tutto, e
voi siete solo delle inutili copie di ciò che vorreste essere,
cioè noi-.
Jack, che era tanto alto quanto uno stupido cane rabbioso, gli prese il
viso tra le mani, e i suoi occhi si posarono inconsciamente su Liam,
cosa che l'uomo notò, ghignando.
- Guarda bene il tuo zuccherino, per un'ultima volta. Ti posso giurare che non lo riconoscerai più tra poco-.
- Non azzardarti neanche a sfiorarlo o io...-.
Theo fu colpito in pieno viso.
Liam chiuse gli occhi, e respirò a fondo. Doveva trovare un modo
per togliersi la freccia dal petto, e doveva guarire in fretta, doveva
farlo, e magari uccidere quei bastardi senza pietà, e mostrargli
davvero cos'era il vero dolore.
- Brutti figli di puttana!-.
Esplose, serrando i pugni.
Sentì uno dei due fischiare.
- Ma guarda un po' che belle parole che ti escono dalla bocca, cazzone.
Sai cosa hai fatto? Ti sei appena scavato la fossa da solo, e credimi,
spererai di morire piuttosto che continuare a vivere come noi abbiamo
in mente. Ora ci hai stancato, chiudi quella fottuta fogna, mi urta
anche solo il guardarti in faccia-.
Liam ricordò solo il dolore. Qualcosa l'aveva colpito con tutta la forza in testa, e lui perse i sensi.
Liam si risvegliò in ospedale. Suo padre stava osservando la sua
cartella clinica, e Liam notò il suo sguardo stanco e
preoccupato. Notò i macchinari attaccati a lui, e per
cercò di ricordare cosa fosse successo. Ma un forte mal di testa
gli impedì anche solo di provarci.
Provò a parlare, ma la gola gli bruciava, e l'unica cosa che riuscì a produrre fu un lamento roco.
Suo padre saltò, spaventato, e immediatamente si voltò a guardarlo. Liam vide che aveva gli occhi che lacrimavano.
- Liam, Liam! Ti sei svegliato!-.
E Liam voleva chiedergli tante cose, ma al momento voleva solo bere.
- Acqua- riuscì a gracchiare.
- Certo, ovvio. Tieni, bevi piano-.
Fece come detto, e l'acqua sembrò bruciare e allo stesso tempo sciogliergli la gola arsa. Si sentì dubito meglio.
- Cosa...-.
- Non parlare. E' ancora presto, devi riposarti ora che ti sei svegliato-.
Liam inarcò le sopracciglia.
- Da quanto...?-.
- Sei qui da quattro giorni. Ti ha portato qui il tuo amico, Theo, e
non ti svegliavi più. Ha detto che ti trovato nel bosco, e che
avevi avuto una brutta zuffa con alcuni compagni, poi ti hanno colpito
alla testa. Mi ha detto di aver già pensato lui a questi
ragazzi, ma Liam, io sono tuo padre, e sono preoccupato per te. Devi
dirmi i loro nomi-.
Liam avrebbe voluto farlo, davvero. Se solo avesse ricordato tutto quello.
E poi chi era quel Theo? Non lo conosceva. Aveva un amico lui, ed era Mason, ma non aveva mai conosciuto un Theo.
- Theo? E chi sarebbe?-.
Suo padre restò a bocca aperta per un minuto, poi scosse il capo e gli sorrise.
- Non pensarci adesso, riposa, tua madre sarà qui tra poco-.
E così a quanto sembrava Liam aveva perso la memoria. O almeno
così dicevano visto che lui non ricordava nulla. Suo padre aveva
detto che con probabilità sarebbe ritornata, era solo questione
di tempo, ma Liam si sentiva a disagio. Non ricordava nulla degli
ultimi quattro anni, praticamente aveva scordato anche tutto quello che
ricordava della scuola, e grazie al cielo l'avevano giustificato per
via della sua convalescenza a casa.
Liam aveva ricevuto parecchie visite, ma le uniche che gradiva davvero
erano quelle di Mason, poichè era l'unico che ricordava.
Appena tornato a casa aveva ricevuto la visita di Scott McCall, che a
quanto dicevano tutti era come un fratello per lui, cosa di cui non si
capacitava visto che aveva sempre avuto problemi a relazionarsi con le
persone, figuriamoci avere un'altro amico oltre a Mason, che
considerava come un fratello. Gli sembrava troppo strano.
Scott non era molto più alto di lui, ed era scuro di carnagione,
e sembrava osservarlo come se fosse costantemente preoccupato che
stesse male. Ed era inquietante essere fissato in quel modo. Scott gli
aveva detto molte cose, ma Liam non sapeva se poteva credere a tutto
quello che gli aveva detto, anche perché sembrava nascondere
qualcosa, e non sapeva se voleva davvero sapere di cosa si trattava.
Scott non era venuto da solo, però. Con lui c'era un'altro
ragazzo, più alto di Scott, che aveva un nome improponibile come
Stiles, e aveva cominciato a ciarlare del più e del meno, e Liam
doveva ammettere che si era sentito un po' a suo agio, perché
non aveva parlato minimamente di tutto quello che sembrava essersi
dimenticato.
Lydia l'aveva semplicemente guardato, e non era stato per niente bello.
Era stato come essere nella stessa stanza con una psicologa, sempre
osservato, ed era già certo che nella sua testa si era formata
l'idea del suo problema, e a Liam non piaceva rivivere i giorni in cui
doveva andare dalla psicologa, quando seguiva una terapia per il suo
problema nella gestione della rabbia.
Adesso era sempre calmo, ma più per i calmanti che prendeva giornalmente che per altro.
Malia, invece, Liam non capiva perché andasse a trovarlo, visto
che la sua unica occupazione era dirgli quanto a volte lo trovasse
irritante, e fare gli occhi dolci a Scott, ma ehi, lui non giudicava di
certo. Malia poteva fare gli occhi dolci a chi voleva, basta che
smetteva di fissarlo come se fosse colpa sua se non era a spassarsela
con il suo ragazzo e invece era lì.
E magari poteva sopportare tutto quello, se non fosse che erano passati
i giorni, e lui voleva davvero ricordare tutto. Ogni volta che ci
provava aveva un mal di testa terribile, ed era più semplice
smettere di provarci.
A dire il vero Liam non sapeva il perché, ma aveva la sensazione
di aver dimenticato qualcosa di davvero importante, essenziale quasi,
ma non aveva la minima idea di quello che fosse.
E poi c'era Theo. A quanto diceva suo padre, Theo era praticamente la
sua ombra, e Liam poteva crederlo. Theo era praticamente sempre con
lui. Si era presentato il primo giorno in cui era tornato a casa, e da
allora non se n'era più andato, e Liam aveva pensato che fosse
inquietante, ma a dire il vero non lo era.
Guardare Theo era l'unica cosa che gli faceva provare un briciolo di
emozione. Non aveva idea di chi fosse, ma ogni volta che lo guardava si
rendeva conto di averlo conosciuto, per forza, perché sentiva
che era così. Era qualcosa sotto la pelle, che formicolava, e
gli prendeva il controllo, e Liam sapeva che doveva essersi fidato
ciecamente di lui, e non riuscire a ricordare lo innervosiva sempre
più.
Theo non faceva molto, per lo più lo prendeva in giro, oppure
giocavano ai video game, e Liam stava ore a spiegargli lezioni di
storia a cui Theo sembrava disinteressarsi a scuola, ma che poi voleva
conoscere. Spesso poi, lo vedeva guardarlo fisso, come se cercasse di
comunicargli qualcosa, e Liam si imbarazzava, poichè lui non era
così spregiudicato da fissare qualcuno, non a quel modo almeno,
e Theo non abbassava lo sguardo o altro, lo fissava semplicemente e la
maggior parte delle volte lo osservava come se fosse in attesa. Come se
Theo si aspettasse che lui da un momento all'altro lo guardasse e gli
dicesse : Evviva ho ricordato tutto!
Ma non accadeva e Liam si sentiva un po' sotto pressione, perché
lui voleva farlo, non voleva deludere le aspettative di nessuno, ma
Theo non sembrava deluso dalla sua amnesia, era come in attesa del
momento in cui Liam fosse riuscito nell'impresa, e lui aveva
l'impressione che quel giorno gli avrebbe dato dell'idiota.
Che poi Theo era una gran bel ragazzo, ma non credeva che ci fosse
qualcosa di concreto tra di loro. Sì, era carino, ma così
irritante e fastidioso che Liam desiderava prenderlo a pugni la maggior
parte del tempo, e solo qualche volta, non che fosse poi importante,
pensava a come sarebbe stato zittirlo con un bacio, ma poi si
ridestava, e si dava dell'idiota da solo, perché quello non era
lui, non sapeva davvero quasi nulla del se stesso degli ultimi quattro
anni, e per quello che poteva saperne Theo poteva essere interessato a
qualcuno.
L'unica cosa che sembrava far storcere il naso al ragazzo, erano l'uso
dei medicinali di cui disponeva. A dire il vero stavano aiutando molto
Liam, perché era molto più rilassato, e riusciva a tenere
sotto controllo i suoi problemi con la rabbia, e altre cose strane che
gli succedevano spesso.
Liam non ne aveva parlato con nessuno, neanche con Mason, ma a volte credeva di essere pazzo. Molto più che a volte.
Capitava ad esempio, che quando si trovava con qualcuno riuscisse a
sentire l'odore. E non il semplice profumo, ma come se riuscisse ad
odorare le emozioni di chi lo circondava, o il battito cardiaco, oppure
quando i rumori forti gli davano fastidio come se gli stessero rompendo
i timpani.
O le conversazione che riusciva a sentire da un piano all'altro, con la porta chiusa, e la tv accesa.
E gli incubi.
Non sapeva con esattezza cosa sognava, non lo ricordava proprio,
l'unica cosa che riusciva a riconoscere era un forte odore di sangue,
lui ricoperto di sangue, per l'esattezza, un bruciore doloroso al cuore.
Si risvegliava sempre madido di sudore, e con l'adrenalina, e allora
Liam si sorprendeva delle mani che tremavano, e in fretta buttava
giù un pasticca calmante.
- Non mi piacciono-.
- Come scusa?-.
Theo non era mai criptico, solo che delle volte credeva che fosse ovvio
a cosa si riferiva, mentre invece Liam non ne aveva la minima idea.
Come quel giorno.
- Ho detto che non mi piace questa cosa-.
- E questa cosa, sarebbe? Se non metti un soggetto, non posso capire a cosa ti riferisci-.
Theo aveva sbuffato e poi aveva sorriso. Come se fosse stato qualcosa
di naturale, come se Liam avesse sempre parlato in quel modo con lui.
- Tutte queste medicine che prendi. Hanno un'odore sgradevole, e non ti aiutano-.
- Sì, che lo fanno-.
- Invece no-.
- Ti dico di si. So' cosa mi aiuta e cosa no, grazie-.
- Intendi per via del tuo problema con la rabbia?-.
Liam inarcò un sopracciglio.
- Te ne ho parlato?-.
- Cos'è quell'espressione sorpresa? Non ci crederesti se ti raccontassi quanto eravamo amici prima-.
Liam accusò il colpo. Era la prima volta che Theo parlava di
quello che erano prima dell'incidente, e potè sentire
chiaramente una nota di nostalgia a quelle parole.
Non ci riusciva, non poteva farlo. Non era giusto neanche verso di lui.
Lui non ricordava, e più passava il tempo, più pensava
che probabilmente non l'avrebbe mai fatto, si era documentato e sapeva
che poteva succedere, e che forse tutti dovevano smetterla di
ricordargli quello che lui non riusciva più a fare invece, e
magari accettare che Liam era semplicemente tornato il ragazzo di
quattro anni fa, con i suoi soliti problemi, e a cui non piaceva che la
gente avesse aspettative troppo alte su di lui.
Gente come Theo, che era convinto che lui sarebbe riuscito. E se non
l'avesse fatto? Cosa sarebbe accaduto? Si sarebbe stancato, avrebbe
smesso di stare con Liam tutto il giorno, e avrebbe avuto meglio di
fare, e forse era meglio mettere in chiaro quelle cose prima di restare
potenzialmente feriti, perché okay, aveva perso la memoria, e
okay Theo era l'unica cosa che sembrava essere giusta in quel momento,
ma non voleva essere ferito da un probabilissimo addio da lì a
un paio di mesi, e le persone si stancano, e come poteva lui pretendere
che anche Theo non lo facesse?
Sentì la rabbia prendere il sopravvento, e sapeva che non doveva
succedere, perché aveva preso le maledettissime pillole proprio
per evitarlo, e non c'era alcuna ragione reale che in quel momento lo
spingesse a rompere il naso di Theo, perché aveva fatto solo una
semplice osservazione. Certo, era velata di nostalgia, ma non era
dannatamente colpa di Liam se era successo tutto quello.
Il suo respiro si fece pesante, e Liam sentì qualcosa dentro di
lui svegliarsi. Come se fosse assopito, e man mano che tutti gli
ricordavano chi non era più, usciva sempre un po' più
fuori, come se si svegliasse e ringhiasse, e Liam si rese conto di
averlo appena letteralmente fatto.
Sentì i propri denti appuntirsi leggermente, e il cuore di Theo sembrava voler esplodere dal petto.
- Smettila. Smettila. Dovete smetterla tutti! Eravamo amici, davvero?
Bè io non lo ricordo. Non ricordo niente, e non è come se
fossi tranquillo qui a non farlo, mentre tutti voi mi guardate, come se
questo bastasse a farmi tornare la memoria. Ci ho provato, non
funziona! Non funziona, e voi resterete delusi, e io non voglio che gli
altri abbiamo tutte queste aspettative su di me! Quindi non dirlo, non
dirmi come eravamo prima! Ci siamo adesso, non basta?-.
E Liam sapeva di aver cominciato quel discorso quasi urlando dalla
furia, perché voleva solo mettere le cose in chiaro, ed evitare
ulteriori delusioni, quindi perché aveva finito per sembrare
così patetico?
Si ritrovò presto a trattenere la rabbia, ed era davvero lui che ringhiava?!
Non sapeva cosa diavolo gli stesse succedendo, ma sapeva logicamente
che quello era una specie di crollo psicologico, e non era colpa ne di
Theo, ne di nessun altro, se non di se stesso, dei suoi incubi, della
sua rabbia, e forse della sua paura di ricordare qualcosa di sgradevole.
Aveva letto da qualche parte che una paura così grande poteva influire in modo permanente su un problema come il suo.
E Liam non voleva ammetterlo, ma era spaventato a morte. Come se solo
avesse ricordato, sarebbero state solo cose sgradevoli, e lui magari
non era pronto, e non lo sarebbe stato mai ad affrontarle di nuovo.
Quindi non sapeva come era finito sulla moquette della sua camera da
letto, a cercare come un pazzo le pillole calmanti, sapeva solo di non
voler fare male a nessuno. Men che meno a Theo.
Quest'ultimo, invece di essere terrorizzato, come qualsiasi persona
normale sarebbe stata, l'aveva aiutato ad arrivare fino alla sua
camera, e Liam sapeva che era grazie a lui se non aveva fatto ancora
qualche sciocchezza. Solo che poi l'aveva praticamente gettato a terra
non appena aveva capito che lui voleva prendere le pillole, e il suo
viso era determinato a non farglielo fare.
Avrebbe voluto pregarlo di lasciarlo in pace, che tra un po' si sarebbe
calmato, e che magari potevano riparlarne un'altro giorno, o meglio mai
più, ma non riusciva ad articolare un suono.
Si ritrovò in ginocchio vicino al letto, e tutto quello che
potè sentire fu l'odore forte del sangue. Gli salì fino
al cervello, e gli diede mal di testa, poi riuscì a mettere a
fuoco quello che lo circondava. E Liam sapeva che era in camera sua, ma
quella non lo era. Quello era il bosco, la radura che si estendeva per
il terreno privato degli Hale, che avevano abbandonato Beacon Hills da
molto tempo ormai.
E lui era lì, inginocchio davanti al cadavere di un ragazzo. Era
tutto ricoperto di sangue, e anche Liam lo era, e il suo collo era un
miscuglio sanguinolento e puzzolente, ma poteva sentire il sangue in
bocca.
Ebbe un conato di vomito, e presto si ritrovò a farlo davvero.
Aveva ucciso quel ragazzo sgozzandolo con la sua stessa bocca. Cosa c'era che non andava in lui?
Liam strinse le palpebre più forte che poteva, e quando
riaprì gli occhi si ritrovò di nuovo nella sua camera.
Aveva vomitato anche l'anima, e piangeva un bambino spaventato a morte.
Theo era lì, accanto a lui, sempre accanto a lui, e Liam si
ritrovò stretto tra le sue braccia, e a stringerlo a sua volta.
Sapeva che avrebbe dovuto allontanarlo. Era sporco e puzzava di vomito,
e non doveva essere un bello spettacolo, ma a Theo sembrava non
importare, e lo stringeva come se Liam fosse stata l'unica cosa
importante della sua vita, l'unica cosa da proteggere e tenere al
sicuro.
- Va tutto bene, Liam. Va tutto bene. Sistemeremo tutto-.
Lo sentì sussurare quelle parole, e Liam pianse ancora
più forte. Perché ricordava che Theo gliele aveva
già dette, ricordava cos'era accaduto quella sera, ma non per
questo riusciva a smettere di piangere.
Theo aveva tutti i capelli in disordine, e sembrava sul punto di
scoppiare a piangere, e il suo odore era l'unica cosa che riusciva a
tenere Liam lì, fermo su quel pavimento, e non a gettarsi da
qualche tetto.
Sospirò tra una crisi di pianto e l'altra, e ringrazio chiunque
ci fosse laggiù nel mondo, Dio o meno, perché lui aveva
Theo, e se c'era ancora lui al suo fianco, magari avrebbe potuto
affrontare la terribile vita che sembrava aver vissuto.
Liam era un lupo mannaro, e di recente aveva ucciso la prima persona in
vita sua. Era un ragazzo di nome Ben, aveva la sua stessa età, e
sua madre con la sua squadra di cacciatori lo volevano morto. Scott era
il suo Alfa, e tutti gli altri facevano parte del suo branco. Tranne
Theo, lui apparteneva ad una categoria a parte, ed era tutto okay.
Liam l'aveva ucciso per difendersi, quindi non poteva essere accusato davvero, eppure Liam sognava quel cadavere ogni notte.
All'inizio si svegliava urlando, mezzo trasformato, e con l'odore del sangue in bocca.
Adesso si svegliava con gli occhi asciutti, il cuore pesante e la
consapevolezza di essere ancora vivo perché un'altro era morto
al suo posto.
Ricordare tutto non era stato come aveva immaginato.
Era come se si fosse aperta una diga, e lui si fosse trovato a farsi
sbattere a destra e a sinistra dalla corrente, rischiando di annegare
qua e là.
Aveva avuto una crisi di panico, aveva dovuto allontanarsi da tutti e
pensare da solo per un paio di giorni, e tutti sembravano giustificarlo
per quello che aveva fatto. Solo lui a quanto pare non ci riusciva. Per
quello che riguardava Theo poi, lui non ne vedeva nemmeno il problema.
- Ti avrebbe ucciso, Liam. Non avevi altra scelta, meglio lui che tu-.
E suonava cattivo, ma a Theo non importava, perché lui diceva sempre quello che pensava.
Suo padre gli aveva spiegato che spesso succedeva in casi di amnesia
come la sua. Quando si subisce un forte trauma e il cervello non
è ancora pronto ad assimilarlo, si tende ad avere queste
amnesie, e che quindi era la sua paura a bloccare i ricordi degli
ultimi anni della sua vita. Poi si era trasformato, e aveva ricordato.
Theo l'aveva abbracciato, e lui l'aveva accettato.
Aveva pianto tanto, per tutto, per tutti, e anche per lui, e anche per
Theo, che si era ritrovato in qualcosa più grande di lui, a
gestire un ragazzino con problemi nella gestione della rabbia, e nel
aver ucciso qualcuno.
E Liam ora sapeva cos'era Theo. Non era qualcosa a cui poteva non
pensare. Sapeva che era lì, una costante, una roccia che l'aveva
salvato dall'annegare in quel mare di pensieri e tristezza, e forse lo
amava.
Anzi, sicuramente lo amava. Solo che non sapeva quando era accaduto.
Quando gli aveva salvato la vita in ospedale la prima volta? O la
seconda? Quando aveva evitato di uccidere Nolan nel bagno della scuola?
Oppure quando l'aveva fermato da se stesso, allo zoo?
O magari era successo lentamente.
Era accaduto molto probabilmente quando si guardavano negli occhi, e
quando si sfioravano le mani, o quando si accarezzavano con la scusa di
qualcosa tra i capelli, o sulla maglietta. Quel costante bisogno di
sentirsi, di toccarsi, di essere insieme.
Liam aveva partecipato ad una riunione del branco, la prima da quando
settimane prima aveva perso la memoria, e ascoltava con fare assente
tutto quello che succedeva. E tutti sembravano non voler nemmeno
accennare a quello che gli era successo. Ma Liam era curioso, voleva
sapere con esattezza cos'era successo ai cacciatori, perché non
fossero andati a cercarlo.
Prese un po' di coraggio prima di fare tutte quelle domande.
Potè sentire Scott muoversi a disagio, e gli altri far finta di
nulla, mentre invece Theo puntò lo sguardo su di lui, quasi
sempre fisso su di lui, e parlò, perché non aveva paura
di farlo.
- Sono morti. Tutti morti-.
E Liam voleva sapere il come.
- Scott e gli altri sono arrivati mentre ci caricavano sul furgone.
Hanno lottato per un po', ma noi abbiamo vinto. Siamo scappati prima
che venissero raggiunti da altri cacciatori curiosi di quel silenzio
radio. Non è stato difficile localizzarli in seguito. Erano un
piccolo gruppetto, dieci persone circa, e io avevo memorizzato i loro
odori, i loro nomi, e tutto ciò che poteva condurmi da loro-.
Scott si schiarì la voce, prendendo parola.
- Il piano era di prenderli di sorpresa e cacciarli via da Beacon
Hills. Ma non volevano saperne di andarsene. Ti avevano ferito per
ucciderti, Liam. Avevano ferito Theo, e hanno cercato di uccidere tutti
noi-.
- Siamo in guerra- continuò Theo impassibile. Il suo odore dava
la testa a Liam, poichè sembrava arrabbiato verso
l'inverosimile, ed era certo che se fosse risorti, lui avrebbe ucciso
di nuovo tutti quei cacciatori.
- Sei stato tu?- volle sapere allora, e Theo non si tirò indietro. Annuì con la testa.
- Lo rifarei ancora cento e più volte, se solo ne avessi la possibilità-.
Liam tremò, eppure non di paura. Theo era spietato, e questo ne
era una prova. Non sapeva tutti i dettagli della morte del gruppo dei
cacciatori, ma sapeva che probabilmente lo aveva fatto senza provare
alcuna emozione, e sapeva che l'aveva fatto anche per lui.
E Liam ricordò quando i cacciatori aveva preso Theo, e lo
avevano colpito, e che anche lui aveva perso il controllo, e sebbene
avesse appena ucciso una persona, l'avrebbe rifatto ancora mille volte
se avessero osato colpire ancora Theo.
Era come un'istinto primordiale dentro di lui. Proteggere il suo
compagno a costo della propria vita, o quella degli altri, e in quel
momento capì come Theo doveva essersi sentito, e che per quanto
non fosse umanamente accettabile, questo era qualcosa che andava oltre.
- Sei arrabbiato con me?-.
Theo lo disse senza guardarlo in viso, mentre erano nella sua stanza, seduti sul letto.
- No-.
Non mentì, e Theo potè sentirlo. Annuì, e per la prima volta Liam lo vide in tensione.
- Sono felice di aver ricordato-.
- Davvero? Non che siano cose poi molto belle da ricordare-.
- No, ma alcune lo sono-.
Liam sorrise mentre lo disse, e con un coraggio che credeva di non
avere, afferrò la mano di Theo e la strinse forte, intrecciando
le loro dita. La chimera allora lo guardò, e Liam lo vide
ammansirsi sotto i suoi occhi, mentre gli fissava senza alcun
pudore le labbra e gli occhi.
- Tipo?-.
- Tipo te-.
Theo sbuffò dal naso.
- Ma smettila, non ti ricordavi di me-.
Liam gli diede un pugno sulla spalla.
- Scemo. Non ricordavo proprio nel dettaglio, ma ricordo che eri l'unico in grado di suscitarmi delle emozioni-.
Sulla faccia del ragazzo di dipinse un'espressione da pesce lesso.
- Suscitare emozioni? Tipo che mi volevi, e desiderarmi buttarmi sul letto e fare sesso selvaggio?-.
Liam scoppiò a ridere e Theo lo seguì a ruota.
- Sei proprio un caso perso. Senza speranza, io cerco di essere serio, e tu dici certe stronzate-.
- Ehi! Non sono stronzate!-.
- Quello che sto cercando di dirti, e che nonostante tutto, tu eri
lì, e quello che io provavo per te, anche. Eri l'unica cosa al
posto giusto, l'unica in grado di tenermi in piedi, nonostante tutto, e
lo sei ancora, e lo so che adesso potrebbe sembrarti strano ma io credo
di...-.
Liam non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che si ritrovò
coinvolto nel bacio più passionale che avesse mai ricevuto. Theo
lo baciò a lungo, e bene anche, e Liam si perse totalmente nel
sapore delle labbra dell'altro, per pensare che stava per fargli una
dichiarazione d'amore e di essere stato maleducatamente interrotto.
Riuscì però a pensarlo solo dopo che Theo si era staccato
da lui per prendere fiato, ma non ebbe nemmeno il tempo di lamentarsene
che Theo lo strinse di nuovo a se', assaporando il suo odore, e
sospirando.
- Anche tu sei l'unica cosa giusta nella mia vita, Liam. E prima che tu
mi faccia una domanda stupida delle tue, sì, questa è la
mia dichiarazione-.
Liam arrossì vistosamente, ritrovandosi a boccheggiare.
- Anche se probabilmente sognerò ancora il ragazzo che ho ucciso?-.
- Sì. Perchè ci penserai ogni giorno della tua vita, e il
tuo cuore sarà un po' più pesante di prima, ma preferisco
averti qui, con dei sensi di colpa o meno, perché a me non
importa di nessun altro. E io ti amo così come sei, con le tue
domande idiote, i tuoi problemi con la rabbia, e il fatto che non sarai
mai in grado di uccidere qualcuno senza provarne rimorso. Posso essere
io il resto, posso essere il peggior carnefice al mondo, se questo
servisse a tenerti in vita-.
- Lo so-.
- Bene. E adesso basta parlare, baciami e basta-.
E Liam non se lo fece ripetere due volte. Lì, tra le braccia di
Theo era al sicuro, e nonostante i suoi problemi, i suoi sensi di
colpa, pensò di essere fortunato. Era fortunato ad essere ancora
vivo, ed era fortunato ad avere Theo, ad avere la sua famiglia, e il
suo branco.
Dormire divenne molto più facile con il tempo, e nonostante il
cuore pesante, Liam si risvegliava sempre tra le braccia di Theo, e
questo era ciò di cui aveva bisogno per andare avanti.
Alloraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa cos'ho scritto?! Mi è venuta
così di getto, e non so' se sono stata in grado di trasmettere
le emozioni di Liam, o di Theo, o se sono stata in grado di trasmettere
pur qualcosa. Niente eros, e niente commedia, che erano le uniche cose
a cui mi ero ispirata fino a poco tempo fa, solo che ieri sera ho
pensato a cosa potesse accadere se ci fosse una situazione del genere,
e non ci è voluto molto prima che diventasse una one-shot
malinconica e un po' drammatica.
Anche perché Liam è simile a Scott sul punto di vista di
uccidere altri, e quindi ho pensato a come aveva reagito quando erano
morti i due licantropi nella serie tv ( non odiatemi, non ricordo i
nomi, tranne che forse uno di loro era Brett?); e ho pensato che questa
poteva essere una valida possibilità.
So' che i licantropi possono guarire ecc ecc, ma siccome parlo per lo
più di un dolore psicologico, ho voluto che Liam avesse questa
piccola scappatoia prima di essere pronto ad affrontare il tutto di
nuovo, visto che la prima volta non ha avuto davvero modo di farlo,
grazie ai cacciatori. Un po' come Peter che ci ha messo molto a
riprendersi psicologicamente dall'incendio, credo.
Se è una stupidata potete dirlo, tranquilli, accetterò
piangendo il vostro giudizio LOL e se magari l'avete trovata un attimo
coinvolgente, oppure no.
Ringrazio sempre e comunque chi l'ha letta, chi potrebbe recensirla, o
semplicemente a te che sei arrivato fino alla fine, per leggere questa
lunga nota che ti sembrerà senza senso!
Ritornerò? Certo! Con che genere di stori? Non ne ho la minima idea! Ahah
Un bacio,
Hilary ;D
|