Burning fire
"So I surrender my soul,
I'm reaching out for your hope.
I lay my weapons down
I'm ready for you now."
(On my own – Ashes Remain)
Per vent'anni aveva evitato il fuoco, simbolo della conoscenza perduta di un popolo e di un dolore che aveva ispessito le pareti del suo cuore.
Per vent'anni aveva evitato il Governo Mondiale e qualunque cosa ad esso collegata, simbolo di una giustizia corrotta e impietosa che aveva spezzato il destino di un'isola chiamata Ohara, colpevole solo di voler sapere.
Per vent'anni si era nascosta nell'ombra di un mondo che non tollerava la sua esistenza.
Per venti lunghi anni la sua vita era stata buio, ma poi era arrivato lui, che l'aveva salvata anche quando gli aveva chiesto di morire. Le aveva dato una casa, dei compagni e loro le avevano ricordato cosa significasse vivere davvero, cosa significasse non essere sola.
E come poteva lei, dopo tutto quello che avevano fatto, negargli l'unica possibilità che avevano di vivere? Di evitare che i loro occhi si spegnessero per sempre a causa di quel fuoco che tanto odiava?
Robin aveva deciso: si sarebbe sacrificata per loro, per la luce che vedeva brillare sui loro volti alla prospettiva di una nuova avventura, per consentirgli di realizzare i propri sogni. Sarebbe morta perché continuassero a solcare il mare che tanto amavano.
Si era offerta al Governo Mondiale dal quale non aveva fatto altro di fuggire, ma loro erano venuti a riprenderla. I suoi compagni avevano sfidato il mondo intero per lei e mentre la bandiera bruciava sopra la sua testa, per Nico Robin, la Bambina Demoniaca, il fuoco assunse un nuovo significato.
Le fiamme divennero il simbolo della fiducia che riponevano in lei, della speranza che faceva battere il suo cuore un po' più forte e del giorno in cui, per la prima volta, Robin capì di essere libera.
E la libertà, ora lo sentiva, aveva l'odore di mandarini maturi, acciaio, sigarette, polvere da sparo, zucchero filato e paglia.
La libertà profumava di casa.
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