Come un fiocco di neve
*Come
un fiocco di neve*
La mattina di quell'inverno del 2017 mi ero svegliata tardi, troppo
tardi.
Ero una ragazza come tutte le altre, andavo all'università,
facevo i compiti, guardavo la TV e rimanevo tutta la nottata a mandare
messaggi ai miei amici.
Sentivo un po' la loro mancanza, quella della mia migliore amica
più di tutte, il trasferimento aveva dato segni positivi e
anche
negativi.
Sì, quando ero ancora in Italia bramavo di visitare la Corea
del
Sud assieme alla mia amica, ma non pensavo che ci dovessimo trasferire
sul serio.
Mio padre era stato richiamato a causa di un lavoro, uno smistamento,
quindi siamo partiti dritti dritti alla meta, precisamente Seoul.
Inizialmente non riuscivo a capire il Coreano, lo trovavo difficile, ma
studiandolo si è rivelato più semplice del
previsto e nel
giro di un anno sono riuscita a parlarlo perfettamente, anche se ci
sono ancora delle parole che non riesco a connettere tra loro.
Mi alzai, stiracchiandomi e raddrizzando la schiena alzando un braccio
e appoggiare il palmo della mano all'avambraccio sinistro.
Poco dopo distesi leggermente le braccia, per poi portare il palmo
della mano davanti alle mie labbra, le quali si erano staccate per
provocare un sonoro sbadiglio, svegliando per poco la mia sorellina.
Mi alzai, appoggiando uno dei due piedi, nudi, sul pavimento.
Un brivido di freddo mi percorse per tutta la schiena e un gesto quasi
involontario mi portò a stringermi tra me e me.
Il freddo era gelido e maligno, sembrava ce l'avesse con Seoul.
Mi recai in cucina, trovando la mia amata colazione a tema occidentale.
Una semplice brioche con del latte caldo.
Lo immersi alla velocità della luce, addentandolo, non
volevo fare tardi all'Università o sarei stata sfacciata.
Finita la colazione corsi in bagno, notando solo in quel momento che
mio fratello era sveglio.
Frequentava le superiori, eppure sembrava ieri vederlo alle elementari,
stesso argomento verso mia sorella quando andava alla prima elementare,
adesso la trovo già alle medie.
Per la distrazione finì col sbattere la testa alla porta del
bagno, provocando un gran rumore.
Mi massaggiai delicatamente la fronte e il naso, pulsavano leggermente.
Appena entrai in bagno trovai i miei vestiti appoggiati su un
davanzale, probabilmente sarà stata mia madre, come tutte le
mattine.
Mi privai ormai del mio pigiama ed entrai nella vasca, feci uscire
l'acqua calda, cercando di far uscire una temperatura tiepida, anche se
l'acqua calda mi piace.
il getto d'acqua improvviso mi bagnò il volto e i capelli:
inizialmente rimasi sorpresa, ma poi ridacchiai tra me e me.
Era stato divertente.
Passarono pochi minuti quando finii di lavarmi, presi subito
l'accappatoio e mi asciugai per bene, presi i vestiti dal davanzale e
li indossai, sistemandomi per bene, poi mi avvicinai all'armadio,
aprendolo e prendendo un fono.
Mi asciugai questa volta i capelli, pettinandomi per bene, odio quando
sono disordinati, potevo essere un tantino vanitosa nell'argomento
"acconciatura", ma bastava che nessuno li toccava, altrimenti sarebbe
accaduta una strage.
Mi truccai un pochino, il giusto per perfezionare il mio volto, almeno
non mi scambieranno per una bambina, di nuovo.
Ero una ragazza molto bassa, portavo sempre degli occhiali da vista e
la mia pelle era leggermente abbronzata, i capelli erano mossi, neri,
gli occhi invece di un marrone intenso, insomma, sono la tipica ragazza
italiana.
Mi scambiavano spesso per una ragazzina, ma quando mi guardavano
più a fondo, cosa che mi infastidiva, riuscivano a far
ragionare
quella zucca vuota.
Uscii dal bagno, notando in quel momento la mia sorellina entrare
appena ero uscita.
Corsi verso la porta d'uscita e presi la borsa, gettandomi per terra
mettendomi le scarpe.
Appena finii tutto, mi alzai e salutai mia madre con un bacio alla
guancia, dopodiché mi voltai, aprendo la porta per poi
varcarla,
la chiusi dietro di me e scesi le scale del condominio per poi aprire
il palazzo e correre verso l'università.
Mi strinsi, il mio giubbino era abbastanza caldo e la mia sciarpa non
lasciava andare in contatto il vento al collo, non rischiando un mal di
gola.
Il vento era troppo forte, sembrava che stessi scalando una montagna,
tipo il monte Everest, ridacchiai solo al pensiero, io che scalavo un
monte così alto? Non se ne parlava proprio.
Non perché non sia una tipa che ami i pericoli, anzi, nella
mia vita avevo sempre vissuto quei momenti pericolosi, da brivido, che
lasciavano sempre quella leccatina sui baffi o che ti lasciavano
mordicchiare le labbra.
Ero anche abbastanza furba, riuscivo ad ottenere tutto ciò
che volevo in un battito di ciglia, anche se allo stesso tempo ero
davvero una frana, mi ricordo al periodo in cui frequentavo le scuole
superiori in Italia, per la precisione un liceo.
Mi ero perdutamente innamorata di un mio compagno di classe, riuscivo
ad essere una volpe con chiunque studente della mia classe, ma lui era
speciale, riusciva a fregarmi solo perché ne ero attratta,
perdutamente innamorata.
Pensandoci, l'amore ci priva quasi della vista, ci rende quasi
ignoranti soltanto per avvicinarsi a questa determinata persona.
Sfortunatamente non ricordavo il suo nome, ma tanto meno,
avrò una nuova vita qui a Seoul!
E in quel momento potevo anche non pensare ad una cosa del genere,
potevo rimanere zitta.
Mi scontrai accidentalmente con un ragazzo molto più grande
di me, un gigante, sentii la borsa staccarsi improvvisamente dal mio
braccio e volare verso il tizio.
Era ben incappucciato, aveva un giubbotto nero con uno scaldacollo
grigio, alle gambe padroneggiava di un paio di jeans grigi, mentre
sclerai un secondo per le scarpe.
Sì, amavo all'impazzita le mie marche preferite, che siano
scarpe, maglie o meno.
Mi alzai, spolverandomi il pantalone di lana all'altezza del
fondoschiena, era abbastanza sporco, non ci voleva.
Quando portai i miei occhi castani ai suoi, unico punto visivo del suo
corpo (potevo però intravedere i capelli quasi castani
sfiorargli la fronte).
La sua pelle sembrava così chiara, lo si notava dalle mani,
quasi come...
sentì qualcosa precipitarmi improvvisamente sul naso.
Con l'indice lo scostai, per poi aprire il palmo della mano, formando
una sorta di cinque con esse, vedendo poi qualcosa di soffice
atterrarci su.
Ecco.
Come un fiocco di neve.
Quando i fiocchi ricadevano sui suoi abbigliamenti ridacchiai tra me e
me, sembrava così tanto misterioso dal nascondere il suo
volto, ma in quel momento era divertente, dagli occhi potevo constatare
che era in un momento di completo imbarazzo.
Quegli occhi neri, però, non mi sembravano nuovi, anzi, li
avevo già visti da qualche parte, ma non ricordavo dove.
Prese come un uomo galante la mia borsa, porgendomela.
Era abbastanza pesante per essere considerata una borsa, non per nulla
ci mettevo i quaderni e i libri, anche gli appunti se era necessario.
L'università era faticosa, ma mi avrebbe sicuramente
regalato un futuro migliore.
Allungai il braccio nella sua direzione, avvicinando la mia mano verso
la borsa, per un momento potei sentire il brivido delle sue mani.
Erano fredde, forse a causa della temperatura, per un momento volevo
dimostrargli un atto di gentilezza regalandogli un paio di guanti, ma
non penso che gli andranno bene e in più mia madre mi
ucciderebbe, poco ma sicuro, ci scommetto la mia vita.
Fece per andarsene quando le mie mani avvolsero la borsa nera, ma con
un braccio riuscii a fermarlo, la mia mano era stretta alla sua spalla,
forse anche troppo forte dato che riuscii a sentire un gemito di dolore
anche dallo scaldacollo.
La lasciai immediatamente, non volevo fargli del male quando lui si era
comportato in un modo così gentile.
Tossì, chiudendo la mano destra in un pugno.
-Ti ringrazio, anche se dovrei scusarmi per l'impatto.- Mi grattai
leggermente la nuca, imbarazzata, perfetto, e io che volevo dare arie
da signora o cose del genere.
Di tutta risposta lui chiude gli occhi, ma non per la noia o per il
sonno, sembrava felice.
Una cosa però che non riuscivo a tollerare era il suo modo
di agire, perché non parlava?
Fece di nuovo per andare, ma cocciuta, lo richiamai.
-Allora?- Alzai leggermente un sopracciglio, mentre l'altro lo abbassai
leggermente, mentre sul mio volto appariva un sorriso con trentadue
denti, mentre la neve ricadeva su di noi.
In quel momento ero concentrata solo su di lui, il resto del mondo
sembrava scomparso.
Un momento.
Il resto del mondo...
Feci un espressione sconvolta, una di quelle che potevano anche far
ridere un tipo spietato come Adolf Hitler.
-L'università!- Presi la borsa e corsi, mentre per un
momento potei notare che in quel momento era lui ad ad avvicinare il
braccio verso di me, invano dato che ero già diretta verso
la struttura
Appena arrivata vidi le mie amiche aspettarmi all'uscita, ero
leggermente in ritardo, ma vederle lì, aspettarmi, mi
rallegrava di gioia e felicità.
Mi servivano delle amiche, dopo aver perso la mia migliore amica, che
momentaneamente si trova in Italia, ero caduta in una leggera
solitudine.
Entrai, aspettandomi una lunghissima lezione.
Quando tutto finii, dopo troppe, forse gigantesche, ore, uscii dalla
struttura, notando che fuori continuava a nevicare.
Salutai subito le mie amiche, sfortunatamente da strade diverse, loro
si trovavano leggermente più vicino
all'Università, cosa che le portava a fermarsi subito,
mentre io dovevo camminare a piedi per un gigantesco tempo.
Improvvisamente vidi nuovamente il ragazzo di un paio d'ore fa, seduto
su una panchina con i capelli scoperti, quel castano chiaro veniva
macchiato dai fiocchi candidi della neve.
Appena incrociò il mio viso si alzò di fretta e
furia, avvicinandosi a me per poi prendermi per il braccio, portandomi
in un bar delle vicinanze.
Rimasi leggermente basita dalla sua reazione, pertanto mi feci in
qualche modo di esibire quel suo strano ordine, sempre se poteva essere
definito tale.
Mi fece cenno di invitarmi a sedere, mentre annuì.
Mi sedetti, mentre le sedie di quel posto mi erano già
simpatiche, erano comodissime e molto calde, infatti c'era anche l'aria
condizionata, adoravo tutto ciò.
Quando però il ragazzo fece uscire il suo volto, mentre io
ero intenta ad ammirare da lontano dei muffin, voltai leggermente il
capo verso di lui e per poco non urlai dalla felicità e
forse incredulità.
Prima che potessi urlare si avvicinò a me e coprì
con il suo palmo le mie labbra, mentre con l'altra mano
portò l'indice davanti alla sua bocca.
Kim Seokjin era lì davanti a me, non potevo crederci.
Era un membro del famoso gruppo coreano BTS, un k-idol per la
precisione.
In Italia il concetto di cantanti in un gruppo è diverso
dalla Corea, tipo, ci sono moltissime band italiane che però
si limitano soltanto al canto, la voce principale è soltanto
una, il cantante, mentre il resto dei membri ha il compito di suonare
la chitarra elettrica o la batteria, anche altri strumenti che io non
abbia citato.
Qui in Corea ci sono invece moltissimi gruppi che mentre cantano
ballano sulle loro coreografie, come se levitassero nell'aria, la
maggior parte sa anche suonare degli strumenti, tipo una chitarra, non
molto quella elettrica, ma ce ne sono alcuni prototipi.
Ero rimasta incantata dal gesto di Seokjin, anche se si fa chiamare da
tutti col nome di Jin, forse dovrei chiamarlo così.
Ma se poi non sarei confidenziale? Io non lo conosco e non vorrei fare
brutta figura, ma se succederebbe potrebbe odiarmi come non mai!
Calma ragazza!
Devo calmarmi, sangue freddo.
Distoglie il palmo dalle mie labbra e si allontana, quasi mi dispiace.
-Mi dispiace per essere stato così rude nei tuoi confronti.-
Solo quelle parole mi fanno rimanere a bocca aperta, incantata.
Mi ripresi, scuotendo il capo.
-Non preoccuparti... Seokjin, non sei stato affatto rude.- Risposi in
modo educato, a differenza del comportamento che gli avevo dato in
serbo precedentemente.
Con l'indice si massaggia la tempia assieme ad uno sguardo imbarazzato.
-Vedo che mi conosci.- Senza esitare colpisco il tavolo con le mani,
alzandomi.
-E' ovvio! Come puoi dire una cosa del genere? Siete famosissimi nella
nostra nazione, è impossibile che non esista un
entità che non vi conosca!- Mi lasciai trasportare un po'
troppo, ma non fa niente, dovevo lasciare il mio spirito da fan al mio
idolo.
Lui di tutta risposta ridacchia, per poi sorridermi leggermente.
Arrossisco leggermente alla reazione, sedendomi, mentre sentii le gote
riscaldarsi, saranno sicuramente rosse, ma non di imbarazzo o rabbia.
-Grazie per i complimenti, voi Army sapete sempre come rasserenarci,
grazie.- Chiuse gli occhi, inchinandosi leggermente, per poi alzare
nuovamente il volto verso di me, mostrando le iridi nere.
-Allora...- Portai leggermente lo sguardo verso il tavolo, imbarazzata.
Jin sembra ricomporsi, gesticolando con le mani dall'imbarazzo della
situazione.
-Volevo scusarmi per stamattina. Sono stato maleducato, ecco, ma quando
volevo decidermi a rispondere sei scappata via.- Mi disse, mentre io mi
sentii abbastanza in colpa, anche se ne andava della mia vita da
universitaria.
Per me poteva anche andare a quel paese l'università,
adoravo i BTS e Kim Seokjin con tutta me stessa, mi reputavo una loro
grande fan, ma trattare così uno di loro mentre era in
anonimo, giustamente, mi sentivo una schifezza.
-Mi dispiace, mi sento in colpa.- Riuscì a rispondere
soltanto in quel modo, non sapevo come scusarmi.
Noto le sue mani avvicinarsi alle mie che erano appoggiate al tavolo,
me le strofina delicatamente, mentre il mio viso divenne nuovamente un
peperone.
-Non devi sentirti in colpa, quello che si sente in colpa sono io,
invece.- Ribattè, mentre annuì consapevole di
appoggiarlo.
Pensavo ancora che io fossi la maleducata, ma lui sembrava quasi
ottuso, anche se ero sicura che non lo fosse.
O almeno, lo speravo.
Fece per alzarsi, sorridendomi dolcemente.
-Devo andare o farò tardi. Grazie per la chiacchierata,
spero di rivederti in futuro, in uno dei nostri concerti assieme alle
altre fan.- Mi sorrise dolcemente, superandomi, quando nuovamente gli
toccai la spalla, questa volta con delicatezza.
Arrossì.
Volevo dirgli qualcosa, non volevo che andasse via senza dirgli nulla,
era un occasione più unica che rara!
-Sai... Jin...- Abbassai il capo, mentre lui si voltò, la
mia mano ancora appoggiata alla sua spalla.
-Sei così dolce e gentile... come...-
-un fiocco di neve.-
Appena pronunciai quelle parole, anche lui lo fece, ciò mi
fece rimanere a bocca aperta, quasi stupita.
Sorrise, avvolgendo le sue mani alla mia mano, quella dove era stata
appoggiata poco prima sulla sua spalla.
Si avvicinò, avvolgendo questa volta le sue mani sul mio
capo, mentre io lo alzai, essendo troppo bassa rispetto a lui.
Abbassò il capo, avvicinando le sue labbra sulla mia fronte,
mentre io arrossivo, assistendo a tutto ciò.
Quando le sue labbra abbandonarono la mia pelle, si piegarono in su,
lasciando segni di felicità.
Ricambiai il sorriso, mentre lo vidi uscire.
Kim Seokjin mi aveva baciato sulla fronte, un semplice ultimate che mi
dona un regalo del genere.
Non c'erano dubbi, Jin era dolcissimo.
Proprio,
Come un fiocco di neve.
Angolo Autore
Ciao a tutti ^^ sono nuovo del fandom, ma iscritto su EFP da
moltissimo. Questa è la mia prima storia in questo fandom,
dedicata come accennato ad una mia amica, ma anche a tutte le army (in
particolare alle Jin biased/ultimate x3).
Penso che nel testo ci saranno degli errori, non rileggo mai quando
leggo, anche perché non ne ho tempo, se ne troverete
qualcuno vi prego di segnalarmelo ^^
E' anche la mia prima storia su *Personaggio*X*Lettore*, quindi
perdonatemi, è la prima volta e per l'aspetto ho usato
quello della mia amica dato che non ne avevo uno in mente xD.
E nulla, se la one-shot vi è piaciuta ci tengo tantissimo ad
un vostro commentino, se ci sono degli errori critici vi pregherei di
segnalarmeli.
A presto ^^
Sasi02
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