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“Resta fermo
Kaito!” Urlò Aoko, alzando la scopa che teneva tra le mani
e cercando di colpire il compagno di classe e vicino di casa, che per
tutta risposta abbassò la testa all’indietro, riuscendo
così ad evitare il colpo.
“Sbaglierò, ma oggi mi sembri più violenta del
solito.” La prese in giro lui, scansandosi giusto in tempo per
evitare una sedia che volò fuori dalla finestra dell’aula.
“Non sarà per il fatto che Kaito Kid ha, ancora una volta,
superato i piani di cattura di tuo padre?”
“Quell’imbroglione ha barato, come al solito!”
“Kuroba… Nakamori… io starei cercando di fare
lezione…” Sospirò esasperata l’insegnante di
matematica, mentre gli altri studenti ridevano per la oramai scenata
giornaliera tra i due.
“Scusi professoressa!” Esclamarono i due studenti, senza
tuttavia smettere il battibecco.
“Non è colpa mia se Aoko non ammette che suo padre non
è in grado di catturare Kid. Però a parte lui, non si
è lasciato scappare nessun ladro. Giusto Lupin III, ma lui non
è mai stato preso da nessuno.”
A quello Aoko si fermò, sospirando.
“Su questo hai ragione, quell’altro criminale ha procurato
non pochi guai a mio padre. E anche a quel ragazzino… Come che
si chiama?”
“Edogawa Conan.” Rispose Saguru. “Non si è
ancora ripreso del tutto dalle ferite. Dopotutto gli hanno sparato e
subito dopo si è ritrovato a saltare giù da un aereo che
poi è esploso. Lupin gli avrà pure salvato la vita,
però non poteva di certo guarirlo.”
Kaito annuì mentalmente, mentre sorrideva e chiedendosi come il
famoso ladro internazionale avesse preso la sua piccola vendetta per
aver usato il suo volto.
“Ad ogni modo, mio padre ha finalmente capito che effettivamente
non può farcela da solo contro Kid.” Continuò Aoko,
attirando l’attenzione di tutta la classe.
“Davvero?” Fece un sorpreso Kaito, mentre anche Akako
guardava incuriosita i due.
“Già. Per questo dopo il suo ultimo annuncio di furto, mio
padre ha accettato l’aiuto di una persona esterna, che si
è offerta personalmente per catturare Kid.”
“E di chi si tratta? Dell’ennesimo detective proveniente
dall’altra parte del pianeta? Abbiamo già Saguru per quel
ruolo.”
“E tu quanto la finirai, Kid?”
“Per l’ultima volta, non sono io. Anche se modestamente
credo di potergli dare del filo da torcere per quanto riguarda
l’abilità.”
“Non si tratta di un detective.” Rispose Aoko, ignorando il
litigio dei due amici. “Mio padre non mi ha detto molto, solo che
si tratta di qualcuno per cui sarà impossibile non prendere Kid.
Pare che finora non si sia lasciato sfuggire uno solo dei criminali che
ha avuto di fronte, e questi sono stati tutti catturati nel giro di
pochi secondi. Inoltre dice che ha sventato rapine di ogni genere,
comprese quelle con bombe e sparatorie.”
“E chi sarebbe questo tizio,
Superman?”
“In quel caso allora Kaito Kid sarebbe
Batman?” Chiese uno dei loro
compagni, per poi voltarsi verso Saguru, che fece un colpo di tosse.
“Beh, anche se si dovesse trattare di Superman, Kid si
limiterebbe a tirare fuori la kryptonite. Quel ladro non teme
nessuno.” Ridacchiò Kuroba.
Al suono della campanella, tutti cominciarono ad uscire, tranne Kaito,
che venne fermato da Akako.
“Che vuoi?” Chiese lui, cominciando a chiedersi se doveva
temere un altro attacco da parte della strega.
“Il
Dragon Eye che vuoi
rubare…” Cominciò lei, dopo essersi assicurata che
nessuno potesse sentirli. “Lascialo perdere.”
“Eh?”
“Se andrai a rubarlo, stavolta non ne uscirai libero. Anche i
miei poteri tremano di fronte a ciò che sta per
succedere… è come se un demone ti stesse aspettando per
prenderti. E credimi, io so bene di cosa sono capaci. Dopotutto, li ho
già sfruttati più volte anche contro di te.”
Kaito sorrise. “Se bastasse quello a fermare Kid, sarebbe una
delusione, no? Inoltre non si è mai tirato indietro dopo aver
annunciato un furto. E anche se dovesse affrontare il re dei demoni,
suo figlio, il suo allievo o quello che vuoi, riuscirà sempre a
vincere.”
Akako sospirò mentre veniva superata dal compagno di classe.
“Poi non ti lamentare quando verrai preso. Io ti ho
avvertito.”
“E ti ringrazio per questo, ma
non posso mollare alla prima difficoltà.”
Pensò Kuroba.
“E poi,
quanto potrà mai essere davvero pericoloso questo tipo? Non
sappiamo nemmeno chi è.”
Kaito non dovette attendere molto per avere la risposta.
Era a cena come al solito da Aoko, quando il programma televisivo che
stavano guardando venne interrotto da un’edizione speciale del
telegiornale.
“Uh? Che succede adesso?” Domandò Kaito, finendo di
mangiare la sua porzione di ramen, mentre anche l’amica si
voltava verso la tv, che mostrò subito suo padre.
A veder ciò il ragazzo sospirò mentalmente. Era solo la
classica risposta della polizia al suo ultimo annuncio. Tuttavia, il
sorriso che stavolta l’ispettore Nakamori stava mostrando lo
incuriosì. Sembrava ancora più sicuro del solito.
“Kaito Kid, so che mi stai ascoltando!” Cominciò
lui, alzando un dito verso la telecamera. “Questa volta non avrai
nessun scampo!”
“Vuoi vedere che mio padre rivelerà a tutti il suo
misterioso nuovo aiutante?” Fece Aoko.
“Per troppo tempo hai preso in giro le forze di polizia, ed
è giunta l’ora che tu venga fermato definitivamente! Per
questo, in via del tutto eccezionale, abbiamo accettato l’aiuto
di un civile, il quale tuttavia ci ha dimostrato di poterti prendere
senza alcuna difficoltà!”
“Dov’è questa persona, ispettore Nakamori?”
Chiese un giornalista.
“Già, vediamo questo Superman.” Lo prese in giro
Kaito, cominciando a bere un sorso d’acqua.
Tuttavia si fermò a metà sorso quando l’ispettore
fece un ghigno, per poi indicare sopra di lui.
Immediatamente la telecamera si spostò, inquadrando una persona
che indossava una tuta nera coperta da un gilet verde, con un vistoso
mantello rosso che svolazzava dietro di lui e un casco arancione a
coprirgli il volto, lasciando libera solo la bocca.
Ma la cosa incredibile era il fatto che si trovava a una decina di
metri d’altezza, sospeso nel vuoto.
A vedere ciò Kaito sputò immediatamente l’acqua,
sgranando gli occhi.
“Cosa?!” Esclamò assieme all’amica
d’infanzia, mentre la persona indicata da Nakamori
cominciò a scendere verso terra, atterrando al suo fianco.
Immediatamente, fece un giro su se stesso, per poi fermarsi in una posa
ridicola con una mano che indicava verso l’alto.
“Io sono Great Sayaman!” Urlò, con una voce
chiaramente falsa.
“Non ci credo… mio padre ha preso un buffone per catturare
un buffone…” Mormorò incredula Aoko, mentre Kaito
tirava un sospiro di sollievo. Era un vecchio trucco, lui stesso lo
aveva usato in passato.
“Sì, so cosa state pesando.” Intervenne
l’ispettore Nakamori, ridacchiando, per poi tornare serio.
“Ma non si tratta di un trucco come quello usato da Kid! Questo
ragazzo è realmente in grado di volare! E non solo!”
“Ispettore.” Lo interruppe Great Sayaman, sorridendo.
“Credo sia meglio fargli vedere una dimostrazione delle mie
capacità.
“Oh, buona idea.” Ammise lui, per poi allontanarsi di
qualche metro, mentre di fronte a lui una decina di poliziotti
cominciò a caricare la proprio pistola, per poi puntarla contro
il tizio mascherato.
“Che cosa vogliono fare?!” Esclamò Kaito, per la
prima volta preoccupato.
“Al mio tre, cominciate a fare fuoco.” Ordinò
l’ispettore, provocando subito l’agitazione tra i presenti,
mentre il ragazzo rimase fermo al suo posto, incrociando le braccia.
“Ispettore, che cosa-”
“Uno… due… tre!” Urlò Nakamori,
ignorando la domanda del giornalista.
Immediatamente una raffica di proiettili investi il ragazzo, che
continuò a restare al suo posto, incurante dei colpi che stava
ricevendo.
Dopo una decina di secondi, i poliziotti si fermarono.
Con lo stupore di tutti i presenti, Great Sayaman era uscito
perfettamente incolume.
E con una sorpresa ancora maggiore, tutti potevano vedere chiaramente i
proiettili a terra, tutti schiacciati su se stessi.
In più, come bonus, Great Sayaman aprì una mano,
lasciando cadere a terra altri cinque proiettili, anch’essi
schiacciati.
“Come potete vedere, sono perfettamente in grado di resistere ai
proiettili. Oltre al fatto…”
E mentre diceva ciò si diresse verso un lampione, afferrandolo
con una mano. Poi, come se fosse stato un filo d’erba, lo
sradicò dall’asfalto, per poi piegarlo e fare un nodo con
esso, lasciandolo infine cadere a terra, facendo sentire chiaramente il
rumore del metallo contro il cemento.
“Solitamente sono contrario a mostrare la mia forza senza motivo,
ma per questa volta ho deciso di non nascondermi. Questo Kaito Kid si
diverte a prendere in giro le forze dell’ordine, continuando a
commettere furti per poi limitarsi ad abbandonare in luoghi casuali la
refurtiva. Io, Great Sayaman, non posso permettere che questo giochetto
vada avanti! Per questo sfido Kaito Kid a rubarmi il Dragon Eye!”
Dicendo ciò, dei fari illuminarono una teca dietro di lui, sopra
la quale era poggiata una sfera arancione, al cui interno c’era
una stella rossa a cinque punte.
“So che finora non si è mai tirato indietro da un furto,
quindi sono sicuro che si presenterà come da lui annunciato
domani sera alle 22. Ti aspetto.”
Aoko a quel punto spense la televisione. “Quando l’ho
visto, ho pensato che mio padre fosse impazzito, ma è evidente
che stavolta Kid non ha speranze. Cos’hai da dire adesso,
Kaito?”
Kaito per tutta risposta restò a fissare impassibile la
televisione, senza mostrare alcuna emozione. Internamente però
stava sudando sette camicie.
“Tuo padre ha davvero trovato Superman, eh?”
Ridacchiò, alzandosi. “Beh, direi che non resta che
aspettare e vedere come andrà a finire, no?”
“Vuoi dire che stavolta verrai anche tu a vedere Kid
all’opera?”
“No, no, me ne starò comodo in camera mia a guardare la
tv. È inutile stare in mezzo a migliaia di persone, sapendo che
alla fine non vedrai niente.”
“Beh, però potresti venire con me domani pomeriggio a
trovare mio padre. Chissà, magari potremo anche incontrare di
persona questo Great Sayquelcheè…”
“Sai, non è una cattiva idea. Anche se dubito che
starà in mezzo a noi comuni mortali.”
Dopo aver ringraziato per la cena l’amica, Kaito si diresse
subito a casa sua, per poi entrare nel covo di Kaito Kid, dove
finalmente fece cadere la sua faccia da poker.
“Bene… stavolta mi sa che sono fregato…”
Mormorò, deglutendo, per poi scuotere la testa. “No Kaito,
riprenditi! Non puoi cadere nei tuoi stessi trucchi! Non avrei mai
pensato di dirlo, ma è ovvio che c’è una
spiegazione a tutto quello che quel tizio ha mostrato di poter
fare.”
~~~~~~~~~~~~
“Ciao papà!” Esclamò Aoko, cominciando a
correre verso l’ispettore Nakamori, che sorrise non appena la
vide.
“Aoko! Non ti aspettavo prima di qualche ora. E ciao anche a te,
Kaito!” Salutò lui, mentre l’amico d’infanzia
di sua figlia alzava pigramente la mano per rispondere al saluto.
“Allora pare che stavolta tu ce l’abbia fatta, eh?”
Disse Kaito sorridendo, per poi guardarsi attorno. “Dovete
fidarvi davvero parecchio di quel tizio, per lasciare il gioiello
all’aperto, senza nessuna apparente forma di sicurezza.”
Infatti il suo sguardo era caduto sul Dragon Eye posto sopra al
pilastro, come mostrato in televisione il giorno prima, con solo un
gazebo a coprirlo.
“Già! È stata una richiesta di Great Sayaman di
lasciarlo incustodito da qualsiasi tipo di protezione non umana. Dice
che non gli piacciono molto le cose troppo sofisticate… Ha
parlato di qualche brutta esperienza con dei robot.”
“Beh, lì siamo in
due… Anche se dubito che anche lui abbia vissuto qualcosa di
simile a me…” Pensò Kaito, ripensando al suo
clone. “Ma non teme che possa essere proprio Kid sotto
travestimento e che sia tutto un suo piano per rubare indisturbato il
gioiello?”
“Ti dirò, Kaito, che l’avevo pensato anch’io
all’inizio. Tuttavia, sarebbe la prima volta che ruba a se
stesso.”
“A se stesso? Ma credevo che il Dragon Eye appartenesse al
vecchio Suzuki.” Fece il ragazzo, sorpreso da quella rivelazione.
Sperava che il vecchio imprenditore avrebbe architettato come al solito
qualche sfida e che rifiutasse all’ultimo l’aiuto di Great
Sayaman.
“Lo era. Chiunque sia, dev’essere molto ricco, o avere
qualche amico messo davvero bene. Ha acquistato il Dragon Eye in
contanti, dicendo che era interessato ad esso e lo stava già
cercando da un po’.”
A sentire ciò il senso di pericolo di Kaito si agitò.
“Possibile che anche quel tizio
sia alla ricerca di Pandora? E che potrebbe essere proprio
quello?” Rifletté, tornando a guardare il gioiello.
Solo che stavolta c’era un ragazzo a fissarlo a distanza
ravvicinata.
“Ehi tu!” Lo richiamo immediatamente l’ispettore.
“Allontanati! Non dovresti nemmeno essere qui!”
“Eh, dice a me?” Rispose il ragazzo, voltandosi verso di
loro e indicandosi.
Aveva dei capelli neri tutti all’insù, i quali sembravano
sfidare apertamente la legge di gravità, e indossava un paio di
pantaloni rossi e una maglietta a maniche lunghe bianca, coperta da un
gilet nero smanicato, con una spilla sopra che probabilmente indicava
una scuola.
“Sì, proprio a te! Questa zona è off limit per i
civili!”
“Mi scusi, non ne avevo idea. Ho seguito quei due ragazzi quando
ho visto che stavano venendo qui. Sa, sono un fan di Great Sayaman e
volevo vedere che cos’avrebbe sorvegliato.”
“Lei è mia figlia Aoko, mentre lui è Kaito Kuroba,
un nostro vecchio amico di famiglia. Sono solo venuti a trovarmi. Come
hai fatto a superare i controlli?”
“Sono uno che passa inosservato.”
“Con quei capelli?” Pensarono
i tre assieme.
“Quindi tu hai già sentito parlare di questo… Great
Sayaman?” Domandò Kaito, chiedendosi se poteva
approfittarne per ottenere qualche informazione in più.
“Direi proprio di sì. Sapete, ha anche salvato più
volte la vita alla mia ragazza. Non che lei sia proprio la classica
ragazza sempre in pericolo.”
“Mi ricorda qualcuno…” Mormorò Kaito, per poi
schivare con nonchalance un pugno da parte di Aoko.
“Stai forse parlando di me?” Domandò lei,
continuando a guardarlo male.
“Oh sì, è proprio così!”
Esclamò il ragazzo, portandosi una mano dietro la testa e
ridacchiando. Quando finì fece un leggero inchino. “Il mio
nome è Son Gohan. Piacere di conoscervi.”
“Piacere nostro. Dai, ti accompagniamo noi fuori di qui,
così non dovrai rispondere a troppe domande dai colleghi di
papà. Anche se questo non ti esime dal rispondere alle mie.
Voglio sapere il più possibile su Great Sayaman, visto che
sarà lui a prendere finalmente Kid!”
“Potremmo fermarci a mangiare qualcosa. Siamo venuti qui subito
dopo la scuola, ho un leggero languorino.” Propose Kaito, mentre
internamente ringraziava Aoko per star inconsapevolmente assecondando i
suoi piani.
Immediatamente la loro attenzione fu attirata dallo stomaco di Gohan,
il quale brontolò rumorosamente.
“Scusate… quando sento parlare di cibo mi succede
sempre…” Ridacchiò lui.
“Allora direi che è deciso!” Esclamò Aoko.
“Ci vediamo dopo papà!”
“Certo! E finalmente porterò Kaito Kid in centrale
ammanettato!”
Kaito e Aoko ringraziarono di non essersi proposti di offrire da
mangiare.
“Se dovessi pagare io, mi
toccherebbe tenere la prossima refurtiva solo per saldare i
debiti…” Pensò Kaito, guardando incredulo la
pila di piatti che si stava accumulando davanti a Gohan, il quale
mandava giù peggio di un aspirapolvere.
“E-Ecco qui il prossimo…” Fece incredulo il
proprietario dello stand di ramen dove si erano fermati, per poi
cominciare a prendere alcuni piatti per lavarli.
“F-Fame, eh? Da quanto tempo non mangiavi?” Domandò
Aoko, cercando di ridacchiare.
“Uh? Solo un paio d’ore, perché?”
“Un paio d’ore? Da come mandi giù si direbbe che hai
attraversato mezzo pianeta di corsa senza mai fermarti…”
Commentò Kaito.
Solo allora Gohan guardò i piatti vuoti di fronte a lui e
finì velocemente quello cominciato. “Sì, forse ho
esagerato un po’… Meglio finirla qui, non voglio
approfittare troppo della disponibilità di Bulma.”
“È il nome della tua ragazza?” Chiese Aoko.
“No, no, è un’amica di mio padre. È lei a
pagarmi questo viaggio, tutto incluso.” E per dimostrare il punto
tirò fuori una carta di credito, che porse subito al
proprietario dello stand.
“Un’amica di tuo padre che ti fa un simile regalo? Immagino
che non sappia che rischia il tracollo finanziario.”
“Nah, mangio molto meno di suo marito e di mio padre. Dovreste
vedere loro. Anche se Vegeta ogni volta che mangia con noi la prende
sul personale e si intestardisce sul voler mangiare a tutti i costi
più di papà.”
“Per curiosità… che razza di metabolismo avete? Non
sembri molto grasso per uno che, da quel che ci hai detto, mangia
così praticamente sempre.” Fece Kaito.
“Faccio molta attività fisica. Abito in mezzo alle
montagne e l’unica casa in zona è la nostra. Inoltre mio
padre non è stato presente negli ultimi anni, quindi ho dovuto
aiutare io la mamma e il mio fratellino Goten. Quindi tagliavo la
legna, andavo a pesca-”
“Non nominare quella professione maledetta!” Esclamò
subito Kaito, rabbrividendo.
“Scusa?”
“Perdonalo, ma Kaito non riesce a sopportare nemmeno la vista del
pesce e di tutto ciò che ha a che fare con esso.”
Intervenne Aoko, divertita.
“Creature malefiche… ecco che cosa sono…”
“Comunque Gohan, prima hai detto di essere un fan di Great
Sayaman. Cosa sai dirci di lui? È sbucato fuori dal nulla per
proteggere quel gioiello, che a quanto pare ha pure acquistato.”
“Beh, a dir la verità non so molto… Dove vado io a
scuola è un po’ una leggenda. È apparso
all’improvviso e ha cominciato a sventare rapine, rapimenti e
crimini così. Ha dimostrato subito di possedere poteri unici,
come il fatto di saper volare.”
“Non sarà qualche trucco? Non so, dei mini razzi o
qualcosa del genere…”
“No, no, tutta opera sua. Lo ha dimostrato quando ha partecipato
a un torneo di arti marziali che si è tenuto qualche tempo fa.
Lì è dovuto apparire senza nessun oggetto che si poteva
considerare in alcun modo pericoloso. Ha anche dovuto rinunciare al
casco, sostituendolo con una bandana e degli occhiali da sole.”
“E come si è classificato?”
“Beh, stava per vincere, ma per vari motivi il torneo è
stato cancellato, lasciando così il titolo al precedente
campione. Ma Great Sayaman non ha mai chiesto di finirlo. Dopotutto,
credo avesse un motivo ben preciso per voler partecipare.”
“E la sua forza?” Domandò Kaito. “È
davvero così forte?”
“In una delle sue prime apparizioni ha piegato con due dita il
fucile di un bandito. Perciò direi proprio di sì, anzi,
probabilmente si trattiene la maggior parte delle volte. Dopotutto, lo
hanno visto sollevare senza alcuna difficoltà e portare in volo
un pullman pieno di passeggeri che rischiava di cadere giù in un
burrone.
“Cosa?! È così forte?!” Esclamò Aoko
incredula, rispecchiando perfettamente come si sentiva realmente Kaito,
che stava usando tutto il suo autocontrollo per mantenere la faccia da
poker.
“E io dovrei affrontare un
simile tizio?!” Urlò internamente.
“Non credo di riuscire a procurarmi
in tempo della cryptonite! Sempre che esista, ovviamente…”
“Quindi non è mai stato battuto?” Domandò la
ragazza.
“Pare di no. Ma sicuramente dev’esserci qualcuno in grado
di tenergli testa, anche solo per allenamento. Gira voce che abbia
anche salvato il mondo assieme a dei suoi amici. L’unica cosa di
cui molti si lamentano è la posa con cui si presenta.
Inspiegabilmente non è apprezzata da nessuno.”
“Che cosa strana…” Rispose sarcastico Kaito.
“Piuttosto, parlatemi di questo Kaito Kid. Ho sentito che
è un ladro piuttosto particolare.”
“È solo un farabutto!” Replicò subito Aoko.
“Sono anni che perseguita mio padre! Ha pure avuto la faccia
tosta di sparire per anni, riapparendo dal nulla solo pochi mesi fa. E
da allora non fa altro che continuare ad umiliarlo!”
“Su Aoko, calmati. Dopotutto, Kid usa dei trucchi niente
male.”
“Personalmente parlando, preferisco i tuoi.” Rispose lei,
distogliendo appena la testa.
“Uh? Di che trucchi state parlando?”
“Di magia!” Esclamò Kaito sorridendo, per poi
muovere velocemente le dita, facendo apparire dal nulla un mazzo di
carte. “O meglio, di prestidigitazione! Modestamente, me la cavo
bene, anche se il mio sogno è quello di raggiungere la bravura
di mio padre.”
“Mi sembri già piuttosto bravo! Sono sicuro che tuo padre
è fiero di te!”
Gohan si rese subito conto di aver detto la frase sbagliata, da come il
sorriso di Kaito scomparve, mentre anche Aoko gli rivolse uno sguardo
triste.
“Mio padre è scomparso dieci anni fa durante uno
spettacolo di magia. C’è stato un… un incidente e
non ce l’ha fatta.”
“Oh… mi dispiace… Non ne avevo idea.”
Kaito fece un sorriso triste. “Ma credo che alla fine sì,
sarebbe felice di ciò che sto facendo. Ancora oggi continuo a
seguire le sue direttive per la magia.”
A quel punto Kaito guardò l’ora, per poi alzarsi.
“Beh, direi che è meglio che vada. Jii mi ha chiesto di
passare da lui oggi pomeriggio, ed è già tardi. Ci
vediamo domani Aoko! E Gohan… spero di rivederti. Sei simpatico,
sai?”
“Lo stesso vale per te, Kaito. Chissà, magari
passerò di nuovo in questa città in futuro…
sembrano succedere cose assai interessanti.”
“A dir la verità questa città è solo un
magnete di crimini e omicidi. Anche se questi ultimi fanno la fortuna
di detective come Goro il dormiente.” Ridacchiò Kaito, per
poi allontanarsi.
“Speriamo che Jii abbia
qualcosa che possa funzionare contro questo novello Superman…
anche se ormai mi è chiaro che dovrò giocare tutto
sull’astuzia, sperando che sia un tipo tutto muscoli e niente
cervello…”
~~~~~~~~~~~~
Kaito Kid osservò tramite il suo cannocchiale Great Sayaman, in
piedi al fianco della teca con il Dragon Eye.
“Mi da sui nervi la sua sicurezza. Ma al suo posto probabilmente
farei lo stesso…” Borbottò abbassando il
cannocchiale e rimettendosi il monocolo. “Beh, vediamo un
po’ se l’esca funziona.”
Dopo aver detto ciò tirò fuori il suo smartphone,
premendo immediatamente una sequenza di codici sullo schermo.
Come programmato, il suo classico manichino gonfiabile venne lanciato
da Jii dalla cima di un grattacielo poco lontano, cominciando ad
attraversare i cieli, fino a passare davanti alla luna.
Non ci vollero che pochi secondi prima che i fan e la polizia lo
notassero, cominciando a indicarlo e facendo distogliere
l’attenzione di Great Sayaman verso esso.
“Perfetto… ci casca in pieno anche lui! Ora si
allontanerà per prenderlo e-”
Le parole gli morirono letteralmente in bocca quando il ragazzo
mascherato alzò una mano, davanti alla quale si creò una
piccola sfera di luce, che decollò a tutta velocità
contro il pupazzo, scontrandosi contro esso ed esplodendo con forza
tale da far alzare il mantello a Kid, oltre che fargli volare via il
cilindro.
“Stiamo scherzando?!” Urlò incredulo recuperando il
cappello e rimettendoselo, vedendo la nuvola di fumo là dove
c’era la sua copia cominciare a dissiparsi, rivelando solo pochi
frammenti bruciati scendere lentamente a terra. “Può anche
sparare raggi laser?!”
“Tecnicamente sono sfere d’energia. Se avessi sparato un
raggio, avrei rischiato di distruggere la luna.” Rispose una voce
alle sue spalle.
Kid si voltò lentamente, ritrovandosi a fissare quello che era
ormai sicuro sarebbe diventato il suo peggiore incubo.
“Great Sayaman presumo.” Fece, notando solo ora che era
scomparso da dove si trovava prima. “Così sei anche
veloce…”
“Non era una grande distanza da percorrere. E tu eri troppo
distratto dall’esplosione.”
“Vuoi uccidermi? Non hai esitato a far esplodere il mio pupazzo
convinto che fossi io e-”
“Non ho mai pensato che fossi tu.” Lo interruppe subito
l’altro. “Non aveva nessuna aura vitale attorno. Quindi o
eri un robot o non eri tu.”
“Puoi anche sentire le auree delle persone?” Domando con un
sorriso Kid, cercando di non scappare via, ben consapevole che
probabilmente sarebbe stato inutile.
“Proprio così… Kuroba.”
Sentendo ciò Kid spalancò gli occhi. “Come mi hai
chiamato?”
“È stato furbo da parte tua, lo devo ammettere. Ho tenuto
sotto controllo la zona per tutto il giorno, immaginando che avresti
tentato di fare un sopraluogo. Ma che tu fossi in realtà un
amico della figlia dell’ispettore Nakamori… questo mi ha
sorpreso.”
“E cosa te lo fa pensare?”
“Te l’ho detto: percepisco le auree delle persone, e anche
se mascheri volto e voce, non puoi alterare quella. La tua e quella di
Kuroba sono identiche.”
“Allora è una fortuna che Kaito Kuroba in questo momento
stia frequentando un raduno di maghi dall’altra parte del
Giappone. Gli ho fatto trovare un biglietto qualche giorno fa, e lui
è partito subito. Non è stato difficile sostituirmi a
lui.”
Great Sayaman lo guardò con sospetto. “Quindi osi
sfruttare anche l’aspetto di persone innocenti… Se le cose
stanno così io, Great Sayaman, ti consegnerò alla
giustizia!” E dicendo ciò si mise in posa come aveva fatto
in televisione.
“… Scusa la domanda, ma è proprio necessario agire
così? No, okay, io ogni tanto metto su una scena, ma è
solo per distrarre… cosa che non mi pare tu abbia bisogno di
fare.”
“Che hai contro la mia posa?” Replicò lui, per poi
abbandonare le braccia al suo fianco e abbassando la testa depresso.
“Nessuno che l’apprezza… e dire che mi ci sono messo
anche d’impegno. Chissà come faceva la squadra Ginew a
incutere tanto timore… e loro erano in cinque…”
Tuttavia Kid si concentrò sulla prima parte del suo delirio.
“Quelle parole… oggi le ho già sentite.”
mormorò, ma venne comunque sentito dal suo avversario, che
alzò nuovamente lo sguardo. “Sai, ho cercato informazioni
sul tuo conto, ma non ho trovato nulla. Per il mondo tu non esisti.
Eppure ti vanti di aver fatto cose eccezionali. Non ci ho fatto caso
fino a poco fa, ma c’è stata una sola persona ad aver
ammesso di conoscerti, anche se non di persona.”
Great Sayaman si fece serio. “Davvero?”
“Già. E direi che abbiamo avuto la stessa idea… Son
Gohan.”
I due restarono a fissarsi per qualche secondo, finché
l’eroe non sospirò.
“Dovrei smetterla di parlare troppo.” Disse con la voce di
Gohan. “Sei già la seconda persona che scopre chi sono per
colpa dei miei sproloqui. Anche se la prima è diventata la mia
fidanzata.”
“No, davvero, Superman non ti ha mai citato in giudizio per
palese violazione di copyright? Magari adesso mi dirai che di solito
indossi anche degli occhiali per sviare ulteriormente i sospetti,
eh?”
“Dici che sarebbe una buona idea? Detto da un maestro del
travestimento, posso immaginare che sia così.” Rispose lui
con tono disinvolto.
“Ma dillo che ce l’hai con la mia faccia da
poker…” Borbottò Kid, per poi portare una mano in
tasca.
“Non vorrai provare a colpirmi con qualcosa, vero?”
Domandò Great Sayaman. “Ormai dovresti aver capito che
niente può farmi davvero male.”
“Vero, e non sono così stupido da provarci. Contavo sul
fatto che tu fossi un tipo tutto muscoli e niente cervello, ma a parte
il tuo slittamento, probabilmente dovuto alla poca esperienza, direi
che non sei così. Quindi non mi resta che batterti in
astuzia!”
Dicendo ciò fece scivolare dalla tasca alcune palline, le quali
non appena toccato terra cominciarono ad emettere del fumo bianco, che
lo avvolsero completamente.
Gohan non si fece impressionare, né si meravigliò quando,
sparita la nube, Kid non c’era più.
Gli bastò sentire le urla di gioia dei fan per capire che si era
lanciato giù, probabilmente diretto verso il Dragon Eye.
Sorridendo, scomparve nel nulla.
Qualche decina di metri più in basso e in là, Kid
volò grazie al suo deltaplano attraverso i pochi poliziotti
presenti, passando così sopra la teca incustodita e prendendo al
volo il gioiello, per poi tornare in alto.
“Stavolta mi conviene arrendermi.” Disse a se stesso,
riguadagnando quota e girandosi verso la luna piena. “Controllo
subito e poi lascerò perdere.”
“Controllare che cosa?” Chiese Great Sayaman, il quale era
apparso come dal nulla al suo fianco, volando parallelamente a lui.
“Se non fossi proprio qui non ci crederei…”
Mormorò Kid, poco prima di venire letteralmente spazzato via da
un colpo di vento generato da Gohan, che lo fece precipitare sul tetto
di un palazzo.
Kid rotolò per qualche metro, sentendo il deltaplano spaccarsi
più volte, fino a fermarsi.
Il Dragon Eye gli era scivolato di mano ed era rotolato poco lontano,
dove venne preso da Great Sayaman, appena atterrato.
“Sai, sono curioso… sei diverso da tutti gli altri ladri
che ho incontrato finora.” Disse, guardando il gioiello.
“Commetti furti spesso e volentieri… ma ogni mese, quando
c’è la luna piena, il furto è assicurato. I
gioielli che rubi sono sempre rossi. E tutti loro vengono ritrovati il
giorno successivo. E dato che stasera hai tentato di scappare subito
dopo aver preso la refurtiva, dicendo tuttavia che lasciavi perdere, mi
fa pensare che tu stia cercando qualcosa di preciso. Sbaglio?”
Kid si rialzò, tenendosi una braccio dolorante. “Non credo
che tu possa capire. Nemmeno il piccoletto può farlo, e con lui
ho anche collaborato più volte.”
“Mettimi alla prova. Pensavo tu fossi un ladro comune, e visto
che avevi puntato a qualcosa per me importante, volevo solo prendere
due piccioni con una fava.”
Kid sorrise. “Le tue parole mi stanno confermando che quello che
hai in mano è proprio il gioiello che sto cercando… E se
è così, devo prenderlo. Non m’importa di finire in
prigione, ma prima devo avere quel gioiello.”
“Le mie parole?”
“Se è così importante da spendere un patrimonio per
acquistarlo e fare tutto questo casino… Quel gioiello
dev’essere per forza Pandora! Non è così?”
Gohan sbatté le palpebre dietro il casco un paio di volte.
“Pandora? Non sapevo fosse stato chiamata anche
così.” Disse, fissando il Dragon Eye.
“Non vedo per quale altro motivo tu possa essere così
interessato.” Fece Kaito Kid, alzando la sua pistola spara carte.
“Ma io devo distruggerla a tutti i costi!”
“Ehi ehi ehi!” Esclamò subito Great Sayaman.
“Aspetta un secondo! Non puoi distruggerla!”
“Per quella maledetta pietra mio padre è morto. E
anch’io sono ricercato da persone ben più pericolose della
polizia. Ma credo che tu lo sappia già… visto che
sicuramente lavori per loro.”
Gohan lo guardò esterrefatto. “Probabilmente non mi
crederai… ma non ho la più pallida idea di che cosa tu
stia parlando. Ma non posso assolutamente lasciarti distruggere questa
Sfera del Drago.”
Fu il turno di Kid di restare sorpreso. “Sfera del Drago?”
Gohan fece per rispondere, salvo vedere diversi elicotteri avvicinarsi
a loro.
“Credo sia meglio continuare questa discussione altrove.”
Fece, avvicinandosi a Kid e prendendolo per un braccio.
Prima che il ladro se ne rendesse conto, i due si ritrovarono ad
attraversare a tutta velocità i cieli di Tokyo e nel giro di
pochi secondi atterrarono in mezzo a un campo fuori città.
“Scusa, ma sfortunatamente non sono mai riuscito a imparare il
teletrasporto da mio padre.” Fece Great Sayaman, togliendosi
finalmente il casco. “Siamo stati troppo impegnati ad allenarci e
dopo… beh, diciamo che saltare in aria nell’aldilà
non ha aiutato molto mio padre ad essere più presente.”
Kid lo guardò incredulo. “Come scusa?”
“Lunga storia… diciamo solo che mio padre ha avuto a che
fare con l’aldilà qualche volta… ancora adesso ogni
tanto ci torna per allenarsi.”
“Stiamo pensando allo stesso aldilà? Quello pieno di
spiriti con aureola in testa e ali?”
“Hanno solo l’aureola. Le ali sono un’invenzione. Non
è poi così male come posto, ma sinceramente consiglio a
chiunque di starci lontano il più possibile.”
“Ti prendi gioco di me, vero?” Domandò dopo qualche
secondo Kaito.
“No, no. Ci sono stato anch’io poco più di un anno
fa. Assieme a praticamente tutta la popolazione della Terra, ad essere
sincero…”
“Okay, sei pazzo. Sei forte, hai incredibili poteri, sei
intelligente, ma sei anche totalmente pazzo.”
Gohan ridacchiò, per poi farsi serio e mostrargli il gioiello.
“Dimmi, questa Pandora di cui parli… perché vuoi
distruggerla?”
Kaito Kid gli restituì lo stesso sguardo. “Immagino ormai
avrai capito che non sono lo stesso Kaito Kid che l’ispettore
Nakamori tentò di arrestare anni fa. Il Kaito Kid originale
altri non era che mio padre. Ma quasi nessuno era a conoscenza di
ciò. Io stesso, fino a poco tempo fa, lo ignoravo. Cominciai a
seguire le sue orme per cercare di capire il perché agisse
così, e lo ammetto, per un po’ di divertimento. Fino a
quando non venni a sapere di Pandora.”
“Deduco che tuo padre fosse già sulle sue tracce.”
“Esatto. Proprio come me, anche lui voleva trovarla, impedendo
così ad altri di usarla.”
“Usarla? In che senso?”
“Personalmente trovo la storia ridicola, ma dubito che una
potente organizzazione segreta sia disposta a tutto pur di
impossessarsene se non fosse vera. Compreso uccidere chiunque osi
ostacolarli. Proprio come fecero con mio padre.”
Great Sayaman restò in silenzio per qualche secondo.
“Avevo intorno ai cinque anni quando la mia infanzia
finì.” Cominciò l’eroe. “Mio padre
morì per fermare suo fratello, e io venni subito dopo rapito da
un vecchio nemico di mio papà, il quale decise di sfruttarmi e
allenarmi per uccidere i compagni di mio zio, il quale prima di morire
ci rivelò che sarebbero giunti per vendicarlo. La realtà
era ben diversa. Sarebbero sì arrivati… ma solo per
questa.” E dicendo ciò il Dragon Eye. “Non hai
ancora risposto alla mia domanda: cosa può fare Pandora?”
Kid sospirò. “Donare l’immortalità.”
Gohan sorrise. “Ed era proprio quello che cercavano quelle
persone. Nella battaglia contro di loro, morirono quasi tutti gli amici
di mio padre, compreso il mio maestro, verso il quale alla fine mi ero
affezionato.”
“Sindrome di Stoccolma, eh? Ti avrà trattato bene
immagino.”
“Prima dimmi che cosa consideri per ‘bene’. Mi ha
abbandonato in mezzo alle montagne per sei mesi, circondato da mostri
pericolosi e armato di una semplice spada. E i sei mesi successivi mi
addestrò personalmente, facendomi vivere in un piccolo inferno.
Non per niente suo padre era considerato il re dei demoni.”
“Ah…” Fu l’unica cosa che riuscì a dire
Kaito, ricordandosi le parole che aveva rivolto ad Akako il giorno
prima. Ma si riprese subito. “Aspetta, quindi ammetti che quel
gioiello è realmente Pandora?!”
“Sì e no. Effettivamente, con questa è possibile
ottenere l’immortalità… ma da sola non è
sufficiente.”
Dopo aver detto ciò si portò una mano in tasca, per poi
tirare fuori una piccola capsula. Schiacciò un tasto sopra essa
e la lanciò per terra.
Con un piccolo sbuffo, al suo posto apparve un cuscino, sopra il quale
c’erano altre sei sfere identiche al Dragon Eye, con
l’unica differenza che il numero di stelle al loro interno
variava, fino ad arrivare ad averne sette. E sopra di esse c’era
uno strano apparecchio, simile a un vecchio orologio da taschino.
“Le sette Sfere del Drago.” Spiegò Gohan.
“Sette sfere magiche in grado di esaudire qualsiasi desiderio.
Rendere immortali, riportare qualcuno in vita, dominare il
mondo… Ci sono ben pochi limiti.”
Kaito a quel punto abbandonò del tutto la sua faccia da poker,
guardando esterrefatto Gohan. “S-Stai scherzando, vero?! Non
possono esistere delle cose del genere! Nemmeno la lampada di Aladino
poteva tanto! E si parla di un oggetto inventato!”
“Incredibile, vero? Eppure è così. Mio padre
è stato riportato in vita grazie ad esse, come anche tutti gli
altri abitanti della Terra… Beh, della mia Terra almeno.”
“Prego?”
“Un anno fa è successo un piccolo incidente.”
Continuò Gohan. “Io e mio fratello Goten, assieme a Videl,
abbiamo radunato le Sfere del Drago. C’era stato un piccolo
incidente e buona parte di una città era stata distrutta in
seguito. Sfortunatamente… mio fratello, prima che chiedessimo il
nostro desiderio, scherzando mi chiese se mi sarebbe piaciuto vedere
altri mondi… e io risposi che più che vedere altri mondi,
mi sarebbe piaciuto vedere qualche realtà alternativa.”
“No, non dirmelo…” lo interruppe Kaito, portandosi
una mano sul volto. “Queste sfere hanno esaudito il desiderio
sbagliato…”
Gohan ridacchiò. “Già. E così mi ritrovai
qui. Ovviamente cercarono subito di riportarmi a casa, ma non fu
possibile. A quanto pare, è possibile viaggiare solo dal mondo
in cui viene espresso il desiderio. Uno dei pochi limiti di cui ti
parlavo prima. Allora, dopo aver sentito velocemente i nostri amici,
decisero prima di inviarmi una carta di credito con cui pagare ovunque
senza problemi, usando i soldi di Bulma. Poi desiderarono di mandarmi
qui le sette sfere, così da poter esaudire io stesso il
desiderio.”
“E cos’è successo?”
“Beh, ci sono ovviamente delle condizioni. Ad esempio,
c’è un limite di tre desideri per volta, dopodiché
le sfere si disperdono per tutto il pianeta e diventano inutilizzabili
per un anno. Oltre al fatto che non è possibile riportare
indietro i morti più di una volta. Essendo già al terzo
desiderio, le sfere non appena giunte qui si sono disperse lungo tutto
il pianeta. E così sono rimasto bloccato qui per un anno. Quando
sono diventate nuovamente utilizzabili, sono partito alla loro
ricerca.”
“Fino ad arrivare qui, dove entrambi abbiamo messo gli occhi
sullo stesso oggetto.”
“Proprio così. Mi dispiace deluderti, ma essendo qui da
solo un anno, non possono essere loro il gioiello che stai così
disperatamente cercando… Kuroba Kaito.”
“Ti ho già detto che non-”
“Tranquillo, non lo dirò a nessuno. Ma credi davvero che
sia così facile imbrogliare un altro personaggio mascherato? E
poi, le informazioni coincidono. Kaito Kid e Kaito Kuroba hanno
entrambi perso loro padre anni fa… Insomma, non c’è
bisogno di fingere. E poi, tra poco me ne andrò.”
“Vuoi dire che vuoi chiedere qui il tuo desiderio?”
“Esatto. Non potevo di certo farlo in città. Sarebbe
scoppiato il panico. Beh, non che qui non succederà.”
“Perché, che diamine succederà?”
Gohan non rispose, limitandosi a poggiare la settima sfera affianco
alle altre.
Immediatamente esse cominciarono a lampeggiare.
“Eh?”
“Non spaventarti troppo adesso.” Fece il ragazzo
sorridendo, per poi alzare le braccia verso l’alto.
“Appari, Drago Shenron!”
Non appena concluse la frase le sette sfere restarono accese, mentre il
cielo sereno sopra di loro cominciò a venire coperto da delle
spesse nuvole nere, le quali furono immediatamente attraversate da
decine di fulmini.
La luce delle sfere a quel punto convogliò verso l’alto in
un unico raggio dorato, il quale cominciò a prendere la forma di
un gigantesco drago verde, il quale continuava a uscire dalle sette
sfere, come se fosse infinitamente lungo.
“Q-Q-Questo… non è possibile…”
Indietreggiò Kid, incredulo di fronte a quello spettacolo,
mentre il muso del drago si fermava sopra di loro.
“Eccomi! Allora, quali sono i desideri che intendete esprimere?
Parlate!” Ruggì il drago.
“Dimenticavo di dirti che le sfere in realtà servono solo
per evocare il Drago Shenron. È lui ad esaudire i
desideri.” Fece Gohan, sorridendo.
“Potevi anche dirlo prima! Almeno non correvo il rischio di
chiedere subito un cuore nuovo!”
“Ebbene, che cosa desiderate?” Domandò di nuovo
Shenron
“Meglio non perdere troppo tempo. Tra poco arriveranno le forze
di polizia. Qui sembrano molto più attive che da me.” Fece
Gohan, sentendo delle sirene cominciare a suonare. “Drago
Shenron! Puoi esaudire due o tutti e tre i desideri nello stesso
momento?”
“Sì, posso farlo. Che cosa desiderate?”
Great Sayaman guardò Kaito. “Mi rendo conto di averti
creato un po’ di disturbi. A me bastano due desideri, uno per
tornare a casa e un altro per portare con me le sfere. Tu cosa
desideri?”
“Eh?!” esclamò incredulo il ladro. “Vuoi
davvero farmi esprimere un desiderio?!”
L’eroe annuì. “Non credo chiederai qualcosa di
pericoloso. Potresti chiedere di avere Pandora tra le mani… o
potresti chiedere che tuo padre torni in vita.”
Kaito spalancò gli occhi. Poteva farlo? Avrebbe potuto rivedere
davvero suo padre?
Fece per aprire la bocca ma poi si fermò.
“No… non posso farlo.” Disse infine, sorprendendo
Gohan.
“Perché?”
Kaito sorrise. “Non sarebbe giusto. Sono un ladro gentiluomo,
perciò ho le mie morali. Non posso chiedere di avere il gioiello
a cui tanto ambisco senza fare alcun sforzo, e allo stesso modo non mi
sognerei mai di rubare alla morte qualcosa.” Disse.
“Perciò non prendertela male Gohan, ma rifiuto
l’offerta. Tuttavia, penso di avere un modo diverso per usare
questo desiderio.”
“Ossia?”
“Beh, semplicemente, è possibile far dimenticare tutto
ciò che riguarda te e le Sfere del Drago? Domani mattina, in
tutto il mondo, le foto di questo drago saranno sulle pagine dei
giornali e televisori. E credo sia meglio che tutta questa faccenda
venga ignorata. Anche per il nome di Kaito Kid. Non mi piace che si
sappia che alla fine non sono riuscito a commettere un furto. Ho una
certa reputazione, sai?”
Gohan annuì. “Sì, capisco perfettamente. Va bene,
come vuoi. Sai, mio padre ti avrebbe senz’altro dato una pacca
sulla schiena per questo.”
“Se è davvero più forte di te, rifiuto. Come minimo
dovrei dire addio a qualche costola.”
Great Sayaman scoppiò a ridere. “Sì, hai ragione.
Va bene, allora andiamo. Drago Shenron, ecco i miei desideri! Prima di
tutto, voglio che mi riporti a casa mia! Poi voglio che tu e le sette
sfere mi seguiate! E infine, desidero che tutti gli abitanti di questo
pianeta, ad esclusione di Kaito Kuroba, dimentichino completamente la
mia e la tua esistenza, assieme a tutte le prove!”
“Cosa?!” esclamò Kaito. “Perché mi hai
escluso dalla lista?!”
“Beh, in questo modo anche stasera avrai rubato qualcosa. Tu solo
saprai di un evento che probabilmente non si ripeterà mai nella
storia di questo mondo. Così avrai rubato un ricordo, qualcosa
che ben pochi ladri possono vantarsi di aver fatto, no?”
Kaito restò a guardarlo incredulo per qualche secondo, per poi
sorridere. “Ben detto! Ma stavolta credo che terrò per me
la refurtiva. E chissà, forse un giorno potremmo
rivederci.”
“Se qualcuno sbaglierà di nuovo ad esprimere il desiderio,
potrebbe anche succedere.”
“Molto bene!” Li interruppe il drago Shenron. “I tuoi
desideri verranno esauditi! Addio!”
Il drago si dissolse immediatamente nel nulla, mentre Gohan e le sette
sfere, assieme allo strano orologio e al cuscino su cui erano poggiate
si sollevarono in volo.
“Fino ad allora… addio, Kaito Kid!” Lo salutò
Gohan, alzando la mano in un saluto.
“Addio, Great Sayaman. Direi che questo nostro scontro si
è concluso con un pareggio.”
Nessuno dei due riuscì a dire altro che Gohan, assieme alle
sfere e al resto, sparì nel nulla.
Le nuvole nel cielo scomparvero all’instante, e dopo pochi
secondi le sirene si spensero.
“Povero ispettore… si starà chiedendo che cosa ci
fanno lui e la polizia in tenuta anti Kid.” Ridacchiò il
ladro, per poi fare un giro su se stesso, avvolgendosi con il mantello.
Non appena concluse il giro dei suoi vestiti di Kaito Kid non era
rimasta più traccia, lasciando un Kuroba Kaito in mezzo al nulla.
“Bene… adesso vediamo di capire come tornare a
casa.” Mormorò, sospirando. “Forse avrei almeno
dovuto chiedere a Gohan se poteva riaccompagnarmi in città prima
di sparire…”
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“Insomma Kaito! Muoviti!” Esclamò Aoko, guardando
sconsolata l’amico, il quale si stava letteralmente trascinando
verso scuola, facendo numerosi sbadigli lungo la strada.
“Arrivo, arrivo… cavoli, sei così attiva
oggi…”
“E tu sembra che sei stato sveglio tutta la notte. Scommetto che
sei rimasto a guardare qualche spettacolo di magia su internet.”
“No, ho dovuto camminare da
fuori città fino a casa, visto che a causa del furto di Kaito
Kid tutte le linee notturne erano state soppresse. E la cancellazione
della memoria non le ha ripristinate…”
Pensò.
“Sono totalmente
esausto.”
Lentamente Kaito entrò nell’edificio scolastico,
fermandosi davanti al suo armadietto per cambiare le scarpe. Ma con sua
sorpresa non appena lo aprì una busta scivolò fuori.
“Uh? E quella di chi è?” Domandò curiosa
Aoko, guardando l’amico prenderla e aprirla.
Immediatamente un sorriso apparve sul suo volto. “Ma tu
guarda… davvero un bel gruppo.”
La sua amica si avvicinò, vedendo così che Kaito teneva
tra le mani una foto di un ragazzo dai capelli neri, circondato da una
decina di persone.
“Chi è?”
“Un amico. A quanto pare deve aver trovato un modo per farmi
avere la foto della sua famiglia. Se n’è dovuto andare in
fretta e furia.”
“Ed è tornato qui solo per lasciarti una foto senza
salutarti? Che maleducato!”
“Credo abbia chiesto aiuto a un suo amico. Mi ha detto che
conosceva qualcuno in grado di fare qualsiasi cosa. Un vero e proprio
drago, si potrebbe dire così.”
“Sì, certo, certo… Scommetto che era un altro
appassionato di trucchi magici proprio come te.”
Kaito restò indietro. “Già… ma i suoi erano
decisamente più reali dei miei.” Mormorò con il
sorriso sulle labbra. “È un peccato che non sia rimasto
più a lungo. Mi sarebbe piaciuto imparare a volare.”