Mancavano ancora circa due settimane
all'arrivo a Grande Inverno. Emily andava in giro con una faccia da
funerale oppure rimaneva nella sua tenda, seduta su una sedia o sul suo
giaciglio, accarezzandosi il ventre gonfio.
Anche quel giorno era al riparo, in piedi accanto al tavolo, intenta a
parlare con una donna. Per la precisione era una sarta e, tra le altre
cose, si occupava di vestitini per neonato e le stava mostrando alcune
delle sue creazioni. Per lei erano delle vere e proprie opere
d’arte, con quei disegni perfetti ricamati sopra. Guardandoli
non poteva fare a meno di pensare alla sua amica Sansa.
« Questo ha ricamati sopra degli alberi, uccellini e fiori.
Tuttavia, se lo desiderate, posso ricamare dei leoni su una copertina.
»propose. « Data la situazione, non ho idea di
quando la finirò, sinceramente. » ammise.
« No, preferirei un drago. » affermò,
senza notare che il marito fosse appena entrato nella tenda.
« Come desiderate, principessa. » rispose. Quel
titolo le suonava ancora strano, sebbene ormai avrebbe dovuto esserci
abituata. Temeva che ci sarebbe voluto ancora del tempo prima che
accadesse e si accarezzò con disinvoltura la pancia, nella
quale cresceva in suo piccolino.
« Dunque, desidero dieci vestitini da neonato. Ricamate sopra
quello che ritenete più opportuno, basta che non siano
leoni. I gatti sono ben graditi. » esclamò. La
donna annuì. « Ah! Per tre copertine vale lo
stesso discorso dei vestitini. » continuò,
ricordandosi di essersi dimenticata di quelle.
« Come desiderate principessa, vi lascio. » prese
la sua roba e uscì.
« Vi state organizzando per l’arrivo del neonato?
» sussultò nel sentire quella voce e si
girò verso Tyrion.
« Sì. » confermò,
sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Abbassò lo sguardo verso il tavolo, non riuscendo a reggere
il suo sguardo.
« Mio fratello si è assunto tutta la
responsabilità per l’accaduto e Cersei mi ha
riferito che è stata tutta una sua idea. » prese
la brocca sul tavolo e rovesciò il suo contenuto in un
calice, constatando con dispiacere che si trattava di acqua.
« Davvero? » chiese sorpresa, sedendosi sulla sedia.
« Mi piacerebbe sentire la tua versione del racconto ora.
» disse, sedendosi vicino a lei e porgendole un calice,
anch'esso pieno d’acqua.
« Non c’è molto da dire. Durante il
viaggio ci siamo avvicinati e… » tacque, incapace
di continuare, e tirò un profondo sospiro. «
Abbiamo iniziato una relazione, per poi scoprire appena arrivati che mi
aveva tradita. » concluse. Calò il silenzio tra di
loro, uno di quelli che sembravano potesse urlare. La tensione era
palpabile.
« Pensi che ti abbia usato? » domandò
pensieroso.
« Non ne sono sicura, però è possibile.
» rispose incerta, passandosi una mano tra i capelli rossi.
« Immagino che chiederti scusa sia inutile. »
osservò, convinta che non l’avrebbe mai perdonata.
« Vediamo: una, due, tre... » lo fissò
perplessa nel vederlo contare qualcosa con le dita. « Circa
una trentina? » era ancora più sorpresa se
possibile e non riusciva a capire a cosa si stesse riferendo.
« Di che parli? » domandò infatti.
« Facciamo una cinquantina, ovvero le volte in cui ti ho
tradita. Temo che tu sia ancora in svantaggio. »
notò, lasciandola a bocca aperta e incapace di ragionare.
Dire che era scioccata era un eufemismo, non riusciva a credere alle
proprie orecchie.
« Mi stai prendendo in giro? » chiese con gli occhi
spalancati.
« Sto solo cercando di farti sentire meno in colpa. Mi hai
perdonato non so quante volte e nemmeno tutte. »
esclamò, come se fosse la cosa più normale del
mondo. Ringraziò che le avesse riempito un calice
perché aveva un gran bisogno di bere e se lo
portò alle labbra, bevendo un grosso sorso.
« La situazione è diversa. » disse,
finito di bere l’acqua. Stavolta era il nano ad essere
stupito.
« Diversa? Non capisco cosa intendi dire. »
alzò gli occhi al cielo.
« Sono incinta Tyrion! » esclamò un
po’ adirata. « Come pensi di spiegarlo alla gente?
Appena si verrà a sapere... » non le permise di
finire la frase.
« Appena lo verrà a sapere Daenerys
farà i salti di gioia. » rispose. « Ha
scoperto che Jon è suo nipote, però non ha alcuna
intenzione di lasciargli vendicare suo figlio come suo erede.
» spiegò.
« Suo figlio? Jon si è sposato? » al Sud
non le era giunta nessuna voce in merito.
« A quanto pare lui e Sansa Stark hanno avuto una relazione
segreta. Quando lei ha scoperto di essere incinta è
scappata, però appena è nato il bambino gli ha
rivelato tutto. » raccontò.
« Pensavo che Sansa non potesse avere più figli.
» notò sorpresa, però felice che si
fossero sbagliati. Il biondo alzò e abbassò le
spalle in risposta e bevette.
« Daenerys mi ha permesso di venire a salvarti
perché il futuro della sua dinastia era incerto, o meglio
del suo trono. » disse. « Dal momento che sei
incinta, potrà tornare a dormire sogni tranquilli e se
è un maschietto, in teoria, non dovremo essere costretti a
seppellirlo in tenera età come nostro figlio. »
aggiunse.
« Da tempo non parliamo di Rhaegar. » si rese
conto, intrecciando le mani sul tavolo.
« Non c’è nulla di cui parlare,
purtroppo il nostro principino è morto in tenera
età. » disse, preparandosi un altro calice da bere.
« Non è stata colpa tua. »
precisò, prendendogli una mano e stringendogliela
leggermente.
« Non è stata colpa di nessuno. »
confermò. « E adesso pensiamo a te, al bimbo e ai
nostri nemici. » si drizzò in piedi, le diede un
bacio sulla guancia e le massaggiò le spalle.
« Daenerys sarà felice, però non hai
pensato alla gente. » chinò il capo per poter
vedere l’espressione sul suo viso. Restò
impassibile nell'udire le sue parole.
« Io un’idea ce l’avrei. » si
sedette nuovamente e prese le sue mani tra le proprie. «
Potremmo dire che è nato con un mese di ritardo o, se gli
Dei ci assistono, nascerà un mese prima o con qualche
settimana d’anticipo. » propose. Scosse la testa.
« No, non ti permetterò di mentire per proteggere
me. » non glielo avrebbe lasciato fare, non era giusto.
« Io intendo prendermi cura di te e del piccolo. In fondo
è mio nipote ed è giusto che io me ne prenda
cura. » disse, portandosi una mano al petto mentre lo diceva.
Rifletté un attimo e capì che il suo ragionamento
non faceva una piega.
« Grazie. » cedette. Si alzò in piedi e
gli prese una mano, stringendogliela. « Ti sono immensamente
grata. » continuò.
« Avrei una mezza idea su come potresti dimostrarmi la tua
gratitudine. » il suo tono era malizioso e la rossa
scoppiò a ridere, inginocchiandosi ai suoi piedi.
« Sarà un vero piacere. » disse,
slacciando i lacci dei suoi calzoni. Da tempo non facevano l'amore e le
era mancato immensamente.
« Ti amo. » si sollevò e lo spinse
contro il tavolo, infilandosi in mezzo alle sue gambe e baciandolo con
passione.
« Mi sei mancato. » confessò, per poi
baciargli il collo. Gli levò la camicia, per poi
accarezzargli il petto e la pancia.
« Anche tu mi sei mancata. » lo baciò
nuovamente e, dopo qualche secondo, si ritrovò distesa sul
letto con il nano sopra che le accarezzava le gambe e le cosce sotto la
stoffa della gonna dell'abito.
Due settimane dopo
Daenerys non era felice per l'arrivo di Cersei, ma doveva pensare alla
sua gente e non alla leonessa, secondo Jon, che non vedeva l'ora di
rivedere Emily. Strano scoprire all'improvviso che la ragazza che
conosci da una vita è la tua sorellastra e quella che credi
esserlo in realtà è tua cugina. Adesso Sansa era
al sicuro a Roccia del Drago con i loro figli.
Attendeva l'arrivo della gente. Era incredibilmente nervoso e camminava
avanti e indietro nell'ingresso del castello, sotto lo sguardo
divertito di Davos e quello contrariato di sua zia.
« Calmati Jon. » il tono dell'uomo era vagamente
ironico e si girò verso di lui, un pochino infastidito
inizialmente da quel sorriso. Tuttavia poi la prese sul ridere e
sorrise a sua volta.
« Vorrei vedere te se stessi per rivedere tua sorella.
» ribadì in sua difesa.
« Non è tua sorella. »
commentò irritata la bionda e le lanciò
un'occhiataccia.
« Sì che lo è! »
tuonò, illudendosi che un giorno l'altro l'avrebbe capito e
accettato. Sollevò le mani in segno di resa, sebbene
dubitava che sarebbe stato così semplice e che avesse
già ceduto. Se ne andò. « Aspetta, devi
esserci pure tu quando arriveranno. » la richiamò.
La bionda lo ignorò, continuando a camminare, e in breve
tempo scomparve alla sua vista. Assunse un'aria scocciata. «
Le importa solo di Emily e della sua pagnotta. »
commentò contrariato, riferendosi al bimbo che aspettava con
quel termine.
« Avete chiamato seriamente il vostro futuro re con il nome
"pagnotta"? » chiese l'altro, fingendosi scandalizzato.
« Dal momento che non ne conosciamo ancora il sesso...
» si difese, sebbene fosse consapevole che come scusa non
reggeva e scoppiò a ridere, seguito a ruota dall'uomo, che
scosse la testa divertito.
« Vi consiglio di non chiamarlo in quel modo quando nei
paraggi c'è la madre. » gli suggerì.
« Va bene, lo farò. » rispose,,
sinceramente grato per il suggerimento, seppure non fosse esattamente
quello.
« Vostra maestà, sono arrivati. »
annunciò una guardia avvicinandosi. Annuì piano
nella sua direzione.
« Va bene. » disse e tirò un profondo
sospiro. Uscirono fuori dal castello, ritrovandosi nel giardino di
Grande Inverno.
Attesero qualche minuto e poi la gente incominciò ad
arrivare. Diede il benvenuto a tutti e poi si mise alla ricerca della
sua sorellastra. Lei e Tyrion apparvero da dietro due donne dai vestiti
poveri. Si precipitò verso di loro.
« Emily. » gli sorrise e lo abbracciò e
lui la strinse forte a sé. « Bentornata. Stai
bene? » domandò premuroso. Posò una
mano sul proprio ventre gonfio.
« Stiamo bene. » rispose con un sorriso sforzato
sul viso.
« Tyrion. » si ricordò del nano e si
girò verso il biondo. « Bentornato. Spero che il
viaggio sia andato bene. » aggiunse, rivolgendosi ad entrambi.
« Non è stato male. Se penso che la prima volta
che sono andata al Sud ero incinta e torno al Nord di nuovo incinta, mi
fa un effetto strano. » commentò, continuando ad
accarezzarsi la pancia attraverso la stoffa del vestito. Il marito si
accostò a lei.
« Come vanno le cose qua? » chiese.
« Abbastanza bene. I Non-morti ed Estranei si sono rivelati
più furbi di quanto ci aspettassimo, ma non importa.
» rispose, ripensando alle ultime battaglie che non si erano
concluse proprio bene ad essere sinceri.
« Speriamo che questa faccenda sia presto risolta.
» commentò la rossa.
« Data la tua condizione, preferisco che tu e altre eventuali
donne incinta e bambini troppo piccoli per combattere vi mettiate in
viaggio per Roccia del Drago. » disse, augurandosi che non
creasse problemi e accettasse senza fiatare.
« Non ho alcuna intenzione di abbandonare mio marito e
lasciare la mia gente. » ribadì con decisione.
Alzò gli occhi al cielo, domandandosi come mai a volte la
gente non obbedisse e basta, evitando di complicare una situazione
già di per sé difficile.
« Invece lo farai e ricordati chi potrebbe essere il tuo vero
re. » incrociò le braccia con aria di sfida e
comprese che non sarebbe stato facile quanto sperava.
« Tu non sei mai stato il sovrano di nulla, né ti
interessa diventarlo. » rispose. Doveva ammettere che aveva
perfettamente ragione.
« Per favore, Emily. » disse con tono implorante,
seppure si rendesse conto che fosse inutile parlare ed era preferibile
agire.
La rossa, suo malgrado, dovette cedere e partì per la sua
nuova casa provvisoria in compagnia di numerose persone. Avrebbe
preferito restare a Grande Inverno, tuttavia non ci fu modo per
convincere il suo fratellastro e suo marito. Una parte di lei era
felicissima all'idea di rivedere la sua vecchia amica Sansa e si
domandava come stesse e se fosse cambiata.
Il suo viaggio fu tranquillo e non incontrarono nessun mostro in giro.
Per la maggior parte dei giorni piovette. Il mare era in tempesta
quando arrivarono a destinazione e dovettero aspettare due giorni
addirittura prima di poter raggiungere l'isola. Non le era dispiaciuto
l’ultima volta abitare laggiù e presto avrebbe
rivisto Sansa. Era entusiasta.
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