Baciata dal fuoco

di Vanessa1995
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Mancavano ancora circa due settimane all'arrivo a Grande Inverno. Emily andava in giro con una faccia da funerale oppure rimaneva nella sua tenda, seduta su una sedia o sul suo giaciglio, accarezzandosi il ventre gonfio.
Anche quel giorno era al riparo, in piedi accanto al tavolo, intenta a parlare con una donna. Per la precisione era una sarta e, tra le altre cose, si occupava di vestitini per neonato e le stava mostrando alcune delle sue creazioni. Per lei erano delle vere e proprie opere d’arte, con quei disegni perfetti ricamati sopra. Guardandoli non poteva fare a meno di pensare alla sua amica Sansa.
« Questo ha ricamati sopra degli alberi, uccellini e fiori. Tuttavia, se lo desiderate, posso ricamare dei leoni su una copertina. »propose. « Data la situazione, non ho idea di quando la finirò, sinceramente. » ammise.
« No, preferirei un drago. » affermò, senza notare che il marito fosse appena entrato nella tenda.
« Come desiderate, principessa. » rispose. Quel titolo le suonava ancora strano, sebbene ormai avrebbe dovuto esserci abituata. Temeva che ci sarebbe voluto ancora del tempo prima che accadesse e si accarezzò con disinvoltura la pancia, nella quale cresceva in suo piccolino.
« Dunque, desidero dieci vestitini da neonato. Ricamate sopra quello che ritenete più opportuno, basta che non siano leoni. I gatti sono ben graditi. » esclamò. La donna annuì. « Ah! Per tre copertine vale lo stesso discorso dei vestitini. » continuò, ricordandosi di essersi dimenticata di quelle.
« Come desiderate principessa, vi lascio. » prese la sua roba e uscì.
« Vi state organizzando per l’arrivo del neonato? » sussultò nel sentire quella voce e si girò verso Tyrion.
« Sì. » confermò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Abbassò lo sguardo verso il tavolo, non riuscendo a reggere il suo sguardo.
« Mio fratello si è assunto tutta la responsabilità per l’accaduto e Cersei mi ha riferito che è stata tutta una sua idea. » prese la brocca sul tavolo e rovesciò il suo contenuto in un calice, constatando con dispiacere che si trattava di acqua.
« Davvero? » chiese sorpresa, sedendosi sulla sedia.
« Mi piacerebbe sentire la tua versione del racconto ora. » disse, sedendosi vicino a lei e porgendole un calice, anch'esso pieno d’acqua.
« Non c’è molto da dire. Durante il viaggio ci siamo avvicinati e… » tacque, incapace di continuare, e tirò un profondo sospiro. « Abbiamo iniziato una relazione, per poi scoprire appena arrivati che mi aveva tradita. » concluse. Calò il silenzio tra di loro, uno di quelli che sembravano potesse urlare. La tensione era palpabile.
« Pensi che ti abbia usato? » domandò pensieroso.
« Non ne sono sicura, però è possibile. » rispose incerta, passandosi una mano tra i capelli rossi. « Immagino che chiederti scusa sia inutile. » osservò, convinta che non l’avrebbe mai perdonata.
« Vediamo: una, due, tre... » lo fissò perplessa nel vederlo contare qualcosa con le dita. « Circa una trentina? » era ancora più sorpresa se possibile e non riusciva a capire a cosa si stesse riferendo.
« Di che parli? » domandò infatti.
« Facciamo una cinquantina, ovvero le volte in cui ti ho tradita. Temo che tu sia ancora in svantaggio. » notò, lasciandola a bocca aperta e incapace di ragionare. Dire che era scioccata era un eufemismo, non riusciva a credere alle proprie orecchie.
« Mi stai prendendo in giro? » chiese con gli occhi spalancati.
« Sto solo cercando di farti sentire meno in colpa. Mi hai perdonato non so quante volte e nemmeno tutte. » esclamò, come se fosse la cosa più normale del mondo. Ringraziò che le avesse riempito un calice perché aveva un gran bisogno di bere e se lo portò alle labbra, bevendo un grosso sorso.
« La situazione è diversa. » disse, finito di bere l’acqua. Stavolta era il nano ad essere stupito.
« Diversa? Non capisco cosa intendi dire. » alzò gli occhi al cielo.
« Sono incinta Tyrion! » esclamò un po’ adirata. « Come pensi di spiegarlo alla gente? Appena si verrà a sapere... » non le permise di finire la frase.
« Appena lo verrà a sapere Daenerys farà i salti di gioia. » rispose. « Ha scoperto che Jon è suo nipote, però non ha alcuna intenzione di lasciargli vendicare suo figlio come suo erede. » spiegò.
« Suo figlio? Jon si è sposato? » al Sud non le era giunta nessuna voce in merito.
« A quanto pare lui e Sansa Stark hanno avuto una relazione segreta. Quando lei ha scoperto di essere incinta è scappata, però appena è nato il bambino gli ha rivelato tutto. » raccontò.
« Pensavo che Sansa non potesse avere più figli. » notò sorpresa, però felice che si fossero sbagliati. Il biondo alzò e abbassò le spalle in risposta e bevette.
« Daenerys mi ha permesso di venire a salvarti perché il futuro della sua dinastia era incerto, o meglio del suo trono. » disse. « Dal momento che sei incinta, potrà tornare a dormire sogni tranquilli e se è un maschietto, in teoria, non dovremo essere costretti a seppellirlo in tenera età come nostro figlio. » aggiunse.
« Da tempo non parliamo di Rhaegar. » si rese conto, intrecciando le mani sul tavolo.
« Non c’è nulla di cui parlare, purtroppo il nostro principino è morto in tenera età. » disse, preparandosi un altro calice da bere.
« Non è stata colpa tua. » precisò, prendendogli una mano e stringendogliela leggermente.
« Non è stata colpa di nessuno. » confermò. « E adesso pensiamo a te, al bimbo e ai nostri nemici. » si drizzò in piedi, le diede un bacio sulla guancia e le massaggiò le spalle.
« Daenerys sarà felice, però non hai pensato alla gente. » chinò il capo per poter vedere l’espressione sul suo viso. Restò impassibile nell'udire le sue parole.
« Io un’idea ce l’avrei. » si sedette nuovamente e prese le sue mani tra le proprie. « Potremmo dire che è nato con un mese di ritardo o, se gli Dei ci assistono, nascerà un mese prima o con qualche settimana d’anticipo. » propose. Scosse la testa.
« No, non ti permetterò di mentire per proteggere me. » non glielo avrebbe lasciato fare, non era giusto.
« Io intendo prendermi cura di te e del piccolo. In fondo è mio nipote ed è giusto che io me ne prenda cura. » disse, portandosi una mano al petto mentre lo diceva. Rifletté un attimo e capì che il suo ragionamento non faceva una piega.
« Grazie. » cedette. Si alzò in piedi e gli prese una mano, stringendogliela. « Ti sono immensamente grata. » continuò.
« Avrei una mezza idea su come potresti dimostrarmi la tua gratitudine. » il suo tono era malizioso e la rossa scoppiò a ridere, inginocchiandosi ai suoi piedi.
« Sarà un vero piacere. » disse, slacciando i lacci dei suoi calzoni. Da tempo non facevano l'amore e le era mancato immensamente.
« Ti amo. » si sollevò e lo spinse contro il tavolo, infilandosi in mezzo alle sue gambe e baciandolo con passione.
« Mi sei mancato. » confessò, per poi baciargli il collo. Gli levò la camicia, per poi accarezzargli il petto e la pancia.
« Anche tu mi sei mancata. » lo baciò nuovamente e, dopo qualche secondo, si ritrovò distesa sul letto con il nano sopra che le accarezzava le gambe e le cosce sotto la stoffa della gonna dell'abito.

Due settimane dopo

Daenerys non era felice per l'arrivo di Cersei, ma doveva pensare alla sua gente e non alla leonessa, secondo Jon, che non vedeva l'ora di rivedere Emily. Strano scoprire all'improvviso che la ragazza che conosci da una vita è la tua sorellastra e quella che credi esserlo in realtà è tua cugina. Adesso Sansa era al sicuro a Roccia del Drago con i loro figli.
Attendeva l'arrivo della gente. Era incredibilmente nervoso e camminava avanti e indietro nell'ingresso del castello, sotto lo sguardo divertito di Davos e quello contrariato di sua zia.
« Calmati Jon. » il tono dell'uomo era vagamente ironico e si girò verso di lui, un pochino infastidito inizialmente da quel sorriso. Tuttavia poi la prese sul ridere e sorrise a sua volta.
« Vorrei vedere te se stessi per rivedere tua sorella. » ribadì in sua difesa.
« Non è tua sorella. » commentò irritata la bionda e le lanciò un'occhiataccia.
« Sì che lo è! » tuonò, illudendosi che un giorno l'altro l'avrebbe capito e accettato. Sollevò le mani in segno di resa, sebbene dubitava che sarebbe stato così semplice e che avesse già ceduto. Se ne andò. « Aspetta, devi esserci pure tu quando arriveranno. » la richiamò. La bionda lo ignorò, continuando a camminare, e in breve tempo scomparve alla sua vista. Assunse un'aria scocciata. « Le importa solo di Emily e della sua pagnotta. » commentò contrariato, riferendosi al bimbo che aspettava con quel termine.
« Avete chiamato seriamente il vostro futuro re con il nome "pagnotta"? » chiese l'altro, fingendosi scandalizzato.
« Dal momento che non ne conosciamo ancora il sesso... » si difese, sebbene fosse consapevole che come scusa non reggeva e scoppiò a ridere, seguito a ruota dall'uomo, che scosse la testa divertito.
« Vi consiglio di non chiamarlo in quel modo quando nei paraggi c'è la madre. » gli suggerì.
« Va bene, lo farò. » rispose,, sinceramente grato per il suggerimento, seppure non fosse esattamente quello.
« Vostra maestà, sono arrivati. » annunciò una guardia avvicinandosi. Annuì piano nella sua direzione.
« Va bene. » disse e tirò un profondo sospiro. Uscirono fuori dal castello, ritrovandosi nel giardino di Grande Inverno.
Attesero qualche minuto e poi la gente incominciò ad arrivare. Diede il benvenuto a tutti e poi si mise alla ricerca della sua sorellastra. Lei e Tyrion apparvero da dietro due donne dai vestiti poveri. Si precipitò verso di loro.
« Emily. » gli sorrise e lo abbracciò e lui la strinse forte a sé. « Bentornata. Stai bene? » domandò premuroso. Posò una mano sul proprio ventre gonfio.
« Stiamo bene. » rispose con un sorriso sforzato sul viso.
« Tyrion. » si ricordò del nano e si girò verso il biondo. « Bentornato. Spero che il viaggio sia andato bene. » aggiunse, rivolgendosi ad entrambi.
« Non è stato male. Se penso che la prima volta che sono andata al Sud ero incinta e torno al Nord di nuovo incinta, mi fa un effetto strano. » commentò, continuando ad accarezzarsi la pancia attraverso la stoffa del vestito. Il marito si accostò a lei.
« Come vanno le cose qua? » chiese.
« Abbastanza bene. I Non-morti ed Estranei si sono rivelati più furbi di quanto ci aspettassimo, ma non importa. » rispose, ripensando alle ultime battaglie che non si erano concluse proprio bene ad essere sinceri.
« Speriamo che questa faccenda sia presto risolta. » commentò la rossa.
« Data la tua condizione, preferisco che tu e altre eventuali donne incinta e bambini troppo piccoli per combattere vi mettiate in viaggio per Roccia del Drago. » disse, augurandosi che non creasse problemi e accettasse senza fiatare.
« Non ho alcuna intenzione di abbandonare mio marito e lasciare la mia gente. » ribadì con decisione. Alzò gli occhi al cielo, domandandosi come mai a volte la gente non obbedisse e basta, evitando di complicare una situazione già di per sé difficile.
« Invece lo farai e ricordati chi potrebbe essere il tuo vero re. » incrociò le braccia con aria di sfida e comprese che non sarebbe stato facile quanto sperava.
« Tu non sei mai stato il sovrano di nulla, né ti interessa diventarlo. » rispose. Doveva ammettere che aveva perfettamente ragione.
« Per favore, Emily. » disse con tono implorante, seppure si rendesse conto che fosse inutile parlare ed era preferibile agire.
La rossa, suo malgrado, dovette cedere e partì per la sua nuova casa provvisoria in compagnia di numerose persone. Avrebbe preferito restare a Grande Inverno, tuttavia non ci fu modo per convincere il suo fratellastro e suo marito. Una parte di lei era felicissima all'idea di rivedere la sua vecchia amica Sansa e si domandava come stesse e se fosse cambiata.
Il suo viaggio fu tranquillo e non incontrarono nessun mostro in giro. Per la maggior parte dei giorni piovette. Il mare era in tempesta quando arrivarono a destinazione e dovettero aspettare due giorni addirittura prima di poter raggiungere l'isola. Non le era dispiaciuto l’ultima volta abitare laggiù e presto avrebbe rivisto Sansa. Era entusiasta.





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