Sweet
Sweet Mornings
La
mattina è un momento strano. Più del resto della
giornata.
Sembra
che sia difficile stabilire cosa effettivamente
sia
una mattina. Per i più scientifici è quel periodo
della giornata che va
dall’alba allo zenit, per i più romantici
è “L’Aurora dalle dita di rosa”,
mentre altri la vedono come il momento più traumatico della
giornata, costretti
a lasciare la comodità del proprio letto e dedicarsi alle
attività più mondane.
Poi,
c’è a chi piacciono le mattine estive, fresche e
luminose,
quando ancora i raggi del sole non sono abbastanza caldi da creare afa,
ma
tiepidi e piacevoli sulla pelle. E, ovviamente, ci sono altri che
vorrebbero
solo rinchiudersi in casa e sfuggire a quegli stessi raggi.
E
come dimenticare le mattinate invernali? L’aria fredda che si
insinua sotto le coperte a gelarti il naso, le coltri pesanti e calde
che
frusciano sulla pelle o su pigiami altrettanto spessi. Il dolce rumore
della
pioggia sui vetri o il silenzio surreale della neve. Tutta quella calma
turbata
dal pensiero che prima o poi, sì, da quel materasso ci si
dovrà anche alzare.
Per
Kusakabe, le mattine erano questo ed altro, e lo erano sempre
state, fino a quando non aveva trovato qualcuno disposto a passare la
notte con
lui, dormire con lui e poi svegliarsi con lui.
Da
quel momento, le mattine erano diventate dolci come il miele,
molli e rilassate, anche nei periodi più frenetici.
Perché
non importava il mondo esterno, il tempo inesorabile che
continuava a scorrere sempre in avanti, quando poteva regalarsi qualche
minuto
per osservare il viso di chi gli stava accanto.
Rihito
era sempre tenero la mattina, la sua espressione rilassata
come mai da sveglio: la bocca socchiusa e lucida, le palpebre chiuse e
tremolanti, ancora prese dalla realtà dei sogni, i capelli
lisci che cadevano
indisciplinati sul suo viso, come quando facevano l’amore.
Kusakabe
avrebbe passato tutta la sua vita e guardarlo, ad
analizzare ogni minima parte di quel volto chiaro, senza stancarsene
mai, e
anzi trovando sempre qualcosa di nuovo per cui stupirsi.
Come
il modo in cui le sue sopracciglia si corrugavano, per poi
rilassarsi nuovamente, o come increspava le labbra in un broncio
adorabile che
Hikaru voleva solo baciare per l’eternità. Era
Rihito ad essere adorabile, in
realtà, e Kusakabe riusciva solo a rimanere incantato di
fronte a quello
spettacolo di ragazzo.
C’era
dell’ironia, in tutto quello. Era ironico che le persone lo
conoscessero per “quello figo con la sigaretta”,
che le ragazze lo
rincorressero fino in capo al mondo, nella speranza d’essere
notate e forse
guadagnarsi una notte di passione. Era ironico che, nonostante tutto,
lui
continuasse a ritenere quei momenti di tenerezza come il tesoro
più prezioso
del mondo.
Sorrise,
con il viso poggiato sulla mano, il gomito puntato sul
materasso. Era un sorriso accennato, una curva morbida che tingeva di
affetto i
suoi lineamenti. Sorrise, mentre le sue dita andavano a segnare il
contorno del
volto di Rihito, passando lievi sulla mascella, sfiorando le labbra
come un
soffio, accarezzando le guance lisce, scivolando lungo il profilo del
suo naso.
Tocchi gentili, delicati, pieni di una devozione che non riservava
nemmeno agli
dei. Dita callose e forti, abituate alle corde dure della chitarra, che
si
perdevano in carezze ormai abitudinali, ma non meno sentite.
Rihito
si mosse piano, e Hikaru vide il sonno abbandonare il suo
viso, mentre i suoi occhi si schiudevano lentamente, mettendo a fuoco
ciò che
lo circondava, per quanto riuscisse senza occhiali. Subito, i suoi
zigomi si
tinsero di un lieve colore rosato, quando si rese conto di
ciò che stava
facendo l’altro. Provò a nascondersi nel
materasso, invano, perché le dita
furbe di Kusakabe riuscirono a voltarlo di nuovo dalla sua parte.
Non ti nascondere,
parevano dirgli i suoi occhi, fatti guardare.
Hikaru si avvicinò,
lieto che il torpore della notte non avesse ancora lasciato le sue
membra,
rendendole pigre e accomodanti, mentre gli scivolava di fianco, senza
muovere
le proprie iridi neanche di un centimetro. Rihito lo seguì
con lo sguardo, il
rossore che non accennava a scemare, fino a quando le loro labbra non
furono ad
un soffio le une dalle altre.
Ma
Kusakabe non lo baciò, né si mosse. Solo i suoi
occhi, attenti e
addolciti, percorsero il viso dell’altro proprio come avevano
fatto le sue mani
poco prima. Gli sorrise e Rihito sollevò gli angoli della
bocca per
comunicargli che andava bene, che poteva guardarlo. Che gli piaceva
essere
guardato da lui.
Solo
allora Hikaru si decise a chiudere la distanza tra loro,
lasciando andare un sospiro appagato quando le sue labbra entrarono in
contatto
con quelle tiepide del compagno. Fu un bacio lento, morbido come le
coperte che
li circondavano, familiare come l’aria che respiravano,
sempre nuovo, eppure
conosciuto. Specchio dei loro sentimenti che, come le galassie in
perpetuo moto
nell’universo, si gonfiavano e si evolvevano, espandendosi e
scontrandosi,
creandone di nuove e diverse e sempre simili.
Ma
a Kusakabe importava poco dell’universo, dopotutto,
perché
avrebbe dovuto preoccuparsi del mondo di fuori, quando il suo,
di mondo,
se ne stava proprio lì davanti a lui?
______________
[Prompt:
Watching the other sleep]
Note moleste:
Salve
a tutti!
Noto
che questa sezione è un po’ carente e la cosa non
va affatto
bene! Se tu, che stai leggendo, sei fan di Doukyuusei/Sotsugyousei,
corri
subito a scrivere qualcosa, disegnare una fanart, condividi headcanon!
Popoliamo questo fandom!
Credo
di aver scritto storie simili per ognuna delle mie OTP, dove
si fanno le coccole a letto, la mattina appena svegli. Tutto
ciò è dolce come
la melassa e a me si sono cariati tutti i denti nello scriverla, ma
vivo di
fluff e non potevo evitarlo :3
E
niente, Hikaru e Rihito sono due gioie, e sono davvero contenta
di aver trovato questo manga (e il film che devo ancora vedere,
perché non ne
ho abbastanza), anche perché non credevo che sarei mai
riuscita a leggere uno
shonen ai/yaoi propriamente detto, di solito i
“cliché” tipici del genere mi
infastidiscono :’) mentre invece qui ho trovato la
volontà di raccontare una
storia d’amore e solo secondariamente di sesso.
A
parte i miei deliri, ringrazio di cuore chiunque abbia letto sin
qui! Spero che la storia vi sia piaciuta, per quanto semplice, e che
vorrete
lasciarmi un commento (anche critico!), ne sarei felicissima!
Un
grazie va
anche alla mia beta meravigliosa che spero scriva qualcosa per questo
fandom al
più presto<3
LysL
|