Non mi dir,
bell’idol mio,
che son io crudel con te.
Tu ben sai quant’io t’amai,
tu conosci la mia fé…
Mattina.
Una bellissima mattina per essere precisi. Una splendida mattina che
segnava un nuovo inizio nella vita di Minaho Kazuto e Manabe Jinichirou.
Erano passati più di due mesi da quando si erano conosciuti,
ma la loro amicizia era diventata così stretta che nessuno
di loro due avrebbe potuto vivere senza l’altro. Ne avevano
affrontate così tante…
L’arancione, orfano da quando era piccolo, per la prima volta
dopo tanti anni non era più stato divorato dalla solitudine,
mentre il lilla, in conflitto con i genitori e incompreso a causa della
sua grande intelligenza, aveva trovato nel giovane detective una
persona non solo dolce e simpatica, ma anche capace di sostenere il suo
livello intellettivo.
-Man… ehi Man! Te la senti di alzarti? Dai.. Lo sai che oggi
non abbiamo scuola! È il compleanno
dell’imperatore… festa! Così potrai
riposare. ..
Il lilla, mezzo sepolto dai lenzuoli, mugugnó qualcosa che
suonava tanto come un “vieni qui vicino a me?”
Minaho sospirò buffamente. -E va bene… stiamocene
qui tutti stretti! Solo cinque minuti, però…
L’arancione si infilò sotto le coperte vicino al
suo amico. -Eccomi… sei contento, razza di panda dormiglione?
Il lilla borbottò qualcosa che Minaho non
capì… quindi si girò di colpo e
abbracció strettamente il suo migliore amico, che
arrossì di colpo.
-Ehm… eeehm… Man?
Niente da fare. Il lilla russava felice. Minaho sospirò,
rise e si rilassó. In fondo era davvero comodo quel letto,
no? Cinque minuti dopo ronfavano beati insieme.
-Questo profumino promette bene… Man, cosa stai preparando?
L’arancione, che si era appena svegliato, aveva trovato
l’amico già intento a preparare la colazione.
Avevano dormito una buona oretta, e ora si sentivano freschi e riposati.
-Muffin, pancetta e pane abbrustolito! Spero che ti piaccia…
-Se mi piace? Certo che mi piace! -L’arancione sorrise
deliziato. -Sei troppo bravo con il cibo… devi avere un
talento naturale!
Il lilla scoppiò a ridere. -Ma dai… non
è niente di che! Piuttosto…- gli occhi del
ragazzo esaminarono il suo amico. -che ne dici di una pettinata? Sei
carino ma… sembri un gufetto!
L’arancione arrossí. -Ehm… è
la doccia!! Mi si infeltriscono i ciuffi con
l’acqua… sigh!
Manabe sospirò buffamente, quindi si avvicinò al
suo amico e gli passò la mano tra i capelli. -Minaho! Quante
volte ti devo dire di asciugarti bene i capelli? Altrimenti ti viene
male al collo… e corri a metterti i calzini! È
quasi inverno e se prendi freddo ai piedi poi ti viene il raffreddore!
Minaho sbuffó. -Sigh… va bene mamma! -Adorava
tutte le attenzioni che Manabe gli riservava… non gli
importava che fosse un po’ pressante. Lo faceva per lui, ed
era una cosa che trovava dolcissima.
Quando Minaho tornó in cucina, asciutto e riscaldato, era
già pronto il cibo in tavola.
Il lilla, che non aspettava altro che il suo amico per buttarsi sul
cibo, azzannó una fetta di pane spalmata di burro e
marmellata. -Finalmente! Sto morendo di fame!
L’arancione rise e si sedette di fronte all’amico.
-E allora… diamoci dentro!
La colazione era stata più abbondante del previsto, e i due
ragazzi erano fin troppo sazi.
Accoccolati sul divano, le gambe incrociate, discutevano su come
passare la mattinata libera. Avevano voglia di divertirsi un
po’ dopo tanto tempo, però purtroppo Manabe non
poteva ancora fare sforzo almeno per una settimana… dunque
niente calcio.
-Sigh… se non possiamo giocare calcio cosa facciamo?
Peccato… era una bella giornata…
-L’arancione si sistemó un ciuffo.
-Mh… fammi pensare. ..- Il lilla si grattó il
mento. -Che ne dici di andare a fare qualcosa di bello in centro? Non
so… magari potremmo andare al parco e poi a mangiare
qualcosa in paninoteca… oppure se preferisci potremmo magari
andare a farci un bel gelato al fiume…
Minaho sorrise. -Non è una cattiva idea!
Però… forse ne ho una migliore! Senti…
è una giornata bellissima e tiepida…
approfittiamo del fatto che non fa freddo e andiamo a farci un bel
picnic! È una cosa che non abbiamo mai fatto… non
sarebbe divertente?
Manabe spalancò gli occhi. -Ma… è
un’idea fantastica!!! Come ho fatto a non pensarci io? Ci
divertiremo un mondo!
Il lilla si era illuminato. Minaho arrossí. -Ma
dai… è un’idea come un’altra
in fondo… ecco…
-Allora… bisogna che vada a comperare qualcosa per preparare
i panini e poi… e poi anche una bella coperta! Qui a casa
non ne ho di abbastanza grandi! Ci vorranno anche delle scatole per
mettere i biscotti e le tartine e poi…
-Ehi ehi Man tranquillo! -Minaho rise dolcemente. -Adesso facciamo una
bella lista ok? Vedrai che non dimenticheremo nulla. Iniziamo prendendo
un pezzetto di carta…
Manabe era appena tornato dal supermercato.
Aveva riempito una bella borsa di affettati, pane, bibite e biscotti, e
non si era minimamente preoccupato del prezzo. Si era reso conto solo
alla cassa di come fosse urgente trovare un lavoro… la
situazione era drammatica.
Comunque sia, deciso ad essere positivo, se ne era tornato a casa
saltellando, e, appena arrivato, si era lanciato in cucina a
preparare i panini. Fuori dalla finestra un bel sole aveva
ulteriormente alzato la temperatura… sembrava primavera, ed
invece era iniziato novembre! Qualcosa diceva al lilla che li attendeva
un Natale senza neve…
-Ehi Min… come li vuoi tu i panini? Ho tante cose buone sul
tavolo!
L’arancione si prese il mento fra le mani con fare furbesco.
-Mh… vediamo… tonno! Tonno, insalata e
carciofini! E… aggiungici tanta salsa piccante!
Il lilla scoppiò a ridere. Sapeva che il suo amico
prediligeva i gusti forti… mangiava cose che lui non avrebbe
mai avuto il coraggio di avvicinare!
-E va bene… però dopo non lamentarti se ti viene
mal di pancia! -Il lilla diede un buffetto sui capelli
dell’amico.
-Mh… mal di pancia? Naaaa… e già che
ci sei… un po’ di olio tartufato, ok? Ti
voglio taaaanto bene!!!
L’autobus non era troppo affollato… e fu una
fortuna, dato che Manabe e Minaho si portavano appresso un enorme
cestino pieno di cibo e una coperta larga come una piscina!
La destinazione scelta era il campo al fiume. All’ultimo
avevano deciso di andare lì perché, anche se
Manabe non poteva sforzarsi assolutamente, avrebbero almeno potuto fare
qualche passaggio. Il lilla era convinto che un minimo di ossigenazione
non potesse che fargli bene.
-Man… stai attento a non perdere la fermata… io
non riesco a vedere nulla! -L’arancione era schiacciato
dietro ad un signore che doveva aggirarsi sui due quintali. Manabe
scoppiò a ridere.
-Tranquillo… nessun pericolo!
Piuttosto… penso che sia quasi ora di scendere davvero!
Guarda… il fiume!
Il piccolo fiume cittadino scorreva placido attraverso i quartieri
residenziali. L’argine, molto alto in rapporto alla
reale portata d’acqua del fiume stesso, digradava dalla
strada in una larga striscia di verde che ospitava un campo da calcio
con relative panchine. Da lí si poteva vedere bene il grande
ponte che collegava le due sponde del corso d’acqua, lo
stesso ponte su cui qualche settimana prima Minaho aveva lottato contro
un bulletto che aveva fatto male a Manabe. Il lilla sospirò
ricordando l’episodio. Le conseguenze erano state
terribili… il suo migliore amico aveva tentato il suicidio
quando aveva saputo che lo avrebbero mandato in orfanotrofio. Ebbe una
fitta allo stomaco… per fortuna si era risolto tutto per il
meglio e Minaho era sopravvissuto! Manabe si voltó verso il
suo amico. Minaho gli sorrise… sospirò e rispose
al suo sorriso.
-Eccoci qua! -Minaho aiutò l’amico prendendogli il
cestino dalle mani. -Man… non devi affaticarti!
Fatti aiutare dal tuo muscolossisimo amico! Visto che pettorali?
Il lilla scoppiò a ridere. -Ceeerto Min! Non so come farei
senza di te e le tue possenti braccia!
Minaho sorrise. Da quando viveva con Manabe la sua autostima era
cresciuta, per la prima volta da tanto tempo. Certo, era ancora fragile
e non avrebbe mai ammesso a sé stesso di reputarsi bello, ma
aveva imparato ad apprezzare e a non considerare difetti la sua pelle
lattea e i suoi ciuffi ribelli. Si era anche accorto di aver sviluppato
una leggera muscolatura da sportivo. Forse non era così
anonimo come si era sempre reputato…
-Che ne dici di questo posticino? – Manabe indicò
un angolo appartato, sotto un albero vicino al fiume, al sole. -Se non
ti piace ovviamente ci spostiamo… è
che… ho il fiato un po’ corto…
L’arancione buttò per terra il cestino e corse
dell’amico. -Man! Ma perché non me lo hai detto?
Non devi sforzarti!
Il lilla sorrise. -Tranquillo… tranquillo… adesso
mi passa! È… è stato per fare le scale
dell’argine… scusa…
-Scusa? Non scusarti Man… sono io che non sono stato
abbastanza attento… abbastanza premuroso! Vieni…
appoggiati a me…
L’arancione si mise intorno alle spalle il braccio
dell’amico, riprese il cestino e sostenne Manabe fino al
punto designato.
-Ottimo! Eccoci qua… riposati su quella radice mentre io
stendo la tovaglia, ok?
Manabe si sedette. -Ho una fame…
-Mi fa piacere! Vuole dire che stai meglio, no? -Minaho sorrise felice.
-Vieni allora... iniziamo a fare la pappa!
Minaho e Manabe avevano mangiato come lupi.
L’arancione, con la pancia piena dei suoi panini
ultraimbottiti, si stese con le mani dietro la nuca.
-Man… pensavo… dici che ce la faremo vero??
Troveremo. .. troveremo il modo di rimanere insieme… vero?
Il lilla si stese vicino al suo amico e gli arricció
dolcemente i capelli. -Min… non avere paura. Certo che ce la
faremo! Te lo prometto…
L’arancione sospirò. -Io… io lo spero.
Ho così paura… non voglio perderti! Sei tutta la
mia vita. .. Tutta.
-Oh Min… sei così dolce… -Il lilla
abbracció l’amico. -Non voglio più che
tu stia male…mai più! Io sarò sempre
con te… senza di te nemmeno io sono nulla.
-Che ne dici… facciamo due tiri?
-Man… non so se… prima stavi per svenire!
-Eddai!! Avevo solo il fiato corto! Adesso sono riposato…
sto bene, giuro! -Il lilla fece due splendidi occhioni da cucciolo..
Minaho non poté resistere.
-E va bene… però giusto due tiri eh! E appena sei
stanco ci fermiamo… non potrei sopportare di vederti di
nuovo in un letto d’ospedale!
Il lilla sorrise felice. -Starò attento…
promesso!!
-Passa! Min!! Sono qua!
L’arancione calcio con forza la palla che finí
dritta tra i piedi del lilla. Il ragazzo scattò,
dribbló l’amico e calció con forza
spedendo la palla in porta.
-Evvai! Sei bravo come sempre!! -L’arancione corse ad
abbracciare il suo amico. -E ora… -corse a prendere la
palla. -Prendi questa!
Il pallone fu intercettato col petto dal lilla, che si
preparó a calciare… quando un colpo di tosse gli
mozzó il fiato. La palla partì sbilenca e
finí in acqua.
-Oh cavolo! Sono proprio un pasticcione! Aspetta…
vado a recuperarla… l’acqua è
bassissima…
-Non ci pensare nemmeno Man! Quella tosse non mi è piaciuta
affatto… tu ora ti siedi e ti riposi…
vado io a prendere la palla!
-Ma… Ma il disastro l’ho fatto io…
l’acqua è fredda…
Minaho sorrise sornione. -Ti sembro uno che ha paura del freddo?
Minaho si sedette sulla coperta a riposare mentre Minaho si toglieva
scarpe e calzini e si arrotolata i pantaloni. Entró in
acqua… gelida. Ebbe un tremito di freddo.
Camminó rabbrividendo fino alla palla… per
fortuna il fiume non l’aveva trascinata lontano…
aveva l’acqua alle ginocchia… non avrebbe
resistito se fosse salita oltre!
Uscì dal fiume mezzo ibernato.
-D…d…dannato n… novembre!
Fa…f..freddo!!
Manabe rise. -Min…te l’avevo detto di lasciare
andare me! Andrà a finire che prenderai il raffreddore!
L’arancione cercó di darsi un contegno.
-N… non t…ti preoccupare…
t…tu dovevi. .. dovevi r…riposare…
n… non devi… stare… male…
Manabe sospirò. -Sarà… però
per una palla rischi di stare male… guarda come tremi
Min… oddio… come ti senti?
-E... ecco… b… bene! Solo… solo non mi
sento più le g… gambe dalle ginocchia…
in… in giù…
Manabe si alzò e fece sedere Minaho su una radice, quindi
iniziò a massaggiargli dolcemente polpacci e piedi -Era solo
una palla… non era necessario che ti facessi male…
-Ma… Ma non mi s… sono fatto m… male!
Io… ahia!
-Min… vedi? Se ti preoccupi troppo per me poi va a finire
che non pensi a te! Sei sempre così premuroso…
non voglio che tu ti ammali per me!
L’arancione sorrise. -Non mi ammaleró,
tranquillo… anzi, perché non torniamo a giocare?
Ho proprio bisogno di scaldarmi!
I ragazzi rimasero al parco per un altro po’, quindi, verso
le tre, decisero di tornare a casa.
Il tragitto inverso fu più semplice? Ora che erano liberi
dal peso del cestino. In compenso però Manabe sembrava
pensieroso.
-Man… che hai? -L’arancione si portò la
mano al mento. -Ti vedo molto strano…
-Niente… niente Min. Solo… solo pensavo a quello
che ci aspetta. Dobbiamo trovare il modo di dimostrare che sono una
persona responsabile… anche se mi sento così
spaventato.
Minaho abbracció l’amico. -Vedrai… ce
la faremo. Ho già delle idee… e vedrai, io non
sbaglio mai!
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