36
Selenis si
rigirò
sul fianco, ancora parzialmente nel mondo dei sogni; sentiva gli
uccellini cinguettare dal ramo che si protendeva verso la
sua finestra.
Quando la primavera arrivava diventavano parecchio
insistenti, Gladio se ne lamentava sempre quando dormiva da lei.
La ragazza
allungò
una mano alla ricerca della schiena calda del ragazzo; le bastava
sfiorarlo perché lui si voltasse ad avvolgerla con le sue
braccia, ed era una cosa che Selenis adorava. Le dita della
ragazza però
si protesero sul vuoto. In un baleno gli uccellini spariro assieme al
tepore
primaverile, e il rumore ritmico del treno in movimento si
fece largo nei suoi pensieri.
La
principessa aprì gli occhi, stropicciandoseli e appoggiando
i piedi giù dalla cuccetta. Sospirando
guardò
fuori dal finestrino, ma non vide nulla di nuovo.
Da un paio di giorni infatti,
stavano attraversando la valle di Ghorovas, ultima regione che li
separava da Gralea. Fuori infuriavano il gelo e la neve, che
inghiottivano qualsiasi cosa, luce compresa. Quel clima era da
attribuirsi alle spoglie della Glaciale,
Shiva, che giacevano proprio in quella zona; ma anche se la Siderea era
morta, il suo potere era tutto fuorchè scomparso.
Lentamente
la ragazza si alzò e si diresse verso il vagone adiacente.
Lì, ad
attenderla c’erano Noctis e Ignis. Tutti gli altri passeggeri
erano rimasti a Tenebrae sotto la custodia di Aranea; due dei suoi
sottoposti invece, tali Bigs e Wedge, si erano presi
l’incarico
di guidare il treno fino alla capitale e c’era da dire che
stavano facendo un lavoro davvero eccellente.
Di Prompto,
invece, nessuna
traccia... Il ragazzo non li aveva ancora contattati con somma
preoccupazione di tutti quanti.
-
Ehi – la salutò Noctis non appena la
vide entrare nella carrozza.
-
Ehi –
rispose lei.
-
Sei riuscita a
dormire un pò? – domandò Ignis.
-
Sì,
grazie – disse la giovane – Gladio? –
-
Lo trovi
più avanti –
Selenis li
ringraziò
e proseguì. Trovò l'Amicitia nel corridoio tra le
due
carrozze,
appoggiato con una spalla alla parete del treno mentre guardava assorto
fuori dal piccolo finestrino della porta che dava sull'esterno.
-
Ben svegliata
– l’accolse quando si avvicinò
– Come stai? –
-
Bene, –
rispose Selenis – ti cercavo – aggiunse
affiancandolo.
-
È
successo qualcosa? – alzò un sopracciglio il
ragazzo.
-
Quando mi sono
svegliata credevo di essere nel mio appartamento..
– replicò la giovane – Ho allungato una
mano per
cercarti, ma poi mi sono resa conto di dove fossi –
spiegò
sospirando.
-
Fortunatamente non
ero lontano – commentò Gladio passandole un
braccio attorno alle spalle.
-
No,
ringraziando gli dei no – assentì Selenis
stringendosi al
suo fianco – Gladio, pensi davvero che torneremo ad Insomnia?
–
domandò la principessa.
Era una
domanda che negli
ultimi tempi aveva preso a tormentarla sempre più spesso.
Forse
perché si era resa conto che la loro battaglia contro
l’Impero stava chiedendo sacrifici molto maggiore rispetto a
quello che aveva immaginato.
-
Certo che ci
torneremo –
Selenis, nel
sentire quel tono così deciso, si scostò per
guardarlo in viso.
-
Torneremo
a casa, magari non subito, magari ci vorrà un po’
di
tempo, ma torneremo – affermò l'Amicitia.
Lo sguardo
del ragazzo era così deciso che Selenis non potè
fare altro che credergli. Gladio aveva quel
potere, di far credere le persone anche alle cose più
impossibili.
-
O in segreto speravi
di non tornarci in modo da scappare dal matrimonio – aggiunse
con un ghigno.
-
Per chi mi hai
presa!? – replicò la principessa gonfiando le
guance.
-
Beh..
ultimamente non mi sono comportato benissimo con te,
soprattutto quando ho discusso con Noct - disse l’Amicitia,
tornando a guardare fuori la bufera infuriare - Non avresti tutti i
torti... -
-
Non sei perfetto, ma
non lo sono neppure io – sorrise la giovane.
Selenis si
fermò a guardare i lineamenti pronunciati del ragazzo e le
cicatrici che gli solcavano il viso. Se c’era qualcosa che la
faceva andare avanti in quei momenti, era la consapevolezza di poter
avere un futuro con lui. Da quel giorno del suo compleanno, quando lui
l’aveva portata a vedere quel laghetto di montagna, la loro
strada era stata decisa.
L’avrebbero percorsa assieme fino alla fine.
-
Ehi, che
c’è? – le chiese lui notando il suo
sguardo.
-
Ti amo –
affermò Selenis accarezzandogli gli zigomi.
-
Anche io –
replicò lui sorridendo.
La
principessa si alzò in punta di piedi, passandogli le
braccia attorno al collo tornito e si lasciò baciare. Gladio fece qualche
passo
in avanti, finchè Selenis non si ritrovò bloccata
tra il suo petto e
la parete del vagone. La giovane gli
passò le mani tra i capelli folti, tirando leggermente
mentre approfondiva il bacio.
Poi il treno
iniziò a frenare e i due si dovettero aggrappare alla belle
e meglio per non cadere a terra.
-
Stavolta
cos’è? – domandò esasperato
Gladio rientrando nel vagone ristorante.
-
Attenzione
–
L’interfono
della carrozza diffuse la voce di Bigs nell’aria.
-
Sì
– rispose Gladio,
-
Che succede?
– chiese Noctis.
-
Come
avrete capito siamo fermi, il motivo è… qualcosa
fuori
dici? – rispose il militare che evidentemente stava parlando
con
il suo collega.
-
Andiamo noi a vedere
– disse il principe.
-
Oh, bene –
-
Speriamo sia solo un
po’ di neve da spalare – commentò Gladio.
-
Davvero –
assentì Ignis seguendolo giù dal treno.
Selenis si
accodò a
loro, ma prima di poter scendere, con la coda dell’occhio
registrò un movimento
nel vagone che sarebbe dovuto essere vuoto.
Si fermò, tornando indietro e osservando bene
l’ambiente. C’era qualcosa di strano.. da sotto la
porta
della carrozza adiacente saliva della condensa ghiacciata; cosa strana
visto che erano tutte riscaldate. Vinta dalla
curiosità, procedette in quella direzione.
La
nebbiolina fu ben
spiegata dalla temperatura gelida del vagone, i cui finestrini
però, erano tutti chiusi.
La ragazza proseguì, entrando in quello
successivo; lì, la
superficie
dei sedili e del pavimento era cosparsa da una leggera brina, e il
clima
era ancora più freddo. Quel fenomeno era inspiegabile...
Massaggiandosi le braccia intirizzite, la principessa provò
a
contattare i due macchinisti per sapere se c’erano problemi
con
il riscaldamento, ma l’interfono sembrava non funzionare.
-
La
curiosità uccide –
Nell'udire
quella voce,
Selenis si sentì ancora di più gelare le vene.
Ardyn sostava
tranquillamente a pochi passi da lei.
-
Dovevo immaginarlo!
– esclamò la ragazza – E' di nuovo colpa
tua! –
-
In
realtà è a causa mia, ma non parlerei di colpa..
devo
averla fatta parecchio arrabbiare questa volta –
replicò
l’uomo con fare meditabondo.
-
Dov’è
Prompto?! – domandò la principessa senza
prestargli attenzione.
-
Stai tranquilla,
è in perfetta salute – rispose Ardyn.
-
Ti ho chiesto di
dirmi dov’è il mio amico... –
minacciò Selenis impugnando il kukri.
-
Vorresti provare ad
attaccarmi di nuovo? – sogghignò il Cancelliere
facendo un passo verso di lei.
Involontariamente,
Selenis retrocedette. Il ricordo del dolore che aveva provato nel
toccarlo, le tornò in mente minando la sua determinazione.
-
Sei spaventata?
– domandò dolcemente l’uomo.
-
Cosa vuoi da me?
– replicò Selenis urtando con le gambe il
bracciolo esterno del sedile dietro di lei.
-
Nulla,
non ti farei mai del male – rispose Ardyn – Non me
lo
perdonerebbe mai – aggiunse sfiorandole la guancia con
la punta delle dita.
Selenis
rimase interdetta,
sia per la frase, che per il fatto di non aver avuto nessuna reazione
al suo tocco.
-
Stai lontano da lei!
–
L’urlo
di Gladio fu
accompagnato da un fendente che il Cancelliere schivò quasi
con
pigrizia, separandosi dalla ragazza.
-
Selis, stai bene?
– domandò Ignis mentre Gladio le si parava
davanti.
-
Sì, non
preoccupatevi – rispose la giovane.
-
È
arrivato l’eroe a salvare la sua promessa sposa –
sorrise
Ardyn – Un copione già visto in
realtà.. e
l’ultimo devo dire che non è finito bene
– asserì alzando una mano.
Non
appena lo fece, una potente onda d’urto s'infranse
contro di loro.
-
Attenta!!
–
Gladio si
voltò di
schiena, proteggendo Selenis e assorbendo l’impatto. Entrambi
caddero a terra nell’intercapedine tra i due sedili, mentre
all’interno del vagone scoppiava una violenta bufera,
così potente e gelida, che nel giro di qualche secondo tutto
si
coprì di ghiaccio.
Selenis,
intontita, si liberò dall’abbraccio dell'Amicitia
che giaceva privo di sensi.
-
Gladio! Ignis!
– esclamò la ragazza spaventata.
Cercando di
ripararsi il
viso dal forte vento, la ragazza alzò la testa. La figura di
Ardyn si stagliava perfettamente immobile, senza che risentisse
minimamente
della tempesta.
-
Ba.. sta... detto
–
In mezzo
all’ululato della tormenta, a Selenis sembrò di
sentire la voce di Noctis.
-
Noct! –
gridò nella speranza che la sentisse.
-
..ovè
Prompto? –
-
Oh
chi si vede! – sentì rispondere Ardyn, la cui voce
sembrava
oltrepassare il rumore – I tuoi amici mi preoccupano
– disse
con tono sconsolato.
Selenis
cercò di alzarsi, mentre il Cancelliere muoveva qualche
passo verso Noctis che,
arrancando, tentava di avvicinarsi.
-
Sono a terra e non
si riprendono – proseguì l’uomo.
-
Noct! –
urlò di nuovo la principessa.
La
principessa
cercò ancora una volta di sollevarsi, e mentre si aggrappava
al
sedile, vide una figura che mai si sarebbe immaginata di trovare
lì.
Selenis
incontrò lo sguardo di Gentiana, che sostava tranquillamente
davanti a lei. La donna le sorrise e le fece
un cenno impercettibile con la testa, come a dirle di stare tranquilla.
-
Ahhh! –
esclamò Ardyn vedendola – Bella come il giorno in
cui ti ho ucc…-
Il
Cancelliere non
riuscì a finire la frase. Nel momento stesso in cui il dito
della
messaggera si era posato sulle sue labbra, l’uomo si era
trasformato in una statua di ghiaccio.
-
Così si
compie il patto stretto con la Sciamana – esordì
Gentiana fermandosi davanti a Noctis.
La donna
allargò
le braccia e una forte luce la avvolse. Quando questa sparì,
della messaggera non c’era più traccia; al suo
posto
c’era invece una donna dalla pelle e dai capelli bianchi come
il
latte, così abbacinante da risultare difficile tenere gli
occhi aperti.
-
Gentiana…
- mormorò allibito il re – sei tu la glaciale..-
-
Oh Re dei Re,
riporta la luce in questo mondo – disse la Siderea facendo
apparire il tridente usato da Luna ad Altissia.
Selenis
osservò incredula Noctis afferrare l'arma, facendo
così terminare all'istante la tormenta. Alla ragazza
sembrò di riemergere da un lago ghiacciato, mentre tornava a
respirare normalmente e a sentire il calore sulla pelle.
-
Gladio,
Iggy! – la principessa si chinò sui suoi
amici
mentre Noctis, con un colpo rabbioso di spada, mandava in frantumi la
figura ghiacciata di Ardyn.
-
Cos’è
successo? – domandò Gladio, alzandosi mentre
Selenis aiutava Ignis a fare altrettanto.
-
Ho
visto la Glaciale.. – rispose il principe – ma non
peoccupatevi è andata via, date un’occhiata a
macchinisti
– aggiunse.
-
Voi state bene?
– chiese la ragazza.
-
Sì, stai
tranquilla – replicò Ignis.
-
Tu? –
Gladio la fissò intensamente.
-
Anche
io, non preoccuparti – disse convinta la giovane –
Resto io
con Noct, voi andate pure – li rassicurò.
Quando i due ragazzi furono usciti dalla carrozza, Selenis si rivolse
al cugino che sedeva in mezzo al corridoio cercando di riprendersi
dagli ultimi avvenimenti.
- Come stai? - gli domandò.
-
Non lo so..
– mormorò il ragazzo – Non..- Noctis si
interruppe attonito, quando davanti al viso gli passò una
piuma fatta di luce.
Selenis invece si portò le mani alla bocca, senza poter
credere a quello che vedeva.
Davanti a
loro, contornata
da un leggero alone iridescente, c’era Luna. La Sciamana
sostava
immobile, mentre attorno a lei le piume continuavano a cadere senza
posa. La
ragazza guardò
brevemente in direzione di Selenis, sorridendole impercettibilmente
prima di
posare gli occhi sul suo promesso sposo.
Noctis,
incredulo, mormorò il nome della giovane e protese
una mano per toccarla, ma in quel preciso istante lei scomparve,
lasciando dietro di sé solo un vago aroma di Syllie, i fiori
di
Tenebrae.
Selenis a quel punto si inginocchiò, passando le braccia
attorno al
collo del cugino scosso dai singhiozzi e abbracciandolo da dietro.
-
È
così difficile.. – mormorò il giovane
– Deve
esserlo stato anche per te… perdonami, avrei voluto esserti
accanto –
La ragazza
strinse ancora
di più la presa, senza avere parole adatte per consolare
Noctis. Il
giovane però le appoggiò una mano sul braccio,
per dirle
tacitamente che apprezzava il suo supporto.
-
Sei pronto?
– gli domandò lei quando si fu ripreso.
-
Sì,
raggiungiamo gli altri – assentì Noctis.
Il Re si
rimise in piedi, ma non fecero in tempo a muovere un passo che una voce
alle loro spalle li fece voltare di scatto.
-
Penso di essermi
guadagnato il diritto di chiamarti Noct – disse Ardyn
sollevando gli angoli della bocca con fare ironico.
Il cancelliere non aveva minimamente risentito dell'attacco di Shiva e
sembrava pronto a continuare la sua opera.
-
Come fai ad essere
vivo? – sussurrò attonita la principessa.
-
Per
un istante devo dire che ho sentito il freddo respiro della morte..
questo è il potere degli dei – rispose
avvicinandosi a
loro.
Noctis
afferrò il polso della cugina facendole parzialmente scudo
con il proprio corpo.
-
Poi mi sono
ricordato di essere immortale.. tale è il mio dono e la mia
croce – proseguì l’uomo.
-
Come…?
–
I due
ragazzi erano ancora più inorriditi di prima.
-
Ma
il tuo attacco mi ha ferito ugualmente – sospirò
il
cancelliere – perlomeno nei sentimenti.. e con tutti i
momenti
che abbiamo condiviso! Ricordi questo? – domandò
alzando la
pistola di Prompto davanti ai loro occhi – Ahhh, ma la
domanda
giusta è se ti ricordi di lui! Un ritorno esplosivo non vi
pare?
– disse teatralmente, allungando l’arma verso
Noctis che
cercò di afferrarla – Ah,ah,ah! Non si prendono le
cose
altrui! – lo ammonì l’uomo ritirandola.
-
Dov’è?
– esclamò Noctis spazientito da quei giochetti.
-
Il piccolo pistolero
è a un tiro di schioppo – rispose con un sorriso
divertito Ardyn.
-
Dove? –
replicò il principe.
-
Dove?
Ma a Gralea, il trono Imperiale! Sono certo che sarebbe felice di
vedervi – disse l’uomo – e potresti
addirittura
ritrovare il tuo cristallo, con tutti questi deamons ti farebbe comodo
– aggiunse.
-
Se gli hai torto un
solo capello..- minacciò Selenis.
-
Bada alle tue
minacce principessa, senza la sua protezione non potresti fare nulla
– la fermò Ardyn.
-
Di chi stai
parlando? Smettila con gli enigmi! – gridò furiosa
la giovane.
-
Vi
conviene mettervi in marcia – replicò il
Cancelliere
– non voglio trattenervi quando avete un amico che vi aspetta
– affermò.
Detto questo
si voltò e incamminatosi verso il vagone successivo,
scomparve.
***
-
Quell’uomo
sta cercando solo di confonderci – sbuffò Gladio.
Erano tutti
seduti nel vagone ristorante e Noctis aveva appena finito di raccontare
loro cosa fosse successo.
-
Quali
siano le sue intenzioni è ancora un mistero, però
sta di
certo che ha il coltello dalla parte del manico –
replicò
Ignis seduto dietro uno dei tavolini.
-
Ed
è ben consapevole di averlo, per questo può
concedersi il
lusso di continuare a giocare con noi – commentò
Noctis
tetro.
-
A cosa stai
pensando? –
La domanda
di Gladio era
rivolta a Selenis, che stava fissando un punto
imprecisato davanti a lei senza dare segni di starli ad ascoltare.
-
Penso che vorrei delle
risposte.. - disse la ragazza voltandosi verso il fidanzato.
-
Dal Cancelliere?
– soggiunse Ignis.
-
Sembra
che sia a conoscenza di qualcosa che mi riguardi e di cui non so nulla
– affermò la giovane mordicchiandosi
l’unghia del
pollice.
-
Parli dell'accenno
alla presunta presenza che ti starebbe proteggendo? –
-
Sì
– annuì lei – E' chiaro che voglia
qualcosa da Noctis, ma per quanto mi riguarda… è
come se conoscendo quel segreto
possedesse un pezzo di me, e la cosa mi spaventa più di
tutte le orde di deamons che potrebbe scagliarci contro
–
ammise.
-
Ricordati che non
sei sola –
La mano di
Ignis si posò perfettamente sulla sua, ferma sul tavolino.
-
Nessuno
di noi lo è – aggiunse Gladio – usciremo
da questo
casino tutti assieme come abbiamo sempre fatto –
affermò
con decisione.
-
Già,
avete ragione – sorrise la principessa.
-
Ormai dovremmo
essere quasi a Gralea – osservò Ignis.
-
Non oso immaginare
cosa ci aspetti – commentò l’Amicitia.
-
Orde di deamons.
Esattamente come ha detto Selis, ma lo sapevamo già
– rispose Noctis.
-
Una volta arrivati
ci dirigeremo alla fortezza – spiegò Ignis.
-
La fortezza?
–
-
La
Zegnautus – disse il ragazzo – un colossale
bestione
Imperiale che dicono sia inespugnabile – raccontò.
-
Suona bene
– mormorò Selenis tetra.
-
E con dentro Prompto
e il cristallo – aggiunse Noctis.
-
Se
sono dentro, li faremo uscire. – replicò Gladio
–
Comunque, sarà vera la storia che il cristallo possa epurare
i
deamons? – s’interrogò.
-
Per
saperlo dovremo provarci, ma è plausibile –
rispose Ignis
– Che i deamons siano più feroci da quando le
notti si
sono allungate è un dato di fatto –
affermò –
se davvero fuggono alla luce, questo vuol dire che il cristallo
potrebbe non solo salvare Lucis, ma il mondo intero –
-
Beh,
lo scopriremo quando lo avremo ripreso – commentò
Noctis
un secondo prima che il treno si fermasse all’interno di una
galleria.
-
Che diavolo...!?
– esclamò Gladio.
-
Che
c’è? – domandò Ignis.
-
Tiro a indovinare:
un altro guaio – replicò l’Amicitia.
-
Il
treno si è fermato e le luci della galleria si sono spente
tutte
– lo informò Selenis guardando fuori dal
finestrino.
-
Andiamo a
controllare la sala macchine – disse Noctis.
I ragazzi si
diressero quindi
verso la testa del treno. Con il convoglio fermo, il silenzio era
assoluto e decisamente inquietante. Il fatto che all’esterno
regnasse la semioscurità di sicuro non faceva ben
presagire..
Stavano
attraversando la
carrozza panoramica con ampie vetrate, quando ci fu un potente urto che
ne crepò
tutta la superficie.
-
Adesso mi sembra che
stiamo esagerando – commentò Selenis aiutando
Ignis a rimettersi in piedi dopo la scossa.
“La
città cerca di chiuderci fuori con i deamons!”
La voce di
Bigs
uscì prepotente dagli altoparlanti del vagone e, nello
stesso
momento, sui vetri comparvero una serie di Goblin,
che con il muso schiacciato contro di essi, mostravano un ghigno per
nulla rassicurante.
“Scusate,
devo chiudere. Non preoccupatevi per noi!” esclamò
il mercenario interrompendo le comunicazioni.
-
Devono essere sotto
attacco –
-
Anche noi
– replicò Gladio quando con un crepitio la parete
cedette facendo entrare i deamons.
-
Diamoci da fare!
– affermò Noctis facendo per richiamare la propria
arma.
-
Cos’hai?
– chiese Gladio.
-
Le armi…
sono inceppate! – esclamò il principe ritrovandosi
con il pugno vuoto.
-
Maledizione!
– imprecò Selenis con lo stesso identico problema.
-
State indietro!
–
Gladio si
fece avanti, centrando con un calcio il Goblin che si era fatto avanti.
-
Correte! –
Nessuno di
loro se lo
fece ripetere due volte.
Selenis afferrò la mano di Ignis guidandolo attraverso i
vagoni.
Una rapida
occhiata fuori
dai finestrini faceva intuire quando fosse tragica la loro situazione.
I deamons si moltiplicavano a vista d’occhio, scontrandosi
contro
il treno e irrompendo dai finestrini.
-
Se
continuiamo così rimarremo intrappolati! –
gridò la
principessa, lanciando un bicchiere pescato per caso nel vagone
ristorante contro un Goblin che stava per aggredirli.
Il mostro
venne colpito in fronte e ricadde all’indietro addosso ai
suoi simili.
-
Bel colpo!
– si complimentò Gladio.
-
Presto non dovremo
più scappare – affermò Ignis.
-
Hai
un’idea migliore? – domandò Noctis
buttando un
occhio dietro di sé per controllare gli inseguitori.
-
Lasciamo il treno e
prendiamo la Regalia – rispose il ragazzo come se fosse la
cosa più ovvia di questo mondo.
-
Muoviamoci!
– li incitò allora Gladio.
-
Dobbiamo arrivare al
vagone merci – aggiunse Ignis.
-
Giù la
testa! –
Selenis fece
abbassare la
testa all'amico, appena in tempo per schivare un deamon che cadde
invece all’interno di una delle cuccette.
-
Li odio! –
esclamò la principessa chiudendogli la porta in faccia.
-
Grazie –
disse Ignis mentre riprendevano a correre.
Una volta
raggiunto il
vagone che ospitava la Regalia, Noctis si fiondò al posto di
guida. Ignis e Gladio occuparono i sedili posteriori e Selenis si mise
di
fianco al guidatore. Un istante dopo, il motore rombante della macchina
rimbombava tra le pareti della galleria.
“Stato
di allerta aumentato. Attivazione difese di livello 4. Chiusura degli
accessi in corso”
Una voce
metallica li avvisò dell’imminente chiusura delle
porte che conducevano alla capitale.
-
Schiaccia a manetta!
– esclamò Gladio.
-
L’idea era
quella – replicò Noctis ingranando la marcia.
-
Vedi di non
schiantarti – aggiunse l’Amicitia.
-
Grazie del consiglio
- rispose sarcastico il principe.
-
Non posso credere
che riusciate a battibeccare anche adesso! – disse esasperata
Selenis.
-
Dove siamo adesso?
– domandò Ignis preoccupato.
-
Dentro una galleria,
sui binari del treno – lo informò Noctis.
-
Non rallentare o ci
raggiungeranno! – lo incitò Gladio.
-
Sto andando
più veloce che posso, reggetevi! –
La Regalia
filava alla
massima potenza lungo il tunnel, e ormai si era lasciata dietro
il convoglio che fino a quel momento li aveva ospitati. I deamons
passavano fuori dai finestrini così veloci, da risultare
poco più che macchie indistinte in mezzo al buio.
Poi, la
galleria finì
all’improvviso, catapultandoli nella periferia di Gralea. I
binari proseguivano, illuminati da una serie di lampioni che gettavano
ombre di luce morente sul selciato.
-
Cos’è
stato? – chiese Ignis quando un vagone merci abbandonato
lungo la ferrovia esplose.
-
Cercano di farci
saltare per aria – rispose Noctis mettendo tutta la sua
concentrazione sulla guida.
-
Non riesco a vedere
niente con questo buio – replicò Selenis cercando
di aguzzare la vista.
-
Se ci colpiscono
è finita –
-
Ci vuole ben altro
per fermare il fedele destriero di sua maestà –
replicò Ignis a Gladio.
I colpi
proseguivano
incessanti, facendo esplodere tutto quello che raggiungevano. Alcuni
calcinacci e detriti colpirono più volte la Regalia, che
nonostante questo, proseguì nella sua corsa sotto
la guida esperta del suo padrone.
-
Dai piccola che ce
la fai.. resisti! – la pregò Noctis a denti
stretti.
-
Dov’è
quella dannata porta?! – sbottò Selenis
– Eccola!
– gridò un secondo dopo vedendola comparire
davanti a loro in
mezzo alle fiamme.
-
Si sta chiudendo!
Sbrigati! –
La macchina
si
infilò tra le porte che si stringevano, un attimo prima che
un eplosione si abbattesse contro di loro. Noctis a quel punto
iniziò a frenare, arrestando la vettura poco prima di un
vagone
posto di traverso sui binari.
Quando si
fermò
del tutto, i suoi occupanti rimasero in silenzio. Fuori scrosciava una
pioggia fitta e una densa nuvola di fumo, si sollevava dal cofano
dell'auto, oltre il parabrezza
crepato. Noctis
provò a riavviarla, ma la macchina non diede alcun cenno di
vita.
-
Non cammina
più – affermò Gladio.
-
Ha corso fin troppo
– rispose Noctis aprendo la portiera.
I suoi amici
lo imitarono.
La Regalia
era in
condizioni disastrose: i vetri in frantumi e la carrozzeria ridotta ad
un colabrodo. Era chiaro a tutti che quello era stato il loro ultimo
viaggio assieme. L’auto di Re Regis li aveva accompagnati per
tutto quel tempo, facendo il suo lavoro in modo egregio fino alla fine.
Noctis la
fissò,
era un altro pezzo della sua vita che si spegneva..
L’immagine
del padre mentre scendeva dalla Regalia di ritorno da uno dei suoi
tanti impegni, tornò prepotente nei suoi ricordi.
-
Papà…
grazie di tutto – mormorò prima di voltarsi.
Campeggio dell'autrice:
Buongiorno ragazzi!!
Ok, forse come capitolo sotto Natale non è proprio il
massimo ^^"
Devo ammettere che l'abbandono della Regalia mi ha fatto una tristezza
immensa, come il cane di Io sono leggenda per intenderci. Pensavo di
non potermi traumatizzare oltre, dopo l'incidente di Ignis, ma mi
sbagliavo di grosso!
Il capitolo segue più o meno fedelmente la trama del gioco
quindi non ho molto da dirvi in realtà... però la
verità sulle origini dell'anello di Selenis non è
lontana e magari qualcuno di voi si è già fatto
una mezza idea ;) Sarà qualcosa legata allo stesso Ardyn, da
come avete potuto intendere..
Grazie mille ai Lettori
che continuano a seguirmi e alle Comrades
che proseguono con le loro recensioni ^^
Spero
che tutti voi possiate passare delle belle feste e un sereno Natale con
i vostri cari <3
Merry
Christmas people!
Baci,
Marta
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