Prologo
Un suono di passi echeggia per tutta la caverna, rimbomba da parete a
parete di roccia. il suono si fa via via sempre piu forte ma con una
velocità costante a fare questo rumore è una
giovane donna, questa con uno sguardo deciso si avvia sempre piu nella
profondità della caverna incurante di alcune ombre e fumi
neri che la seguono o che ogni tanto l avvolgono le caviglie. la sagoma
raggiunge la fine della caverna, diventando finalmente chiara alla
vista di un unico occhio grigio , spento e raggrinzito che
è posto nel ampia orbita di una vecchia donna. Questa
è avvolta in un mantello lercio, grigio e impolverato.
coperta
da un ampio caruccio e l unica cosa visibile aperta una porzione del
viso cadaverico è l ossuta mano, che esce dal mantello
stringe la stoffa in modo tale che non si possa vedere il corpo
probabilmente anche questo mal ridotto. i capelli sono come bruciati,
fili grigi e sfibrati ornano in maniera disordinata e per niente curata
la testa quasi calva della donna almeno si pensa cosi, dato che il
cappuccio copre in pratica quasi tutta la testa.
L'
anziana alza il viso appena le giunge la figura a pochi passi da lei,
siede su di una roccia la testa e posata sulla parete umida. fece
appena la vide, la sua vice è gracchiante come quella di un
vecchio registratore con sbalzi di toni a ogni sillaba, respira
affranta mentre continua a puntare il suo unico occhio visibile su di
lei.
< cosa la porta qui mia dolce fanciulla?> va a chiedere,
mostrando quello che altro non è che un sorriso spento e
sdentato verso la più giovane. una cosa colpisce
al occhio della vecchia,la determinazione che la Dea mostra ora. la
ragazza che sta difronte a se non poteva che essere una Dea, non
è bella quanto venere, non è saggia quanto Atena,
non è potente quanto Era ma lei comunque mostra una
determinazione rara per le viziate sorelle, zie o cugine.
lo sguardo non solo è deciso
ma pungente, dannatamente serio come mai. solo ora l anziana
si alza, mostrando la sua altezza , prima stando seduta non si poteva
pensare che superava di gran lunga la Dea in altezza la vecchia stava
curva sulla seduta ma ora che è in piedi si può
vedere quanto sia maestosa. Eretta come una statua, smilza e
autoritaria come una nobile che guarda dal alto dei suoi quasi due
metri la giovane sotto di lei < cosa vuoi scambiare con me
figlia del raccolto?> va a chiedere , piegando la testa con fare
incuriosito, il timbro vocale non è cambiato anzi forse
è anche accentuato ora che non è più
curva.
Fece la Dea, spostando una
ciocca di capelli castani dietro il proprio orecchio, poiché
questa le solleticava lievemente il collo. rispose
repentina, aprendo ancora di più l occhio, con il
rischio forse di far cadere il bulbo a terra.
parla
ancora questa con la voce più simile al suono delle unghie
sulla lavagna, acuta e stridula che da fastidio alla
divinità. rispose
primavera , fissandola ancora con piu convinzione e buttando giu quello
che era un malloppo di saliva in gola. La divina non abbassa mai la
testa davanti al inquietante figura, le punta sempre contro i suoi
grandi occhi verdi, che ricordano i prati primaverili. il viso
è di un rosa antico, contornato da una chioma castana
sfumata da punte bionde lasciate libere e sciolte sulle spalle
raggiungendo la lunghezza fino al di sotto della vita. la fisionomia
non è come si aspetta da una Dea,ella non è magra
ma ha una corporatura morbida ma non abbondante ha delle curve sinuose
che ricordano tanto i doni appunto delle stagioni calde.< sai
che morirai poco dopo aver stipulato lo scambio?> fece
la cupa figura, dopo essere stata minuti interi a osservarla in
silenzio. Primavera annui convinta, questo le bastò come
risposta.
< essia la vecchia Ecate è qui per questo mia
cara...> detto questo le allungo la mano ossuta che filtrava dal
mantello davanti a lei. la mano ricorda quella di un cadavere
mummificato, forse solo più grande di una mano normale e con
molte più rughe e grinze. l altra allungo la sua, dandole la
mano con fare convinto ma con riverenza, ogni suo gesto è
sempre stato fatto con grazia e compostezza davanti a Ecate come segno
di rispetto cosa che ella ha apprezzato. < una vita immortale
per salvare quella del tuo sposo,un gesto coraggioso il tuo ma
stupido...> rispose una volta aver stretto a sua volta la mano
calda e morbida della ragazza.
continuò sarcastica, quasi superba nel
dire quello che da li a poco sarebbe successo. < ora cara chiudi
gli occhi...> PErsefone esegui l ordine, tremando quando la mano
mummificata si posò sopra i suoi occhi, percepì
una fitta di dolore immenso e poi...il nulla.
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