Il Mondo dei Demoni, mille anni dopo di Kalam (/viewuser.php?uid=1037138)
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Vincent Bari aprì gli occhi e si ritrovò a
fissare il soffitto della grotta nella quale si era rifugiato dopo le
catastrofi avvenute per mano dei draghi. Si alzò con fatica,
lottando contro il dolore che le sue cicatrici gli procuravano. Elzador
era stato abbastanza forte da ridurlo così quando era solo
un adolescente, chissà cosa poteva succedere ora che era
alleato con altri suoi simili. Bari rabbrividì solo al
pensiero.
Uscì dalla grotta e osservò il cielo grigio e la
distesa del mare di fronte a lui che si espandeva verso
l’orizzonte infinito, nascondendo alla vista isole, nuove
terre, nuove popolazioni, “anche se probabilmente a
quest’ora qualunque cosa in questo mondo è stata
ridotta come questo luogo”. Si girò a osservare
l’entroterra e notò la solita monotonia:
innumerevoli dune di sabbia tormentate dal forte vento che soffiava
vicino al mare. Sul lato destro erano presenti rocce e scogli, da cui
egli aveva ricavato la caverna usando il suo potere dei vortici come
trivella e ottenendo un ottimo nascondiglio nell’area
più deserta possibile.
Nessuno passava mai di lì. Soltanto una volta Jedun aveva
provato ad attaccarlo, accecato dalla furia e dalla disperazione. Bari
era stato costretto a ucciderlo, e successivamente lo aveva sotterrato
nei pressi degli scogli, costruendogli una piccola tomba e rendendogli
onore. Dopotutto, non era colpa sua se il mondo era in questo stato e
non era stato certo l’unico a impazzire in questo modo
sviluppando istinti assassini verso chiunque.
Quello che Bari non poteva assolutamente sopportare, però,
erano i demoni ancora lucidi che ammazzavano i loro simili
anziché cercare di allearsi con loro; “come se
potessero risolvere qualcosa da soli. Se non fosse per questo orgoglio
egoista che accomuna tutti i demoni, a quest’ora per lo meno
avremmo qualche speranza. Invece sembra che qualcuno stia sfruttando
questa occasione per dimostrare di essere uno dei più forti;
la vedono come una rivincita della battaglia che hanno perso da
giovani”.
Attraverso l’ululato del vento udì dei rumori. Si
girò, pensando che fosse la sabbia in movimento, e vide
un’ombra che si avvicinava piano piano. Aveva
un’andatura zoppa, un braccio inerme che trascinava con
fatica e una singolare testa a forma di U. Man mano che si avvicinava,
Bari notò che l’ombra stava canticchiando
qualcosa, sembrava musica classica, e aveva in bocca un sigaro spento.
Dopo averlo riconosciuto, capì che non era una minaccia e lo
lasciò avvicinare. Il demone, molto più basso di
lui, lo raggiunse, si appoggiò su una sorta di bacchetta da
direttore d’orchestra che usava come bastone per sostenersi e
gli disse “Vincent, quanto tempo. Era da molto che ti
cercavo. Come vedi, non me la passo molto bene, quei draghi sono
proprio una seccatura” Tossì “Ormai la
storia di questo mondo ha ben poco da raccontare, il futuro riserva
solo oscurità e disperazione. Ricordi i bei tempi in cui
tutto andava bene e noi due eravamo acerrimi rivali, sempre pronti a
combattere tra di noi per dimostrare chi fosse il più
forte?”
Bari era irritato; era difficile considerare rivalità dei
combattimenti in cui vinceva senza neanche dover usare i suoi poteri,
ma decise di dargli ascolto. Era tanto che non incontrava un demone
sano di mente. “Certo, ricordo la nostra rivalità,
ma non credo che sia il momento per parlarne. Pensare al passato quando
devi cercare in tutti i modi di migliorare un buio futuro non
è la cosa giusta da fare”.
“Pensare di poter migliorare il futuro non è la
cosa giusta da fare” puntualizzò Keith
“So che sei forte, Bari, lo so meglio di chiunque altro, ma
non puoi fare nulla. Il mondo è spacciato, è come
se fossimo già morti, stiamo solo aspettando la nostra
sentenza. Ricordare il passato è tutto quello che ci resta
perché il futuro per noi non esiste”.
“Se sei venuto fino a qui per demoralizzarmi, sappi che non
sarà così facile”
“Sono venuto qui perché voglio morire in nome
della nostra rivalità. Bari, io voglio combattere
un’ultima volta con te”
Bari sentì il sangue ribollire nelle vene. Come poteva
pensare alla cosiddetta rivalità in mezzo a questo disastro?
Come poteva essere così stupido e superficiale da buttare
via la sua vita in questo modo?
Ma Keith non udì mai questi pensieri che si facevano
violentemente strada nel cervello di Bari, perché in un
attimo la sua testa si sentì presa dalla mano enorme del
demone e schiacciata con forza sovrumana contro gli scogli appuntiti
che si trovavano a pochi metri.
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