Jealousy

di malukuku
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Magnus Bane uscì dal bagno avvolto da una nube di vapore violetto e da un accappatoio blu elettrico.
Tenendo abilmente in bilico sulla testa un asciugamano verde acido annodato a turbante, lo stregone percorse l’ampio salotto e raggiunse un frigorifero bianco e imponente. Mentre lo apriva lanciò un’occhiata verso l’orologio che segnava le tre di notte. Come al solito mentre si faceva il bagno aveva perso la cognizione del tempo. Ma in fondo capitava quando non si raggrinzivano i polpastrelli.

Ora che sapeva d’aver saltato sia la cena che lo spuntino di mezzanotte, il suo languorino era diventato decisamente fame. Quando però aprì il frigorifero e ci guardò dentro, la bocca dello stomaco gli si ridusse ad una fessura.
Le uova erano perfettamente in riga nei portauova, gli insaccati erano al primo piatto, i formaggi al secondo, le verdure nel cassetto trasparente in basso, le scorte del suo latte erano diligentemente separate da quelle del Presidente Miao, non c’era traccia di take-away cinesi e, con suo enorme shock, non riusciva a vedere nessuno dei cibi scaduti che ormai erano complementari del frigorifero stesso.

Magnus chiuse tremante il frigorifero, incapace di guardare oltre quello scempio.
Poi digrignò i denti e riattraversò rapido il salone nel senso inverso, arrivando di fronte ad una porta. La aprì con un calcio.

- Dannato cacciatorucolo da strapazzo! Che hai fatto al mio frigo?

Non ricevette risposta eccetto il brontolio della televisione accesa, l’unica fonte di luce della stanza.
Con un suo schiocco di dita, la televisione venne sostituita da una lampada accesa, così che potesse vedere meglio in volto la disgrazia che gli era piombata in casa.

Jace era steso malamente sul divano beige e sembrava... no, stava proprio dormendo come un sasso.
Il ragazzo addormentato aveva ancora addosso i vestiti che lo stregone gli aveva recuperato non appena era arrivato in casa sua. Le braccia che facevano capolino dalla maglia a maniche corte erano ricoperte dei segni neri e bianchi lasciati dalle rune. I capelli biondi sparpagliati un po’ sul bracciolo del divano e un po’ sulle braccia conserte, illuminati dalla lampada sembravano davvero creare un’aureola attorno alla sua testa.

Magnus rimase a fissarlo truce. Era proprio vero che somigliasse ad un angelo. Uno di quelli strafottenti e decisamente odiosi.
Un angelo che, nonostante ne fosse inconsapevole, ancora teneva al guinzaglio un certo cacciatore dagli occhi blu di sua conoscenza.

Lo stregone sorrise feroce.

- Figlio di Nephilim, - ringhiò sommessamente Magnus da dietro i denti. Da una sua mano stretta a pugno avevano cominciato ad uscire delle sfrigolanti scintille di magia.

- Nemmeno te lo immagini lo sforzo che sto facendo adesso per non ammazzarti. -

Rantoli dell’autrice
Magnus, e Jace, da soli, nello stesso appartamento? Signora Clare, è forse impazzita?? °___°
Dai, non ci credo che non si sono uccisi a vicenda… xD





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