rey rey rey
L'universo
che ci gira intorno
Quattro.
Di notte il cielo di Voken si colora di viola.
È un porpora brillante con striature d'azzurro e scie rosso
sangue, che come vene immani lo attraversano da una parte all'altra.
É un cielo caotico e senza senso, completamente diverso da
quello di Ach-To e di Jakku, perché sul pianeta dove
è stata abbandonata tanti anni prima, su Jakku, tutto era
nero al calare del sole e così anche sull'isola dei Jedi ma
qui, qui dove la Resistenza si è rifugiata dopo la sconfitta
di Crait, non scendono mai le tenebre.
In questa terra dimenticata da tutti, tana dei ribelli, non
è mai davvero buio.
Poe le ha anche spiegato le ragioni naturali per cui ogni notte la
volta celeste abbia proprio questi colori e così le ha
raccontato della rifrazione, dell'atmosfera e del fatto che, essendo un
pianeta con due stelle, su Voken le stagioni siano molto più
brevi. Ma è servito a poco, perché ogni volta che
il sole tramonta a Rey manca l'aria e annaspa; e anche se cerca di
ignorarlo le è fin troppo chiaro il motivo di quella
reazione e no, no, no.
Rey non vuole pensarci.
Fa ancora troppo male pensare a lui
anche se non riesce a impedirselo.
Salvare Ben Solo ormai è la sua missione, lo sa, e
ciò che vuole evitarsi non è pensare a Ben, ma a
Kylo. Ed è difficile quando anche il cielo sembra volerla
ostacolare.
Per questo, appena il sole principale tramonta e il firmamento diventa
un intreccio di colori, la giovane si barrica nell'unica stanza che ha
a disposizione e tira le tende.
Per questo ogni volta chiude fuori la luce fioca che contraddistingue
la notti di Voken e poi attende: dorme – o cerca di farlo
– e conta le ore che mancano prima che il cielo torni a
essere azzurro.
Azzurro e basta, senza che sia contaminato dal rosso.
Per questo lo fa, perché è troppo doloroso
pensare a lui.
Così quando una mattina, avendo calcolato male le ore, Rey
esce troppo presto dal suo rifugio e trova un cielo viola ad
attenderla, si blocca e non riesce a non fissare la fonte del suo
tormento.
Come ipnotizzata lo guarda fino a farsi bruciare gli occhi, allora, e
quello che a prima vista è un cielo terso in cui il rosso e
l'azzurro sfumano fino a fondersi nel fucsia, appena volta la testa
diventa un confuso mescolarsi di colori in cui il vermiglio sembra stia
scavando nel celeste, tanto le tonalità sono in contrasto.
E la chiave sono i colori.
Loro sono il problema, perché sono loro a riportarla
indietro nel tempo, nel suo momento più buio. E Rey ritorna
con la mente sullo Starkiller, quando per la prima volta ha usato una
spada laser, quella di Luke, e davanti a sè rivede le due
lame cozzare ancora e ancora: una azzurra e una rossa.
Si scontrano e non smettono mai perché per Kylo Ren avere
lei al suo fianco non è stato abbastanza.
No, lui non vuole lei, vuole la Galassia ai loro piedi.
Le viene da piangere.
La verità è che anela a salvare Ben, esige la sua
redenzione, ma allo stesso tempo vorrebbe anche prenderlo a pugni,
urlargli “mostro!” e poi abbandonarlo,
perché non merita il perdono.
Vorebbe picchiarlo e dimenticarlo, perché Kylo ha ucciso suo
padre, ha ucciso il suo maestro e avrebbe ucciso anche Luke se solo
l'avesse avuto davvero davanti – e indirettamente l'ha fatto.
Eppure la cosa più incredibile è che nel caos
della sua mente Rey percepisce distintamente che qualcosa le manca.
Ma è un vuoto di cui, cerca di convincersi, non
può lamentarsi: sarebbe abbastanza assurdo sentire la
mancanza di qualcosa che non si è mai conosciuto.
E come può,
come è possibile che abbia nostalgia di Ben Solo?
Cinque.
La notte è lunga se hai la coscienza sporca.
Nello spazio, poi, non c'è differenza tra giorno e notte e
forse è per questo che a Kylo Ren sembra di vivere in un
incubo senza fine.
Probabilmente è anche per questo motivo che non riesce a
dormire: se la realtà è tanto nera fino a dove
potrebbe spingersi la sua mente?
Già conosce la risposta, perché ogni volta che
chiude gli occhi non vede altro che morte.
Suo padre che cade.
Rey in ginocchio davanti a lui e questa volta la uccide, stavolta Snoke
ha vinto.
E poi, per ultimo, sua madre, vede Leia annientata dal Primo Ordine.
Non c'è dolcezza in queste visioni che lo tormentano tra il
sonno e la veglia, anche se a vincere è sempre Kylo Ren.
È Kylo che uccide un padre indegno, Kylo che distrugge
l'ultimo Jedi, Kylo che schiaccia l'ultima scintilla della Resistenza.
Il giovane Solo è a pezzi. Non vede una cura per il
conflitto che lo dilania e probabilmente è una fortuna che
non abbia più specchi nei quali riflettersi. Ha paura di
vedere che cosa è diventato.
Si è ridotto al guscio di se stesso e non è mai
stato tanto debole. Cosa
dovrebbe fare ora? Kylo Ren esita. Non lo sa. Forse la
risposta è annientarli. “Distruggi la
Resistenza” sembra suggerirgli il casco di Darth Vader e
anche se all'inizio è riluttante, l'idea inizia a formarsi:
se uccide tutti, anche Ben Solo se ne andrà. Se uccide
tutti, sarà in grado di lasciarsi il passato alle spalle ed
essere solo Kylo.
Ma dovrà dire addio a tutto: anche alla mercante di rottami,
sebbene ammazzare la ragazza sarà la parte più
difficile.
Ciò che accade nell'istante che segue, però, gela
il proposito mentre sta ancora germogliando.
Rey è lì e dorme: ha i capelli sciolti ed
è nel suo letto che riposa.
In un primo momento Kylo crede di stare sognando perché il
loro legame era frutto dell'opera di Snoke. Com'è possibile
che lei sia a pochi metri da lui?
Non è la ragazza ad averlo cercato – lo sforzo
richiederebbe una mente quantomeno vigile – e non
è di certo lui ad avela cercata.
Perché continuano a connettersi?
La domanda è senza risposta, anche se di una cosa
è certo: se Rey fosse veramente nei suoi alloggi sarebbe
facile ucciderla.
Sarebbe inerme.
La mano di Kylo si stringe subito attorno all'impugnatura della spada
laser, ma il gesto è forzato, non sentito, e le dita gli
tremano.
Si avvicina al letto e, guardandola, non può fare altro che
mordersi le labbra a sangue all'idea di doverla colpire, di dover
ripetere ciò che Luke ha fatto a lui. Sorprenderla nel
sonno, ucciderla mentre è più vulnerabile sarebbe
così semplice, ma è allo stesso tempo
così difficile.
La lama si accende ma Rey continua a dormire e la cosa, Kylo non riesce
a spiegarselo, lo manda fuori di testa perché se solo si
svegliasse, forse...
Alza la spada e si aspetta che gli occhi della giovane si spalanchino,
che succeda qualcosa, qualsiasi cosa, ma il respiro di lei rimane
regolare e il viso rilassato.
Potrebbe calare il colpo e ucciderla. Un lavoro pulito e diventerebbe
finalmente Kylo Ren, spegnendo con lei l'ultimo frammento di Ben Solo.
L'arma è ancora in alto, pronta a ferire, quando la ragazza
si gira nel sonno e sussurra il suo nome. Anzi no, il nome di Ben. Lo
chiama ed è come se in quel momento qualcosa si spezzasse e
non c'è niente da fare, nemmeno Kylo Ren potrebbe colpirla.
La spada laser, ora spenta, cade a terra e con essa un giovane Solo
dall'animo dilaniato.
L'unica cosa che riesce a fare, a quel punto, è allungare la
mano e toccarla: solo per questa volta. Almeno per questa'ultima volta.
La guancia di Rey è calda sotto le sue dita, morbida e
soprattutto viva.
Poi qualcuno bussa e lei non c'è più.
“Generale Hux” latra Kylo Ren quando la porta,
aprendosi, mostra il suo sottoposto sorridente.
“Leader Supremo, li abbiamo stanati. Si nascondono su
Voken”.
Sei.
Sembra una notte come le altre ma questa volta Rey si sente
più leggera, quando si sveglia di soprassalto.
Non sa come o perché ma la sensazione è che si
sia tolta un peso e abbia fatto pace con se stessa, come se avesse
finalmente accettato una parte di sé. E la guancia, sulla
guancia le è parso che qualcosa la toccasse.
Dita, erano dita.
“Ben?”
domanda nel buio della camera dato che per un istante, solo uno, le
è sembrato di percepirlo.
Rey quasi ci spera, ma non c'è nessuno a risponderle,
nemmeno quando esce per accertarsi che nessuno l'abbia cercata e il
cielo purpureo di Voken la accoglie. Tuttavia, questa volta non si tira
indietro nè rimane stordita dalla sua vista, ma contempla
con curiosità nuova lo spettacolo che si è negata
fino ad ora: non ha più paura.
È bellissimo, si trova a pensare nel momento in cui le
venature iniziano ad avere una schema e le striature che colorano quel
cielo assurdo le appaiono improvvisamente armoniose.
Per tutto quel tempo non era riuscita a vedere il disegno completo. In
quel cielo non si nasconde solo Kylo Ren, ma anche Ben Solo.
Un grazie
speciale a Ilarya Kiki.
Mi ha aiutato a riordinare la prima flashfic ed è grazia a
lei se c'è un secondo capitolo. *manda affetto*
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