Il leone e lo scoiattolo

di AlessiaDettaAlex
(/viewuser.php?uid=75809)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Il leone e lo scoiattolo
 
3. Influenza

Himari era a casa con la febbre da ormai tre giorni.
Aoi stava cercando di decidere se suonare il campanello oppure no. Né Ichika né Ciel avevano potuto accompagnarla, ma lei aveva comunque deciso di andarla a trovare. Solo che adesso, di fronte alla porta, si sentiva mancare il coraggio. E se avesse solo disturbato? Magari Himari stava dormendo e delle visite l’avrebbero solo infastidita.
Sbuffò e suonò. Non era la tipa da farsi troppi problemi, in fondo.
«Oh, Aoi-chan, ciao! Sei venuta a trovare Himari?» la salutò la donna che aveva aperto la porta.
«Sì! È sveglia? Come sta?»
«Non molto bene, stamattina sembrava migliorata ma ora le è tornata un po’ di febbre. Ti accompagno da lei, se vuoi»
Aoi annuì e la seguì.
Himari, lunga sul letto, la salutò con sorpresa. Aveva le palpebre semichiuse e un panno bagnato appoggiato sulla fronte: ridotta così, ad Aoi sembrava ancora più piccola di quel che era. Le venne voglia di abbracciarla. Avvicinò uno sgabello al letto e ci si sedette.
«Hai sonno?»
Himari fece no con la testa.
«Dovresti dormire, però»
«Non ci riesco» mormorò Himari con la voce deformata dal naso chiuso.
«Ti fa male la testa?»
«Un po’»
Aoi la guardò impensierita. Himari sembrava molto stanca e giù di morale: tre giorni passati in questo stato sfinirebbero chiunque, figurarsi una ragazza gracile come lei.
«Mh... vuoi vedere una cosa divertente?»
Senza aspettare la risposta di Himari, Aoi cominciò a frugare nella sua borsa fino a tirarne fuori un mazzo di carte da gioco occidentali. Le mischiò e poi le dispose a ventaglio porgendole a lei.
«Scegline una»
Himari ne scelse una. Era un re di quadri. La ripose nel mazzo e Aoi rimischiò tutto. Posò il mazzo sul comodino e chiese a Himari di dividerlo nel punto che preferiva; poi prese una delle due metà e le mostrò la prima carta:
«Era questa la tua carta?» disse mostrandole un re di quadri.
Himari sbarrò gli occhi.
«Come hai fatto?»
«Sono trucchi che mi ha insegnato Mizushima quand’ero piccola!»
Quando vide gli occhi di Himari brillare di curiosità, capì di essere sulla strada giusta: le fece vedere molti altri trucchi, poi salì sullo sgabello e iniziò a fare l’imitazione di tutte le loro amiche. Himari rideva e Aoi sentì il cuore bussarle in petto. Passò dalle imitazioni alle dimostrazioni di giocoleria improvvisate con delle matite, per poi cominciare a raccontarle storielle usando dei calzini come pupazzi. Tanto si era impegnata a inventare una storia d’amore tra un calzino blu e uno giallo, che non si accorse subito che Himari, nel frattempo, si era assopita. Si sfilò i calzini e li ripose insieme ai compagni nel cassetto, attenta a non fare rumore; rimase a guardarla per un po’, con un sorriso carico di tenerezza. Era riuscita a farla addormentare.
Le scostò una ciocca di capelli dietro un orecchio.
«Buon riposo, Himari».




 
Note di Alex
Ed eccoci con l'ultima flashfic che completa la mia breve raccolta! Il prompt è stra usato, ma ho provato a metterci del mio: anziché vedere una che si prende cura dell'altra come in tipo tutti gli anime, cucinando, misurando la febbre eccetera, ho pensato che Aoi fosse più la tipa da... risollevare il morale a terra di Himari. E allora niente, me la sono immaginava a fare cose, a sbracciare per farla divertire e rilassare, fino al punto in cui lei si addormenta beata. E ho scoperto che comunque me le immagini, queste due sono la dolcezza. E' probabile che dopo questa raccolta salterà fuori qualcos'altro sulla ship, tipo una os, perché ho già un sacco di elementi in mente.
Che ve ne pare?
Alla prossima,
Alex
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3740614