Traduttrice:
poldina.
L’autrice originale della storia è Anna
Fugazzi. Per la storia in lingua inglese cliccate qui.
Beta-reader:
NON
BETATO
Non era colpa di Seamus. Sul serio.
Era successo solo perché
doveva testare un nuovo Incantesimo di Sonno Profondo per il corso di
Incantesimi, ma aveva dimenticato di lanciarselo prima di mettersi a
letto,
quindi si era svegliato quando Harry ebbe uno dei suoi incubi.
Anche se probabilmente era colpa sua,
per aver dimenticato
di lanciare l’incantesimo la sera precedente, ubriaco
fradicio dopo la festa ‘Non
Siamo Finiti All’Ultimissimo Posto Della Classifica Della
Coppa Di Quidditch” di
Grifondoro. O, come l’aveva chiamata Dean, la festa
“Congratulazioni Al
Cercatore Che Ha Battuto Il Nostro Cercatore Perché Alla sua
Casa Non Gliene Può
Fregare Di Meno”.
La festa che era probabilmente anche
la ragione per cui
Draco aveva dimenticato di chiudere del tutto le tende intorno al letto
suo e
di Harry. O di lanciare delle barriere per la privacy.
Seamus si svegliò,
confuso, e si girò a guardare Harry
rigirarsi irrequieto, con la fronte aggrottata, lasciandosi sfuggire un
debole
suono angosciato. Seamus gemette; Harry e gli incubi non erano mai una
cosa
buona. Aveva già afferrato il cuscino, pronto a lanciarlo,
quando si ricordò
che, ovviamente, adesso c’era Draco. E infatti, Draco si
girò, sospirò, e
appoggiò una mano sulla spalla di Harry senza svegliarsi.
“N-no–”
disse Harry con voce soffocata, e Seamus sollevò la
testa. Vide Draco aprire gli occhi, sentì la sua voce
assonnata.
“Harry. Stai sognando.
Svegliati,” mormorò Draco, e Harry si
svegliò di scatto. Draco sbadigliò.
“Incubo?”
Il respiro di Harry era affannoso
mentre annuiva. Seamus
chiuse di nuovo gli occhi.
“Su cosa?”
Un suono indistinto pieno di
angoscia, e Seamus aprì gli
occhi a fessura e vide Draco passare un braccio intorno a Harry e
fargli
appoggiare la testa sulla sua spalla.
“Rimettiti a
dormire,” disse con fermezza.
“S-sì.”
Harry sembrava ancora parecchio spaventato.
“È solo un
incubo. Stai bene,” disse Draco, e l’irritazione
aveva iniziato a prendere il posto della sonnolenza nella sua voce.
“Era, era – tu
– io – lascia stare,”
farfugliò Harry, e si
mise su un fianco, girato verso Seamus, con la schiena rivolta a Draco,
chiudendo gli occhi. Ci fu un sospiro profondo da parte di Draco prima
che si
spostasse per abbracciare Harry da dietro di lui, poi
strofinò il viso sulla
sua pelle, parlandogli sottovoce contro il collo.
“Un altro incubo sul mio
marchio?”
Harry deglutì nervosamente.
“È passato molto
tempo,” disse piano Drco, e più dolcemente
di quanto Seamus l’avesse mai sentito parlare a qualcun
altro. “E si è dato
alla clandestinità. Gli Auror non hanno idea di dove sia, e
neanche i
Mangiamorte. Lo sai che non c’è alcuna ragione per
cui potrebbe attivare di
nuovo il marchio.”
Harry annuì. “Lo
– lo so, è solo che, credo che aver visto
tua madre ieri mi abbia un po’–”
Draco espirò con
impazienza. “Sentendoti parlare,
sembreresti tu quello con questo cavolo di marchio sulla
pelle,” borbottò,
massaggiandosi inconsapevolmente il petto.
Seamus si risistemò sotto
le coperte e chiuse di nuovo gli
occhi.
“A volte vorrei essere
io,” disse piano Harry.
Draco sbuffò, cinico.
“Credimi, è meglio di no,” disse con
sarcasmo. Sospirò. “Senti, non voglio passare il
resto della notte a scacciare
via i tuoi demoni,” iniziò, e Harry lo interruppe.
“Non devi farlo. Rimettiti
a dormire.”
“Così puoi
svegliarmi di nuovo con un altro delizioso
incubo? No, grazie.” Ridacchiò debolmente.
“Ho un’idea migliore.”
All’improvviso Harry prese
un respiro sorpreso, seguito da
una debole risata di Draco.
“Be’,”
disse Harry con voce instabile. “Sì, immagino che
anche questo è un modo di vedersela con un
incub-mf–”
Seamus li guardò,
incuriosito – e se ne pentì subito. Harry
si era girato tra le braccia di Draco, e i due stavano pomiciando a
più non
posso, il disagio di Harry riguardo all’incubo e
l’irritazione di Draco a
essere stato svegliato che stavano svanendo con deboli sospiri e deboli
mormorii e risate.
Oh, per la miseria. Seamus non aveva
problemi col fatto che
Harry e Draco erano una coppia e che dormivano insieme, davvero. Erano
Legati,
non potevano farci niente, e poi Draco si era rivelato una persona
molto
migliore di quanto Seamus avesse mai sospettato. Ma una delle poche
cose che
gli permettevano di stare in loro compagnia senza provare un atroce
imbarazzo
era che, a parte il fatto che dormivano insieme e che si toccavano un
po’ più
spesso del normale per essere due ragazzi, non si comportavano poi
tanto come
due piccioncini. Non pomiciavano in pubblico, né si tenevano
per mano… o per lo
meno non troppo. E la maggior parte delle volte tenevano privato il
livello di
intimità a cui stava assistendo.
E meno male, perché era
disgustoso. Ok, nessuno dei due
aveva scelta, era il Legame che gli faceva volere
farlo, ma era difficile accettare quanto fossero entusiasti di tutta
quella
storia. Soprattutto Harry. Sembrava che non ci fosse più
traccia dell’incubo, e
che fosse strafelice di scambiarsi la saliva con un altro ragazzo. Ew.
E non si sarebbero fermati dopo la
pomiciata, si rese
improvvisamente conto, sgomento. Non c’era alcun incantesimo
di
insonorizzazione sul letto, e l’unica apertura delle tende
era proprio rivolta
verso di lui, e ora che ci pensava Seamus si accorse che, se anche
avessero
guardato verso di lui, non avrebbero potuto vedere che lui, avviluppato
com’era
nelle sue coperte, era sveglio.
Provò a tossicchiare,
sperando che lo sentissero e si
fermassero.
Niente da fare. Erano giusto un
po’ presi. Perché cavolo non
li aveva fermati prima che fosse troppo tardi?
“Le
tende–” disse Harry, interrompendo brevemente le
loro
attività, e Seamus riacquistò la speranza.
“Probabilmente dovremmo–”
“Weasley si è
addormentato nella Sala Comune con Granger,
Paciock sta osservando quell’Algabranchia Notturna
d’acqua dolce nella serra, e
Finnigan Thomas stanno testando l’Incantesimo di Sonno
Profondo da una settimana.”
Seamus perse di nuovo la speranza, e
rabbrividì nel sentire
i suoni inconfondibili di altri scambi di liquidi.
Chiuse gli occhi e cercò
risolutamente di tapparsi le
orecchie. Se solo avessi la mia bacchetta…
Avevano imparato a smorzare i suoni durante l’ultimo semestre
di Incantesimi, e
sebbene fosse stato una schiappa a lezione, era sicuro che, con un
incentivo
del genere, ci sarebbe riuscito.
Almeno adesso erano silenziosi.
Seamus era nascosto sotto le
coperte, gli occhi chiusi stretti e le orecchie tappate. Dovrebbe
bastare. Non sarebbe stato costretto a pensare a quello
che stava succedendo a solo pochi metri di distanza. A quello che
entrambe le
persone stese su quel letto sembrava stessero godendosi molto
più di quanto
Seamus fosse in grado di spiegarsi.
Come potevano voler fare una cosa del
genere? Il sesso era
bello perché c’era delicatezza e
femminilità, bellezza e tenerezza. Una voce
acuta, seni morbidi, mani delicate. L’idea di fare tutto
quello con un ragazzo,
di sentire una faccia ruvida, una voce grave, angoli duri…
Sembrava quanto meno
una cosa più simile alla masturbazione, se non una cosa
profondamente schifosa.
Non che Seamus avesse molta
esperienza con la delicatezza e
la femminilità. Cosa che non lo faceva stare affatto meglio
in quella
situazione; non solo era ancora uno degli ultimi vergini rimasti nel
dormitorio, doveva anche sorbirsi le attività sessuali dei
suoi compagni: oltre
al danno, la beffa. Non gli sarebbe importato se Harry fosse stato con
una
ragazza; ma un ragazzo, e poi Draco...
Non gli era importato quando Ron
aveva perso la verginità.
Se lo aspettavano tutti da secoli, quindi non era stata una sorpresa.
Certo,
era un po’ strano sapere che era successo con Hermione; una
ragazza della
stessa Casa, dello stesso anno, era difficile non considerarla una
sorella, ma
Ron ovviamente ci era riuscito. L’unico lato negativo del
fatto che Ron fosse
andato a letto con Hermione era che non aveva potuto fare un resoconto
dettagliato per tutti loro. Se avesse scopato una ragazza di
un’altra Casa,
gentiluomo o meno, avrebbero tutti chiesto di conoscere ogni dettaglio
e,
gentiluomo o meno, Ron glieli avrebbe rivelati. Ma con Hermione...
decisamente
no.
Era stato uno shock profondo e
sgradevole scoprire, mesi fa,
che Neville aveva già
fatto sesso
almeno una volta, probabilmente durante quei quattro fatidici mesi
dell’anno
scorso che era stato con Mandy Brocklehurst. Era normale che lo avesse
tenuto
nascosto.
Poco dopo era stato Harry a perdere
la verginità, ma in quel
caso non era stata una cosa da festeggiare, viste le circostanze.
Quindi, nel
dormitorio dei ragazzi del settimo anno di Grifondoro gli unici vergini
rimasti
erano lui e Dean, ma a Seamus non importava. Davvero. Finché
non doveva
scontrarsi con la prova concreta del fatto che quei due particolari
compagni di
dormitorio avevano una vita sessuale molto attiva. Seamus non ci teneva
particolarmente a sentire i resoconti delle loro gesta, e ancor meno a
assistere in prima persona. Non si sarebbe mai ripreso.
Oh, dio, adesso stavano aumentando di
volume.
“Mm, dio,
sì,” gemette Harry, poi rimase senza fiato, e
Draco ridacchiò.
“Finiti gli
incubi?”
“Sì! Cazzo,
sì!”
“Vuoi–”
“Sì, oddio
sì,” disse Harry senza fiato. “Hai
il–” Uno dei
due, Seamus non sapeva quale e non gliene importava niente,
sembrò allungarsi
verso il comodino, alla ricerca di qualcosa.
“Accio
lubrificante,” disse Harry, ridendo, e Draco fece un suono
compiaciuto.
Oh, fantastico. Adesso doveva stare
lì a sentire Harry che
trapanava Draco. Non c’era modo migliore di iniziare la
giornata.
“Aspetta,” disse
Draco, e Seamus tirò un sospiro di
sollievo.
“Che
c’è adesso?”
“Mi è appena
tornato in mente che tu sei in debito con me.
Non ho mai riscosso la vincita della scommessa sulla partita.”
“Oddio,” gemette
Harry. “Non dirmi che vuoi andare a cercare
la tua cravatta, o che vuoi controllare quell’incantesimo che
ti aveva detto
Pansy–”
“No, hai ragione. Posso
riscuotere un’altra volta.”
“Oh, grazie al
cielo,” disse Harry, e si sentirono altri
suoni di baci. “Perché voglio che stai
sopra,” mormorò frenetico.
Fantastico! E adesso avrebbe sentito
Draco che trapanava
Harry. Meglio di così proprio non poteva andare.
“Di nuovo?”
“Io sono dovuto stare sopra
i primi quattro mesi–”
“Sei dovuto?”
Draco rise. “Non era colpa mia se te la facevi
sotto–”
“Però–”
“E di sicuro ormai hai
recuperato tutto il tempo perduto.”
“Esatto. Dai. Per
favore?”
Seamus affondò la testa
sotto il cuscino, pregando
silenziosamente che si fermassero. O che lanciassero
l’Incantesimo di Silenzio.
O che Dean si svegliasse, o che Ron e Neville tornassero. Che
succedesse
qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa, tranne quello che stava per succedere,
tra
ansimi, risate basse e gemiti.
“Sì... oddio,
quello dovrebbe essere illegale...” sussurrò
Harry, e Seamus si trovò completamente d’accordo
con lui. “Aspetta, fammi–”
Draco sussultò, colto di
sorpresa, poi terminò con un gemito
di, Seamus presumeva, piacere. Un bel po’ di piacere. Seamus
nascose il volto e
si costrinse a non ascoltare nulla, gli ansimi trattenuti, i suoni
vagamente liquidi,
i gemiti o i mormorii o le brevi risatine di sorpresa che scappavano in
continuazione.
Maledizione, se lui fosse mai stato
tanto fortunato da
rimorchiare qualcuno, sarebbe stato troppo occupato ad assicurarsi che
lei non
cambiasse idea per fermarsi a farsi una risata. Ma loro non dovevano
preoccuparsi di quello, no? Loro lo potevano fare tutte le volte che
gli
andava, quei bastardi arrapati.
All’improvviso Seamus che i
pantaloni del pigiama gli
stavano un po’... stretti.
Oddio, non
era
possibile che gli stesse venendo duro al pensiero di Harry e
Draco.
... Sì, era possibile.
“Sì,
lì – oh, oddio,” gemette Harry.
“Buongiorno,
prostata,” disse Draco ridacchiando, e Seamus
si contorse. Era meglio non pensare a quello che Draco stava facendo a
Harry. Pensa a qualcos’altro.
Qualsiasi altra cosa.
Okay, non qualsiasi
altra cosa, perché adesso stava pensando al divertimento di
Draco quel giorno
che Seamus aveva detto che non capiva perché mai un uomo
potesse mai volere che
qualcuno... lo sai... gli facesse quello...
lì...
“Harry, Seamus, ha bisogno
di qualche informazione,” aveva
detto quel bastardo, e per poco Seamus non moriva dalla mortificazione.
Anche
Harry, a dire il vero. Ron e Neville, seppure un po’ in
imbarazzo, erano
comunque riusciti a trovare la cosa divertente, e Draco...
be’, Draco aveva
fatto un sorrisetto e, con dettagli estremamente precisi, gli aveva
spiegato
per filo e per segno perché era piacevole sentire qualcuno
là dentro. Per filo
e per segno cos’era la prostata. Si era perfino offerto di
disegnargli un
diagramma animato.
Aveva cominciato a mormorargli sotto
voce, nei momenti in
cui nessuno lo avrebbe sentito: “Come va la tua prostata
oggi, Finnigan?”
“Sì, ti
prego...” gemette Harry. “Sono pronto, ti prego,
dai...”
E a Seamus gli stava venendo duro.
Okay, non gli stava venendo; lo era
già. Il sangue
si era accumulato, in modo molto disagevole, nelle regioni meridionali.
Maledizione...
“Così?”
“Sì,”
sibilò Harry con la voce attutita. Seamus gettò
un’occhiata e vide che si era messo a pancia in
giù e Draco era in ginocchio
sopra di lui; le lenzuola li coprivano, ma i loro movimenti erano ovvi.
Draco
teneva gli occhi chiusi mentre si muoveva, e Harry teneva il volto
premuto
contro il cuscino sotto di lui, con le dita bianche che stringevano il
bordo
del materasso.
Draco sospirò,
sistemandosi sopra a Harry col volto vicino
al suo, poi gli mormorò qualcosa e i due iniziarono a
muoversi insieme.
“Aspetta, più
piano,” disse Draco, mordicchiando la nuca di
Harry. Seamus si coprì di nuovo il volto. “Voglio
godermelo...”
“Io me lo sto già
godendo,” gemette Harry, poi sussultò, sorpreso, e
Seamus si girò verso di
loro, suo malgrado.
Draco non lo stava più
mordicchiando: lo stava proprio
stringendo tra i denti, come un predatore che tiene la preda immobile
dietro al
collo. E Harry aveva serrato gli occhi, e stava tirando respiri
affannati,
tremanti.
“Quello... non...
aiuta...” ansimò, e Draco sorrise,
immobilizzandosi, portando entrambe le mani fuori da sotto le coperte
per
afferrare quelle di Harry davanti a sé. Riprese a muoversi
lentamente con
spinte lente e regolari, Harry tenuto immobile dai denti di Draco sul
collo e
dalle mani di Draco sulle sue.
“Draco...”
mormorò Harry.
“Rilassati e goditi il
giro,” disse Draco, lasciandolo
andare abbastanza a lungo per rispondergli con un sussurro, poi lo
morse di
nuovo ottenendo un lungo gemito in risposta da Harry.
“Lo... sai... che effetto
mi fa...” mormorò con gli occhi
sbarrati.
“Lo so.” Draco
gli sfiorò la nuca con il naso. “Chissà
se
Granger sapesse spiegarti perché ti riduci a un ammasso di
gelatina quando non
riesci a muoverti quando scopiamo... perché il grande Eroe
Grifondoro è un
piccolo passivo perfetto che non riesce a trattenere le urla quando
qualcun
altro prende il comando... che dici, glielo chiedo?”
“Stronzo,”
gemette Harry. “Piantala di parlare.”
“Mhhmmm...” Draco
tornò al collo di Harry e Seamus non
riusciva a crederci. Harry era immobilizzato, alla totale
mercé dell’altro – e
Seamus non aveva mai visto nessuno in preda a una tale euforia. Non
faceva che
gemere piano, continuamente, inserendo ogni tanto suppliche e
imprecazioni,
mentre Draco si muoveva lentamente e ritmicamente sopra di lui. Non
c’era
nessuno a toccargli i suoi – be’, le sue parti,
cosa che Seamus, pensando agli aspetti meccanici di quello che stavano
facendo,
avrebbe creduto fosse assolutamente necessaria se il povero cristo che
stava
sotto voleva minimamente divertirsi. Ma a Harry sembrava non importare
affatto.
“Non ce la faccio... ti
prego, Draco, non ce la faccio...”
si interruppe, poi urlò, mentre i denti i Draco sembrarono
affondare ancora di
più. “Più forte... ti prego, fammi...
fammi venire – sei un sadico del cazzo,
sei...” Harry singhiozzò quando Draco non
accelerò il ritmo e anzi, strinse la
mascella, mordendolo sicuramente ancora più forte. Harry
gemette.
Seamus era paralizzato
dall’indecisione. Non sapeva se
alzarsi e urlare ai due di fermarsi, o gridare come Lavanda e
Calì di fronte a
una vasca di Schiopodi Sparacoda, o girarsi a pancia in su e iniziare a
occuparsi del problema non tanto piccolo che si era sviluppato sotto le
sue
coperte.
Ah, no, l’ultima opzione
decisamente no.
Perché... Già:
perché, esattamente?
Perché anche se gli era
venuto duro, non voleva dire che era
un finocchio; bisognava essere di pietra, o avere gli ormoni di un
ragazzino di
dieci anni a non essere un briciolo eccitati di fronte a due persone
così
intensamente dedite a venire. Ma occuparsi di quel problema –
okay, farsi una bella sega
– be’, non avrebbe
significato che era un finocchio, ma non gli avrebbe neanche permesso
di
guardare Harry e Draco negli occhi il giorno dopo.
Be’, forse non ci sarebbe
riuscito comunque. Ad ogni modo,
forse era meglio che si concentrasse solo a mandare a ondate mentali il
messaggio: “Per amor del cielo, finite prima che venga
anch’io senza neanche
toccarmi.”
Draco leccava lentamente la nuca di
Harry, chiudendo gli
occhi, con la fronte aggrottata dalla concentrazione, il respiro che si
faceva
irregolare.
“Sto– Sto
per–” sussurrò Harry, e Draco si
abbassò e passò
la guancia su quella di Harry.
“Lo spero,”
sussurrò in risposta, e diede una breve spinta.
Harry sussultò e si tese.
“Oh! Oh cazzo –
oh, cazzo,”
gridò, mordendosi il labbro prima di gettare la testa sul
cuscino, tremando
senza sosta, i respiri simili a singhiozzi.
Draco gemette e sbarrò gli
occhi, respirando con la bocca,
con le braccia che tremavano dallo sforzo di tenersi sollevato. Gemette
non
appena Harry ebbe finito, e i suoi movimenti si fecero meno regolari, i
respiri
mozzati. Harry rimase lì ansimante, gemendo sotto di lui, e
Draco buttò la
testa tra le spalle di Harry quando l’orgasmo lo colse, e
urlò.
“Dio, sei –
oddio,” gemette a occhi chiusi; sembrava una
preghiera. “Dio, Harry, Oddio.” Spinse
un’altra volta, due, tre volte, gemendo
piano, spremendo tutto l’orgasmo fino alla fine mentre Harry
faceva un sorriso
sonnolento sotto di lui.
Che bastardo fortunato, tutto
soddisfatto e sonnacchioso,
mentre Seamus era ancora talmente duro da far male e stava cercando
disperatamente di pensare a qualcos’altro. A una cosa
qualsiasi. Vermicoli.
Piton. Gazza con un tanga.
“Vuoi tornare a
dormire?” sentì Draco sussurrare.
“Sì...”
disse Harry con uno sbadiglio.
“Mm, bene.
Anch’io.”
“Pensi che qualcuno abbia
sentito? La tenda è aperta.”
“No,
l’incantesimo è... oh.”
“Che
c’è?”
“Dov’è
l’Incantesimo di Privacy?” disse Draco in tono
curioso. “Non lo sento. Di solito fa un ronzio
debole.”
“Non l’hai messo
tu ieri notte?”
“Penso che
l’avessi messo tu.”
“Ehm.”
Ci fu una breve pausa.
“Revelus
privatiam,”
disse Draco in tono cauto, poi restò un istante ad
aspettare. “Non c’è nessun
incantesimo.”
“Diamine. Sarebbe stato
imbarazzante se qualcuno fosse stato
sveglio.”
“Puoi dirlo
forte,” disse Draco. “Adesso lo metto, poi
chiudo le tende, nel caso debba farti calmare di nuovo se ti svegli con
un
altro incubo.”
Harry si mise a ridere. “Ne
dubito. Sto troppo bene per fare
incubi.” Si girò e alzò gli occhi verso
Draco. “Peccato che non ci fossi tu
quando avevo incubi in continuazione.”
“All’epoca,
trovarmi nel tuo letto te l’avrebbe fatti venire,
gli incubi.”
Harry rise di nuovo, poi ci fu un
breve silenzio mentre i
due si baciavano lentamente, e Seamus cercò di non
contorcersi.
“Su che era?
L’incubo?”
“Mm, no,” disse
Harry in fretta. “Già che ti ho svegliato,
non voglio anche farti sentire–”
“Ah, certo, ecco
perché te l’ho chiesto: perché non
voglio
sentirlo,” disse Draco infastidito.
“Non... Non
era...”
Draco sospirò.
“Fammi indovinare: mio padre riattivava di
nuovo il marchio, io ti dicevo che avevo fatto male a scegliere te e
non lui,
tu che pensavi che non avresti dovuto lasciarmelo fare, e il mondo
intero
finiva in una valle di lacrime.” Seamus ci rimase male nel
sentire il tono di
voce irato e annoiato. Draco sbuffò spazientito.
“Sei talmente prevedibile da
far ridere, cavolo.”
Seamus strinse i pugni, pensando di
alzarsi e prenderlo a
cinghiate sulla bocca per quelle parole crudeli, ma poi le parole
seguenti di
Draco lo colsero di sorpresa.
“Non che mi dispiaccia,
quando il risultato è una sessione
di sesso fantastica come questa, ma mi sto un po’ stancando
di doverti
rassicurare. Ho fatto una scelta, e non me ne pento. Anche mio padre ha
fatto
una scelta, e così facendo ha reso perfettamente chiaro che
la mia scelta era quella
giusta. Tu non mi feriresti mai come ha fatto lui.”
“Però–”
“E lo sai benissimo che non
era la prima volta che mi faceva
male, e non sarebbe stata l’ultima,”
continuò Draco con voce cupa. “E se sono
sopravvissuto è solo grazie a te. Adesso, se ti fai venire
un’altra crisi di
senso di colpa, ti lancio una fattura.”
Ci fu un breve silenzio, poi un altro
bacio, poi lo
strusciamento della tenda che veniva chiusa e improvvisamente tutti i
suoni
provenienti dal loro letto cessarono, indicando che
l’Incantesimo di Privacy
era – finalmente! – stato lanciato.
Finalmente. Seamus tirò un
sospiro – piano; anche se lui non
li sentiva più, loro potevano sentirlo – e si mise
a sedere sul letto,
stringendosi le ginocchia al petto e abbassando la testa. E la
risollevò di
scatto quando sentì un suono sorpreso, subito smorzato, dal
letto di Dean.
Anzi, proprio da Dean. Lo stesso Dean che avrebbe dovuto essere, anche
lui,
profondamente addormentato.
I due si fissarono per un lungo
momento raggelato – e Seamus
ebbe tutto il tempo di notare che il viso di Dean era più
scuro del solito, la
bocca aperta dallo shock, e le lenzuola un po’... rialzate
– prima che la
sorpresa e l’imbarazzo di Dean svanirono in
un’ondata di divertimento. Dean si
girò e nascose il viso sul cuscino, con le spalle che gli
tremavano dallo
sforzo di contenere le risate.
Oh, fantastico. Quindi Dean, che fino
a quel momento si era
sentito probabilmente mortificato fino al midollo – e
altrettanto probabilmente
anche arrapato –, si stava adesso scompisciando dalle risate
a spese di Seamus.
Ma sì, certo, come no, ridete pure del povero pudico
irlandese, che non solo
aveva dovuto assistere allo stesso spettacolo sonoro di Dean, ma anche
a quello
visivo, con suo dubbio piacere. Seamus lo avrebbe ammazzato se
l’avesse
spifferato a qualcuno.
Seamus si stese di nuovo sul letto e
chiuse gli occhi,
chiedendosi se sarebbe mai riuscito a riaddormentarsi. Non avrebbe
dovuto
essere difficile: non doveva far altro che lanciare
l’Incantesimo di Sonno
Profondo. Be’, e anche cercare di dimenticare tutto che aveva
visto e sentito
quella mattina, dimenticare il fatto che Dean si sarebbe probabilmente
pisciato
sotto dalle risate, a meno che prima non si strozzasse cercando di
tenere la
bocca chiusa, e dimenticare la situazione all’inguine.
Dimenticare il fatto che
aveva appena assistito in prima fila al motivo per cui Harry in quei
giorni
sembrava sempre incredibilmente compiaciuto. Perché sembrava
davvero felice di
stare con lo stesso ragazzo che tutti loro avevano odiato per gli
scorsi sette
anni.
Be’... forse non si sarebbe
sforzato troppo di dimenticare
quell’ultima parte.
Inaspettatamente, si trovò
a sorridere verso il letto di
Harry, nascosto dietro le tende. Si girò a pancia in
giù e si coprì di nuovo la
testa con il cuscino. Okay, Harry. Buon
per te, amico, pensò, e si preparò a
rimettersi a dormire.
-
Fine
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