Eravamo così fragili?
No… c’è qualcosa di diverso…è
strano.
Il rumore di qualcosa che si spezza.
Non è possibile…eravamo così
fragili?
Son Goku – Even A Worm 21
Incredibile come
quel periodo di allontananza si sia annullato nel momento stesso in cui si sono
riuniti, tutti e quattro, a combattere schiena contro schiena. O meglio, tre
contro uno, mentre Sanzo se ne stava a terra tutto rotto ma chissà come ancora
in grado di urlare “finitela!” o altre amenità simili.
Senza badare a crepe
sui muri, inquilini troppo caotici o porte sbilenche sui cardini, affittarono
per la notte nella prima locanda possibile. Avevano, quei quattro, un
incredibile bisogno di tirare un sospiro di sollievo per la fine di quel
capitolo ambiguo del loro viaggio. Dovevano curare le ferite il meglio possibile
per riprendere la routine che avevano perso, ferite interne od esterne poco
importava.
Ne avevano passate tante ed erano riusciti a passare anche questa.
Nonostante la fresca sconfitta subita, potevano ritenersi orgogliosi.
Poco più di un mese
prima, uno di loro si era chiesto com’era potuto accadere tutto quello e come
mai, dopo tutto quello che avevano passato, risultassero ancora così deboli e
così poco uniti. Così fragili, facili da spezzare o, in questo caso, da
dividere. Ma in realtà quello era un pensiero sbagliato, dettato forse dalla
tragicità del momento nel scoprirsi un mostro per l’ennesima volta e nel
realizzare che uno di loro non c’era e non voleva esserci.
Goku l’aveva capito
quella sera, mentre noleggiavano alla locanda. Hakkai parlava al grasso e unto
proprietario del tugurio, cordiale come suo solito; Sanzo gli stava due passi
indietro. Mentre stava ancora prendendo gli ultimi accordi, il demone aveva teso
la mano verso Sanzo, senza degnarlo di uno sguardo o di una parola. Il monaco
gli passò la carta di credito dorata alla stessa maniera.
Quella scena si era
ripetuta talmente tante volte che non si sarebbero nemmeno potute contare, ma
per Goku quello fu un gesto simbolico. Era tornato tutto come prima, non era
cambiato nulla tra di loro.
Non erano affatto
fragili, anzi erano più duri di un diamante. Qualunque cosa fosse successa, e ne
erano già capitate anche troppe, loro non si sarebbero mai divisi. E capì che
quel mese di allontananza era come se non fosse mai esistito. Loro pensavano a
Sanzo, ogni tanto. Specie lui, nel deserto, dove il sole cocente picchiava sulle
loro teste. E anche Sanzo, la sera, seduto davanti ad un fuoco con Hazel accanto
che faceva strane avances, forse pensava un pochino a loro.
Era tornato tutto ad
essere così normale che sembrava quasi speciale. Nemmeno le due camere prese,
con i soliti due letti e le solite due coppie, non stupirono più di
tanto.
Quello che era
successo sarebbe stato archiviato come sempre. Qualche battutina qui e là
magari, ma il peggio era ormai passato. Forse nel buio di quelle stanze poco
curate, sopra letti duri e scomodi, qualche parola sarebbe scappata su quegli
avvenimenti. Ma niente di più.
Erano solo
parole.
Sanzo se ne stava a
gambe incrociate sul letto, già vestito per la notte. Hakkai lo aveva curato
alla bell’e meglio e ora camminava da solo, forse anche sorretto da una vena di
autosufficienza non indifferente. Fumava lentamente, guardando l’interno della
stanza annoiato.
Goku canticchiava un
motivetto allegro mentre cercava nella sua sacca la maglia e i pantaloncini
corti. Non si era fatto curare da Hakkai, visto che per rimettersi in sestogli
sarebbe bastato trangugiare più cibo del solito. Era pieno di ecchimosi sullo
sterno e sulle spalle, fin sul collo, ma la cosa sembrava non preoccuparlo
troppo. Seduto anche lui sul suo letto a torso nudo, smise di cantare sentendosi
osservato.
- Cosa c’è?- chiese
curioso allo sguardo indagatore del bonzo, il quale attese un attimo prima di
rispondere.
- Non sei
ferito?-
La scimmia si guardò
il corpo, liscio e tonico. Sapeva però che quelle parole significavano ben
altro; lo conosceva abbastanza da capire il non detto in ogni suo discorso o
gesto. In fondo, Sanzo rappresenta la parte più importante del suo
mondo.
L’ultima volta che
si erano visti, se ne stava tra le sue braccia, incosciente. Il suo sangue aveva
imbrattato la tunica sacra e tutto il pavimento. Mentre ora, seduto in quel
letto molto tempo dopo, nemmeno un segno era rimasto sul suo corpo. Hakkai e
Gojyo non gli avevano spiegato bene il come, ma sapeva che era grazie al Seiten
Taisei che non aveva riportato neppure un graffio. Chissà, forse anche Sanzo lo
aveva capito, vedendolo tutto intero.
Si girò verso di
lui, sorridendo. – No, sto bene.-
Sanzo liquidò la
cosa con un “uhm”, guardando fuori dalla finestra. Piovigginava da qualche
minuto ma non sembrava darci peso, almeno per il momento. Forse quella notte
avrebbe fatto uno strappo alla regola.
Goku si svestì e
rivestì, ricominciando a canticchiare, per poi infilarsi sotto le coperte. –
Devo spegnere la luce?- chiese prima di coccolarsi al caldo.
- No, la spengo io.-
Il bonzo si alzò,
spegnendo la sigaretta consumata a metà sul davanzale di legno. Spenta la luce,
quasi non si vedeva più niente. Mezzo secondo dopo, un tonfo e un’imprecazione
vennero dal fondo della stanza. Goku immaginò la faccia collerica di Sanzo,
mentre malediva le gambe del letto su cui era andato a sbattere, e non riuscì a
trattenere una risata.
- Taci e dormi
stupida scimmia!- lo ammonì l’altro coricandosi.
Anche quelle parole
gli erano mancate, ma in fondo non era passato molto tempo dall’ultima volta che
le aveva sentite. Stavano assieme da anni ormai, e quel piccolo lasso di tempo
in cui avevano vissuto separati non era nulla in confronto.
Sorrise tra sé,
girandosi su di un fianco. Anche nella penombra poteva vedere la sagoma di quei
capelli dorati uscire dalle lenzuola. Un sorriso si allargò anche nel suo cuore
al pensiero che quegli stessi capelli gli avrebbero dato il buongiorno il
mattino seguente, a colazione, questa volta mezzi nascosti da un giornale aperto
davanti una tazza di caffè.
Come tutte le
mattine.
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Secondo i canoni di
EFP, questa è una One-shot. Secondo i miei canoni, questa è una flash-fic
scritta in una serata guardando il desktop (su cui, ovviamente, ci sono i
Saiyuki Boys) e pochi giorni dopo aver visto le scan dell’ultimo capitolo di
Saiyuki. In realtà però è proprio la frase che dà il titolo alla fic che mi era
rimasta impressa nella mente. Sì, mi ha colpito molto.
Un saluto e alla
prossima.
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