Dedicata
a G.
Ti amo.
Darling, you look perfect tonight.
("Perfect" - Ed Sheeran)
Io a 10 anni
disegnavo vestiti per le bambole, sola nella mia camera da letto,
seduta ad una scrivania colma di libri e foto di famiglia. La mia mano
piccola e delicata stretta intorno alla matita scivolava lenta sul
foglio, avevo i capelli legati in una coda ordinata, in bocca un dolce
cioccolatino rubato dalla credenza della sala da pranzo e dondolavo la
testa leggera sgombra di pensieri al ritmo di una canzone che proveniva
dalla finestra.
Tu a 13 anni
facevi l'amore per la prima volta nella vecchia casa di campagna dei
tuoi genitori su un materasso logoro che cigolava ad ogni spinta
insicura. Con le dita grassocce stringevi i fianchi di una ragazzina
più grande che non avresti rivisto, avevi i capelli biondi
appiccicati al viso sudato, la bocca impastata di saliva, tabacco e
piacere misto alla sensazione di non sapere veramente cosa stessi
facendo.
Io a 13 anni
passeggiavo per la prima volta con le mie amiche nella piazza del paese
gremita di gente, con le mani lisciavo la mia gonna forse troppo lunga
rispetto a quelle delle mie coetanee e cercavo di aggiustare i capelli
piastrati un'ora prima ma già arricciati per la calura
estiva. Con la bocca secca per la sete pregustavo il momento in cui
avrei potuto bere il mio succo di frutta al bar, sperando di essere
notata da qualche ragazzo carino a cui magari piacessero i libri come a
me.
Tu a 16 anni
camminavi in quella stessa piazza, la mano sinistra infilata nella
tasca dei jeans e la destra intrecciata con la mano della tua ragazza,
la tua prima storia seria, che più tardi, dopo un cocktail
di troppo, avresti baciato con la stessa bocca di sempre, quella
impastata di saliva, tabacco e piacere. Ma quella notte ci sarebbe
stato spazio anche per la dolcezza, le belle parole, le promesse.
Io a 18
anni
festeggiavo il mio compleanno con parenti e amici di scuola in un bel
ristorante di lusso, le mani sudate per l'emozione, i capelli ben
acconciati dal parrucchiere che miracolosamente non si arrendevano al
caldo e ai numerosi balli, le labbra lucide di rossetto e il cuore
diviso tra sogni da realizzare (terminare gli esami di
maturità con il mio agognato 100, cominciare
l'università, progettare viaggi) e sogni che ancora non si
realizzavano (quel ragazzo carino a cui piacevano i libri, alla fine,
non si era presentato).
Tu a 21 anni
ti struggevi solo nella tua stanza per la fine del tuo grande
amore, le mani strette intorno alla testa che non voleva saperne di
dimenticare scene e parole dolorose. La bocca sapeva di tabacco molto
più del solito e i capelli sporchi di lavoro avrebbero avuto
bisogno di una lavata, ma un
cuore spezzato pesa troppo anche solo per fare un passo.
Io a 20 anni amo te,
anche se non ti piacciono i libri e ogni tanto ti correggo i verbi. Ti
amo nella tua macchina nuova parcheggiata sotto un cielo stellato e ti
accarezzo il viso ispido di barba con mani sicure. Ho alcuni capelli
sparsi sul sedile reclinato, altri sul petto nudo, altri ancora
infilati tra le nostre bocche che si baciano (prima o poi porterai un
paio di forbici per tagliarmeli, mi dici) e mi chiedo se tu possa
sentire quanto forte mi batte il cuore quando mi guardi un po'
più intensamente, quando mi stringi un po' più
forte.
Tu a 23 anni ami me,
anche se non so cucinare e sono un po' maldestra. Mi ami in quella
stessa macchina, sotto quello stesso cielo stellato, e le tue dita
strette sui miei fianchi sono meno grassocce e più ruvide di
quando eri ragazzino, i capelli sono sempre arruffati a causa mia e la
bocca ha il sapore della pizza mangiata al volo e di una sigaretta
fumata a metà per la fretta di baciarmi. Il tuo cuore rattoppato con
fatica è ora capace di amare il doppio, di amare me, solo me.
E
pensare che mi basta affacciarmi dal balcone per vedere in lontananza
il tuo
o fare una passeggiata a piedi per venirti a trovare.
Avrei potuto, voluto
conoscerti prima, amore mio,
ma non sarebbe stato il momento giusto per nessuno dei due.
Lo è
ora.
Non ci resta che godercelo per
il resto della nostra vita.
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