Due persone, un uomo adulto e un ragazzo, sono uno di fronte all’altro e si guardano intensamente.
«Dunque, cosa cerchi da me?» chiede il più giovane con aria sospettosa.
«Voglio che tu sia il mio compagno» risponde l’altro, autoritario e solenne.
«Ti sono grato di aver pensato a me, ma rifiuto l’offerta. Non ho intenzione di diventare il tuo cane».
«Non sarai il mio cane, ma mio fratello».
«E ti aspetti che io ti creda? So chi sei e quali gesti hai compiuto. E so anche che i tuoi veri fratelli li hai ammazzati».
«Può darsi. Ma tu sei diverso».
«Certo, perché io a differenza loro ti sono utile».
«È proprio da te essere così acuto. Andiamo, cosa vuoi in cambio?»
«La divinità. Lavorerò per te solo se farai di me un dio».
Il più anziano sorride soddisfatto, il suo occhio buono incatenato a quelli verde intenso ed enormi del ragazzo.
«Penso che si possa fare. Allora, mi seguirai?»
«Dammi prima la tua parola».
«Naturalmente». L’uomo alza la mano. «Ehwaz!»
Ora è il giovane a sorridere; alza la mano anche lui. «Ehwaz!»
Due rune uguali dalla forma a M iniziano a girare vorticosamente l’una intorno all’altra in aria, dopodiché si uniscono e si dissolvono così come sono state create.
«Il patto è siglato: ora tra noi esiste un legame di sangue», sentenzia l’uomo.
«Andiamo, fratello», risponde il giovane.
E si allontanano insieme, sparendo nella nebbia. |