FORSE
“A
cosa stai pensando, Ted?”
Te ne
stai seduto al tuo tavolo, a testa bassa, fissando la punta delle tue
scarpe nere.
So che
detesti essere vestito così almeno quanto lo detesta James. Bè,
James non fa testo: detesta qualsiasi capo d'abbigliamento che non
siano jeans, maglietta e Converse logore e sporche.
Scuoti
la testa e rialzi rapido lo sguardo.
Mi fissi
un attimo, prima di rispondere.
“A
niente, Lily. A tutto e a niente.” sorridi e ti passi una mano tra
i capelli. Sono castano chiaro, non più azzurri. Hai smesso di
portarli colorati da un bel po'. Hai ventisei anni, oramai: dici che
non è più tempo per questi scherzi, anche se io ucciderei per
vederti di nuovo con i capelli azzurri o verdi o arancioni o a
strisce come quando ero bambina.
Prendo
una sedia e mi metto di fianco a te.
“Sicuro
che non stai pensando a niente? Non sembra proprio! Semmai stai
pensando a tutto!” esclamo, cercando di estorcerti il tuo segreto.
“Forse.”
ridacchi
“E'
per Victoire?” ti chiedo a voce bassa. Non sarebbe carino che
qualcuno ci sentisse. Non il giorno del suo matrimonio.
Il
matrimonio di mia cugina Victoire con Alexander Baston.
“Che
vuoi saperne tu? Sei piccola!” ti indigni.
“Ho
diciassette anni! Non sono piccola!” incrocio le braccia sotto al
seno, offesa. Sono sempre piccola, per tutti. Scommetto che, tra te e
i miei fratelli, non mi lascerete in pace nemmeno quando avrò
quarant'anni con questa storia. Per voi sarà sempre piccola.
“Tu
sarai sempre piccola, bimba. Rassegnati!” proclami austero.
“E'
una questione anagrafica, Ted: rispetto a voi io sarò sempre più
piccola, ma questo non implica che non possa essere matura abbastanza
per capire.”
“Touchè.”
mi dai ragione. Avanti, Ted, dimmi che cos'hai. Non mi piace vederti
così spento.
“Allora
è per Victoire?” ti chiedo di nuovo: non mi arrendo.
Sono
trascorsi più di due anni da quando vi siete lasciati. Non credevo
che lei ti interessasse ancora.
Noto che
il tuo sguardo si stringe e fissi gli sposi, che scherzano radiosi
con gli amici.
Victoire
è bellissima. Lo è sempre stata, ma l'abito da sposa la fa sembrare
una principessa. Una di quelle delle fiabe, per capirsi.
E anche
Alexander fa la sua bella figura accanto a lei. Peccato che Victoire
sia una di quelle persone in grado di oscurare chiunque sia al loro
fianco.
L'opposto
di me, insomma. L'ho sempre invidiata per questo.
Bella,
solare, intelligente, determinata. Aveva tutto. Aveva anche Ted. Il
mio Ted, come lo chiamavo da piccola.
“Forse.”
rispondi, criptico.
Non
voglio insistere e quindi ti sorrido, come a dirti che io ci ho
provato e mi alzo.
“Lily,
aspetta!” afferri la mia mano, saldamente.
“Ti va
di ballare?”
Annuisco
e arrossisco. O forse il contrario. Forse prima arrossisco e poi
annuisco.
E' la
prima volta che un ragazzo mi invita a ballare. Di solito evito
accuratamente sia di ballare sia di farmi invitare, sempre che ci sia
qualcuno disposto a godersi la mia grazia elefantina. O forse sono
imbranata perchè me ne sono autoconvinta, come dice Albus. O, più
semplicemente, come mi fa notare Rose, non mi piace ballare e quindi
evito.
“Non
sono capace però. Lo sai vero? Penso che mi prenderanno tutti in
giro.” mormoro.
“Allora
ci prenderanno in giro in due! Primo non sono molto capace nemmeno io
e secondo, siamo una coppia.” mi scorti sulla pista da ballo ed
iniziamo a muoverci.
Appoggio
la mano destra sulla tua spalla, mentre la sinistra è intrecciata
alla tua.
“Ok...ora
credo che si debba fare un passo avanti ed uno indietro.” mi
suggerisci.
“O
forse uno a destra e uno a sinistra.” aggiungo io.
“Sì,
forse.” concordi tu.
Così
iniziamo con la nostra strana danza, pestandoci i piedi, rischiando
di cadere, con la tua scarpa che si incastra nel tulle celeste dello
strascico del mio vestito.
Ci
mormoriamo continuamente scuse e scoppiamo a ridere.
Credo
che qualche membro dell'infinito clan Weasley stia anche
spettegolando di noi.
Poco
importa, d'altronde. Ci stiamo divertendo, noi.
“E
comunque sì.” mi dici, ad un certo punto.
Ti
guardo stralunata, senza capire.
“Sì,
per prima. Pensavo a Victoire.” spieghi.
Un nodo
mi stringe lo stomaco, anche se tu non lo sai. Era ovvio che
nonostante tutto pensassi ancora a lei.
“Ti
manca molto?” riesco a dire, sperando che tu non sia accorto del
mio tono plastico o di non sembrarti invadente.
Mi
guardi per un attimo e poi guardi Victoire.
“No.-
dici, alla fine- No, non mi manca. Solo, a volte, penso a come
sarebbe potuta andare. A come sarebbe stato se oggi al posto di
Alexander ci fossi stato io. Però no, non mi manca.” sorridi e
alzi le spalle.
“Capisco.”
ti dico, certa di non riuscire ad avere nessun altra rivelazione.
Sorridi.
“Hai
finito l'interrogatorio, Lils?”
“Forse.”
sorrido ed alzo le spalle io, questa volta.
“Non
mi chiedi se c'è qualcun altro?”
“Dovrei?”
ti domando io, scettica e senza sapere se voglio davvero sentire la
risposta.
“Forse.”
sogghigni, maligno.
Ti
guardo e sbuffo: malefico Ted! Sei un plasmatore di coscienze, ecco
cosa sei!
“C'è
qualcun altro?” riesco a chiederti, abbassando lo sguardo.
Mi alzi
il mento, prima di rispondermi e mi guardi fisso negli occhi.
“Forse.”
dici e poi scoppi a ridere, mentre io abbasso lo sguardo ed
arrossisco.
O forse
prima arrossisco e poi abbasso lo sguardo.
Ipotetica
Ted \ Lily, coppia della next-generation forse non canon, ma che
adoro, a dispetto della differenza d'età.
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