Godness of Life

di Ojii_sama
(/viewuser.php?uid=979511)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Prologo

 

"Guardala...ha i tuoi occhi" disse l'uomo dai corti capelli neri che si arricciavano sul collo, uomo che osservava con estrema dolcezza quella piccola e luminosa creatura che gia da appena nata non riusciva a starsene ferma e cercava di afferrare i capelli castani ribelli che cadevano lungo il viso della madre.

 

"Hai ragione ma i capelli sono i tuoi, e anche lo stile del naso" gli rispose la moglie, facendo un sorrisino divertito mentre il marito le stringeva le spalle, con le sue grandi e possenti mani, con delicatezza come se avesse paura che si spezzasse. La donna lo guardò con estrema dolcezza. Era da pochi anni che lo guardava con quello sguardo, soprattutto davanti a tutti i loro consanguinei.

I due neo-genitori, infatti, erano circondati da molte persone, che sgomitavano cercando di vedere la piccola bambina luminosa stretta tra le braccia della madre.

 

"Persefone, tesoro mio, hai fatto un capolavoro" sussurrò Demetra alla neo-mamma, che le sorrise felice per quel complimento, mentre il padre Zeus accarezzava la chioma nera e sbarazzina della piccola.

Era un atmosfera di festa negl'inferi, tutti gli dei si erano raccolti nel regno di Ade per assistere alla nascita della loro nipote (o cugina, dipendeva dal dio). Persino nel tartaro si erano fermate le grida di dolore e Cerbero abbaiava allegro creando dei fastidiosi robmi di tuono. Ogni dio, però, si chiedeva la stessa cosa.

 

Che dea era?

 

Era nata dall'amore tra uno dei tre pezzi grossi, dal dio dell'oltretomba (colui che governa sui morti) e dalla sua moglie divina, la dea della terra feconda.

Che divinità poteva mai nascere da essi?

Ma nessuno di loro osò domandarlo, preferendo godersi la risata cristallina della bambina dagl'occhi d'oro che non teneva mai fermi, guardando ogni suo parente (forse cercando di capire chi sarebbe stato il suo migliore amico)

 

"Come la chiamerete?" chiese loro Artemide, mentre osservava ammirata la bambina che cercava di mangiarsi il suo arco d'argento (quella bambina si che capiva quali erano le cose belle!). Ade e Persefone si guardarono.

 

"Vìos" sussurrarono all'unisono, il dolce nome che rotolava sulle loro lingue.

Gli dei sorrisero. Vita. L'avrebbero chiamata Vita.

E mentre loro cercavano di accalappirasi la simpatia della nuova dea, le tre parche filavano il suo destino. Il destino della nuova dea, che avrebbe portato tanti guai ma anche tanta gioia nelle vite di tutti loro. Nessuno si accorse che Atropo raccolse dal suo grembo le forbici e tagliò il filo della nuova dea.

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3756565