Toppe

di DewoftheGalaxy
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La monaca si alzò sorridendo per prendere ago e filo, mentre un fraticello se ne stava silenzioso seduto su uno sgabello con un buco bel visibile sul saio.
Come di consueto. Pensò lei, Chiara, occhi azzurri come un cielo limpido, capelli biondo grano ora corti sotto il velo e da qualche anno badessa del piccolo monastero di San Damiano, in Assisi.
Dal canto suo il fraticello, Francesco, capelli tonsurati neri come l’inchiostro, occhi marrone scuro, colorito pallido e da qualche tempo a capo della neonata comunità religiosa dei Frati Minori, se ne stava silenzioso sullo sgabello, in un angolo, in attesa che l’amica tornasse con gli strumenti per cucire.
 
Intanto era assorto a guardare fuori dalla finestrella quadrata il magnifico paesaggio.
Quel pomeriggio d’estate era magnifico: la luce del sole faceva sfumare gli ulivi d’argento, i campi di grano e di papaveri si stagliavano a perdita d’occhio giù nella pianura e gli uccelli si chiamavano fra fronde verdi emettendo allegri richiami.
Francesco tese l’orecchio per ascoltarli meglio: adorava tutti gli animali, suoi fratelli in Dio, ma gli uccelli in modo particolare.
Fu l’arrivo di Chiara a distoglierlo dai suoi pensieri.
 
<< Allora..>> Lei aveva cominciato a cucire, sempre sorridendo. << Questa come te la sei fatta? >>
 
Certe volte capitava che Francesco si bucasse il saio e quando ciò avveniva era Chiara a ricucirgli le toppe.
 
<< Ehm..>> Cominciò lui. << Vedi…Ehm….c’erano degli uccelli ed il loro nido con dentro le uova era caduto, perciò mi sono arrampicato per rimetterlo al suo posto ma nello scendere…>>
 
<< Nello scendere sei rimasto impigliato nei rami vero? >> continuò Chiara che ormai conosceva Francesco come la sua ombra.
 
<< Già..>> 
 
Stettero per un momento in silenzio, mentre Francesco osservava una coppia di uccellini sul davanzale della finestra.
 
<< Fratelli uccellini…>> Disse lui allungando una mano verso di loro. << Con un abito colorato, un meraviglioso richiamo, il dono del volo e ai quali il Signore provvede. >>
 
Chiara alzò lo sguardo per un attimo dal lavoro di cucito che stava facendo e sorrise ancora di più all’amico.
 
<< Lo sai…>> Disse << A volte penso che tu parli di più con gli animali che con le persone! >>
 
Anche Francesco sorrise. << Sono nostri fratelli nel Signore, a volte capiscono molto di più delle persone e poi li chiamiamo “animali" quando certe volte i veri “animali” saremmo noi…Ahi! >>
 
Tutta presa dal suo discorso, Chiara aveva accidentalmente punto l’amico.
 
<< Ops scusa! Ti ho fatto male? >>
 
<< No tranquilla >> Francesco tornò a sorridere << Ma cosa ne sarebbe di questo povero fraticello che si buca sempre il saio se non ci fossi tu, pianticella mia? >>
 
Pianticella. Così Chiara amava definirsi: “la prima pianticella di Francesco”, che sarebbe fiorita a primavera ed avrebbe sparso il suo dolce profumo per tutta la Chiesa.
 
Entrambi scoppiarono ridere.
Questi erano i loro momenti, liberi e fugaci, momenti racchiusi nell’ombra del chiostro. E loro due erano fratelli in spirito, fiamme gemelle che bruciavano dello stesso, inestinguibile, amore di Dio.
 
 
 
Nota Autrice
 
Buon pomeriggio a tutti voi, questa è la mia prima fanfiction storica e mi piacerebbe molto che lasciaste un parere.
Che ne pensate?
 
Vi avverto già da subito però: io ADORO San Francesco e Santa Chiara, mi piacciono  tantissimo come santi e come persone, perciò se troverete la sezione invasa da storie su di loro sappiate che saranno tutte mie! XD 
 
A presto e vi ringrazio in anticipo per le recensioni!




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