And pray for the thunder and the rain To quietly pass me by

di balboa
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Sharon sentì una macchina che parcheggiava nel viale di casa. Scostò immediatamente le tende del salotto e vide William che sbatteva la portiera della sua Ford rosso fiamma. Corse a tenere la porta, non avrebbe mai funzionato ma ci avrebbe provato con tutta sé stessa.
William infilò la chiave e girò il pomello spingendo leggermente da fuori e la porta rimase ferma.
-ma che..- borbottò poi fece due più due -sharon non mi far incazzare- disse spingendo più forte. -SHARON PORCA PUTTANA- urlò spingendo molto più forte, la porta si aprì e Sharon quasi cadde a terra.
-ma si può sapere che cavolo fai??? E che cazzo- esclamò entrando.
-WILLIAM SANTO CIELO- urlò Sharon -TI AVEVO DETTO DI NON VENIRE PIÙ QUI-
-non m'importa delle cose che dici- disse lui quasi per niente turbato guardandosi intorno.
-dov'é Bill?-
-non c'é vai via-. Il ragazzo cominciò a gironzolare, con le braccia sui fianchi.
-Bill? Bill vieni da papà-
-te ne vuoi andare???- disse Sharon seguendolo -cosa vuoi dal bambino?-
William non rispose e salì al piano di sopra. Trovo il bimbo sul tappeto che giocava concentrato sulle costruzioni in camera di Sharon, dove dormiva anche lui. Lì accanto cerano anche dei cubi e il camioncino dei pompieri.
-ciao Bill- il bambino alzò il capo.
-ciao papà-
Sharon li guardava dall'uscio, pronta ad agire in caso qualcosa non andasse.
-andiamo vieni con me- disse prendendolo in braccio. Il bambino cominciò a divincolarsi come un matto piagnucolando.
-voglio giocare!! Voglio giocare papà! !- William lo teneva saldamente tra le sue braccia, mentre quello sbatteva i suoi pugni minuscoli sul suo petto.
-dove credi di andare?- disse Sharon bloccandogli il passaggio.
-levati da mezzo ai coglioni sono già incazzato-
-lascia qui il bambino-
-Sharon levati o le prendi-
-dammi il bambino-
-oh cazzo- William poggiò malamente Bill a terra.
Poi prese Sharon per un braccio spingendola contro il muro fuori dalla porta. Le stringeva entrambi i polsi, tenendola attaccata al muro.
-te lo dico per l'ultima volta- disse ghignando con i suoi denti marci e il naso a due centimetri dal suo. -piantala di metterti in mezzo o me la paghi-. Il suo alito sapeva di fumo e alcol.
-il bambino piangeva le ultime volte che lo hai riportato. Che cosa gli hai fatto?-
-non gli ho fatto nulla- disse lui. -piangeva perché é un frignone, proprio come te-.
-non ti permetto di fargli male- disse Sharon ignorando il dolore ai polsi. -chiamerò la polizia, la pagherai per tutto questo-
-azzardati- sibilò William -azzardati e ti faccio male- poi la mollò e riprese il bambino che piangeva accovacciato per terra chiamando sua mamma.
-e piantala di frignare cazzo!- disse tenendogli ferme le braccia con una mano.
-tu sei completamente fuori- disse Sharon tra le lacrime mentre guardava William portare via il bambino. Lo seguì fino all'ingresso e lo guardò salire in macchina col bambino senza che lui la degnasse di un solo sguardo.
-non venire a rompere chiaro?- disse William affacciandosi dal finestrino. -non venire e basta-. Poi partì sgommando lasciandosi dietro una scia nera di fumo e olio che la macchina stava perdendo. Si diresse verso casa veloce, guidava uscendo continuamente dalla sua corsia e non rispettava i segnali stradali, non aveva mai preso la patente. Fumava e guidava freneticamente, a un certo punto sterzò a destra parcheggiando davanti alla casa di suo padre. Prese Bill in braccio e cominciò a bussare forte.
-papà apri sono io, William!!- gridò a squarciagola e buttò la sigaretta per terra in veranda. Un uomo in mutande aprì qualche secondo dopo. William entrò col bambino in braccio che ancora si lamentava.
-dove cazzo eri eh?- gridò l'uomo furioso e sbattè la porta. -hai fatto quello che ti ho detto?-. Il ragazzo si prese una birra dal frigo quasi vuoto e maleodorante e non rispose.
-mi hai sentito?? che cazzo sei sordo forse??-. William era poggiato al banco della cucina, vicino a lui una pila di piatti sporchi.
-lo hai fatto o no?- chiese afferrandogli il colletto della camicia. William ghignò.
-no non ho concluso nulla- rispose -e leva questa mano lurida cazzo- aggiunse spostandogli il braccio.
-CHE CAZZO VUOL DIRE???- urlò l'uomo disperato dando in escandescenze. -LO SAI CHE MI DEVE DEI SOLDI LO SAI- urlò portandosi le mani alla testa in parte pelata. -COME CAZZO CAMPIAMO ORA??- urlò ancora e gli tirò uno schiaffo.
-È SCAPPATO IN MACCHINA CHE CAZZO DOVEVO FARE??- urlò il ragazzo infervorato spingendolo via. Una donna col rossetto sbavato e una gonna corta fino al sedere entrò in cucina.
-cosa è successo tesoro?- disse avvicinandosi all'uomo e accarezzandogli il viso.
-vattene non ho soldi per pagarti- tagliò corto l'uomo senza guardarla in faccia. La ragazza cambiò espressione.
-stai scherzando vero?? hai detto che mi davi il doppio se cominciavamo subito!!!- gridò arrabbiata.
-adesso basta- si intromise William. -vattene puttana, hai sentito non abbiamo soldi-.
-VAFFANCULO STRONZI- urlò uscendo di casa e sbattendo la porta, continuò a imprecare anche fuori. Il bambino seduto sul divano in salotto piangeva a dirotto. L'uomo tirò un calciò al tavolo, già traballante.
-E POI SI PUÒ SAPERE PERCHè CAZZO HAI PORTATO QUI IL MARMOCCHIO???-
-VATTENE VIA- urlò con il viso rosso di rabbia -O TORNI CON I SOLDI O NON TORNARE PROPRIO-. Il ragazzo sputò per terra e se ne andò imprecando. Rapinò un piccolo supermercato fuori città, con una pistola finta. Tornò da suo padre, che guardava la televisione coricato sul divano.
-ce li hai??- urlò saltando in piedi.
-si ecco i tuoi cazzo di soldi- disse buttando una mazzetta da 200 dollari sul divano. Poi entrò nella sua camera, col bambino che dormiva tra le sue braccia, e uscì soltanto il mattino dopo.


 




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